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Berlino vuole l'Italia fuori dall'euro?


PietroGE
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http://www.corriere.it/economia/16_dicembre_16/clemens-fuest-se-l-italia-non-cresce-valuti-l-uscita-dall-euro-berlino-preoccupata-8f8d963a-c32f-11e6-a6a9-813fa40c3688.shtml

Fuest: «Se l’Italia non cresce,
valuti l’uscita dall’euro
Berlino è preoccupata»

L’economista tedesco: «Il timore è che altri Paesi finiscano per sopportare il costo del debito di Roma. Renzi era considerato una speranza per la modernizzazione»

di Federico Fubini

Clemens Fuest, presidente dell’Istituto Ifo di Monaco, non è niente di ciò che si immagina dei tedeschi quando criticano l’Italia. Non è antieuropeo: fa parte con i commissari Ue Frans Timmermans e Pierre Moscovici del «gruppo di alto livello» guidato da Mario Monti, incaricato di ridisegnare parte del bilancio dell’Unione. Né fa parte della generazione nostalgica del marco, perché ha 48 anni. A maggior ragione l’uomo che guida il più influente centro di studi economici in Germania riflette idee ramificate in profondità, e in silenzio, nei palazzi di Berlino.

Il risultato del referendum costituzionale ha cambiato la percezione sull’Italia nell’establishment tedesco?
«Matteo Renzi era considerato una speranza per le riforme. La bocciatura del suo progetto e di lui stesso viene letta come un segnale di resistenza alla riforme e alla modernizzazione. Anche se il contenuto di quella proposta costituzionale non era molto ben compreso in Germania».

Il governo di Paolo Gentiloni probabilmente coincide con l’ultima fase intensa di interventi della Banca centrale europea. Sarà possibile farne a meno?
«Che il governo italiano resti in funzione o meno non dovrebbe dipendere dalle operazioni della Bce. Se la stabilità dell’economia italiana dipendesse da questo, anche se l’inflazione risale, vorrebbe dire che in essa c’è qualcosa di fondamentalmente sbagliato. Qualcosa da affrontare con strumenti diversi dalla politica monetaria».

Perché lei parla di «fuga di capitali dall’Italia» in riferimento al deficit crescente del Paese in Target 2, il sistema dei pagamenti interbancario dell’area euro?
«A luglio il saldo negativo dell’Italia in Target 2 era di meno di 292 miliardi di euro, ma in ottobre era salito a 355».

È un deficit del 22% del Pil, mentre in Spagna supera il 30% e, correttamente, non ci si preoccupa.
«In Spagna l’aumento è stato da 293 a 313 miliardi».

Eppure sulla Spagna non si parla di «fuga di capitali». Sono effetti degli interventi Bce. In più in Italia i depositi bancari salgono del 3,5%. Come fa a dire cose del genere?
«È un fatto che la liquidità sta lasciando l’Italia, l’aumento dei saldi di Target 2 ne è la prova. I venditori esteri di titoli di Stato italiani alla Banca d’Italia potrebbero comprare altro nel vostro Paese ma non lo fanno. Questa la chiamo una fuga di capitali. Lo stesso accade in Spagna ma a velocità molto minore. Non c’è modo di provare che i timori legati al referendum abbiano determinato queste scelte, ma quali altre spiegazioni esistono?»

Lei dice anche che se l’Italia lasciasse l’euro ci sarebbe un’altra crisi, ma sarebbe sempre meglio di una stagnazione permanente e di «una continua dipendenza dai trasferimenti da altri Paesi». Pensa che l’Italia debba valutare l’uscita dall’euro, se non riesce a crescere?
«Sì. C’è un forte interesse dell’Europa nel suo complesso nel tenere l’Italia nell’euro, ma questo è accettabile per la popolazione italiana solo se il Paese riesce a tornare a livelli soddisfacenti di crescita. L’Italia deve riuscirci attraverso miglioramenti della competitività e riforme. Se poi risulta che l’euro è un ostacolo alla crescita in Italia, sembra preferibile che il Paese lasci l’euro. Certo, è una decisione che deve prendere il governo italiano».

Quanto sono presenti idee del genere negli ambienti di politica economica in Germania oggi?
«Le preoccupazioni per la stabilità dell’euro sono molto presenti e c’è un’opinione diffusa che l’alto livello di debito pubblico e la bassa crescita sollevino interrogativi sul fatto che l’Italia voglia restare nell’area euro. C’è anche la preoccupazione che, se l’Italia avesse bisogno di finanziamenti dall’esterno, altri Paesi dovrebbero sopportare il costo del debito italiano. Come per la Grecia».

Dal 1991, come dal 1998, o dal 2010, il surplus di bilancio italiano prima di pagare gli interessi supera sempre quello della Germania. Non è sbagliata l’idea del Paese-cicala?
«No. Un Paese con un debito al 140% del Pil e crescita cronicamente bassa deve avere surplus molto più molto più alti di un Paese con meno debito».

Perché gli investimenti in Germania sono scesi addirittura del 5% del Pil dal 2008, benché il Paese accumuli risparmi in eccesso per 300 miliardi l’anno?
«Perché si considera più redditizio l’investimento all’estero. Non sorprende, in un Paese che invecchia rapidamente».


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Apollonio
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Chi è causa del suo mal pianga sè stesso...!


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PietroGE
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@Apollonio
Ho postato questa intervista di Fubini primo perché il capo dell'Istituto Ifo è una autorità molto influente e ammanicata con il governo tedesco e poi perché molto spesso si legge su CdC che la Germania vuole mantenere l'Italia a tutti costi nell'euro per evitare concorrenza sui mercati nel caso di un passaggio alla nuova liretta.
Sembra che il giudizio della Germania sia cambiato, da quanto si capisce dall'intervista, la preoccupazione per il debito sta mettendo tutto il resto in secondo piano. Evidentemente hanno fatto un po' di conti e hanno concluso che le perdite per loro sarebbero molto maggiori con l'Italia nell'euro come una palla al piede piuttosto che fuori a fargli concorrenza. Nota :

C’è anche la preoccupazione che, se l’Italia avesse bisogno di finanziamenti dall’esterno, altri Paesi dovrebbero sopportare il costo del debito italiano. Come per la Grecia».

Più l'aumento del deficit in Target 2. Per quello che ne capisco io sono pagamenti o trasferimenti tramite banche centrali.


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Apollonio
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Se l' Italia non riuscirà ad adeguarsi al Fiscal Compact gioco forza dovrà uscire dall' Euro, perchè è il meccanismo stesso dei pagamenti tra banche centrali Target 2 che l' impone, perchè altrimenti il Dbt. Italiano ricadrebbe sulle finanze tedesche in pratica dovrebbero pagarlo loro, non è, come la vulgata è indotta a credere dagli arrufapopoli nostrani che la Germany è la solita dittatrice che vuole imporre e aproffitarne degli altri, ma chiede il semplice rispetto delle regole di buona amministrazione per la reciproca convivenza, onde evitare ai furbi di vivere la bella vita con il portafoglio degli altri, appena ho un po di tempo porterò qualche dato a conferma .


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comedonchisciotte
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E' tipico di tutte le organizzazioni di dimensioni importanti l'avere degli "utili idioti" che predicano politiche opposte a quelle perseguite. Mincuo citava studi del FMI che propugnavano comportamenti esattamente opposti a quelli seguiti da tale ente.
Sia nel caso della BCE che dell'FMI, gli "utili idioti" servono far credere che l'ente abbia qualcosa in comune con gli scopi dichiarati, insomma che la BCE abbia a cuore gli interessi delle persone e degli Stati, che abbiano a cuore la crescita economica e il benessere. Per credere che ciò sia vero bisogna essere proprio idioti. Ecco, vengono appunto stipendiati intellettuali di notevole portata per fare la figura dell'idiota sapiente in questa recita, che maschera la realtà nella quale le banche derubano i popoli.
Non è poi così difficile da capire, in tutti gli spettacoli c'è bisogno di un po' di fumo, luci psichedeliche, o fuochi dartificio, in generale effetti scenici.

Sempre ricordando che "Lo spettacolo è il capitale..." (Debord).


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Apollonio
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" Più l'aumento del deficit in Target 2. Per quello che ne capisco io sono pagamenti o trasferimenti tramite banche centrali. "

Esatto ..!
il motivo per cui dal 2011 vogliono in tutti i modi per imporci il Fiscal Compact è perchè con l’euro alcuni paesi hanno surplus cronici e altri deficit cronici, con il crollo della produzione, del PIL e della spesa e la deflazione il loro disavanzo commerciale non si azzera, a meno che non li massacri di tasse e .
Il meccanismo di pagamenti dell’euro richiede cioè automaticamente che i deficit esteri vengano compensati con un indebitamento automatico delle banche centrali dei paesi in deficit verso le banche centrali dei paesi in surplus. Cioè in altre parole povere la Bundesbank DEVE AUTOMATICAMENTE PRESTARE A BANCA D’ITALIA perchè questa possa prestare alle banche italiane.
La gente (e gli esperti economici) non capiscono questo fatto perchè immaginano che se si paga per un Audi si hanno i soldi in banca… In realtà i soldi in banca, quando devi effettuare pagamenti all’estero (che come saldo eccedono gli incassi dall’estero a livello di sistema bancario), NON CI SONO, I SOLDI NON CI SONO NELLE BANCHE, LI PRESTA LA BANCA CENTRALE, SOLO CHE NEL SISTEMA DELL’EURO LI PRESTA LA BUNDESBANK AUTOMATICAMENTE
Al contrario quando un tedesco compra Fiat è la banca d' Italia che presta alla Bundes Bank, capito ora lo squilibrio, da una parte aumenta il surplus dall' altro aumenta il Debt e diminuisce il surplus e lo puoi compensare solo con tasse togliendo richezza ai cittadini.i
Germany e Holland ovviamente non vogliono farlo, è la logica finanziaria che li spinge a chiedere in modo eliminare il deficit estero (inevitabile con una valuta sopravvalutata),altrimenti devono finanziarlo loro, come era sucesso di colpo dal 2008 al 2011 (dopo che con la crisi di Lehman il mercato aveva smesso di comprare sempre più titoli del sud-europa per cui il sistema Target2 doveva AUTOMATICAMENTE COMPENSARLI PENA IL CROLLO ISTANTANEO DELL’EURO…. Alles Klar ?)


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Apollonio
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Un parametro fondamentale di Mastricht è il rapporto Debt/pil che tutti i paesi si sono impegnati a ridurre per equiparare stati virtuosi agli stati con finanze allegre, per poter giungere ad una piena integrazione politica tra stati ad economie diverse.
Dopo gli shock finanziari del 2008 i membri dell' Unione monetaria si sono impegnati nel Fiscal Compact per evitare l' aumento del rapporto Debt/pil dei cosidetti Pigs, considerato che invece di diminuire aumentavano minando la struttura della moneta unica.
In dieci anni la spesa pubblica dell' Italy è cresciuta di 1633 Euro per ogni cittadino residente in Italia, secondo i numeri della Ragioneria dello Stato la spesa pubblica pro capite passa da 12.979 Euro nel 2005 a 14.312 Euro nel 2014 mentre aumentava nel corso del decennio il Pil pro capite, invece la ricchezza prodotta pro capite cresceva solo della metà, nel 2005 i cittadini creavano solo il 50 % del reddito individuale nel 2014 si è scesi al 45 %, nessuna meraviglia quindi che nei primi mesi del 2016 da gennaio a settembre
il Debt. pubblico sia cresciuto di 40 Miliardi mentre il Pil reale sia salito dello 0,8 % in pratica di 13 Miliardi, significa che l' indebitamento totale dello Stato è il triplo della ricchezza nazionale prodotta nello stesso periodo,ed è probabile che le stesse tendenze siano confermate anche per l' ultimo trimestre del corrente anno, se si aggiunge che il Debt è per il 30 % in mano agli stranieri, il 29 è detenuto dalle Banche, il 21% dalle assicurazioni e solo il 5 % dalle famiglie Italiane, visto il quadro completo dello stato economico, si può comprendere la preoccupazione dei Tedeschi e in particolare c'è da fare questa riflessione,..siamo in equilibrio precario, soggetto a molte variabili e reso precario dalla politica monetaria delle Banche Centrali che non riescono a far ripartire il ciclo economico con decisione, nessuna di queste variabili peraltro si può governare da palazzo Chigi, il Dbt. ci costa oltre 60 Miliardi di euro solo per interessi annui, quando questi aumenteranno come peraltro in USA è già iniziato da martedi scorso, fatali saranno le tensioni sulla nostra finanza pubblica, ponendo urgenti provvedimenti strutturali.


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