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Basta! Non siamo criminali! di Franco C.


mkb
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Basta! Non siamo criminali

Questo è l'ultimo lavoro di Franco Casalone in materia di proibizionismo.
E' significativo il fatto che questo documento sia stato redatto negli ultimi mesi di prigionia di Franco.
Cito una parte della email che mi arrivata insieme al documento

"...sono pronto a fornire qualunque tipo di aiuto possibile (nelle mie capacità) a tutti quelli convinti della necessità di cambiare questo stato di cose. Non posso ricevere visite o telefonare (mi hanno anche negato di uscire per lavorare, perché potrei “reiterare la condotta criminosa”…), ma finora non mi hanno ancora vietato di scrivere."

Basta! Non siamo criminali!
scarica pdf

NB: il documento e molto lungo ma molto interessante e completo...
8)


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mkb
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Guerra alle “droghe” e uso terapeutico (20 marzo 2007)

La parola “droga” deriva dall’inglese “drug”: medicina, farmaco.
Per noi ha assunto un significato negativo, che porta all’autodistruzione, ma in realtà la “droga”, per il “drogato”, è sempre una medicina:per il corpo, la mente e/o lo spirito (o l’anima, o la coscienza, che dir si voglia).

Può essere un narcotico (alcol, oppiacei, sonniferi, barbiturici… ma anche televisione, cibo, modo di vita…) per non sentire dolori,per non pensare che siamo in un mondo di merda, per dormire.

Può essere un eccitante o uno stimolante (anfetamine, tabacco, cocaina, caffè, ecstasy… ma anche tutto ciò che può eccitare i sensi o aumentare la circolazione del sangue,come anche solo l’ebbrezza della velocità), per accrescere il rendimento fisico e intellettuale, per avere sensazioni diverse, per sentirsi più presenti.

Può essere anche un “allucinogeno” - non mi piace questo nome, meglio “enteogeno” o simili – (LSD, DMT, Funghi vari, Peyotl, alcol, Cannabis (!) dature (solanacee) varie, rospi… ma anche spettacoli, Yoga, preghiere, meditazioni, sogni…), per un autoanalisi, una scoperta di altri mondi o la ricerca di stati di coscienza diversi: bisogno dell’uomo, come quello sessuale o quello di sfamarsi, o di respirare (“fame” dello spirito).

Le “droghe” possono essere utilizzate per curare diverse malattie, con effetti specifici diversi dal loro di “stupefacenti”. Ad esempio la Cannabis, che può curare malattie tanto diverse come il glaucoma o l’epilessia e molte altre, a volte è “stupefacente” quanto sia buona.
- a proposito della Cannabis e della classificazione delle sostanze precedente, la Cannabis stimola la mente (è “eccitante”), rilassa il corpo (è “narcotico”?), eleva lo spirito nelle regioni superiori (è “enteogeno”).

In ogni cultura, da sempre, gli uomini hanno cercato sostanze che li portassero a sperimentare stati di coscienza diversi e per sopperire al bisogno di sentirsi bene.

Il diritto a sentirsi bene vale per il corpo, come per la mente, come per lo spirito (la coscienza, l’anima).
Purtroppo, nella nostra società il “sentirsi bene” per lo spirito non è ammesso: retaggio di una religione oscurantista (inquisizione) e testimone di un Dio terribile, severo e da guardare dal basso verso l’alto.

Ed ecco che tutte le sostanze, nel momento che curano il corpo o (a volte) la mente, sono considerate “farmaci”, mentre nel loro effetto di curare lo spirito sono considerate “droghe”. Se poi una cura reale nella nostra società spesso non avviene, è perché manca la conoscenza, che sovente viene nascosta, dell’uso. I medici dello spirito delle società tradizionali sono da noi adesso chiamati “sciamani”.

Il controllo degli spiriti (delle coscienze), al contrario di quello delle menti e dei corpi, è difficile da attuare in una società organizzata. E gli “spiriti”, per un ordinamento (potere) ed uno Stato sempre ingiusti, possono essere molto pericolosi.
Da qui la necessità del potere di vietare alcune sostanze: quelle che permettono di “accorgerci” che la realtà non è come ce la vorrebbero far vedere, che esistono altre possibilità.

Il “potere” per rimanere tale deve conservarsi, ed ha paura che la gente abbia la forza, la chiarezza di mente ed una maggior coscienza; perché lo “Stato” inteso come ordinamento ha nello “Stato” stesso, inteso come singole persone, il suo più temuto nemico.

La proibizione di qualunque sostanza è assurda per uno spirito illuminato ed una mente priva di pregiudizi e non disposta a farsi prendere tanto in giro, ma è spiegabile per la logica di conservazione del potere, da parte degli stati e delle religioni.
Vediamo come le religioni che hanno interesse al “potere temporale” condannino tutte le sostanze che possono alterare lo spirito o la mente; mentre le religioni “naturali”, che permettono all’uomo di sentirsi (parte di) Dio, sono sempre state perseguitate, o ci sono stati tentativi di metterle in secondo piano non appena c’è stata un’organizzazione di “Stato”.

È ad esempio il caso dello shivaismo in India, religione naturale e antichissima, in cui Shiva dice all’uomo che può essere Dio. Religione che ha subito il tentativo di essere messa da parte dai conquistatori ariani, fondatori dello “Stato” indiano, in favore di divinità che proclamavano l’ordine e l’ubbidienza alle leggi (umane).

Oppure delle religioni naturali dei popoli nativi del continente America, sterminati fisicamente e culturalmente da uno “stato” e da una religione che non ammettono altra verità che la loro, piena di menzogne.
Da noi le menzogne sulle “droghe” e la repressione in atto da secoli contro chi utilizzava sostanze in grado di alterare la mente, il corpo e lo spirito, hanno provocato un non sapere, un’ignoranza sugli effetti, e soprattutto sulle finalità di assunzione delle sostanze, il cui uso corrisponde sempre ad un bisogno, anche se inconscio.
Questa ignoranza ha permesso che lo “Stato” rendesse inoffensivi gli “spiriti (le coscienze) ribelli”.

E la manipolazione della sostanze e della conoscenza del loro uso (ad es. l’eroina dall’oppio, la cocaina dalla coca, la gestione dei canali di informazione…) ha reso inoffensivi anche i corpi e le menti degli spiriti più ribelli, arrivando a fare quello che il potere stesso definisce una strage.
Sì, un genocidio delle coscienze, dei corpi e delle menti ribelli di una generazione che si accorgeva che questo tipo di “Stato” e di
“Religione” non esistono per il bene dell’individuo, ma qui l’individuo può esistere soltanto per il bene dello Stato e della Religione.
E anche l’autodistruzione può, in questo contesto, essere vista (spesso inconsciamente) come un farmaco: il farmaco finale che può liberare per sempre da una malattia insopportabile: il mondo regolato dagli uomini.

È diritto anche questo di una libera scelta da parte di ogni essere. Ma è anche diritto di ognuno di essere informato correttamente, e diritto di ognuno poter utilizzare ogni prodotto della natura: sicuramente presente in questo mondo per un volere superiore a quello umano.

Non è diritto degli esseri umani cercare di eliminare qualcosa dalla creazione, né di impedire un libero frumento, da parte di tutti gli esseri, di tutti i frutti della creazione.

Franco Casalone


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