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Barnard: Gli ebrei hanno rotto il ca..o


Stodler
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NESSUNO HA IL CORAGGIO DI DIRLO: GLI EBREI HANNO ROTTO IL CAZZO. ALTRO CHE GRAN MUFTI’.

PREMESSA: ESCLUDO DA QUESTO ARTICOLO L’1% DI EBREI CON UNA COSCIENZA E UNA DECENZA UMANA PER OPPORSI ATTIVAMENTE AL GENOCIDIO IN PALESTINA.

Il Gran Muftì palestinese fu il suggeritore dell’Olocausto? Ah… davvero? Balla.

Con sta storia dell’Olocausto, gli ebrei stanno ricattando tutto il mondo Occidentale, e mettono a tacere l’abominio genocida di Israele sui palestinesi.

Hanno rotto il cazzo. Sono una razza poco simpatica, che ha certamente il diritto di vivere, ma non di falsificare tutto e di compiere qualsiasi atrocità nel nome del loro vittimismo.

Mi dispiace scriverlo, ma quando l’ebreo – e solo un ebreo poteva dirlo – Lloyd Blankfein, presidente della più criminale banca del mondo, Goldman Sachs, dopo aver rovinato la vita a 2 generazioni di americani ed europei con truffe da Norimberga, ebbe la faccia da vomito di dire: “Io faccio il lavoro di Dio”, Dio stesso si è finalmente incazzato e gli ha mandato un linfoma.

Gli ebrei hanno subito persecuzioni e uno sterminio. Certo. Ma anche milioni di indonesiani grazie a Kissinger, e cambogiani e sovietici, 11 milioni di congolesi grazie ai belgi, e 200 milioni di sudamericani sterminati dagli spagnoli/portoghesi, e nel XX secolo altri milioni soggetti alle camere di tortura sotto giurisdizione USA con campi di concentramento e sparizioni. Anche un milione e mezzo di armeni, e la stessa somma di afghani sotto i russi, anche innumerevoli milioni di africani (Fondo Monetario), cioè 200 volte l’Olocausto di certo messi assieme. Ma nessuno di questi rompe il cazzo come gli ebrei oggi.

Gli ebrei si vendono come le vittime di tutte le vittime, e nel nome della nostra demenza e sudditanza stanno sterminando i palestinesi da un secolo.

Netanyahu dice che sto Gran Muftì palestinese, Muhammad Amin al-Husayni, suggerì a Hitler di bruciare gli ebrei. Idiozie. Il più grande storico dell’Olocausto mai esistito, un ebreo, e di nome Raul Hilberg – autore dell’immenso La Distruzione degli Ebrei d’Europa – fu una volta interrogato su questa versione dei fatti, e fece una scrollata di spalle innervosito: una puttanata, disse.

Al contrario sappiamo che il gruppo ebraico terrorista Stern (vedi documenti del Mandato Britannico in Palestina) tentò un’attiva collaborazione con il Terzo Reich nazista per ottenere immigrazione ebraica in Palestina. Ma anche questa versione è soggetta a critiche.

… Critiche. Non isterismo accusatorio SACRO come quello della versione ebraica, che ricatta da più di 40 anni tutto il mondo Occidentale.
Ma di chi è la colpa se sti ebrei, oggi complici loro stessi del Genocidio palestinese (si legga “Perché Ci Odiano” Rizzoli BUR, Paolo Barnard, 2006, con oltre 250 note), rompono il cazzo a tutti e ricattano tutti? Indovinate?

Degli USA.

Pochi sanno che fino alla crisi petrolifera del 1973, le Amministrazioni americane non solo non consideravano Israele, ma neppure se ne fottevano dell’Olocausto. Infatti gli ebrei fino a quegli anni non avevano un cavolo di potere quasi da nessuna parte. Dopo la scioccante crisi petrolifera del 1973, quando i Sauditi misero in ginocchio l’America chiudendo i rubinetti del petrolio, Israele divenne la più importante base militare americana del mondo. Solo per quello, e Washington da allora dà un assegno in bianco a sti Sionisti ebrei assassini di sterminare i palestinesi pur di controllare il Golfo. E non solo: gli dà un assegno in bianco di essere le vittime delle vittime di tutto l’universo, intoccabili, feroci.

Io sono l’autore di documentari RAI sull’orrore dell’Olocausto. Io confermo che l’Olocausto è stato una discesa degli inferi sulla terra. Ma ci sono stati tanti Olocausti, e rileggeteli citati sopra. Perché ricordiamo solo quello degli ebrei?

Hanno rotto il cazzo sti ebrei, vittime del mondo. Lo disse per primo a fine XIX secolo il loro padre spirituale e maggior umanista, Ahad Ha'am. L’ha detto il Prof. Solo Baron, eminente storico ebreo, che accusa gli ebrei di avere una “Concezione lacrimosa della storia ebraica ben prima dell’Olocausto”.

Che il Gran Muftì palestinese, Muhammad Amin al-Husayni, suggerì a Hitler di bruciare gli ebrei è una balla ridicola, anche se sto palestinese demente, e mai sostenuto dalla sua popolazione, fu di certo amico dei nazisti. Ma anche il gruppo ebreo di Avraham Stern e di Yitzhak Shamir si propose ai nazisti, ci direbbe la Storia.

La piantino sti ebrei di ricattare il mondo, hanno rotto il cazzo. I sudamericani ebbero centinaia di milioni di morti per mano spagnola e portoghese, ma oggi non stanno compiendo un genocidio in Spagna e Portogallo, come invece fanno i Sionisti ebrei in Palestina sui civili palestinesi che non crearono certo Auschwitz (coi tedeschi non se la pigliano mica sti ebrei eh?). Ebrei, vergognatevi, siete l’unica razza al mondo oggi che ancora condona una Apartheid in Palestina condannata da tutte le organizzazioni internazionali esistenti.

Netanyahu stai zitto: il Gran Muftì non suggerì forni crematori a Hitler. Leggi Raul Hilberg. Piuttosto: avete rotto il cazzo, ebrei collusi e ricattatori. E i Sionisti in cima.

http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1326


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diotima
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"Pochi sanno che fino alla crisi petrolifera del 1973, le Amministrazioni americane non solo non consideravano Israele, ma neppure se ne fottevano dell’Olocausto. Infatti gli ebrei fino a quegli anni non avevano un cavolo di potere quasi da nessuna parte. Dopo la scioccante crisi petrolifera del 1973, quando i Sauditi misero in ginocchio l’America chiudendo i rubinetti del petrolio, Israele divenne la più importante base militare americana del mondo. Solo per quello, e Washington da allora dà un assegno in bianco a sti Sionisti ebrei assassini di sterminare i palestinesi pur di controllare il Golfo. E non solo: gli dà un assegno in bianco di essere le vittime delle vittime di tutto l’universo, intoccabili, feroci. "

Uhm.... Non saprei. Nel libro Bagatelle per un massacro di Celine (uscito nel 1937) è descritto il potere degli ebrei in america a partire dall'industria cinematografica. 1937, non 1973.


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Georgejefferson
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celine ?

E chi e' ?


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MarioG
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celine ?

E chi e' ?

E' una cantante canadese


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Georgejefferson
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celine ?

E chi e' ?

E' una cantante canadese

A ma allora non e' affidabile. Pensavo che fosse quello che denunciava la rovina della Francia a causa degli ebrei e dei capitalisti, e che invocava apparentemente una nuova alleanza con la Germania hitleriana al fine di preparare lo scontro all' ultimo sangue tra stati ariani contro democrazie occidentali giudaizzate (Inghilterra e Stati Uniti) e bolscevismo.Quello che reclamava una rigenerazione razziale della Francia, che avrebbe dovuto depurarsi dalle influenze meticce e mediterranee agganciandosi al Nord Europa.

Se fosse stato quello sarebbe stato più credibile alla causa no ?


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tamerlano
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Ebbasta incensare Hilberg, già negli anni ottanta al processo contro Zündel fece una figura di m.... quando dovette ammettere che si era inventato due inesistenti ordini scritti di Hitler e per rimediare alla magra poi adottò la linea "funzionalista" secondo la quale la Shoah sarebbe avvenuta da sé, senza alcun ordine scritto e senza alcuna organizzazione, punto di vista senza capo né coda che per spiegare la mancanza di ordini scritti e un organizzazione dimostrabile del crimine ci mette di fronte a uno stato nazista dove ognuno faceva quel che gli pareva, facendo ognuno la propria parte nello sterminio per un comune sentire e per compiacere i superiori ma senza aver ricevuto alcun ordine diretto. E fra l'altro questa versione scagiona Hitler perché non avendo egli alcun superiore sopra di lui da compiacere non avrebbe dovuto fare alcunché.

Su questo tema consiglio il libro di J. Graf "Il gigante dai piedi di argilla" reperibile in rete e di cui pubblico un estratto:

II. Osservazioni di carattere generale
Ad una prima lettura dell’opus hilberghiano appaiono vistosi tre punti:

1. Ignoranza conseguente delle tesi contrarie.
Chi si accinge alla lettura dell’opera di Hilberg che nel suo genere è un punto di riferimento ma senza una più profonda conoscenza della problematica sull’«Olocausto» mai e poi mai potrà immaginarsi che la versione degli avvenimenti qui offerta possa essere fondamentalmente discutibile. Neppure con una parola Hilberg accenna al fatto che esiste una scuola di ricercatori che mette in discussione tanto la realtà di una politica di sterminio degli ebrei nel Terzo Reich quanto dell’esistenza di campi di annientamento e di camere a gas per l’uccisione di uomini. Altri sostenitori della versione ortodossa dell’«Olocausto» menzionano almeno l’esistenza di queste opinioni divergenti, anche se spesso solo per oltraggiarle senza esame degli argomenti addotti (4). Invece Hilberg fa come se non avesse mai sentito parlare nemmeno un po’ dei revisionisti. Fa come se nemmeno conoscesse gli studi di un Arthur Butz, di un Wilhelm Stäglitz e di un Robert Faurisson. Non un solo libro revisionista, non una sola rivista revisionistica è menzionata da Hilberg anche solo con una parola, non una sola obiezione revisionista contro la tesi dell’annientamento lo interessa anche solo fugacemente.

Nel 1961, quando Hilberg pubblicò la prima edizione di The Destruction of the European Jews, poteva forse ancora permettersi di ignorare opinioni che ponevano in dubbio la versione corrente del destino degli ebrei nel Terzo Reich; le poche opere revisioniste allora esistenti erano di livello per lo più modesto (5). Nel 1985 non poteva permettersi più questo atteggiamento. (Che la ricerca revistionista abbia fatto grandi progressi da quell’anno, mentre i sostenitori della tesi dello sterminio segnano il passo e – con la sola eccezione di Jean-Claude Pressac – non offrano più niente di nuovo, è qui ricordato solo marginalmente).

Dal momento che l’ignorare o il passare sotto silenzio gli argomenti rappresenta una chiara prova di non scientificità, la credibilità scientifica di Hilberg riceve perciò un duro colpo.

2. Nessuna foto, nessun disegno delle camere e autocarri di gasazione armi del reato
L’imponente opera di Hilberg, in tre volumi, che abbraccia non meno di 1351 [1479 ed. it.] pagine, contiene esattamentre tre fotografie, cioè quelle sulla copertina dei tre volumi. Nel testo stesso non si trova una sola fotografia, cosa che per un opus di questa dimensione è quanto mai insolito. Altrettanto poco egli offre ai suoi lettori una rappresentazione fisica delle camere a gas o degli autocarri di gasazione, quantunque ciò sia ovvio davanti alla novità e terribilità di questa arma di fatto. Nessuna illustrazione, nessun schizzo lascia intuire appena vagamente come questi orrendi strumenti di morte abbiano potuto funzionare.

Lo spavento di Hilberg davanti all’incontro con la realtà fisica dei campi di concentramento e dei cosiddetti “campi di sterminio” è evidente anche dal fatto che egli non ha mai fatto ricerche sull’area di questi campi. Fino all’anno 1985 egli che aveva cominciato i suoi studi sull’«Olocausto» già nel 1948, trascorse esattamente un giorno a Treblinka come pure appena mezza giornata in Auschwitz I ed Auschwitz-Birkenau – e ciò per giunta in tutti i tre casi solo per partecipare a feste della memoria. Altri campi di concentramento egli non ne visitò mai fino a quell’anno (6). Ciò sembra assai strano. Al contrario di Hilberg revisionisti come Dietlieb Felderer, Robert Faurisson, Carlo Mattogno, Germar Rudolf e l’autore di queste righe, ma anche il non revisionista Jean-Claude Pressac, hanno visitato minuziosamente e studiato i progetti edilizi dei luoghi, dove dovrebbe essersi verificato l’assassinio di massa secondo i testimoni oculari.

3. Discrepanza fra titolo e contenuto dell’opera
È fuor di dubbio che la gran parte del materiale offerto da Hilberg si basa su fonti affidabili. Questo vale soprattutto per le molte centinaia di pagine, dove egli descrive la persecuzione degli ebrei, cioè quella prodotta dalle leggi e da provvedimenti antiebraici adottati dalla Germania e dai suoi alleati. Tuttavia, l’opera non si intitola La persecuzione degli Ebrei d’Europa, ma La distruzione degli Ebrei d’Europa, e con questo titolo non si giustifica per nulla. Chi in ogni caso si è fatto strada lungo le 283 pagine del primo volume non è tuttavia ancora approdato a quel tema, con il quale Hilberg ha intitolato il suo opus. Le prime 123 pagine del secondo volume, cioè le pagine da 287 a 410, sono dedicate alle «operazioni mobili di massacro» [pp. 293-430 ed. it.]; si tratta qui delle uccisioni di massa sul fronte orientale. Non meno di 515 pagine (da p. 411 a 926 [431-473 ed. it.] trattano le deportazioni di eberi dai diversi paesi controllati dalla Germania o con essi alleati. Riguardo a queste deportazioni i fatti sono indiscussi nella maggior parte dei casi.

Ciò che rende così perculiarmente spettacolare e bestiale l’«Olocausto» nell’immaginazione popolare, ossia la mattanza industriale in campi di sterminio, viene alle luci della ribalta solo a partire dalla pagina 927 [975 ed. it.]. Qui comincia il capitolo su «I centri di sterminio».
Tuttavia, il lettore deve pazientare ancora per ulteriori cento pagine, affinché il discorso cada infine sulle «operazioni di sterminio»; nei cinque sottocapitoli precedenti sono discussi «origini», «organizzazione, personale e gestione», «utilizzo della manodopera», «sperimentazioni mediche», come pure in ultimo «Le confische» nei «centri di sterminio». Stranamente il sottocapitolo «Le operazioni di sterminio» abbraccia in tutto diciannove (!!!) pagine; a p. 1046 [1077 ed. it.] si giunge già alla «liquidazione dei centri di sterminio» e alla «fine del processo di distruzione».

Il terzo volume lungo 290 pagime è dedicato mella sua interezza alle «Conclusioni», alle «Riflessioni», alle «Conseguenze», alle «Implicazioni», prima che l’Appendice concluda l’opera; in ultimo si trovano le indicazioni di Hilberg sulle perdite ebree di uomini. Riassumendo osserviamo:

– 123 pagine su 1351 dell’«opera di riferimento sull’Olocausto» trattano le uccisioni sul fronte orientale, alle quali si attribusce un’importanza subordinata tanto nella letteratura scientifica quanto in quella popolare sullo sterminio degli ebrei. e che, se si parte dal numero di vittime dato da Hilberg, è numericamente assai meno importante dell’asserita uccisione di massa nei campi di sterminio.

– 19 pagine in tutto fra 1351 sono dedicate all’elemento cardine dell’«Olocausto», allo svolgimento dell’asserito sterminio sterminio di massa nelle camere a gas (vi si aggiungono ancora 11 pagine sulla connessa questione della «liquidazione dei cen
tri di sterminio»).

– L’intera prima e più ampia parte del secondo volume (in particolare le 515 pagine sulle deportazioni) non si trovano in nessuna diretta connessione con il tema con il quale Hilberg ha intitolato la sua opera, cioè La distruzione degli Ebrei d’Europa. Nel terzo volume sono importanti per il nostro tema solo le statistiche della popolazione.

Già a questo preciso momento si può stabilire che il contenuto dell’opus di Hilberg non mantiene ciò che il titolo promette. Se ciò certamente alleggerisce al critico il suo compito in misura assai rilevante, gli permette pure di concentrarsi nella sua analisi su una parte estensivamente piccola della gigantesca opera e di accontentarsi di alcune osservazioni per i restanti capitoli.


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AlbertoConti
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Chi da 4 millenni si sente privilegiato di diritto non può che rompere il cazzo al prossimo, piangendo se stesso. "Chiannie e fotti" ha fatto scuola, ma questa è un'altra storia.


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mincuo
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Prima del 1973 non contavano niente dice Barnard.
Vabbè, può darsi...

Senza star lì a mettere tonnellate di cose....

Theodore Herzl è il fondatore del Sionismo.
E ha scritto anche un libro famoso: Der Judenstaat. Lo Stato Giudaico.
Theodore Herzl e di fine 1800. Non del 1973.
E Herzl scriveva:

“The wealthy Jews control the world, in their hands lies the fate of governments and nations. They set governments one against the other. When the wealthy Jews play, the nations and the rulers dance. One way or the other, they get rich.”
(Theodor Herzl, Deutsche Zeitung)

Traduzione:

"Gli ebrei facoltosi controllano il mondo, nelle loro mani risiede il destino dei governi e delle nazioni. Loro mettono i governi uno contro l'altro. Quando gli ebrei ricchi suonano la musica, le nazioni e i governanti ballano. In un modo o nell'altro, loro si arricchiscono."

E non era mica l'unico Herzl...e neanche nasssisssta. Non erano ancora nati.


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