Si dovrebbe almeno citare un brano degli articoli linkati, altrimenti pubblicare solo un link sembra un triste sistema per indurre a leggere il proprio blogghetto che nessuno altrimenti troverebbe. Visto che lo si è letto tanto vale fare un commento
Satoshi Nakamoto è cinese?
Lo sanno tutti che Nakamoto è lo pseudonimo con cui un professore universitario di matematica e due suoi post-doc pubblicarono qualche anno fa l'articolo in cui proponevano il Bitcoin. In rete si trova ancora l'articolo originale in cui non si parlava di moneta democratica non controllata dalle banche (!) ma si illustrava la proposta tecnico-economica di una nuova moneta basata su un risorsa scarsa inventata di sana pianta, una sorta di gold standard informatico. La risorsa scarsa in questione era un banale numero con 33 zeri iniziali ottenuto da una funzione unidirezionale e diofantea.
Altro che democratico, il Bitcoin è quanto di piu' capitalistico esista, sia in termini di stampa della moneta (letteralmente in cantina come Totò nella banda degli onesti) sia nell'uso come sottostante ad un derivato o peggio ad un certificate a scommessa, sia come mezzo per evadere le tasse, manco fossimo nell'italia dei preti cattolici. Dicono che sor Becciu si sia servito di Bitcoin per dirottare 14 milioni di euri verso la natia sardegna.
Anche Pol Pot era un professore di matematica e lui ne ha fatti di danni, parecchi stanno usando le invenzioni del un suo compare di studi per fregare i gonzi, bianchi neri e gialli che siano. Magari i governanti cinesi lasciano che parecchi nipotini del Grande Timoniere vadano pubblicamente in rovina (e nei campi di lavoro) col Bitcoin per mostrare a tutti le nefande conseguenza del capitalismo decadente(!). Esattamente come stanno facendo con le obbligazioni immobiliari di Evergrande. Colpirne centomila per educarne un miliardo. Feste, farina e forca come ai vecchi tempi, funziona sempre.