Bagarre in Aula. La seduta di lunedì dell'Aula di Palazzo Marino è stata sospesa per due volte a causa della contestazione dei consiglieri dell'opposizione per l'assenza del sindaco, Giuseppe Sala, e per il suo mancato intervento in consiglio comunale sull'incendio avvenuto nella rsa Casa per Coniugi di via dei Cinquecento, costata la vita - lo scorso 7 luglio - a sei persone. Il primo cittadino aveva già chiarito la sua intenzione di riferire in Aula dopo i funerali delle sei vittime, in segno di rispetto istituzionale. I consiglieri di centrodestra hanno però indossato la fascia nera del lutto sul braccio destro e, posizionati al centro dell'Aula, hanno innalzato cartelli con la scritta "Basta silenzi sulle case di riposo".
"Il centrodestra è unito per chiedere al sindaco di riferire in Aula sulla tragedia dell'rsa - è intervenuto Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d'Italia -. È chiaro il suo intento di aspettare i funerali, ma sappiamo che le autopsie saranno lunghe. Aspettare questi tempi porterebbe il sindaco a riferire in pieno agosto e credo che questo sia inaccettabile per tutti, per centrodestra e centrosinistra". Il capogruppo del Pd, Filippo Barberis, rappresentando tutta la maggioranza, ha spiegato che "non è in discussione la certezza della presenza del sindaco in Aula per riferire sulla rsa. Abbiamo anche confermato che non c'è nessuna intenzione della maggioranza e della giunta di indulgere sulle responsabilità, anche qualora dovessero riguardare il Comune di Milano".
Dopo le iniziali insistenze delle opposizioni perché il sindaco riferisse sulla rsa in Aula già durante la seduta di giovedì prossimo, centrodestra e centrosinistra hanno trovato un accordo. Infatti, prima della chiusura definitiva della seduta il capogruppo della Lega, Alessandro Verri, ha chiarito che "c'è un impegno da parte di tutto il Consiglio per la richiesta del centrodestra di avere il sindaco in aula lunedì prossimo. Si tratta di un impegno preso anche dal centrosinistra".
Capitolo indagini. Stando a quanto appreso nelle ultime ore, figurano anche i vertici della cooperativa Proges - la presidente Michela Bolondi e la vicepresidente Francesca Corotti -, tra i sei indagati per omicidio e incendio colposo nell'inchiesta della procura di Milano sul rogo. I due nomi si aggiungono a quelli già emersi: Giancarlo Anghinolfi, direttore generale di Proges, la cooperativa che gestisce la Casa per i Coniugi, Claudia Zerletti, direttrice della struttura di via dei Cinquecento di proprietà del Comune, Michele Petrelli, direttore del Welfare di Palazzo Marino e Guido Gandino, responsabile dell'area residenzialità, anziani e persone con disabilità.
È indagata anche la stessa Proges per la responsabilità amministrativa degli enti. Le autopsie sono fissate per giovedì prossimo, mentre il 24 luglio sarà conferito l'incarico agli esperti per una maxi consulenza sulle cause del rogo e diversi altri aspetti. Come si legge nel quesito per la maxi consulenza, che sarà affidata agli esperti dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Maura Ripamonti e Sara Arduini, andrà verificato come abbia avuto "origine" e come si sia "sviluppato l'incendio", scoppiato nella stanza 605 al primo piano, anche se appare ormai acclarato che l'incendio sia nato da una sigaretta fumata in camera. E come "e con quali tempi" i fumi si siano "propagati nella struttura".
I consulenti dovranno, poi, esaminare "le misure adottate" dalla Rsa "a seguito del guasto all'impianto di rilevazione fumi", tenendo conto delle "disposizioni organizzative", delle "attrezzature", dei "Dpi disponibili, del "numero degli addetti presenti e della loro formazione". Andrà accertato, inoltre, se "la presenza di un impianto di rilevazione fumi in piena efficienza - scrivono i pm - avrebbe potuto evitare il decesso" degli anziani. E se ci fossero altre misure alternative da adottare, che avrebbero potuto "evitare" quelle morti. E ancora se siano state messe in campo altre misure "preventive" per il rischio di incendi e quali fossero quelle "doverose" per le "caratteristiche" della struttura, per il "numero" e le "condizioni" degli ospiti. I consulenti dovranno, infine, chiarire se i materiali usati per i letti e per la "biancheria" della stanza, dove si è sviluppato il rogo, fossero o meno "ignifughi".