Articolo da leggere su come opera il mondo della stampa e dei giornali e quindi la propaganda e chi c'è dietro.
Un po' lungo.
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-alberto_bradanini__come_opera_la_macchina_della_propaganda/39602_48347/
Penso che questa citazione valga tutto l'articolo riassumendolo efficacemente:
Lo scrittore statunitense Harold Pinter, ricevendo il premio Nobel per la letteratura nel 2005, aveva affermato: “la politica estera degli Stati Uniti si può definire come segue: baciami il culo o ti spacco la testa. Essa è semplice e cruda, e l’aspetto interessante è che funziona perché gli Usa hanno risorse, tecnologie e armi per spargere disinformazione attraverso una retorica distorsiva, riuscendo a farla franca. Essi sono dunque persuasivi, specie agli occhi degli sprovveduti e dei governi sottomessi. In definitiva, si tratta di una montagna di menzogne, ma funziona. I crimini degli Stati Uniti sono sistematici, costanti, feroci, senza remore, ma pochissime persone ne parlano e ne prendono coscienza. Essi manipolano in modo patologico il mondo intero, presentandosi come paladini del Regno del Bene. Un meccanismo di ipnosi collettiva che è sempre all’opera”.
Non basta essere antimericani quando si e' marxisti e filo UE
Se non lo trovi, pazienza. Il citato e' un marxista e filo UE militante, ergo del suo antiamericanismo ci faccio ben poco
Come no, per gli americani e i filo americani come te son tutti marxisti chi non la pensa come loro.
Ma meglio essere dei Marxisti che dei genocidi guerrafondai e ladri come gli statunitensi e coloro che sempre li difendono.
Ma vorresti dire che quello che viene detto nell'articolo non è vero? Tra l'altro tra le agenzie che cita che dirigono i fili dell'informazione c'è n'è una che è francese. Tanto europeista non mi pare, quindi.
Primo non sono filo americano neanche un po', potrei darti lezioni in materia, quindi potresti astenerti dall'esordire con accuse false ed insulti gratuiti. Poi, l'articolo e' sostanzialmente vero ma troppo unilaterale, nel senso che mancano tantissimi elementi sia storici che politici che l'autore, da marxista riciclato filocinese, si guarda bene dal citare. D'altronde, uno che reputa il marxista americano Chomsky "il piu' grande intellettuale vivente" non puo' che far ridere i polli.
Dell'antiamericanismo di un marxista filo UE e filo Cina ci faccio meno di nulla, come di un orologio rotto - che azzecca l'ora due volte al giorno.
Illuminaci tu o dotto sceso dal Cielo...
Forse non sei filo americano, ma molto ambiguo sì.
L'articolo è giusto nei sommi capi e se vuoi un trattato enciclopedico ci sono libri appositi. Chomsky non è simpatico neanche a me ma è un grande intellettuale, uno dei pochi che ha denunciato certe forme di propaganda, mentre tanti altri intellettuali sono stati zitti e muti. Zitti e muti. E per quanto riguarda i marxisti sono sempre stati alcuni di loro a denunciare tante porcate e a prendere le parti degli ultimi. Gli altri sono sempre stati zitti e muti e hanno sempre preso le parti dei poteri forti. Sempre con forse qualche eccezione. Avranno anche fatto fesserie ma sono stati gli unici. Gli altri si sono piegati a 90° al padrone di turno, e venduti come mignotte. Meglio i marxisti hanno più dignità.
Uh... sicuro che i marxisti denunciano, quando sono all'opposizione. Poi quando prendono il potere, saluti a tutti.. tralaltro Gentiloni, Stoltenberg, Barroso, etc sono tutti ex marxisti leninisti, proprio come l'autore dell'articolo che oggi fa il filo cinese
Non sapevo ci fossero così tanti Rosa Luxemberg in giro. Mi devo essere perso qualcosa. E se quelli sono marxisti io sono il Papa.
Quelli ERANO tutti marxisti leninisti ad indirizzo trotkista, puoi controllare le biografie. Gente che mi da' il voltastomaco, interessata solo ed unicamente al potere, gente che sogna di far parte dell'elite che gestisce la vita degli altri. Il "gran commis" autore dell'articolo e' uno di loro, al tempo era in quota PD.
Guarda che li conosco benissimo ma ripeto che non c'entrano nulla col marxismo e non c'entravano neanche prima. Poi i Troskisti sono sempre stati dei traditori fin dalla rivoluzione d'ottobre. Ora il primo stronzo che passa si mette un'etichetta e noi dobbiamo dar retta a quell'etichetta. Si possono chiamare come gli pare ma è poi nei fatti che dimostrano chi sono. Quelli manco socialisti sono. Punto.
Per quanto riguarda l'autore dell'articolo a me non interessa dove è stato o dove è passato, ma quello che dice rispecchia abbastanza quello che dovrebbe essere un marxista se poi veramente lo è o lo è stato.
Le etichette a me non interessano, le lascio a chi ha tempo da perdere o viaggia sulle apparenze per non voler mai approfondire le cose. Può essere anche Topo Gigio ma se quello che dice è esatto per lo più, a me non interessa.
E' un articolo dai contenuti convincenti, meno incoraggiante alla lettura è l'inquadramento politico del suo autore. Ma non credo sia necessario dirimere così a fondo la questione e sentirsi in obbligo, per coerenza, di fare una scelta di campo tra "americanismo" e marxismo per poter abbracciare o rifiutare la tesi di Bradanini. Io darei invece una lettura diversa e forse più semplice: il biennio ( quasi triennio ) covid ha messo in crisi molti vecchi e consueti schemi interpretativi che volevano destra e sinistra saldamente schierate su determinati punti fermi così che l'interpretazione della realtà si è fatta "fluida" per un certo periodo di tempo ed estremamente difficile. Nel concreto, tutti coloro che "non hanno bevuto le versioni ufficiali" e che avrebbero voce in capitolo per parlare in pubblico non si identificano molto facilmente con la "destra" o la "sinistra", non c'è stata una tendenza chiara in questo senso. La loro insofferenza ha faticato a trovare una collocazione e si è espansa in direzioni molto diverse che sono andate ben oltre la questione medico-sanitaria emergenziale. Se è pur vero che il centro sinistra ha abbracciato convintamente la narrazione, anche nel centro destra non sono affatto mancati gli arditi paladini del terrore. E' il caso, per esempio, di alcuni deputati di forza italia che g. melone ha faticosamente tenuto lontani dal ministero della sanità per non danneggiare immediatamente l'immagine del governo "della discontinuità". Da chi aspettarsi allora le critiche? Per capirlo è interessante analizzare ( con i pochi mezzi a nostra disposizione ) ciò che è avvenuto nel mondo dell'informazione in rete: alcune testate online come il citato antidiplomatico ( fonte dell'articolo e dichiaratamente schierato a sinistra) hanno moltiplicato a dismisura le visualizzazioni proprio in corrispondenza del famoso biennio. Lo stesso è avvenuto per realtà diametralmente opposte come orientamento politico come nel caso di atlantico quotidiano ( apertamente liberale ). Questi opposti, in questo particolare frangente, si sono inaspettatamente ritrovati su posizioni simili. Un fatto che sarebbe stato davvero difficile da prevedere. I loro nuovi lettori ( peraltro numerosi ) non li hanno scelti in base all'orientamento politico ma solo come fonte di notizie diverse dal mainstream. Possiamo leggere dunque sia gli uni che gli altri, consapevoli della loro appartenenza politica, prendiamo ciò che ci interessa se ci interessa. Ora più che mai il problema della coerenza riguarda molto di più gli autori che i lettori. I lettori sono spettatori, in questo caso, del disfacimento post ideologico che sta distruggendo le formazioni politiche tradizionali.
Questo scoraggiato Andrea Zhok forse ci offre un'interpretazione molto attuale del problema. Meriterebbe una discussione a parte, anche se se ne è già parlato.
Andrea Zhok - La bolla - OP-ED - L'Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)
L'articolo riproduce analisi sui media occidentali stranote dagli anni 70, ossia da 50 anni, non c'e' alcunche' di nuovo. Il problema e' che l'autore, oltre ad insistere con una interpretazione vetero marxista di queste analisi, sorvola totalmente su un fenomeno relativamente recente (circa 20-25 anni) ma esponenziale, ossia l'apparizione dei nuovi media internet Usa (Google, Facebook, Tweeter, Netflix, etc) che spingono specialmente le giovani generazioni verso il neoglobalismo "progressista".
Ciò che ho trovato piuttosto interessante è la parte relativa alle agenzie internazionali di stampa, unica vera "fonte delle fonti". Senza dubbio sono questioni note ma i recenti sviluppi hanno di nuovo destato l'attenzione, con tutti gli annessi e connessi delle relative interpretazioni politiche. Ricordo quando, ancor prima della clamorosa "guerra al terrore", la grande AP (associated Press ) era accusata di essere finanziata in buona parte da capitale saudita e dunque in qualche modo obbligata ad una linea non del tutto indipendente. Dinamiche già note ma che si ripresentano "adattate" ai fatti di oggi. E anche sul problema dell'unicità delle fonti, si omette di dire che i grandi media della rete che ha citato @ Martin non hanno in nessun modo spodestato queste agenzie dal loro ruolo di assoluta esclusività ma, anzi, ne hanno solo amplificato la voce. Io mi riferivo piuttosto a quelle testate online ( italiane ed estere ) che di recente hanno comunque accresciuto la propria visibilità per aver ospitato articoli, giornalisti ed opinioni alternativi al correntone del mainsteam, indipendente dal loro eventuale orientamento politico.