tranquillo, faccio proprio così...
É un comportamento razionale e dialogico che ci tiene "svegli" e collegati.
Consente di manifestare la propria visione delle cose in modo "attuale", senza clamori: siamo o no immersi nel consumismo? Diamogli almeno un senso se non siamo capaci di uscirne.
Comporta una certa attenzione e fornisce informazioni sui costumi dell'industria (provate a trovare biscotti privi di olio di palma, o cioccolato senza soia, ad es.).
É sulla certezza della rinuncia a, o dell'incapacità di, comportamenti conseguenti che si fonda il mondo di prevaricazioni grandi e piccole che ci assediano.
Se fossimo capaci di “resistere” a certe assurdità, la burocrazia si squaglierebbe come la neve.
Senza contare che sono proprio apatia, pigrizia ed approssimazione a renderci solidalmente responsabili dei guai che ci circondano.
Se volete sapere da chi comprate, come produce e soprattutto con quale mano d'opera, suggerisco: "Guida al consumo critico", da qualche parte ne ho una copia che ha almeno 3 lustri, ma credo lo ristampino tutti gli anni aggiornato.