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Balasso - Mark Zuckerberg all'Onu annuncia...


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Mark Zuckerberg all'Onu annuncia la grande rivoluzione: nel 2020 internet per tutto il mondo.
È fin troppo facile fare ironia sul fatto che, siccome ancor oggi 100.000 persone ogni giorno muoiono di fame, per non contare chi muore di guerra, chi vive segregato in nazioni-prigione, chi fatica a tirare a fine mese anche nei paesi ricchi, c'è gente che non ha tutta 'sta voglia o 'sta possibilità di scorrere la vetrina dei prodotti su Amazon.
In realtà, oggi, l'internet non se ne fa niente di arrivare a chi non ha carta di credito e questa storia della banda larga mi puzza tanto di autostrada per la televisione. Minchia che rivoluzione!

Continuiamo a credere che, dalla ruota in poi, le nostre invenzioni cambino il mondo, ma cambiano solo le modalità. La guerra non è scomparsa, la fame non è scomparsa, l'invidia, l'odio, la schiavitù, l'istinto di dominanza, la competizione perniciosa, l'angoscia delle mutazioni, sono ancora lì a prenderci al cappio.

Per fortuna sopravvivono anche tutte quelle cose che hanno fatto si che ad ogni disastro, un brulicare di brave persone si muova a ricostruire, a tessere, a ricucire, a curare, a sostenere chi non ha più niente. Internet aiuta la guerra e la pace, l'amore e l'odio, l'arguzia e l'imbecillità. Finiamola di farne un toccasana e prendiamolo per quello che è: un utile strumento senza finalità precise.

Non mi persuade del tutto l'atteggiamento di chi dice "io non entro in quel social" oppure "io non ho la televisione", non mi persuade perché mi ricorda tanto quelle proibizioni bigotte che raccomandavano l'astensione, che suggerivano di evitare anche solo la vista. Questa è attrazione bella e buona: chi non resiste agli alcolici, non li compra per "non cadere in tentazione".
Credo che sarebbe più utile sviluppare gli anticorpi che servono ad evitare che una connessione continua ci porti ad acquisire qualunque malattia ci sia dentro il calderone.

Ignác Semmelweis, un medico ungherese che aveva studiato a Vienna nel 1847, capì che la devastante malattia che faceva morire tante donne che partorivano nell'ospedale in cui lavorava, la febbre puerperale, era causata dal contatto delle mani dei medici che, dopo aver fatto l'autopsia alle donne morte di tale febbre, visitavano le donne sane, trasmettendo loro la malattia. Intuì cosa bisognava fare per salvare tante vite: bastava lavarsi le mani.

Ecco, lavarsi le mani a livello mentale, ci può evitare molti contagi imbecilli.

Natalino Balasso
Fonte: www.facebook.dcom
28.09.2015


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