5800 euro per rimpatriare un clandestino

chi dice costerebbe troppo:
se i tribunali ci mettessero 1 anno e non 2anni per decidere se sei clandestino o no a 45euro lordi al giorno (16400euro)risparmierremo 16400-5800=10600euro a migrante.

a chi dice che la destra ha regolarizzato 600mila migranti ,ciò è vero ma era gente che già lavorava infatti la legge Bossi-Fini permetteva di rimanere legalmente in Italia solo a chi aveva un lavoro con contratto regolare..
di fatto hanno legalizzato solo lavoratori..

invece i 500mila che vanno in giro oggi clandestini al 90% non hanno nessun lavoro neanche in nero...la restante parte lavora nella raccolta pomodori e nei campi,quelli li si potrebbe legalizzare solo se avessero un contratto che non gli faranno mai però perchè appunto lavorano in quanto il datore non ci paga le tasse...

quindi la maggior parte spaccia o sfrutta la prostituzione o vende roba taroccata..

chi chiede di abolire lo stato di clandestino è un pazzo e demagogo,infatti questi non è che non trovano lavoro in quanto non li possono assumere i datori in quanto clandestini(la legge bossi fini vigente permette di avere soggiorno se lavori)ma non trovano lavoro perchè il lavoro non c'è..

Tutto assurdo... Adesso cercano anche il business del rimpatrio. Curioso come in Italia si facciano affari in ogni ambito. Triste anche la trasmissione di Mentana: appena ho visto ridicolizzare il piano kalergy come la solita teoria del complotto, ho spento per la nausea. Quindi hanno pure documentato? Ma ci credono così fessi. L'industria della menzogna esiste finché c'è qualcuno a cui crede alle loro balle. forse è anche un bene che ci sia qualcuno che gli creda.

Mentana mente sapendo di mentire, gioca con le preposizioni dove, già nell'assunto c'è la conclusione dei suoi ragionamenti: non concede, come pure altri, il tempo per argomentare, cerca di chiudere il discorso altrui e lo fa interrompendo l'interlocutore. Con la storia dei 5.800 euro e similari, stiamo sempre a dire che per gli "altri" i soldi ci sono, si trovano. Per i nostri non ci sono. Un pinco pallino qualunque di questi extracomunitari, seppure regolare, ti passa davanti in qualsiasi graduatoria, vuoi che sia un'offerta di lavoro, Dio mai voglia che sia per assegnare un'abitazione: saresti sempre dietro di loro, e così non avresti ,tu, più diritto. Non tanto non ci trovo logica, ma non vedo giustizia. Vai in tribunale e hanno destinato a loro, per le loro beghe, delle aule ,cui sguazzano insieme ad avvocati pagati con il gratuito patrocinio. Tu devi pagare un fracco di soldi per avere una consulenza e un parere, loro hanno i consulenti gratis, pure se devono, invitati dagli amici degli amici, intraprendere: tu devi pagarti il business e concorrere, se ci sono i bandi, per vedere se ti daranno i soldi, se il tuo progetto verrà finanziato (anche se devi avere almeno il 20% già di tuo, e devi avere i soldi per costituire una società: non vorrai certo fare la minchiata di creare ,coi tempi che corrono, una ditta individuale?). Loro invece, anche qui in Sardegna, hanno tre milioni di euro per intraprendere, e uno stuolo di consulenti che, credo , non siano gratis: per loro sì, immagino che poi sapranno dove e cosa mangiare. Si potrebbe continuare all'infinito con esempi di altro genere,ma sempre legati all'immigrazione. Ve ne lascio un altro:a Cagliari c'è ,in zona centrale vicino al porto, una serie di palazzi con uffici statali: all'ultimo piano sono ospitati, non si sa a che titolo, dato che chi mi ha riferito la notizia non me l'ha precisato, diversi migranti che sono pure in numero elevato. Portano divani e altri mobili attraverso le scale, oltre a esserci un continuo via vai. Ecco che la direttrice di un ufficio pubblico che si trova al piano di sotto, quinto piano credo, chiama i carabinieri che intervengono subito, dato che lei è un "pezzo grosso". Ma qual'è il suo stupore allorché il maresciallo o chi per lui le dice che non possono fare niente per lei, dato che sono tutti richiedenti asilo? Signora, io se li tocco, rischio il posto. Queste sono state le sue parole.