Blondet. Il sociali...
 
Notifiche
Cancella tutti

Blondet. Il socialismo economico nazista

Pagina 2 / 3

Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

A già, il National Archives and Records Administration (NARA), agenzia indipendente del governo degli Stati Uniti.

Qualche traccia. Non pubblicizzata.

Avranno imparato dai servizi segreti dei nazisti? O il contrario ?


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

@B.J.
Il tipo di Impero Statunitense ha come tutti gli imperi caratteristiche militari simili. E ha anche caratteristiche economiche e finanziarie simili agli altri imperi precedenti. Quindi ad esempio ricevere materie prime o semilavorati e dare prodotti a valore aggiunto. O avere dei monopoli e monopsoni su determinati settori. O come detto sopra aver costretto al consumo forzoso di cose loro.
O avere esternalizzazione di manodopera a minor costo, nei fatti.
Ma soprattutto è avere imposto una moneta di riserva e aver potuto produrre deficit commerciale che per gli USA (come per gli altri potendo) è in sostanza ricchezza averlo, senza però avere da considerare gli effetti come gli altri Paesi.
Che falliscono. Per la valuta. Loro no. La stampano.
E quella è quella buona per tutti. Non è fiat. E' FIAT assoluto.
E infine c'è la cultura imposta.

Ma detto questo loro hanno avuto un grado di sofisticazione e perfezione molto maggiore.
Le cose sono un po' cambiate negli ultimi anni, ma molto poco.
Sono cose lunghe.

Faccio un esempio. I BRICS hanno raddoppiato, anzi per i blog per il teleutente RADDOPPIATO, anzi RADDOPPIATO gli scambi extra-dollaro, come turnover al Forex, in 10 anni.

Ed è vero. Sono passati dal 2,5% al 5%.
E dentro poi ci stanno anche non BRICS, ma va bene uguale, tanto.....

Erano al 5%, per la precisione, più che sono al 5%.
Oggi non ho i numeri ma per come sono messi gli interscambi di molti Emergenti penso che siamo forse più tornati indietro che andati avanti.


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Sono cose lunghe.

Bene, cominciamo con questa, la ridenominiamo : PROPAGANDA 2.

Poi proseguiamo con le altre (le cose lunghe).

http://www.thefederalist.eu/site/index.php?option=com_content&view=article&id=226&lang=it

L’INTERPRETAZIONE DEL NOVECENTO DI ERNST NOLTE

Le ricerche storiche di Nolte si sono concentrate essenzialmente sulla prima metà del secolo, e in particolare sul periodo che va dalla rivoluzione sovietica del 1917 fino alla fine della seconda guerra mondiale nel 1945. Egli ha anche però dedicato alcuni scritti alla Germania nel contesto della guerra fredda, e, dopo la fine del conflitto Est-Ovest e la dissoluzione dell’URSS, ha sviluppato in alcuni saggi, articoli e libri-interviste alcune considerazioni sintetiche ma abbastanza articolate sulla seconda metà del XX secolo, che si riallacciano a quelle relative alla prima metà. Sicché si può dire che ha elaborato una sua interpretazione complessiva del Novecento, che cercherò ora di ricostruire nelle sue linee essenziali[1].

* * *

Due sono le esperienze fondamentali del Novecento che ogni interpretazione complessiva di questo secolo deve cercare di capire in profondità. La prima, che si colloca nella prima metà del secolo, è rappresentata dal nazionalsocialismo. Da una parte esso ha costruito il più perfezionato ed efficiente dei regimi totalitari di marca fascista ed ha compiuto il crimine orrendo del genocidio del popolo ebraico, oltre agli altri crimini nei confronti degli zingari, delle popolazioni slave e dei minorati. Dall’altra parte, ha portato all’esasperazione le tendenze espansionistiche ed imperialistiche tedesche, già emerse in occasione della prima guerra mondiale, ed ha quindi scatenato la seconda guerra mondiale con i suoi orrori. La seconda esperienza è il conflitto Est-Ovest, che costituisce chiaramente il filo conduttore dell’epoca che va dal 1945 alla dissoluzione del sistema sovietico. Le due esperienze, ovviamente assai diverse, sono peraltro legate fra loro dal fatto che l’azione della Germania hitleriana è stata determinante nel passaggio dall’una all’altra. L’attacco sia alle potenze democratiche occidentali che all’URSS ha infatti prodotto la loro alleanza, la cui vittoria finale ha reso possibile l’ascesa dell’URSS al rango di superpotenza mondiale in grado di sfidare il mondo occidentale guidato dalla superpotenza americana.
Se queste sono dunque le due esperienze fondamentali del Novecento, la peculiarità dell’interpretazione di Nolte consiste nel ritenere che la rivoluzione sovietica sia la radice profonda non solo del conflitto EstOvest, ma anche della stessa esperienza nazista. Pertanto la sua visione è caratterizzata da una radicalizzazione della tendenza a considerare il comunismo come il male fondamentale del secolo, che è presente ad esempio in François Furet[2], ma che non giunge a una simile conclusione.
Il nesso fra bolscevismo e nazionalsocialismo è costruito da Nolte fondamentalmente sulla base di due argomentazioni. Secondo la prima, l’estremismo di sinistra bolscevico rappresenta il fattore storico decisivo che ha reso possibile l’avvento al potere in Germania dell’estremismo di destra nazionalsocialista. In sostanza, nel 1917 ha preso il potere in una grande potenza europea un partito che ha scatenato una guerra civile contro la società borghese non solo in Russia, ma in Europa e nel mondo intero, in quanto aveva come obiettivo ultimo e chiaramente proclamato l’assorbimento degli Stati nazionali in un sistema di governo socialista mondiale, avente come premessa non solo l’espropriazione., bensì l’eliminazione dei ceti proprietari. Poiché fu messo effettivamente in pratica il disegno dello «sterminio di classe» all’epoca della guerra civile in Russia e poi nella collettivizzazione forzata dell’agricoltura, non poteva non emergere un partito della resistenza al comunismo nei paesi in cui erano presenti forti partiti comunisti (o comunque forze estremistiche che avevano come punto di riferimento il modello sovietico) e in cui era perciò legittimo attendersi un destino analogo. Il nazionalsocialismo, che aveva avuto il suo più significativo precedente nel fascismo italiano, fu appunto la massima espressione della resistenza al comunismo e la sua vittoria fu resa possibile dal fatto che esso appariva in grado di eliminare in modo radicale un pericolo di fronte a cui sembravano invece impotenti le forze politiche favorevoli ai principi liberaldemocratici.
Secondo Nolte Hitler deve dunque essere considerato essenzialmente un anti-Lenin, nel senso che la motivazione fondamentale della sua azione politica fu la difesa della società borghese unitamente al rifiuto di un universalismo che avrebbe cancellato le nazioni. Di fronte a questa motivazione gli appaiono come elementi certamente importanti ma sussidiari sia l’antisemitismo (fondato sulla falsa convinzione, che Hitler peraltro condivideva con personaggi come Henry Ford, secondo cui l’ebraismo fosse il terreno di coltura del bolscevismo), sia l’espansionismo (che, nella misura in cui era rivolto anche in direzione dei paesi democratici, era funzionale al rafforzamento della capacità tedesca di sconfiggere la sfida internazionale comunista). L’individuazione nell’anticomunismo della motivazione centrale del nazionalsocialismo, se permette di dire che si è trattato di una reazione fino a un certo punto sincera e legittima e di comprendere il successo che ha avuto presso l’opinione pubblica, non implica minimamente per Nolte giustificare i crimini compiuti dai nazionalsocialisti, e in particolare il genocidio del popolo ebraico. E qui interviene la sua seconda argomentazione.
Il nazionalsocialismo ha potuto costituire un efficace partito della resistenza al comunismo nella guerra civile ideologica da esso scatenata, in quanto ha costruito una ideologia avente le stesse caratteristiche totalitarie, pur nella diversità degli obiettivi, dell’ideologia comunista, una ideologia cioè che prometteva la soluzione definitiva di ogni problema attraverso un radicale cambiamento della natura umana. Il passaggio dall’ideologia totalitaria allo Stato totalitario, proprio perché eliminava ogni limite al potere della classe politica, non poteva che produrre i crimini più efferati. I crimini compiuti dai nazionalsocialisti avevano d’altra parte un precedente di decisiva rilevanza in quelli commessi dai bolscevichi. Con lo «sterminio di classe» si è in effetti applicato, in dimensioni macroscopiche e in un paese europeo per la prima volta dopo l’Illuminismo, il principio per cui si è colpevoli per il solo fatto di appartenere ad un determinato gruppo considerato collettivamente colpevole, e non per le proprie azioni individuali. Lo «sterminio di razza» compiuto dal nazionalsocialismo rientra precisamente in questa logica, la quale venne peraltro applicata in questo caso in modo assai più pianificato e sistematico di quanto non sia avvenuto nel primo caso, caratterizzato sovente, anche a causa dell’arretratezza della Russia, dall’improvvisazione e dalla disorganicità.
La tesi secondo cui il bolscevismo costituisce il prius logico e storico rispetto al nazionalsocialismo non significa per Nolte, va precisato, la completa equiparazione fra le due ideologie. Egli riconosce in effetti la differenza qualitativa esistente fra di esse: il comunismo bolscevico è caratterizzato dai valori universalistici dell’emancipazione di tutti gli sfruttati e dell’affratellamento di tutti i popoli, per cui molti dei crimini bolscevichi possono essere considerati (e lo sono stati effettivamente da parte di molti comunisti) un tradimento degli aspetti più genuini dell’ideologia professata; per contro i crimini nazionalsocialisti sono perfettamente coerenti con la loro ideologia fondata sui principi deliberatamente antilluministici della disuguaglianza naturale degli uomini e dei popoli e del primato razziale. Rimane il fatto che il bolscevismo, con l’applica
zione del principio della colpa di gruppo, ha introdotto una forma di imbarbarimento della lotta politica che ha fatto scuola ed ha aperto la strada alle idee e alle pratiche ancora più barbare dei nazionalsocialisti. Donde l’imperativo di liberarsi dalla «tirannia del pensiero collettivistico» e di impegnarsi nella difesa intransigente del regime liberaldemocratico contro ogni deviazione totalitaria.
Questa visione del nesso fra bolscevismo e nazionalsocialismo e in particolare la tesi che il secondo abbia rappresentato una reazione comprensibile e fino a un certo punto giustificata nei confronti del primo trova conferma, secondo Nolte, nell’esperienza successiva al 1945. Con la sconfitta della Germania nazista si è in effetti tolto di mezzo un serio pericolo per il mondo liberaldemocratico, ma in compenso il comunismo ha raggiunto, con l’ascesa dell’URSS a superpotenza mondiale, dimensioni tali da poter sfidare per quasi cinquant’anni l’Occidente, mettendo assai più a dura prova la sua sopravvivenza. La guerra civile ideologica scatenata dalla rivoluzione sovietica, che fino al 1945 è stata essenzialmente europea e poi è diventata mondiale, costituisce dunque il filo conduttore del Novecento, che si è concluso con la sconfitta irrevocabile del comunismo. Questa sconfitta è stata resa possibile soprattutto dalla fermezza delle forze politiche del mondo occidentale che più chiaramente hanno riconosciuto la natura totalitaria dell’URSS — denunciando l’ambiguità di un antifascismo che tendeva a mascherare questo dato cruciale — e hanno resistito ai tentativi sovietici di estromettere, in cooperazione con il «movimento pacifista», gli Americani dall’Europa, ottenendo con ciò una sorta di neutralizzazione della metà occidentale del continente.

* * *

Queste considerazioni di Nolte sul periodo successivo al 1945 sono chiaramente un prolungamento piuttosto schematico della tesi di fondo relativa al rapporto d’implicazione logica e fattuale fra bolscevismo e nazionalsocialismo, che costituisce la vera specificità della sua visione storica. Per comprenderla meglio, occorre precisare che essa si contrappone fondamentalmente alla interpretazione secondo cui i Tedeschi devono essere considerati collettivamente colpevoli dei crimini del nazionalsocialismo, che quindi corrisponderebbe all’essenza stessa della nazione tedesca. Contro la prima tesi Nolte sostiene che le colpe possono essere attribuite solo ai singoli individui o a gruppi ben definiti delle classi politiche e non ai popoli nel loro complesso, i quali sono sempre ampiamente manipolabili da parte delle classi politiche. E precisa che l’idea della colpa collettiva della nazione tedesca non è altro che una manifestazione della tirannia del pensiero collettivistico introdotto dall’ideologia comunista. Contro la seconda tesi la sua visione del nesso fra bolscevismo e nazionalsocialismo è diretta a mettere in evidenza, in generale, che sono le condizioni storiche oggettive in cui un popolo si trova a spiegare il prevalere di certi comportamenti e, in particolare, che nelle condizioni concrete in cui si è trovata la Germania negli anni ’20 e ’30 qualsiasi altro popolo avrebbe reagito in modo sostanzialmente analogo. E precisa tra l’altro che, se negli Stati Uniti d’America si fosse affermato un partito comunista delle dimensioni di quello tedesco, sarebbe emerso un fascismo americano ancora più duro di quello tedesco.
La rilevanza pratica dell’interpretazione di Nolte è da lui stesso esplicitata nei seguenti termini. La colpevolizzazione collettiva dei Tedeschi implica che la Germania debba essere sottoposta a uno speciale controllo nel quadro di una unione europea o mondiale che limiti sostanzialmente la sua sovranità statale. Per contro il chiarimento del nesso fra bolscevismo e nazionalsocialismo permette ai Tedeschi di superare ogni complesso di inferiorità, di sentirsi una nazione normale. Il che non comporta essere contro l’integrazione sopranazionale, ma implica il concepirla in una forma confederale (cioè senza sostanziale limitazione di sovranità, secondo il modello della Confederazione tedesca del 1800 a cui viene fatto esplicito riferimento) e il riconoscere in questo quadro una ragionevole egemonia tedesca, che corrisponde oggettivamente alle dimensioni economiche e demografiche della Germania riunificata.
Questo discorso viene ulteriormente precisato nelle considerazioni sulle prospettive del dopo guerra fredda. Dall’esperienza del secolo del comunismo e della violenza e della guerra civile ideologica europea e mondiale, che si è conclusa con la vittoria del liberalismo, si deve, secondo Nolte, trarre l’imperativo della difesa intransigente del liberalismo contro ogni forma di totalitarismo e più in generale contro l’ideologismo astratto che si illude di cambiare radicalmente la natura umana e non può che produrre lo scatenamento della violenza. Ma il liberalismo vincitore non sarà in grado di affrontare le nuove sfide che si annunciano — non più le guerre generali fra le grandi potenze sviluppate, ma gli attacchi da parte delle masse dei paesi arretrati escluse dal benessere raggiunto dai paesi liberali — se non sarà corretto in due aspetti essenziali.
Da una parte, l’individualismo che non conosce altro fine che l’aspirazione a una felicità intesa edonisticamente (e che ha come conseguenza ultima la crisi della famiglia e il declino demografico) deve essere integrato dall’ethos della solidarietà. E in questo contesto Nolte sostiene il principio del minimo sociale garantito all’interno dei paesi avanzati, che però dovrebbe alla lunga valere anche nei rapporti fra paesi sviluppati e sottosviluppati.
Dall’altra parte, l’universalismo proprio del liberalismo — che in quanto «universalismo progressivo» realizza il nocciolo razionale del comunismo che è invece un «universalismo militante» — deve essere integrato dal nocciolo razionale che è presente nel fascismo inteso come «particolarismo militante». In sostanza, si dovrà trovare il coraggio, nonostante tutti i cattivi ricordi dell’epoca del fascismo, di «un’autoaffermazione nazionale e culturale che non stia più, come il vecchio `nazionalismo´, in un rapporto conflittuale col nucleo razionale dell’universalismo — il comandamento della convivenza pacifica degli uomini in una erra divenuta piccola e minacciata – ma in una convivenza che si è liberata dal diktat di un `umanitarismo´ che non ha ben chiare le reali conseguenze dei suoi postulati eccessivamente ideali»[3]. Pertanto non solo l’unificazione europea non deve superare i limiti confederali, perché altrimenti ridurrebbe gli Stati nazionali a province e distruggerebbe la coscienza nazionale, ma si deve altresì rifiutare in termini di principio l’obiettivo ultimo di un governo mondiale, che equivarrebbe al più odioso dispotismo mai realizzato sulla Terra.

* * *

Dopo aver illustrato in modo estremamente sintetico ma, spero, fedele l’interpretazione noltiana del Novecento, esprimo le mie riserve critiche. Premetto che concordo con il rifiuto da parte di Nolte — che costituisce il Grundmotiv che lo ha spinto a costruire l’interpretazione che abbiamo esaminato — delle tesi sulla colpa collettiva dei Tedeschi e sulla essenza demoniaca della nazione tedesca. Si tratta di concetti inconsistenti, che nei non Tedeschi servono da copertura ideologica del nazionalismo antitedesco e, nei Tedeschi che li fanno propri, sono il segno dell’incapacità di comprendere le vere radici dell’esperienza imperialistiche totalitaria dello Stato nazionale tedesco nella prima metà del Novecento[4]. Questa incapacità riguarda purtroppo anche uno studioso di grande valore come Habermas, il quale nell’ambito della polemica sviluppatasi intorno alle tesi storiografiche di Nolte ha affermato che i Tedeschi dovrebbero tutti, anche oggi, anche le generazioni successive al nazionalsocialismo, continuare ad arrossire di vergogna per i crimini della Germania nazista[5].
Ciò det
to, ritengo invece non convincenti le argomentazioni con cui Nolte contesta la colpevolizzazione e la demonizzazione della nazione tedesca. La tesi che il comunismo sia il male del secolo e che il fascismo costituisca una reazione fino a un certo punto giustificata nei suoi confronti, e contenga perciò un nocciolo razionale che deve essere recuperato, non chiarisce alcune questioni molto importanti che indico qui di seguito molto schematicamente.
- Il comunismo non è certo all’origine dello scoppio della prima guerra mondiale, che indubbiamente è un avvenimento cruciale della storia del XX secolo (perché Nolte indica il suo inizio nel 1917 e non nel 1914, da cui ha preso avvio la nuova guerra europea dei trent’anni?) e ha reso possibile la stessa rivoluzione sovietica del 1917.
- L’osservazione, tutt’altro che nuova, che il comunismo bolscevico e le sue ripercussioni fuori della Russia hanno favorito in modo decisivo l’ascesa del fascismo non è certo sbagliata (ogni estremismo favorisce un estremismo opposto), ma spiega ben poco se non viene inserita in una prospettiva più ampia che chiarisca: il fatto che l’affermarsi dell’estremismo comunista è stato anche una reazione alle stragi provocate dalla guerra e ai regimi autoritari e tendenzialmente totalitari che si sono affermati nel corso del suo sviluppo; il perché in paesi come l’America e la Gran Bretagna non sono emersi forti partiti comunisti.
- Se è vero che la rivoluzione sovietica ha portato allo «sterminio di classe», non si può dimenticare che tutte le grandi rivoluzioni (non solo quella francese) sono state caratterizzate da momenti eccezionalmente violenti. L’affermazione del liberalismo è passata, in Gran Bretagna, attraverso inaudite violenze nei confronti degli Irlandesi e degli Scozzesi (per non parlare degli orrori della prima rivoluzione industriale), e negli Stati Uniti d’America, attraverso i massacri della guerra civile[6]. Le violenze che hanno caratterizzato l’esperienza sovietica devono essere ricollegate, oltre che all’ideologia comunista, all’arretratezza asiatica di questo paese e alla necessità di una rapida industrializzazione per preservare la potenza russa in un contesto internazionale altamente conflittuale.
- Passando all’epoca del conflitto Est-Ovest, se è evidente l’importanza centrale della fermezza antitotalitaria dell’Occidente come fattore della sconfitta del comunismo, non possono essere trascurati almeno altri due importantissimi fattori: l’esistenza di armi in grado di distruggere il mondo intero, che ha eliminato la possibilità del ricorso all’arma estrema di una guerra generale come mezzo per tentare di salvare un impero dispotico e ha spostato il confronto essenzialmente sul terreno, rivelatosi alla lunga perdente per l’URSS, dell’efficienza economica; il processo di integrazione dell’Europa occidentale (fondato sulla riconciliazione franco-tedesca), che, pur non essendo ancora giunto alla sua conclusione, ha creato una situazione di cooperazione pacifica, di sviluppo economico e di progresso democratico in un’area precedentemente dilaniata dall’instabilità, ha costituito un polo di attrazione per l’Europa orientale e ha contribuito potentemente a delegittimare l’ideologia secondo la quale l’economia di mercato e la democrazia liberale su di essa fondata non potevano che produrre immiserimento crescente e guerre.
Lo schema interpretativo che, a mio avviso, è in grado di inquadrare questi fatti in un paradigma adeguatamente esplicativo, superando i limiti della visione di Nolte, è quello che individua come filo conduttore del Novecento non il comunismo e le reazioni che esso ha provocato, bensì la crisi degli Stati sovrani teorizzata dal pensiero federalista. In questa sede [7] mi limito ad alcune puntualizzazioni essenziali.
Per crisi degli Stati sovrani si intende la contraddizione fra la crescente interdipendenza fra tutti i popoli del mondo — prodotta dalla rivoluzione industriale e accentuata da quella tecnico-scientifica -, che richiede la creazione di entità statali di dimensioni continentali e, tendenzialmente, l’unificazione del genere umano, da una parte, e la sovranità statale assoluta, dall’altra. Questa contraddizione diventa operativa in Europa fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo ed è, secondo il pensiero federalista, il filo conduttore dell’epoca delle guerre mondiali e del fascismo, cioè della nuova guerra europea dei trent’anni. Da una parte lo sviluppo dell’interdipendenza al di là delle barriere nazionali rende indispensabile l’integrazione sopranazionale a livello continentale per garantire lo sviluppo economico, la sicurezza e il progresso democratico. Dall’altra parte la volontà di conservare la sovranità statale assoluta (che è il principio-guida del nazionalismo e la causa strutturale dell’anarchia internazionale e delle guerre) impedisce lo sviluppo pacifico dell’integrazione sopranazionale e finisce perciò per aprire la strada al tentativo di unificare l’Europa sotto l’egemonia del più potente Stato del continente in quel periodo. La prima guerra mondiale ,è precisamente il primo atto del tentativo tedesco di unificazione imperiale dell’Europa,. e la sua conclusione non porta ad una soluzione duratura perché alla sconfitta della Germania fa seguito non una politica di unificazione pacifica dell’Europa, bensì una sistemazione che esaspera la crisi del sistema degli Stati nazionali sovrani in Europa. Mentre la creazione di nuovi staterelli produce un aumento delle barriere economiche interne all’Europa, il suo spezzettamento economico si approfondisce a causa dell’esasperarsi del protezionismo (reso possibile dalla sovranità illimitata) nel contesto di una crisi economica che è endemica proprio a causa delle dimensioni sempre più inadeguate degli Stati nazionali europei. E questa situazione pesa nel modo più grave sulla Germania che perde territori e sbocchi economici di grande importanza, ma che ancora conserva energie sufficienti per tentare un’altra volta l’avventura egemonica.

* * *

Se si inserisce in questo quadro la storia tedesca fra le due guerre mondiali, si può capire perché proprio in Germania, e non invece in altri paesi abbastanza vicini ad essa per livello di sviluppo economico-sociale, come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna e la Francia, si produca una sfida comunista così forte da favorire la vittoriosa reazione fascista. In effetti, mentre gli Stati Uniti non sono ancora coinvolti, a causa delle loro dimensioni, nel fenomeno della crisi dello Stato sovrano (e possono perciò uscire dalla crisi del 1929 con un consolidamento del sistema liberaldemocratico), questo fenomeno produce in Germania una catastrofica instabilità economico-sociale che rafforza in modo fatale le tendenze estremistiche antidemocratiche. E se ciò non avviene negli stessi termini in Gran Bretagna e in Francia, è decisivo il fatto che il loro declino in quanto Stati nazionali europei si sviluppa più lentamente in conseguenza delle cinture di salvataggio rappresentate dai loro ampi territori coloniali.
Il riferimento al fenomeno generale della crisi degli Stati nazionali europei e al suo manifestarsi in modo particolarmente acuto in Germania permette d’altro canto di comprendere a fondo il disegno espansionistico, che è la caratteristica più essenziale del nazionalsocialismo, e il nesso organico fra questo disegno, da un lato, e il sistema totalitario e l’ideologia razzista, dall’altro. In effetti il,nazionalsocialismo costituisce il tentativo più radicale e coerente di dare una risposta espansionistico-egemonica al problema della crisi degli Stati nazionali europei. La struttura totalitaria dello Stato è pertanto perfettamente funzionale a questo tentativo perché non fa che portare alle sue estreme conseguenze le tendenze all’accentramento, all’autoritarismo e al nazionalismo esasperato proprie delle potenze europee di tipo continentale (che sono strutturalmente più militariste e centraliste di una potenza in
sulare come la Gran Bretagna, perché 1’avere confini terrestri difficili da difendere rende più precaria la loro sicurezza), connesse con la progressiva esasperazione delle lotte di potenza in un sistema di Stati sempre più interdipendenti, ma incapaci di dar vita, a causa del dogma della sovranità assoluta. a un efficace ordinamento giuridico sopranazionale. E la stessa ideologia razzista, che, portata all’estremo, implica il genocidio, è funzionale al disegno del dominio permanente di un popolo europeo sugli altri popoli d’Europa. Collocato in questa prospettiva, Hitler appare non solo e non principalmente come un anti-Lenin, ma soprattutto come l’espressione più radicale e coerente del tentativo di opporsi alla necessità storica del superamento dello Stato nazionale sovrano e della unificazione sopranazionale pacifica. D’altra parte l’individuazione del nesso fra crisi dello Stato nazionale in Europa e nazionalsocialismo permette di mettere in luce, oltre alle colpe della classe politica nazista, le gravi responsabilità delle classi politiche dei paesi democratici dell’Europa occidentale, le quali hanno scelto, invece della via dell’unificazione europea, quella dell’egoismo nazionale, specialmente con l’esasperazione del protezionismo dopo la crisi del ’29, ed hanno così favorito in modo decisivo la vittoria del fascismo nel paese che per le sue condizioni oggettive era il più colpito dal fenomeno della crisi dello Stato nazionale.
Passando ora al periodo successivo al 1945, mi limito ad alcune considerazioni estremamente schematiche per mostrare come la crisi dello Stato sovrano costituisca il filo conduttore anche della seconda metà del Novecento. L’epoca delle guerre mondiali e del fascismo si è conclusa con la perdita di autonomia da parte delle potenze europee e il loro inserimento in un sistema bipolare egemonizzato, non a caso, da due potenze di dimensioni continentali. Questa eclisse di fatto delle sovranità degli Stati nazionali europei ha d’altra parte aperto la strada al processo di integrazione dell’Europa occidentale, che non è ancora giunto all’unificazione federale del continente ma ha compiuto sostanziali progressi n questa direzione e ha già prodotto risultati di enorme importanza in termini di sviluppo economico-sociale e progresso democratico, oltre a stimolare numerosi processi imitativi in tutto il mondo. Nel frattempo la crescita dell’interdipendenza internazionale — connessa con l’avanzamento della rivoluzione tecnico-scientifica — ha compiuto tali progressi da far emergere sfide che pongono all’ordine del giorno della storia il problema del superamento della sovranità statale assoluta su scala mondiale, cioè l’esigenza della graduale ma effettiva unificazione dell’umanità. Non si tratta soltanto della progressiva globalizzazione dell’interdipendenza economica, bensì delle sfide legate all’esistenza delle armi di distruzione di massa, alla questione ecologica e al divario Nord-Sud, che mettono addirittura in discussione la sopravvivenza dell’umanità. In questo contesto più ampio devono essere inquadrate la fine del conflitto Est-Ovest e la dissoluzione del sistema sovietico. Se è vero che queste svolte sono connesse anche ai fattori costituiti dal processo di integrazione europea e dall’impossibilità da parte dell’URSS di utilizzare in una guerra generale i suoi sempre più costosi armamenti, oltre che dall’insostenibilità della sua chiusura al mercato mondiale, è chiaro che la spinta all’unificazione mondiale, di cui questi fattori sono manifestazione, deve essere presa in considerazione come il filo conduttore del processo storico successivo al 1945.
In conclusione, da questa interpretazione del Novecento — non il secolo del comunismo e della violenza, bensì il secolo della crisi della sovranità statale illimitata e dell’avvio dell’unificazione sopranazionale — deriva un imperativo pratico sensibilmente diverso da quello proposto da Nolte. Non si tratta soltanto di respingere la tesi della colpevolizzazione della nazione tedesca, né semplicemente di rifiutare il totalitarismo in tutte le sue forme. Questi orientamenti vanno inquadrati in un orientamento più ampio che ha come obiettivo centrale il superamento della sovranità statale assoluta (in questo senso il conflitto fra nazionalismo e federalismo emerge come il conflitto ideologico cruciale della nostra epoca), cominciando dall’unificazione federale europea — ovviamente sulla base della parità di diritti e di doveri e quindi senza egemonie di sorta — per arrivare infine alla unificazione federale mondiale avente come suoi pilastri un ristretto numero di federazioni continentali e sub-continentali. Il «comandamento — di cui parla Nolte — della convivenza pacifica degli uomini in una Terra divenuta piccola e minacciata» deve indicare questo percorso, o altrimenti è pura retorica.

Sergio Pistone

[1] I testi fondamentali di Ernst Nolte da tenere presenti per la ricostruzione della sua interpretazione del Novecento sono: I tre volti del fascismo, Milano, Mondadori, 1978; Marxismus und industrielle Revolution, Stuttgart, Klett-Cotta, 1983; Deutschland und der Kalte Krieg, Stuttgart, Klett-Cotta, 1985; Nazionalsocialismo e bolscevismo. La guerra civile europea 1917-1945, Firenze, Sansoni, 1989; Geschichtsdenken im 20. Jahrhundert, Berlino, 1991; A. Krali (a cura di), Intervista sulla questione tedesca ieri e oggi, Bari, Laterza, 1993; F. Coppellotti (a cura di), Dramma dialettico o tragedia? La guerra civile mondiale e altri saggi, Roma, Perugia University Press-Settimo sigillo, 1994; Gli anni della violenza. Un secolo di guerra civile ideologica europea e mondiate, Milano, Rizzoli, 1995.
[2] Cfr. F. Furet, Il passato di un’illusione. L’idea comunista nel XX secolo, Milano, Mondadori, 1995. Per una analisi critica del revisionismo storico cfr. D. Losurdo, Il revisionismo storico. Problemi e miti, Bari, Laterza, 1996.
[3] Cfr. E. Nolte, Gli anni della ’violenza, cit., p. 147.
[4] Per una analisi critica della tesi della colpa collettiva della nazione tedesca rinvio ai miei seguenti scritti: F. Meinecke e la crisi dello Stato nazionale Torino, Giappichelli, 1969; Ludwig Dehio, Napoli, Guida, 1977; La Germania europea, Napoli, Guida, 1978; «A proposito delle colpe dei Tedeschi e degli Italiani», in Piemonteuropa, dicembre 1987.
[5] Cfr. G. E. Rusconi (a cura di), Germania: un passato che non passa. I crimini nazisti e l’identità tedesca, Torino, Einaudi, 1987, che riporta l’intervento di Habermas e di altri nel dibattito sulle tesi di Nolte e di altri revisionisti.
[6] Cfr. il libro di Losurdo citato nella nota 2.
[7] Per un approfondimento del discorso sulla crisi della sovranità statale illimitata come filo conduttore del Novecento rinvio ai seguenti testi: M. Albertini, Il federalismo, Bologna, Il Mulino, 1993; L. Levi, Il federalismo, Milano,F. Angeli, 1987; L. Dehio, Equilibrio o egemonia, Bologna, Il Mulino, 1988; S. Pistone, «Ludwig Dehio e l’interpretazione federalista dell’epoca delle guerre mondiali e del fascismo», in Piemonteuropa, dicembre, 1988; Id., «Alcune considerazioni sulla riunificazione tedesca e lo sviluppo dell’integrazione europea», in Piemonteuropa, ottobre, 1990; Id., «Il ruolo internazionale dell’Europa, la società cosmopolitica e la pace», in Piemonteuropa, maggio, 1997.


RispondiCitazione
Black_Jack
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1577
 

@Mincuo

Ne parla Varoufakis abbastanza diffusamente nel suo libro del dollaro come fiat assoluto.
E non faccio fatica a credere alla storia delle fasce A B C D.
Solo che se hai dei testi o dei link in cui si parla esplicitamente di questo (delle fasce) posso approfondire.
Non è un obbligo.


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

@Mincuo

Ne parla Varoufakis abbastanza diffusamente nel suo libro del dollaro come fiat assoluto.
E non faccio fatica a credere alla storia delle fasce A B C D.
Solo che se hai dei testi o dei link in cui si parla esplicitamente di questo (delle fasce) posso approfondire.
Non è un obbligo.

Sì capisco. Io in alcune cose mi sono imbattuto magari 15 o 20 anni fa.
In questo caso, cioè A B C, erano appena dei cenni di politica e strategia economico-finanziaria USA del dopoguerra.
Se potessi darti un testo in cui ci sono dellle "fasce A B C" e vengono delineate, elencate ecc... te lo darei volentieri. Ma non ci sono.
Me li leggerei anch'io.
A memoria ricordo che al NARA desecretarono dopo il 1990 dei documenti in cui veniva fatto qualche cenno. Poi sempre a memoria trovai qualcosa su Eichengreen e anche studiando la vicenda di Olivetti e di Mario Tchou e del mancato finanziamento Statale di tutto quel progetto trovai dei cenni.
E lì mi pare anche in Italiano.
Dovrei fare ricerca e non le ho nemmeno qui molte di quelle cose.
Cercherò di vedere cosa trovo.

P.S.
Ho sbagliato ad accennare a questo tipo di argomenti. In realtà non è che si possa mettere: "l'Italia è in fascia B" o lo "Zambia è in fascia C" dichiarato o firmato da qualche Funzionario USA con il link relativo.
Non esistono o io almeno non li ho mai visti.
Delinearono circa 3 condizioni di politica economica diverse a seconda dei Paesi. E io trovai dei cenni su questa politica.


RispondiCitazione
Black_Jack
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1577
 

P.S.
Ho sbagliato ad accennare a questo tipo di argomenti.

Mo' ti attenzionano il cellulare.

A parte gli scherzi mi ricordo negli anni ottanta quando c'era ancora De Benedetti all'Olivetti; facevano i computer ma erano entrati in crisi.
Arrivò per una visita in Italia Bill Gates e sui giornali uscí che aveva detto a De Benedetti che la Olivetti non aveva futuro nei computer ma che avrebbe trovato spazio nella telefonia.
Avevo subito pensato che non si trattava di un consiglio da parte di un businessman a un suo collega in difficoltà ma di un ordine. E evidentemente Gates stava portando degli ordini da parte di qualcuno.

Ma anche nel cinema; nei primi due decenni circa del dopoguerra gli americani dovevano apparire sempre in maniera non solo positiva ma meglio degli italiani.
Quando torno in Italia faccio un post nella sezione cinema.
E la gente boccalona rideva a vedere gli italiani ridicolizzati...
Ricordo che da piccolo rimasi quasi incredulo quando vidi "Operazione San Gennaro" con Manfredi in cui l'americano di turno era uno stronzaccio insopportabile (film assolutamente da non perdere, una delle migliori commedie italiane).

Comunque se mi trovi della roba che parla dei patti in base ai quali a ogni paese era consentito un certo livello e ambito di sviluppo economico ti ringrazio e se non li trovi grazie lo stesso.


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

La vicenda Olivetti è precedente. Se hai occasione leggila. Trovi su web. Forse magari lì un cenno, almeno indiretto, lo trovi. Quasi sicuro, anche se non sarà proprio A B C.

Ti dico anche un'altra cosa. Puoi naturalmente non credere, nessun problema, anzi è giusto...
Un mio zio (ingegnere) poi morto, era un pezzo molto grosso (tecnico) della allora SIP. Impiantava centrali telefoniche. Lui era responsabile per tutto il Nord Italia salvo il Piemonte.
Noi eravamo all'avanguardia assoluta mondiale nella telefonia.
Parlo di almeno 30 anni fa.
Lui mi disse che l'avremmo ceduta la ricerca di punta e che comunque e al meglio l'avremmo condivisa e che da soli noi non avremmo potuto fare.
Io chiesi (ero giovane) perchè.
E lui mi disse: perchè abbiamo perso la guerra.

Anche nel nucleare eravamo abbastanza avanti noi, e sicuramente più di Francia. Ma noi l'atomica Italiana....non l'abbiamo avuta, per esempio.


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Mmmm..gli americani comandano abbastanza da dopo la guerra.

Beh si può essere. Cioè non e' molto risaputo, e' una novità assoluta che scandalizza. Pero i mitici documenti desecretati degli anni novanta, le tracce ecc..e l'acqua calda e gli aneddoti percepiti, insomma, non e' da escludere.


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

A parte che uno, d'accordo poi o meno, farebbe meglio a leggersi Nolte, che non cosa dice di Nolte questo Carneade Pistone.
De gustibus...

Anche se, visto il soggetto, copiaincollare questo Pistone su Nolte (a sproposito poi, che caxxo c'entra) è già grasso che cola...


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Appena trovo copio incollo di Nolte sul nazismo. Anche se, come Chaunu...

(Cit. Chaunu "Non c'è differenza alcuna fra ciò che ha fatto il governo rivoluzionario in Vandea e ciò che ha fatto Hitler. Anzi una c'è. Hitler era scaltro e non dette mai per scritto l'ordine di eliminazione degli ebrei.")

Magari mica e' scemo, e potrebbe essere menzoniero per rendersi servile all' elittes unica che pianifica il dominio mondiale. (o cagarella)

Comunque ho scritto "propagande a confronto" appunto, mica sono vangeli.
Quelli sono per i dormienti che sbavano di fronte ad una autonominata autorità (modus operandi storico e sociale, non naturale. Bene ricordarlo, anche i più bravi ci cascano quando non fingono).

Ci vuole tempo pero.


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Solo che le autorità, dovrebbero copia incollare meglio, cioè, variare un po la narrazione, capisco che ci vuole tempo ed e' impegnativo, pero, insomma.


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Bene, allora per stare in topic (non per disturbare l'acqua calda degli americani che comandano, capisco che sia una novita assoluta, pero..)

PROPAGANDA 3

Dalla mitica Wiki tedesca (che pero, stiamo ipotizzando le propagande a confronto, quindi non e' per dettare vangeli) estraggo:

https://translate.google.it/translate?hl=it&sl=de&u=https://de.wikipedia.org/wiki/Nationalsozialismus&prev=search

Nel Mein Kampf, Hitler ha affermato in particolare gli obiettivi di politica estera e di popolazione del programma NSDAP, in particolare l'annessione dell'Austria alla nunmehrige "Grande tedesco Reich". Diversamente l'Impero, che stava cercando di competere come una potenza coloniale in Africa e in Asia con la distanza dell'Impero britannico, Hitler voleva degli habitat non in Europa occidentale e all'estero, ma in Europa orientale vincere. Si è unito probabilmente geopolitiche teorie di Rudolf Kjellen, Halford Mackinder e Karl Haushofer a che come chiave ha visto la conquista e la dominazione della massa terrestre di "Eurasia" per la dominazione del mondo. Anche il mito medievale di alcuni Cavalieri Teutonici da un tedesco "Drang nach Osten" è stato dietro a questa idea.

Qui Hitler pensava di "Russia e il confine afferma suoi sudditi". Per conquistarla, in primo luogo ha voluto rivedere il trattato di Versailles, poi la Francia con l'aiuto di un'alleanza con la Gran Bretagna e l'Italia isolare, distruggere completamente in seguito. Ha rivisto il paragrafo 3 del programma NSDAP: Le colonie di conquista sarebbero sfidare l'Inghilterra per le proteste. Il suo potere coloniale garantirebbe la Germania, poi gli inglesi avrebbe concesso sul continente. La Polonia non ha menzionato Hitler qui, negli Stati Uniti e in Giappone è venuto poco prima il bordo. Queste priorità erano nuovi rispetto agli imperialisti preferenze imperiali. [10]

Un "Poster Informazioni" dal miracolo della vita mostra a Berlino nel 1935
Per la politica economica, Hitler disse in Mein Kampf solo su cinque lati. Il punto della salute pubblica, dall'altro ha sottolineato ampia e quindi ha portato le anche le idee di politica economica e culturale a sostegno razzismo dell'ideologia nazista chiaro vantaggio. I suoi due principi erano interdipendenti

la tesi di razze superiori e inferiori, che sono insieme nella lotta;
la proposizione che una "razza-mixing" dannoso per la razza superiore è e questa debolezza e inevitabilmente la risoluzione a lungo termine.
Questi assiomi sono stati darwinisti sociali e teorici razziali del 19 ° e 20 ° secolo, come Francis Galton, Ernst Haeckel, Alfred Ploetz e Wilhelm Schallmayer fondato. La novità è stata che "razziale igiene" è stato fatto prima per il programma di politica globale. Hitler ha visto la "conservazione", come il compito principale dello Stato e ha concluso che avrebbe protetto i "titoli non mescolati del popolo germanico nordici" tra il popolo tedesco in modo coerente e in modo "lentamente ma inesorabilmente portare fino alla posizione dominante". Lo Stato leader forti deve promuovere "la vittoria della migliore e più forte" e la subordinazione della "peggiore e più debole." Ciò significava concretamente a sterilizzazione forzata di difetti ereditari disabili e, mentre l'assegno per figli, l'alloggio a buon mercato e la ricompensa materiale per "famiglia tedesca". Il "vettore massima purezza razziale" dovrebbe essere risolta ottenere un "certificato di regolamento" e ad essere conquistata nel ancora "colonie marginali". Hitler ha sottolineato ancora una volta, alla fine della sua visione:

"Uno stato che è dedicato all'età di avvelenamento razziale cura dei suoi migliori elementi razziali deve un giorno al Signore della terra."

La contropartita di questa visione è stato il "mondo ebraico", che in Hitler cospirazione teoria. Come ha dimostrato l'autore di tutti i fenomeni negativi tempo, come la prima guerra mondiale, la sconfitta nella rivoluzione di novembre e l'inflazione Ha identificato l'ebraismo sia con il "finanziario di capitale", negli Stati Uniti, così come con il mondo degli oppositori politici, il "bolscevismo". Questa supremazia globale apparentemente contraddittorio sottolineato Hitler, ma anche l'inferiorità assoluta e funzione inferiore degli ebrei dalle loro ariani "ospite nazioni» e li ha descritti come parassiti, parassiti, bacilli, sanguisughe, schizomiceti, ratti, ecc In tutte le sue manifestazioni puntone giudaismo la "decomposizione "" imbastardimento "e" avvelenamento del sangue "del popolo tedesco a: circa attraverso la prostituzione, la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, la seduzione innocente ragazza ariana. Per questa immagine pornografica propagano era compito principale del appositamente fondata per smearsheet L'attaccante del Gauleiter della Franconia, Julius Streicher.

Lo sterminio di massa campo di Birkenau
Nel secondo volume del Mein Kampf, Hitler ha parlato di recente l'idea di un deputato, di prevenzione Judenvernichtung aperto da: [11]

"Aveva lo scoppio della guerra e dodici durante la guerra o quindici mila di questi corruttori ebraici del popolo tenute sotto gas tossico, come centinaia di migliaia di nostri migliori lavoratori tedeschi provenienti da tutti i ceti sociali hanno dovuto sopportare nel campo, quindi i milioni di vittime al fronte non sarebbe stata vana. Al contrario: dodicimila furfanti eliminati in tempo un decente, prezioso per il futuro tedesco avrebbe potuto salvare la vita milioni ".

Questo compito deve essere applicata in futuro, di vedere Hitler dalla "Provvidenza" - così la sua espressione di Dio - prevede:

"Come io sono il erwehre Ebreo, compio l'opera del Signore."

Pertanto, lo storico parla Saul Friedlander in vista del movimento nazionalsocialista e il suo precursore immediato di una speciale, cristiana tradizionale, ma anche darwinista etnica e sociale antisemitismo oltre "salvezza antisemitismo". [12]

Leader di una setta e capo di Stato

Eger riceve Hitler, Sudeti, ottobre 1938
In tutti i paesi d'Europa, si è fin dall'inizio del 20 ° secolo una forte tendenza a, approcci politici antidemocratici autoritari, la loro accettazione è anche delusione per il post-1918 pluralistica democrazia cenato e miseria di massa. In qualità di "leader di una setta" è stato già il culto del sovrano in una monarchia, fondata intorno all'idea della divina destra, concepire. La prima guerra mondiale frustrato l'immagine dell'eroe dell'Imperatore, rinforzato con i nazionalisti, ma ancora nostalgia per il leader eroico. In un approccio di parte questo ha reso il fascismo emergente: in primo luogo con il Duce Benito Mussolini in Italia, quindi il Caudillo Generale Franco in Spagna, ma anche nel culto di "Padre" Stalin in Unione Sovietica.

Diversamente in Italia ha iniziato un culto della personalità intorno al "leader" già dieci anni prima della "presa di potere" da parte del Beer Hall Putsch del 1923, concluso dal suo fallimento di Hitler che la NSDAP un ben gestito leader del partito deve essere, e se stesso a "salvare" la Germania determinato è stato. La venuta di soddisfare le aspettative della base del partito a lui. Così, il leader del culto tedesco è andato con lo sviluppo del NSDAP accompagnato un partito di massa e servito la loro integrazione, l'efficacia e l'espansione. Era 1933, non è innestato come in Spagna o in Russia una dittatura militare centralizzato esistente per la loro copertura, ma il principio di organizzazione creata da una sostituzione sciolto coordinamento di tutte le esistenti Sta
to istituzioni amministrative e governative leader. Dopo la morte del presidente von Hindenburg, Hitler era il 2 agosto 1934, come un capo e il cancelliere anche comandante supremo delle armate Forze; dal 1938 anche aderito il gabinetto non è più insieme.

A differenza dell'Unione Sovietica, che persisteva dopo la morte di Stalin nel 1953 fino al 1991, minato il principio della "personalità leader carismatico" (Max Weber), nello stato e partito con la loro "disponibilità" per cacciare le forze rivali e orientato, il funzionamento indipendente di Burocrazia in Germania. Il lungo tempo decreti capo e regolamenti direttamente governati stato potrebbe quindi sopravvivere solo un brevissimo sconfitta guerra e la morte di Hitler. Dopo Ian Kershaw si trovava o cadde lo stato nazista tedesco con la persona del "leader". [13]

Anche il regime di Vichy (1940-1944), nel sud della Francia è stato un "paese leader"; il suo capo era Philippe Pétain.

Ulteriori caratteristiche e sviluppi della dell'ideologia nazista

"Lichtdom", mettendo in scena il partito nazista nel 1936
Altre caratteristiche chiave del nazismo sono stati:

il ruolo centrale di propaganda e di massa produzioni come mezzo di dominio e la loro garanzia sia internamente che esternamente.
Il totalitarismo: la distruzione della democrazia, il regime a partito unico, abolendo la separazione dei poteri, strumentalizzazione politica di tutte le autorità di vigilanza e dei media, di vasta portata poteri per agenzie di intelligence e informatori, stato di polizia
Militarismo e l'imperialismo: Durante la salita dei nascondigli di armi naziste sono stati stabiliti, addestrato, criminali armati, violenze di strada esercitate per intimidire gli oppositori politici. Negli anni della Repubblica di Weimar, la propaganda nazista concentrata inizialmente sul contratto di revisionismo, per cui la richiesta di riappropriazione di perso a causa della sconfitta tedesca in zone di guerra, e quindi dopo la cancellazione o di violazione del Versailles trattato. Questo è stato diffamato come "vergogna di Versailles" o "Versailles Schanddiktat". Dal 1933 per l'aggiornamento è stato operato, prima di nascosto, poi apertamente, ei legami contrattuali della Società delle Nazioni e del diritto internazionale minato fino ad allora rotto. Una volta che la Wehrmacht sarebbe abbastanza forte, Hitler stava pianificando guerre specifici di aggressione per il restauro e l'ampliamento di una costruita su dispiegamento potenza militare Grande Germania. Qui, un paese dovrebbe essere isolato dopo l'altro e ricacciò indietro individualmente. L'obiettivo finale era il parere della maggior parte degli storici la conquista della terraferma continentale, l'Unione Sovietica fino alla linea Arkhangelsk-Ural-Caucaso e la colonizzazione di queste aree da parte dei tedeschi, altri ricercatori ritengono di avere la prova che Hitler (utopico) la dominazione del mondo ha cercato. La dominazione dei territori occupati dovrebbe essere rafforzata con l'espulsione delle popolazioni indesiderate.
Il "sangue e suolo-mito", la glorificazione dei contadini (il "Nährstands"). Alcuni nazisti respinto l'urbanizzazione e crescente industrializzazione e desiderava nostalgia per un paese che è stato come sempre ordinato dagli agricoltori. Anche Heinrich Himmler aveva questi pensieri quando ha proposto di risolvere i territori conquistati dell'Unione Sovietica con gli agricoltori, che dovrebbero essere allo stesso tempo soldati ("contadini armati"). Russi, ucraini e polacchi dovrebbero chiedere ai lavoratori agricoli, personale domestico, operai o lavoratori.

La fame Piano: morire di fame prigionieri di guerra sovietici nel campo di concentramento di Mauthausen
La propagazione della razza superiore o la razza superiore, che aveva il diritto di sopprimere altri popoli inferiori.
Il dominio maschile e machismo, così la promozione di valori come il coraggio e la durezza militare. "I valori di sesso femminile" sono negli uomini che codardia denunciato, malattie e "minare la forza militare".
Teoria della cospirazione: l'idea delirante che l'ebraismo internazionale aveva cospirato per il dominio del mondo per vincere volontà, di vari storici [14] considerate come il nucleo del nazionalsocialismo. Questa teoria del complotto si verifica già in un 1924 da Dietrich Eckart conversazione pubblicata con Hitler nei giorni in cui una continuità ininterrotta di presunte macchinazioni ebrei è stata chiesta dal II millennio aC via. [15] Nel immaginario della propaganda nazista, ad esempio nei manifesti elettorali prima del 1933 o nei caricature del bomber "il" Ebreo era regolarmente mostrato in teorie cospirative metafore come la mente dietro le quinte di eventi mondiali o il polpo globali o ragno. E durante la guerra contro l'Unione Sovietica stabilito la Wehrmacht l'attuazione di ordini criminali come il commissario Ordine o le Decreto giurisdizione militare teorie del complotto con la tesi di ebraico Bolscevismo: Dietro il sistema sovietico sarebbe in realtà l'ebraismo. Così ha respinto il generale von Manstein il 20 Novembre 1941 le sue truppe, "comprensione" da applicare per la "espiazione dura nel giudaismo":
"L'ebraismo è l'intermediario tra il nemico alle spalle ei resti ancora in lotta dell'Armata Rossa e la leadership Red [...]. Il sistema giudaico-bolscevica deve essere sradicata una volta per tutte una. [16] "

Capitalismo e anticapitalismo
Al centro del dibattito scientifico sul carattere della ideologia economica nazionalsocialista è sempre stato sulla questione se il nazionalsocialismo capitalista o socialista è stato. [17]

Il sociologo tedesco Max Horkheimer ha preso nel 1939 prima dello scoppio della guerra, la posizione di:. Chi non vuole parlare di capitalismo, per non parlare del fascismo [18] Lo storico marxista Manfred Weissbecker designato in un libro 2011, il nome NSDAP come pura demagogia, come il partito di era né stato vero nazionalsocialista, ma fascista. [19]

D'altra parte affermato Ludwig von Mises 1947: L'ideologia dei nazisti, il "Partito Nazionale Socialista dei Lavoratori", tedesco la manifestazione più pura e la più consistente del nostro socialista anti-capitalista e lo spirito del tempo, [20]. Nel 1927, aveva visto il fascismo come il male minore [21]

Le politiche economiche del nazionalsocialismo saranno esaminati a diversi livelli:

come una domanda circa le fonti di finanziamento del partito nazista e dei cerchi che Hitler ha portato al potere,
come questione del significato di elementi anti-capitalisti dell'ideologia dei nazisti,
come una questione di politiche economiche effettive del regime nazista 1933-1945.
Le fonti finanziarie del NSDAP
→ Articolo principale: grande industria e l'aumento del NSDAP
Marxisti vedono la pratica donazione degli industriali tedeschi come Fritz Thyssen e Emil Kirdorf e industrielleneingabe di novembre 1932, il Reich presidente Paul von Hindenburg invitò Hitler a nominare il cancelliere, di solito come prova della responsabilità del grande industria per il trasferimento del potere a Hitler. Lo storico tedesco Oriente Eberhard Czichon circa ha quindi dichiarato che "un gruppo di maggioranza di industriali tedeschi, banchieri e grandi proprietari terrieri aveva voluto cancellierato di Hitler e organizzata". [22]

Il suo collega tedesco occidentale Reinhard Neebe ha sottolineato, tuttavia, che la maggior parte degli imprenditori tedeschi e la loro organizzazione ombrello, la Federazione Nazionale della tedesca dell'Industria, non Hitler, ma i successivi governi di Heinrich Brüning, Franz von Papen e Kurt von Schleicher supportato. [23] Questo punto di vista sostenuto gli Stati Uniti storico -american Henry Ashby Turner con esami, dopo di che il NSDAP loro risor
se finanziarie di cui non principalmente dalle donazioni del settore, ma da quote associative e biglietti d'ingresso. Le maggiori industrie l'hanno lasciato sempre molto meno denaro rispetto ai loro concorrenti ottenere DNVP, DVP e il centro.Essi hanno quindi anche voler coprire per l'evento indesiderato della presa nazista del potere. [24] Pertanto, i grandi imprenditori oggi sono quasi la principale causa del rialzo dei nazisti e di acquisizione di Hitler 1932-1934.

Anticapitalismo nell'ideologia nazista
Nell'ideologia dei nazisti, ci sono stati elementi anti-capitalisti, il più antisemita sono state pronunciate. Si discute di come questi elementi come parte della macchina della propaganda nazista, sono da classificare, in particolare eliminando l'ala Strasser all'interno del NSDAP.

Il programma di 25 punti del partito nel 1920 che Hitler fino al 1926 per "immutabile" ha spiegato conteneva diverse esigenze anti-capitaliste, come la rottura di interesse schiavitù, la nazionalizzazione dei fondi e dei profitti a grandi aziende. Nazisti leader utilizzati inizialmente come Joseph Goebbels, Gregor Strasser e suo fratello Otto, che ha lasciato la festa con i suoi sostenitori nel 1930, regolarmente socialisti calci piazzati. Nei loro discorsi, Lo stesso Hitler aveva chiaramente la proprietà privata conosciuta, ma nella pratica nazionalsocialista c'erano numerosi espropri della proprietà privata, in quanto tali. B. nel corso della cosiddetta "arianizzazione". Principalmente colpiti da esproprio erano ebrei, ma anche emigranti non ebrei e dissidenti politici.

Albrecht Ritschl si riferisce alla progressiva eliminazione dell'ala socialista del partito 1930-1934 e ha indicato le sfumature anticapitaliste come travestito antisemitismo. [25] La stretta connessione tra anticapitalismo e l'antisemitismo nella propaganda nazista mostra sulla nell'applicazione, il presidente del NSDAP Gruppo nel Reichstag il 18 ott 1930 ,. In esso ha chiamato per l'espropriazione dei beni totali di "Servizi bancari e Borsa principe, che dal 1 AGOSTO 1914, si era trasferito Ostjuden e altri non-russi [...] per il bene pubblico del popolo tedesco". [26]

1931 al culmine della Grande Depressione, la NSDAP chiesero programmi per la creazione di posti di lavoro del governo per attrarre la classe operaia come elettori NSDAP. Nel mese di maggio 1933, il regime nazista ha fracassato il organizzata movimento operaio in forma di partiti di sinistra e dei sindacati. Il NSDAP considerato marxista e gruppi comunisti a livello nazionale come il nemico principale, come la politica estera del bolscevismo era il nemico principale.

L'alternativa, di "socialismo nazionale", è stato identificato come "nazionale comunità definito". Questa era una "unità del popolo e lo stato" sotto l'ideologia nazista unificata e un "forte Stato", guidati da un "leader", capì. La classificazione di tutti i cittadini il dovere di lavoro e gli interessi nazionali, razziali definiti fosse chiaro se questo i rapporti di produzione devono essere rovesciato: questa parola chiave è mancato nel programma di 25 punti. Come una contro-concept per il principio guida di internazionale società senza classi nel marxismo, ma anche delle libertà individuali protetta pluralista e parlamentare socialdemocrazia pensato che distingue la NSDAP dei precedenti programmi di tutti i partiti socialisti.

Relazione alla proprietà privata e il principio della concorrenza
L'emigrato il politologo statunitense Franz L. Neumann ha dichiarato nel suo libro sulla struttura e la pratica del nazismo Behemoth di 1942/1944, che l'apparato nazista di dominio non è scollegato dalla base del modo capitalistico privato della produzione, ma un "totalitaria monopolistico del capitalismo" generato avere. [ 27]

L'impegno di Hitler di proprietà privata si è svolta nel 1919 in privato [28] e nel 1926 presso il Amburgo Nazionale Club pubblico. [29] Lo storico economico di Berlino Albrecht Ritschl fa ma sulle dichiarazioni di Hitler con attenzione, che egli fece marzo 1942 circondato dai suoi collaboratori, cioè senza la coercizione, la sua vera per nascondere vista. Hitler qui trasformato in linea di principio "contro anonimo proprietà privata della quota. Senza nemmeno facendo nulla per i get azionisti più dividendi, quando i lavoratori della società sono diligentemente invece pigri o se un brillante ingegnere in piedi alla punta della operazione ". [28] Così furono respinti di frequente un" avido "in contrasto con il lodevole "capitalismo creativo" sono state prese sul serio da lui.

Il 26 giugno 1944, a sua volta, chiama Hitler e Albert Speer nei discorsi prima di persone importanti del settore armamenti, inclusi ma non limitati Walter Rohland, sul Obersalzberg "responsabilità personale" e ha annunciato per il periodo dopo la vittoria di una grande era per il "iniziativa privata dell'economia tedesca "al. [30]

Politici nazisti Ex e conservatore borghese fascismo teorico Hermann Rauschning attestata Hitler nelle questioni economiche "un atteggiamento realpolitik" puramente che "ha cercato [...] di tutte le dottrine di farà liberi". [31] Secondo Rauschning, Hitler ordinò l'economia obiettivi prioritari lo politici costantemente sotto, perseguita in questo settore in modo che nessun nozioni fondamentali di ordine, ma gli obiettivi in modo flessibile adattabile.

Henry A. Turner conclude che Hitler aveva affermato il "principio liberale della concorrenza" e della proprietà privata, anche se solo ", perché li potrebbe integrare in modo distorto nella sua visione sociale darwinista della vita economica». [32]

Avraham Barkai contraddice questa tesi e fornisce un anti-liberismo estremo di Hitler e un rifiuto fondamentale del principio di laissez-faire. [33] Una delle Turner incompleta riprodotta citazione documento nei blocchi successivi indicherebbe è incompatibile con il principio liberale della posizione di concorrenza. [34] Il by Turner citato tra gli altri, come prova Hermann Rauschning nel 1984 nella sua credibilità così gravemente scosso come testimone, [35] che Kershaw ha spiegato che i "colloqui con Hitler" erano "un lavoro, che uno ora attribuisce così poco autenticità che è meglio piuttosto non tiene conto ". [36]

Anche Anselm Doering-Manteuffel interpretato la rimozione della democrazia parlamentare e la creazione di capi di Stato come "svolta di rivoluzionario anti-liberalismo all'idea dello Stato". Dichiarazione Goebbels ', "Il Terzo Reich ha sostituito l'era del liberalismo", è accusato di essere un "auto-evidente" che è già stato sentito dai contemporanei come quella. [37]

Secondo Jörn Axel Kämmerer Hitler respinto i tentativi di privatizzazione degli anni Venti e piuttosto sostenuto la nazionalizzazione delle grandi imprese pubbliche, il settore dell'energia e di altre industrie. Anche se la nazionalizzazione delle imprese industriali esistenti non sono state attuate, ma ricchi proprie aziende (ad es. B. sono Reichswerke Hermann Göring) è stata fondata. Questi start-up e le scelte dei nazisti in Diritto Commerciale agito in parte da a questo giorno. [38]

Relazione con Ordoliberalismus
Per l'economista Ralf Ptak interpretare "le molteplici possibilità di pubblicazione ordoliberaler. Autori in questo periodo per una tolleranza nazista contro il progetto ordo-liberale" out [39] L'economista Nils Goldschmidt contraddice Ptaks conclusione e svolge la firma "economia politica - che cosa" (1938) di Walter Eucken come esempio di un divieto di pubblicazione. Inoltre, Goldschmidt ha ordoliberalen resistenza contro il nazismo, ad esempio attraverso i cerchi Freiburger schiena. [40] Hauke ​​Janssen scrive che "soprattutto il Friburgo" hanno resistito le ammin
istrazione tendenze economiche interventiste e centrali nazionalsocialismo. [41]

Principi egualitari e rapporto al socialismo
Friedrich August von Hayek sottolinea che il nazionalsocialismo e il comunismo sovietico erano simili in dittatoriale e antiliberale Broad. [42] Per Hayek avere il socialismo e nazismo le stesse tendenze totalitarie su di loro - a perseguire obiettivi - del tutto diverse. Entrambi sono, in quanto significa che la pianificazione centrale utilizzazione delle varianti del collettivismo, il cui slancio porta alla distruzione di prosperità, la democrazia e lo Stato di diritto. [43]

Rainer Zitelmann capire Hitler come un "rivoluzionario", il miglioramento di carriera prospettive, è stata una sincera preoccupazione dei lavoratori, nella misura in cui corrispondono alle sue idee razziali. Non è stato lui "per consentire il migliore sviluppo possibile della persona, ma al fine di ottimizzare i benefici della comunità nazionale tedesca andato". [44] In contrasto con l'economia ha avuto un "primato della politica" finalizzata alla "a rivoluzionare il rapporto tra politica ed economia "era sceso. Il sistema economico capitalistico dovuto sostituire Hitler da un sistema economico misto, che sarebbe nel mercato ed economia elementi programmati insieme in una nuova sintesi. Il innescato dal nazismo "rivoluzione sociale" doveva essere presa molto sul serio. Contro questa tesi Wolfgang Wippermann e Michael Burleigh obiettato indirettamente alla razzista e quindi reazionario minimizzando carattere del regime nazista nel corso di carica. [45]

Secondo Joachim Fest "la discussione non è mai stato fatto a fondo sulla posizione politica del nazionalsocialismo" è. Invece, si dispone di "numerosi tentativi di negare qualsiasi rapporto di movimento di Hitler e del socialismo". Anche se Hitler non aveva mezzi di produzione nazionalizzate, ma "non a differenza dei socialisti di tutti i colori promosse la coordinazione sociale". [46]

Infatti, secondo Götz Aly,. Il regime nazista, che ha definito la "dittatura di favori", cercando di raggiungere attraverso di assistenza sociale principi egualitari [47] Il programma del partito nazista si basa su due cumulabile con antisemitismo idee Parità: Una delle idee fondamentali è stata la omogeneità etnica, d'altra parte, hanno promesso un "socialisti nazionali" uguaglianza più sociale. Recenti lavori per identificare soprattutto il lavoro Reich servizio, la Gioventù hitleriana e il militare come aree era in cui in realtà cercato di attuare quella promessa in azione. [48] Questa affermazione egualitario non faceva riferimento, in contrasto con il marxismo, ma a tutta la popolazione, ma limitato a "la grande popolo tedesco collettivi etnicamente definiti". [49]

Politiche economiche del regime nazista
→ principale articolo: economia sotto il nazionalsocialismo
E 'controverso in che misura le politiche economiche misure pratiche del regime nazista rappresentato un modello di politica economica nazista, o semplicemente "a causa dei requisiti pragmatiche delle politiche di riarmo e di guerra del regime" erano (vedi. Anche la guerra economia). [50] Secondo Willi Albers ha attaccato la base dell'esperienza dalla prima guerra mondiale e il fallimento di un tentativo, all'inizio della seconda guerra mondiale in paesi le politiche economiche di guerra liberale, tutti i paesi che partecipano alla seconda guerra mondiale per dirigista misure. [51] sottolinea Markus Albert Diehl, che anche ai tempi della Repubblica di Weimar di fronte a enormi problemi economici è stato fatto ricorso a misure quali staatsdirigistischen. B. sono stati forex gestito. [52]

Nel complesso, i risultati sono contraddittori in vista del 1933-1945 erano in realtà la politica economica. Da un lato il re parla di privatizzazione della crisi bancaria in 1931 di fatto nazionalizzate le principali banche per un atteggiamento pro-capitalista del governo. D'altra parte sono stati, tra l'altro da Avraham Barkai, Timothy Mason e Dietmar Petzina l'intervento dirigista nell'economia sotto Hjalmar Schacht "nuovo piano" (1934), sotto il piano quadriennale (1936) e completamente l'economia di guerra sotto il ministro degli Armamenti Albert Speer (1942) la libera impresa poco lasciato. Secondo la destinazione economica autarchia libera economia di mercato in cui era coltivando nel 1933 con il Reich praticamente abolito, negli anni '30 anche in altri paesi europei pianificare politiche economiche espanse in agricoltura stessa. [53] Sotto il segno della armamento delle Forze Armate è stato per numerosi prodotti meccanismo dei prezzi per razionamento sostituito. Ciò vale, per esempio, di acciaio, di cambio, il capitale e il lavoro, di mercato. [54]

Lo storico Klaus Hildebrand riassume lo stato della ricerca in Oldenbourg planimetria della storia come segue: "E 'vero che le imprese sono rimasti in mani private degli imprenditori, senza dubbio aumentato il reddito finanziario dall'economia armamento. Tuttavia, il legame di un principio economico capitalistico di mezzi-end razionalità sotto l'incantesimo dei requisiti degli armamenti e del principio di autosufficienza a comando Hermann Goering sempre ignorati. "[55] Dopo Adamo Tooze le grandi banche non hanno mai avuto un impatto minore in Germania La storia come tra il 1933 e il 1945, l'impatto della grande industria ("Big Business") è stato nella crisi economica mondiale indebolita nel 1929 contro lo Stato, soprattutto nella Germania nazista; mentre il settore privato è rimasto una base di potere, perché il regime nazionalsocialista per i suoi obiettivi, in particolare armamento, è rimasto a loro carico. [56]

Dietmar Petzina formulato: "Il sistema nazista elude un'assegnazione univoca alle categorie regolamentari pianificazione centrale dell'economia e di una economia di mercato." Il sistema economico è stato trasformato "da un'economia corporativista ad un'economia di comando di stato, in cui il principio di profitto imprenditoriale non si spegne, i fondamentali diritti di smaltimento Tuttavia, sostenuto limitata sono stati ". Dopo che Adamo Tooze capitali stranieri in Germania (ad es. Era Opel, Ford, azioni di IG Farben) non espropriati. Una detrazione capitale era, ma a causa di controlli sui capitali possibile solo con grandi perdite, capitale così estraneo suoi profitti inevitabilmente investito di nuovo in Germania. [57] Gerold Ambrosius afferma: "Fino allo scoppio della guerra, le basi per la transizione è stato impostato su una pianificazione centralizzata e controllo. "[58]

È supportato questa tesi dagli attuali studi teorici normativi: Michael von Prollius descrive il sistema economico nazista come "un risultato di incessante nuovo e riorganizzazione [...] e di numerosi sterzo e burocratizzazione misure"; [59] per Markus Albert Diehl "l'ordine economico tedesco rimosso sotto il regime nazista sempre più dal tipo ideale di economia di mercato e, infine, in gran parte corrispondeva al tipo ideale di economia pianificata centrale ". [52] Secondo Götz Aly e Susanne Heim propagate promuovendo unito la classe media, in pratica, dietro la razionalizzazione economica di nuovo quello che molti di fallimento e la chiusura di media le imprese hanno portato. [60] Ideologicamente, è stato il coinvolgimento del settore privato nell'economia di guerra tedesca sotto ministro del Reich per gli armamenti e munizioni, Fritz Todt come l'applicazione dei principi "leadership" e "imprenditorialità" mostrato. [61]

La pianificazione per il dopoguerra era proibito da un lato, d'altra parte, secondo lo storico Bernhard Löffler, commissionato il "Reich Gruppo Industria" 1943 Ludwig Erhard con la pianificazione della politica economica per il tempo dopo la guerra in vista perduta. Questi sono stati "orientati a un
approccio basato sul mercato" e sono stati "così diverso il sistema nazista". L'industria ei governi, come il Ministero degli Affari economici e di Hans Kehrl portato Pianificazione dell'Ufficio del Ministero del Reich per gli armamenti e munizioni stavano progettando di effettuare il passaggio da un'economia di guerra a una pace e di governo e l'economia di mercato con attenzione. Nel Reich Ministero dell'Economia ha fatto Otto Ohlendorf la sua "mano protettrice della pianificazione del dopoguerra basata sul mercato" e si è detto "contro la riprogettazione di una, regolamentazione liberal mercato pro-business a tutti profonde differenze ideologiche digeriti sorprendente [...]". [62] Al posto di mezzo di governo burocratico deve in pace una "imprenditorialità venture attiva e coraggiosa" si verificano, così Ohlendorf. Ohlendorf si era protetta da Himmler, che considera il servizio di "totale bolscevica rifiutato" Speers governance economica. [63]

Relazione con la religione

Timbro dal 1943
I nazisti non rappresentare qualsiasi religione. Alcuni sostenevano come cristiani tedeschi (DC) un nazionalista antisemita protestantesimo, altro razzista neo-paganesimo con riferimenti a norrena mitologia. Così ha chiesto l'ideologo nazista Alfred Rosenberg nella sua opera maggiore, Il mito del 20 ° secolo un distaccamento di cristianesimo una religione di "sangue e suolo". Particolarmente acuto critico del cristianesimo nel NSDAP era il Reichsfùhrer SS Heinrich Himmler. Himmler vedeva nel superamento del cristianesimo e nel rilancio di una via "germanica" della vita un compito centrale della SS. [64]

Il nazismo come una religione politica?
Già nel 1938/39, il politologo tedesco-americano Eric Voegelin. Nazismo prima volta sistematicamente interpretata come una religione politica [65] Un ruolo importante è stato svolto dalla rappresentazione contemporanea di Hitler come infallibili, figura quasi divina - un punto di vista che, tra l'altro, attraverso il film Trionfo di Sarà il regista Leni Riefenstahl è stato propagato. Dal 1990, gli storici hanno come Emilio Gentile o Michael Burleigh raccolto e ampliato questo approccio alla interpretazione. [66]

Questa interpretazione è nella ricerca storica, però, controverso. [67] Pertanto, sostiene Hans Günter Hockerts, i nazisti avevano infatti creato una sorta di religione politica di legare "senza tetto diventare potere religioso", hanno il genocidio degli ebrei, ma in etnica e eugenetica razzismo giustificati si basa. Per una interpretazione del nazionalsocialismo come religione parla principalmente l'assenza di trascendenza idee. [68]

Relazione al cristianesimo
Il programma nazista del 1920 ha affermato un "Positive cristianesimo", definito come "libertà di tutte le confessioni religiose nello stato quanto non mettono in pericolo la sua esistenza o violano la Sittlichkeits- e morale il senso della razza tedesca." A quel tempo la formulazione era come la tolleranza e l'imparzialità contro le confessioni cristiane sotto la ragion di Stato e del bene comune e incompreso accolto, anche se Hitler del 1925 una minaccia per l'attività politica dei cristiani in parti diverse del NSDAP unito con esso. In effetti, la voce di programma ordinato cristianesimo razzismo sotto e Uncollected per antisemitismo, espresso come una "lotta contro la concezione giudaico-materialista del mondo", e per la guidato dallo stato "comunità popolare" autoritaria, espresso come "bene comune prima di proprio interesse". Hitler ha affermato il cristianesimo nelle sue dichiarazioni del governo da febbraio e 23 marzo 1933 fa 1 solo motivi tattici per ottenere il sostegno degli Stati Chiese per la costruzione di conformista "Stato leader". Le chiese hanno fatto questo supporto volentieri e in contrasto con la propria dottrina universale solo gradualmente nella lotta chiesa (1934) riconosciuto ed espresso. [69]

Nazismo capito la sua ideologia razzista come lo stato capo in tutte le sfere della società per essere eseguita "Weltanschauung". Questa affermazione totalitaria di assolutezza tendeva a entrare in conflitto con le altre "confessioni". Da un lato garantito il programma NSDAP come Hitler nel "Mein Kampf" chiese la mainline di grandfathering e interno chiesa autogoverno, d'altra parte mirato al loro limite su questioni non politiche e interventi di vasta portata in strutture ecclesiastiche. Così provato il DC dal 1933, la Chiesa evangelica tedesca di unificare (DEK) ai fini di un non-confessionale, a pianificazione centrale chiesa imperiale e ideologicamente pareggiare il nazismo. Il Vecchio Testamento che ha respinto come "giudaizzazione" del cristianesimo e ha cercato di abolirla. Come questo tentativo nella lotta chiesa non è riuscita, il regime nazista accese la DC.

Hitler ha concesso al Vaticano e vescovi tedeschi nel 1933 Reichskonkordat la libertà di religione, scuole religiose e le università, fino a quando la Chiesa Cattolica Romana per rinunciare a qualsiasi attività politica. Il Centro partito cattolico disperso dopo che la legge delega aveva accettato, e così la dittatura di Hitler dà la necessaria maggioranza emendamenti costituzionali. Come le chiese nel 1940 in disaccordo con alcuni omicidi di massa del regime nazista, Hitler ha rafforzato le forze anticlericali nel partito nazista e ha permesso loro di territori conquistati come la Warthegau di rovesciare le chiese di queste pubblico per legge le imprese sono stati declassati a semplici associazioni religiose.

A differenza del DC Hitler non credeva che tappi le "radici ebraiche del cristianesimo" e questo completamente "entjuden" andarsene. Hitler ha sostenuto quindi internamente i critici del cristianesimo nella NSDAP. Egli ha espresso questo punto di vista ma deliberatamente mai pubblicamente, perché aveva paura di perdere il suo sostegno tra la popolazione. [70] Una eliminazione a lungo termine del cristianesimo può quindi essere accolto come un obiettivo politico a lungo termine del nazionalsocialismo.

"Deismo"
→ principale articolo: credere in Dio
1936 ha avviato i nazisti con la chiesa lottare un movimento di uscita chiesa. Era accompagnata da scritti ideologici del partito ideologo Alfred Rosenberg, in particolare attraverso il suo mito del 20 ° secolo, [71], nonché attraverso pubblicazioni Erich Ludendorff e sua moglie Mathilde. Il termine "credere in Dio", inteso come un contrasto positivo per "incredulità", dovrebbe essere genuino religioso o solo apparentemente religiosi, confessionali individui non legati con la vicinanza ideologica al nazismo segno positivo. [72]

"Credi in Dio" è stato, secondo la dizionario filosofico dal 1943 definito "denominazione ufficiale per coloro che professano fedeltà a una pietà specie-specifico e la morale, senza essere chiesa confessionale-bound, ma poi rifiutare la religione e irreligione". [73]

L'introduzione del concetto di tutto ecclesiastica non legato, ma non infedele "compagni" è visto come un tentativo, un formula di identificazione religiosa per i funzionari e membri del NSDAP e la "tedesca movimento credenti di stabilire" oltre le chiese e le altre comunità di fede. [74] Dal entrambi appartenenti a una comunità religiosa così come "libero pensatore" sotto i nazisti non sono stati considerati un bene di carriera, offerta dalla adozione del Ministro degli Interni del Reich dal 26 nov 1936 ufficialmente etichetta lanciato "credere in Dio" per i nazisti non confessionali modo, [75] per documentare in modo che avrebbero da una Chiesa non uscirà automaticamente "incredulità" o freidenkerisch-liberale. [76]


RispondiCitazione
MarioG
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3055
 

Perche' ha deciso di crocifiggerci con 5 o 6 paginate di una pessima traduzione automatica?

Cioe', volendo basta il link, e poi la traduzione se la fa chi vuole...


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Se qualcuno la vuole tradurre meglio e' il benvenuto.
Vediamo con la inglese, che si capisce qualcosa di più.

PROPAGANDA 4

en.wikipedia.org/wiki/Economy_of_Nazi_Germany

L'economia politica della Germania nazista [modifica]

All'inizio della sua carriera politica, Adolf Hitler considerava questioni economiche come relativamente poco importante. Nel 1922, Hitler proclamò che "la storia del mondo ci insegna che nessuna persona è diventata grande attraverso la sua economia, ma che una persona può benissimo morire così", e poi ha concluso che "l'economia è una cosa di secondaria importanza". [8] Hitler e i nazisti hanno tenuto un molto forte idealistica concezione della storia, che ha dichiarato che gli eventi umani sono guidati da un piccolo numero di individui eccezionali a seguito di un ideale superiore. Essi credevano che tutte le preoccupazioni economiche, essendo puramente materiale, erano indegni di loro considerazione. Hitler arrivò al punto di dare la colpa di tutti i governi tedeschi precedenti da Bismarck di avere "la nazione soggiogata al materialismo" contando più sullo sviluppo economico pacifico che su espansione attraverso la guerra. [9]

Per queste ragioni, i nazisti non hanno mai avuto un programma economico ben definito. L'originale "Twenty-Five Programma punti" del partito, adottata nel 1920, ha elencato diverse richieste economiche (tra cui "l'abolizione di tutti i redditi non guadagnati con il lavoro", "la confisca spietato di tutti i profitti di guerra", "la nazionalizzazione di tutte le imprese che sono stati costituiti in società "," partecipazione agli utili nelle grandi imprese "," ampio sviluppo di assicurazione per la vecchiaia, "e" riforma agraria adatto alle nostre esigenze nazionali "), [10] ma il grado in cui i nazisti sostenuto questo programma negli anni successivi è stata messa in discussione. Diversi tentativi sono stati fatti nel 1920 per cambiare un po 'del programma o sostituirlo completamente. Ad esempio, nel 1924, Gottfried Feder ha proposto un nuovo programma di 39 punti che ha mantenuto alcune delle vecchie tavole, sostituiti gli altri e ha aggiunto molti quelli completamente nuovi. [11] Hitler si rifiutò di consentire a qualsiasi discussione del programma del partito dopo il 1925, apparentemente su per il fatto che nessuna discussione era necessario perché il programma era "inviolabile" e non avevano bisogno di alcuna modifica. Allo stesso tempo, però, Hitler non ha mai espresso il sostegno pubblico per il programma e molti storici sostengono che egli era in realtà contrario privatamente ad esso. Hitler non ha menzionato nessuna delle tavole del programma nel suo libro, Mein Kampf, e solo parlato di sfuggita come "il cosiddetto programma del movimento". [12]

Vista di Hitler su economia [modifica]
Vista di Hitler su economia, oltre il suo precoce convinzione che l'economia era di secondaria importanza, sono una questione di dibattito. Da un lato, ha proclamato in uno dei suoi discorsi che "siamo socialisti, noi siamo nemici del sistema economico capitalista di oggi", [13] ma era chiaro a sottolineare che la sua interpretazione del socialismo "non ha nulla a che fare con marxiana . socialismo ", dicendo che" il marxismo è anti-proprietà, vero socialismo non è "[14] In un secondo momento, Hitler disse:" Socialismo Questo è uno sfortunato del tutto parola ... Che cosa significa socialismo reale significa Se le persone hanno!? qualcosa da mangiare e loro piaceri, allora hanno il loro socialismo ". [12] In privato, Hitler ha anche detto che" io assolutamente insisto sulla protezione della proprietà privata ... dobbiamo incoraggiare l'iniziativa privata ". [15] In un'altra occasione lui qualificato quella dichiarazione dicendo che il governo dovrebbe avere il potere di regolamentare l'uso della proprietà privata per il bene della nazione. [16] Poco dopo il suo arrivo al potere, Hitler ha detto un confidente: "Non c'è nessuna licenza più, nessun privato sfera in cui l'individuo appartiene a se stesso. Questo è il socialismo, non tali questioni banali come la possibilità di possedere privatamente dei mezzi di produzione. Queste cose non significano nulla se I persone soggette a una sorta di disciplina non possono sfuggire ... che bisogno abbiamo di socializzare le banche e le fabbriche? Abbiamo socializzare gli esseri umani ". [17] Egli chiaramente credeva che la mancanza di un preciso programma economico è stato uno dei punti di forza del Partito nazista, dicendo:". La caratteristica fondamentale della nostra teoria economica è che non abbiamo nessuna teoria del tutto "[18 ] Pur non sposando una filosofia economica specifica, Hitler impiegato antisemite temi per attaccare sistemi economici di altri paesi, associando gli ebrei etnici sia con il comunismo ("bolscevichi ebrei") e il capitalismo, entrambi i quali si oppose. [19] [20] Hitler credeva anche che gli individui all'interno di una nazione combattuto tra di loro per la sopravvivenza, e che tale concorrenza spietata era buono per la salute della nazione, perché ha promosso "individui superiori" a posizioni più elevate nella società. [21] A Berchtesgaden Hitler tenne il suo discorso finale, elaborata da Albert Speer, di fronte a un pubblico. Egli ha sottolineato l'"auto-responsabilità di settore". Dopo la guerra vinta "iniziativa privata di imprese tedesche sperimenterà il suo più grande momento", e Hitler ha espresso la sua fede nel " ulteriore sviluppo dell'umanità attraverso la promozione dell'iniziativa privata, nella quale soltanto io vedo il presupposto per tutti un reale progresso. "[22]

Economia prima della guerra: 1933-1939 [modifica]

Prodotto nazionale lordo e PIL deflatore, di anno in anno a variazione%, 1926-1939, in Germania. Fonte: Dai dati del Statistisches Bundesamt pubblicazione Pdf file di pubblicazione tedesca.
I nazisti salirono al potere nel bel mezzo della Grande Depressione. Il problema più urgente a quel punto era un tasso di disoccupazione vicino al 30%. [23] Prima della seconda guerra mondiale, Hitler nominato Hjalmar Schacht, un ex membro del Partito democratica tedesca, in qualità di Presidente della Reichsbank nel 1933 e Ministro dell'Economia nel 1934. [23]

In un primo momento, Schacht ha proseguito le politiche economiche introdotte dal governo di Kurt von Schleicher nel 1932 per combattere gli effetti della Grande Depressione. Le politiche ereditate incluso un grande pubblico opere programmi sostenuti dalla spesa in deficit - come la costruzione della autostrada rete - per stimolare l'economia e ridurre la disoccupazione. [24] Si è notevole riduzione della disoccupazione nel corso degli anni seguenti, mentre il controllo dei prezzi ha impedito il recidiva di inflazione. Tuttavia, il controllo dei prezzi in agricoltura anche spremuto piccoli agricoltori. [25] Allo stesso modo, mentre la disoccupazione è diminuita, il tenore di vita languivano:. Razionamento dei beni fondamentali come cibo e vestiti, e le linee lunghe divenne comune [26]

La Grande Depressione aveva stimolato la proprietà statale nella maggior parte dei paesi capitalisti occidentali. Questo ha avuto anche luogo in Germania negli anni precedenti per l'acquisizione politica nazista. I programmi elettorali nazisti supportati nazionalizzazione delle grandi industrie, se il governo del partito nazista comprendeva alcune attuale politica delle privatizzazioni nel 1930. [27] Tra gli anni fiscali 1934-1935 e 1937-1938, la privatizzazione era una piccola fonte di entrate per Tesoro della Germania, che rappresentano solo il 1,4 per cento delle entrate fiscali totali. [28]

Tra le società che sono state privatizzate, sono state le quattro maggiori banche commerciali in Germania che erano venuti
tutti di proprietà pubblica nel corso degli anni precedenti; Commerz- und Privatbank, Deutsche Bank und Disconto-Gesellschaft, Golddiskontbank e Dresdner Bank. Invece di fare importanti decisioni di investimento, e determinare l'uso che i loro fondi dovevano essere parole, le banche private solo hanno dovuto fornire i mezzi tecnici per la copertura di spesa pubblica o finanziamento di nuovi investimenti, il volume e la cui composizione era stata precedentemente risolta dal il governo. [29] Anche privatizzata fosse la Deutsche Reichsbahn (ferrovie tedesche), al momento la più grande impresa pubblica unico al mondo, la Vereinigte Stahlwerke AG (Stati acciaierie), la seconda più grande società per azioni in Germania (il più grande era Farben Industrie AG) e Vereinigte Oberschlesische Hüttenwerke AG, una società che controlla tutta la produzione di metallo nel settore superiore del carbone e dell'acciaio della Slesia. Il governo ha inoltre venduto un certo numero di imprese di costruzione navale, e migliorato utenze private a scapito di proprietà comunale utilities. [30]

Le politiche economiche del Terzo Reich erano all'inizio del brainchildren di Schacht, che ha assunto la carica di presidente della banca centrale sotto Hitler nel 1933, ed è diventato ministro delle finanze per l'anno successivo. Schacht fu uno dei pochi ministri delle Finanze per approfittare della libertà prevista entro la fine del gold standard per contenere il disavanzo bassi tassi di interesse e del bilancio statale alto, con enormi opere pubbliche finanziate da grandi deficit di bilancio. [23] La conseguenza è stata una estremamente rapido calo della disoccupazione -. il più rapido declino della disoccupazione in tutti i paesi durante la Grande Depressione [23] Ma se questo ha aiutato la media tedesca è una questione di dibattito-mentre più tedeschi avevano un lavoro, un focus sul riarmo significava il razionamento nei prodotti alimentari , abbigliamento, metallo, legno e [31] per la maggior parte dei cittadini. Razionamento eventualmente esteso ad uso di carburante e produzione di automobili, lasciando molti tedeschi in grado di guidare. Goering nazionalizzò l'industria siderurgica di industriali caduti in disgrazia politica (come Fritz Thyssen nel 1939) e ha costituito la Hermann Goering Funziona nel 1937 con l'obiettivo di produrre acciaio da basso grado di ferro tedesca a prezzi non redditizi per le altre imprese siderurgiche. [32] Tuttavia, la produzione è scesa a corto di domanda riarmo. Quando la produzione nel settore del minerale di ferro nazionalizzata rifiutato, "camicie marroni" sequestrati negozi privati ​​dalle fabbriche, chiese, e cimiteri. [33]

Nel frattempo, i nazisti sostituito sindacati Weimar con quello che molti tedeschi vedevano come le nuove e migliorate sindacati chiamato il Fronte del lavoro tedesco e vietati scioperi, sacchi e serrate. La Camera di Economia (il cui presidente è stato nominato dal ministro dell'economia del Reich) è stato istituito, che ha integrato tutte le camere di commercio allo stesso modo il Fronte del Lavoro aveva assorbito i sindacati. Nel 1934 questi due gruppi si fusero in qualche modo quando la Camera dell'Economia è diventato anche il dipartimento di economia del Fronte del Lavoro. Per facilitare questo, un consiglio di amministrazione gestito da rappresentanti del partito, Fronte del Lavoro e della Camera di Economia è stato istituito per centralizzare l'attività economica - molti hanno visto questo come corporativista., Nonostante le differenze tra fascismo italiano e nazismo tedesco [34]

Quando si trattava di attività al dettaglio e piccoli, al fine di coordinare e promuovere principi nazionalsocialisti tra i lavoratori ei piccoli imprenditori, i consigli dei negozi e Corti d'Onore sono stati istituiti per monitorare al dettaglio. A differenza di fascismo italiano, il nazismo percepito i lavoratori e datori di lavoro in ogni impresa, come le famiglie; ciascuno con ruoli diversi. In termini reali ciò significa che i salari, orari di lavoro e le pratiche commerciali generali sono stati determinati dai consigli dei lavoratori (i cui membri variava 2-10). E datori di lavoro, in cerca di un compromesso [35] Nel solo 1934, diverse centinaia di casi di "cattiva gestione" e "sfruttamento" sono stati portati alla Corte: numerosi avvertimenti, multe e altre sanzioni sono stati consegnati. In totale, più di 50 lavoratori sono stati sostituiti e 13 datori di lavoro avevano le loro imprese confiscate. [36] I nazisti erano determinati a eliminare la presenza di grandi magazzini (molti dei quali erano di proprietà di ebrei), e cominciò ad attuare politiche per frenare la loro influenza ed espansione. Requisiti di licenza rigorose e divieti temporanei (ognuno dei quali è diventato permanente, anche dopo la data di scadenza) sono stati passati che ha avuto un effetto immediato sulla vendita al dettaglio. [36]

Schacht è stato incoraggiato a porre maggiormente l'accento sulla produzione militare e riarmo. Un certo numero di economisti, a cominciare da Michal Kalecki, hanno visto questo come esempio di keynesismo militare. Tuttavia, mentre la Germania è riuscita a riarmo, la produzione di agricoltura e beni di consumo stagnazione, e il tenore di vita è sceso. Produzione di agricoltura, in particolare, raramente superava 1913 livelli. [4] Piuttosto che innescando una spinta economica, sotto forma di Schacht del keynesismo militare ha creato un potente esercito e quello che il professor Richard Evans nella sua storia "Il Terzo Reich Di Alimentazione" chiamato, "grottesca conseguenze per la vita quotidiana dei tedeschi comuni ". [33]

Nel mese di giugno 1933, è stato introdotto il "Programma Reinhardt" per lo sviluppo delle infrastrutture. Ha unito incentivi indiretti, quali riduzioni fiscali, con investimenti pubblici diretti a corsi d'acqua, ferrovie e autostrade. [37] E 'stato seguito da analoghe iniziative con conseguente grande espansione del settore delle costruzioni tedesca. Tra il 1933 e il 1936, l'occupazione nelle costruzioni è salito da solo 666.000 a più di 2.000.000. [38]

Automobili e altri mezzi di trasporto a motore è diventato sempre più attraente per la popolazione, e l'industria automobilistica tedesca boom. [39] Tuttavia, il governo di Berlino ha vietato molti tipi di veicoli e ha permesso la produzione di soli 19 diversi modelli di auto e camion. [ 40] Tale quota è diminuita la scelta dei consumatori e dei profitti, e combinato con la carenza di gomma per creare quello che un osservatore americano chiamato "drastiche restrizioni per l'uso di veicoli a motore". [33]

Nel 1936, la spesa militare in Germania ha superato il 10% del PIL, superiore a qualsiasi altro paese europeo, al momento, dopo anni di limitazioni imposte dal Trattato di Versailles. Investimenti militari anche superato gli investimenti civile dal 1936 in poi. [41]

La bilancia dei pagamenti tedesca è andato fortemente negativo. Nel 1933-1936 le esportazioni sono diminuite del 9% in valore, mentre le importazioni sono cresciute del 9%. [42] Nella primavera e l'estate del 1936, la ridotta disponibilità di valuta estera importazioni vincolati di materie prime, con alcune riserve fondamentali cadere a solo due mesi 'produzione. [43] Dr. Schacht ha informato il ministro della guerra, il feldmaresciallo Werner von Blomberg che la mancanza di piombo e rame impedito soddisfare le sue richieste di aumento della produzione militare. [44]

Hitler di fronte alla scelta tra le raccomandazioni in conflitto. Da una parte un "libero mercato" fazione tecnocratico all'interno del governo, incentrato Reichsbank Presidente Hjalmar Schacht, ministro dell'economia Walther Funk e prezzo Commissario Dr. Carl Friedrich Goerdeler che chiede la spesa militare è diminuito, il libero scambio, e una moderazione intervento dello Stato in l'economia. Questa fazione è stata sostenuta da alcuni dei più importanti uomini d'affari in Germania,
in particolare Hermann Duecher di AEG, Robert Bosch di Robert Bosch GmbH e Albert Voegeler di Vereinigte Stahlwerke AG. [45] D'altra parte la fazione più politicizzati favorito autarchiche politiche e sostenuta le spese militari. [46] Tipicamente, Hitler esitò prima di schierarsi con il secondo, e nel mese di agosto ha emesso il "Quattro-Year Plan Memorandum" ordinando Hermann Göring di avere l'economia tedesca pronto per la guerra nel giro di quattro anni. [47] [48] La "piano quadriennale" è aumentata l'intervento dello Stato nell'economia e dirottato le risorse provenienti dal settore privato per il riarmo. Riarmo ha stato a corto di obiettivi di Goering, e il piano ha provocato scarsità e il razionamento per la maggior parte dei cittadini tedeschi.

Storici come Richard Overy hanno sostenuto che l'importanza della nota, che è stato scritto personalmente da Hitler, può essere desunta dal fatto che Hitler, che aveva qualcosa di una fobia sulla scrittura, quasi mai scritto nulla in basso, il che indica che Hitler aveva qualcosa di particolarmente importante da dire. [49] Il "Quattro-Year Plan Memorandum" predicare un imminente a tutto campo, lotta apocalittica tra "giudeo-bolscevismo" e nazionalsocialismo tedesco, che ha richiesto uno sforzo totale al riarmo indipendentemente dai costi economici. [50]

Nella nota, Hitler scrisse:

Dallo scoppio della Rivoluzione francese, il mondo si sta muovendo con sempre maggiore velocità verso un nuovo conflitto, la soluzione più estrema che si chiama il bolscevismo, la cui essenza e lo scopo, tuttavia, sono solo l'eliminazione di quegli strati dell'umanità che hanno finora fornito la leadership e la loro sostituzione con ebrei di tutto il mondo. Nessuno Stato potrà ritirare o anche rimanere ad una distanza da questo conflitto storico ... Non è lo scopo di questo memorandum a profetizzare il momento in cui la situazione insostenibile in Europa diventerà una crisi aperta. Voglio solo, in queste righe, per impostare la mia convinzione che questa crisi non può e non riuscire ad arrivare e che è dovere della Germania di garantire la propria esistenza con ogni mezzo di fronte a questa catastrofe, e per proteggersi contro di essa, e che da questa costrizione ci si pone una serie di conclusioni relative alle missioni più importanti che siano mai stati fissati il ​​nostro popolo. Per una vittoria del bolscevismo sulla Germania non porterebbe a un trattato di Versailles, ma alla distruzione finale, anzi l'annientamento del popolo tedesco ... ritengo necessario che il Reichstag di passare le due leggi seguenti: 1) una legge che prevede la pena di morte per sabotaggio economico e 2) Una legge che l'intera comunità ebraica risponde di tutti i danni inflitti da singoli esemplari di questa comunità di criminali sull'economia tedesca, e, quindi, sul popolo tedesco. [51]

Hitler chiamato per la Germania di avere "primo esercito" del mondo in termini di lotta di potere entro i prossimi quattro anni, e che "il grado di sviluppo militare delle nostre risorse non può essere troppo grande, né il suo ritmo troppo veloce" [corsivo nell'originale ] e il ruolo dell'economia era semplicemente quello di sostenere le "auto-affermazione di Germania e l'estensione del suo Lebensraum". [52] [53] Hitler ha continuato a scrivere che, data l'entità della lotta a venire che le preoccupazioni espresse dai membri del la fazione del "libero mercato", come Schacht e Goerdeler che l'attuale livello di spesa militare è stata mandando in rovina la Germania erano irrilevanti. Hitler scrisse che: "Tuttavia ben bilanciato lo schema generale della vita di una nazione dovrebbe essere, ci deve in particolari periodi essere certi disturbi del bilancio a scapito di altre attività meno vitali Se non riusciamo a portare l'esercito tedesco come. rapidamente possibile al rango dell'esercito premier nel mondo ... allora la Germania saranno persi! "[54] e" La nazione non vive per l'economia, per i leader economici, o per le teorie economiche o finanziarie, al contrario , è la finanza e l'economia, leader economici e le teorie, che tutti devono la manutenzione non qualificata in questa lotta per l'auto-affermazione della nostra nazione ". [54]

Documenti come il Piano Memo quadriennale sono stati spesso utilizzati da storici come Henry Ashby Turner e Karl Dietrich Bracher che sostengono un "primato della politica" approccio (che Hitler non era subordinato al lavoro tedesco, ma piuttosto il contrario è avvenuto ) contro l'approccio "primato dell'economia" propugnato dagli storici marxisti (che Hitler era un "agente" di e subordinato al business tedesco). [55]

Lo storico britannico marxista Timothy Mason, che è stato uno dei maggiori esperti di storia economica della Germania nazista ha sostenuto che dopo la crisi economica 1936, un "primato della politica" ha prevalso con interessi economici, ne sono dipendenti al regime nazista. In un saggio del 1966, Mason ha scritto "che sia la politica interna ed estera del governo nazionalsocialista è diventato, dal 1936 in poi, aumentando indipendente dall'influenza delle classi dirigenti economiche, e anche in alcuni aspetti essenziali corse contrario ai loro interessi collettivi" . e che "è stato possibile per lo Stato nazionalsocialista ad assumere un ruolo del tutto indipendente, per il" primato della politica "di affermarsi" [56] Mason usata la seguente per sostenere la sua tesi:

che dopo la crisi economica 1936, industriali tedeschi erano sempre più esclusi dal processo decisionale [57]
che dopo il 1936, lo Stato tedesco è venuto a giocare un ruolo dominante crescente nell'economia tedesca, sia attraverso società di proprietà dello Stato e ponendo crescenti ordini più grandi [57]
che l'espansione della produzione di armamenti legati supportata da uno stato altamente interventista economico ha portato a quelle imprese capitalistiche non correlate agli armamenti di andare in declino [57]
il calo della efficacia gruppi di pressione economici nel Terzo Reich [57]
che anche se ogni grande industriale tedesco ha chiesto una riduzione di lavoro standard di vita della classe dal 1933 in poi, prima del 1942 il regime nazista sempre ignorato tali chiamate, e ha cercato invece di aumentare gli standard di vita della classe di lavoro [57]
L'approccio di Mason "primato della politica" contro il tradizionale "primato dell'economia" marxista approccio lo ha coinvolto nel 1960 con un dibattito vigoroso con l'Oriente storici tedeschi Eberhard Czichon, Dietrich Eichholtz e Kurt Gossweiler. [57] Gli ultimi due storici hanno scritto se Mason era corretta, allora questo equivarrebbe a "una smentita completa di analisi sociale marxista». [57]

Il 1936 rappresenta anche un punto di svolta per la politica commerciale tedesco. Hjalmar Schacht fu sostituito nel settembre 1936 da Hitler tenente Hermann Göring, con il mandato di rendere la Germania autosufficienti a combattere una guerra nel giro di quattro anni. [23] Secondo le importazioni Göring erano ridotto. I salari ei prezzi sono stati controllati - sotto pena di essere inviato al campo di concentramento. I dividendi sono stati limitati a sei per cento sul capitale libro. E gli obiettivi strategici da raggiungere a tutti i costi dichiarati:. La costruzione di impianti di gomma sintetica, più acciaierie, fabbriche tessili automatici [23]

I prezzi mondiali delle materie prime (che costituivano la maggior parte delle importazioni tedesche) erano in aumento. Allo stesso tempo, i prezzi mondiali di manufatti (principali esportazioni della Germania) sono stati in calo. Il risultato fu che la Germania ha trovato sempre più difficile mantenere una bilancia dei pagamenti. Un grande disavanzo commerciale sembrava quasi inevitabile. Ma Hitler ha trovato questa prospettiva inaccettabile. Così la Germania, seguen
do l'esempio in Italia, ha cominciato ad allontanarsi da parzialmente libero commercio in direzione di autosufficienza economica. [58]

A differenza di Italia, invece, la Germania non ha sforzano di raggiungere la piena autarchia. Hitler era a conoscenza del fatto che la Germania non aveva riserve di materie prime, e la piena autarchia era quindi impossibile. Così ha scelto un approccio diverso. Il governo nazista ha tentato di limitare il numero dei suoi partner commerciali, e, quando possibile, solo commerciare con i paesi nella sfera d'influenza tedesca. Sono stati firmati una serie di accordi commerciali bilaterali tra la Germania e altri paesi europei (per lo più paesi situati in Europa meridionale e sud-orientale), nel corso del 1930. Il governo tedesco ha fortemente incoraggiato scambi con questi paesi ma il commercio fortemente sconsigliato con tutti gli altri. [59]

Entro la fine del 1930, gli obiettivi della politica commerciale tedesca dovevano usare il potere economico e politico di rendere i paesi dell'Europa meridionale e dei Balcani dipende dalla Germania. L'economia tedesca richiama le sue materie prime da quella regione, e dei paesi in questione avrebbe ricevuto manufatti tedeschi in cambio. [60] la Germania avrebbe anche sfruttare relazioni commerciali produttive con la Spagna, la Svizzera e la Svezia in settori diversi come le importazioni di minerale di ferro e servizi di compensazione e di pagamento. [61] Nel corso del 1930, le imprese tedesche sono stati incoraggiati a formare cartelli, monopoli e oligopoli, i cui interessi sono stati poi protetti dallo Stato. [62]

Mentre l'intervento dello Stato nell'economia rigoroso, e la politica di riarmo massiccio, ha portato alla piena occupazione nel corso del 1930, i salari reali in Germania è sceso di circa il 25% tra il 1933 e il 1938. [23] libri del lavoro sono stati introdotti nel 1935, e richiesto la consenso del precedente datore di lavoro, al fine di essere assunto per un altro lavoro. [23] Al posto di ordinario incentivo profitto a guidare gli investimenti, gli investimenti è stato guidato attraverso la regolamentazione ad accordare con le esigenze dello Stato. Finanziamento del governo alla fine è venuto a dominare il processo di investimento, con la percentuale di titoli privati ​​emessi caduta da oltre la metà del totale nel 1933 e nel 1934 a circa il 10 per cento negli anni 1935-1938. Aliquote fiscali pantagruelici - a volte raggiungendo livelli, come il 98% - sui profitti limitati autofinanziamento delle imprese. [6] I più grandi società erano per lo più esenti da imposte sugli utili, ma il controllo del governo di questi erano abbastanza vasta da lasciare "solo il guscio of private ownership." [ 63 ]

Un importante dibattito storiografico sulla relazione tra l'economia tedesca e la politica estera il processo decisionale è stato richiesto alla fine del 1980, quando lo storico britannico marxista Timothy Mason ha dichiarato che la crisi economica ha provocato una "fuga verso la guerra" nel 1939. Le argomentazioni di Mason erano che la classe operaia tedesca era sempre opposto alla dittatura nazista; che l'economia tedesca surriscaldato delle fine del 1930, i lavoratori tedeschi potrebbe costringere i datori di lavoro a concedere salari più elevati, lasciando per un'altra impresa che concedere gli aumenti salariali desiderati; che si trattava di una forma di resistenza politica e questa resistenza ha costretto Adolf Hitler ad andare in guerra nel 1939. [64] In tal modo, lo scoppio della seconda guerra mondiale è stato causato da problemi economici strutturali, un "volo in guerra" imposto da una nazionale crisi. [64] Gli aspetti chiave della crisi sono stati secondo Mason, un traballante ripresa economica è stata minacciata da un programma di riarmo che è stato travolgente l'economia e in cui spacconate nazionalista del regime nazista limitato le sue opzioni. [64] In questo modo, Mason articolato un der Primat Innenpolitik ("primato della politica interna") vista delle origini della Seconda Guerra Mondiale attraverso il concetto di imperialismo sociale [65] di Mason Primat der Innenpolitik tesi era in netto contrasto con il Primat der Außenpolitik ("primato della politica estera) di solito usato per spiegare la seconda guerra mondiale. [64] A parere di Mason, politica estera tedesca è stata guidata da considerazioni di politica interna, e il lancio della seconda guerra mondiale, nel 1939 è stato meglio inteso come "variante barbaro dell'imperialismo sociale». [66]

Mason ha sostenuto che "la Germania nazista era sempre piegata a un certo momento su una guerra di espansione". [67] Tuttavia, Mason ha sostenuto che i tempi di una tale guerra fu determinata da pressioni politiche interne, in particolare per quanto relativa ad una economia in mancanza, e non aveva nulla a che fare con ciò che Hitler voleva [67] Nella visione di Mason nel periodo compreso tra il 1936-1941, è stato lo stato dell'economia tedesca, e non "volontà" o "intenzioni" di Hitler che fu il determinato più importante tedesco il processo decisionale in materia di politica estera. [68] Mason ha sostenuto che i leader nazisti furono profondamente ossessionati dalla rivoluzione di novembre del 1918, ed è stato più disposto a vedere alcun calo di lavoro standard di vita della classe operaia per la paura che potrebbe provocare un'altra rivoluzione di novembre . [68] Secondo Mason, nel 1939, il "surriscaldamento" dell'economia tedesca causata dal riarmo, il fallimento dei vari piani di riarmo prodotti dalle carenze di lavoratori qualificati, agitazioni industriale causato dalla rottura delle politiche sociali tedeschi, e la forte calo del tenore di vita della classe operaia tedesca costrinse Hitler ad andare in guerra in un momento e il luogo non di sua scelta. [69] Mason ha sostenuto che di fronte alla profonda crisi socio-economica della leadership nazista aveva deciso di intraprendere un spietato "distruggere e afferrare" la politica estera di cogliere territorio in Europa orientale che potrebbe essere spietatamente saccheggiato per sostenere il tenore di vita in Germania. [70] Mason ha descritto la politica estera tedesca come guidato da una sindrome opportunistica "prossima vittima" dopo l'Anschluss, in cui la "promiscuità delle intenzioni aggressive" è stata alimentata da ogni mossa di politica estera di successo. [71] A parere di Mason, la decisione di firmare il patto di non aggressione tedesco-sovietico con l'Unione Sovietica e per attaccare la Polonia e la gestione del rischio di una guerra con la Gran Bretagna e Francia sono stati l'abbandono da parte di Hitler del suo programma di politica estera delineata nel Mein Kampf costretto su di lui dal suo bisogno di fermare un economia tedesca collasso cogliendo territorio all'estero, per essere saccheggiato. [69]

Critico leader di Mason è stato lo storico economico britannico Richard Overy. Overy ha parlato contro la tesi di Mason, sostenendo che, anche se la Germania ha dovuto far fronte a problemi economici nel 1939, la portata di questi problemi non può spiegare l'aggressione contro la Polonia e che le ragioni dello scoppio della guerra, erano dovuti a scelte fatte dalla dirigenza nazista. Per Overy, il problema con la tesi di Mason era che poggiava sul presupposto che in modo non mostrato da record, le informazioni è stata trasmessa a Hitler circa la 'Reich problemi economici s. [72] Overy ha sostenuto che non vi era una differenza tra economica le pressioni indotte dai problemi del Piano quarto anno e motivi economici a cogliere le materie prime, l'industria e riserve in valuta estera degli stati vicini, come un modo per accelerare il piano quadriennale. [73] Overy ha affermato che la capacità repressiva dello Stato tedesco come modo di trattare con l'infelicità domestica era un po 'sottovalutato da Mason. [74] Infine, Overy ha sostenuto che vi sono considerevoli prove che lo Stato tedesco si sentiva che pote
vano padroneggiare i problemi economici di riarmo; come un funzionario metterlo in gennaio 1940 "che abbiamo già imparato tante difficoltà in passato, che anche qui, se uno o altra materia prima è diventato estremamente scarse, modi e mezzi saranno sempre ancora essere trovato per uscire da una correzione" . [75] Adam Tooze sostiene che dal 1939 in poi, nonostante i successi militari in Occidente, l'economia tedesca è diventata dipendente dalle importazioni vitali dalla Unione Sovietica. [76] Tooze vede in questo un motivo per Hitler per iniziare la guerra con l'Unione Sovietica, perché «[l] a Terzo Reich non aveva alcuna intenzione di scivolare in questo tipo di dipendenza umiliante che la Gran Bretagna ora occupata in relazione agli Stati Uniti, ipotecando il suo patrimonio e vendere i suoi segreti, semplicemente per sostenere il suo sforzo bellico". [77] Fino al Operazione Barbarossa l'economia tedesca non poteva "fare a meno di forniture sovietiche di olio, grano, e metalli in lega." [78]

Un'altra parte della nuova economia tedesca è stata massiccia riarmo, con l'obiettivo è quello di espandere la Versailles 100.000 forte esercito tedesco in una forza di milioni di persone. Il piano quadriennale è stato discusso nel controverso Hossbach Memorandum, che fornisce i "minuti" da uno dei briefing di Hitler.

La guerra è venuto e anche se il piano quadriennale tecnicamente è scaduto nel 1940, Hermann Göring aveva costruito una base di potere nel "Ufficio del piano quadriennale" che controllava in modo efficace tutte le questioni economiche e produttive tedesche da questo punto nel tempo. Nel 1942 le crescenti oneri della guerra e la morte di Fritz Todt nel 1942 ha visto l'economia passare a una piena economia di guerra sotto l'efficiente [79] guida di Albert Speer.

Grazie al controllo dello Stato, le imprese avevano poca libertà d'impresa [40] in un regime che è stato descritto come "command-capitalismo». [80] Al posto degli incentivi di profitto ordinarie che guidano l'economia, investimento finanziario è stato regolato secondo le esigenze del stato. L'incentivo di profitto per gli uomini d'affari è rimasto, ma è stata notevolmente modificata; Agenzie nazisti sostituito il profitto che assegnato automaticamente gli investimenti, e il corso dell'economia. [81] finanziamento governo nazista alla fine dominata investimenti finanziari privati ​​e imposte sugli affari pesanti autofinanziamento delle imprese limitato. [Citazione necessaria] Le più grandi imprese erano per lo più esenti da imposte sugli utili, [82] Tuttavia, il controllo del governo è stata ampia. [83]

Le politiche di guerra: 1939-1945 [modifica]

Cherkashchyna ucraini deportati in Germania per servire come schiavi (OST-Arbeiter) 1942
Inizialmente, lo scoppio della seconda guerra mondiale non ha portato su eventuali grandi cambiamenti nell'economia tedesca. Germania aveva trascorso sei anni a prepararsi per la guerra, e una gran parte dell'economia era già dedicato alla produzione militare. [Citazione necessaria] Tuttavia, il razionamento è stato introdotto subito nel 1939. Gran Bretagna subito messo la loro economia sul piede di guerra, la Germania ha resistito misure equivalenti fino al più tardi nella guerra. Sono stati ideologicamente contrari alle donne che partecipano alla forza lavoro. A differenza di molti altri governi, i nazisti non aumentare le imposte dirette e personali per qualsiasi importo significativo, al fine di finanziare la guerra. [Citazione necessaria] Il piano imposta personale sul reddito tasso nel 1941 è stata del 13,7% in Germania rispetto al 23,7% in Gran Bretagna . [84]

L'inizio della guerra ha avviato un blocco britannico, e gravemente limitato l'accesso ai mercati mondiali tedeschi. Petrolio, zucchero, caffè, cioccolato, di cotone erano tutti estremamente scarse. Germania usato gassificazione del carbone per sostituire le importazioni di petrolio in misura limitata, e invocato giacimenti petroliferi romeni a Ploiesti. Germania dipendeva la Svezia per la maggior parte della loro produzione di minerale di ferro, e invocato Spagna e Portogallo per fornire tungsteno. La Svizzera ha continuato a commerciare con la Germania, ed è stato molto utile come un amichevole neutrale per la Germania. Fino alla dichiarazione di guerra dell'Unione Sovietica, il Terzo Reich ha ricevuto massicce forniture di grano e materie prime dal Sovietica, che hanno pagato con macchinari industriali, le armi e hanno anche venduto disegni tedeschi per una nave da guerra. Questa dipendenza economica l'Unione Sovietica è stato esemplificato quando nella primavera del 1940 l'Unione Sovietica ha chiesto per due impianti chimici, come compensazione per le materie prime. I tedeschi è diminuito dopo l'intervento dei militari. [77]

Durante la guerra, la Germania acquisito nuovi territori (sia per l'annessione diretta o mediante l'installazione di governi fantoccio in paesi vinti), questi nuovi territori sono stati costretti a vendere le materie prime e prodotti agricoli ad acquirenti tedeschi a prezzi estremamente bassi. La politica di Hitler di Lebensraum fortemente sottolineato la conquista di nuove terre in Oriente, e lo sfruttamento di queste terre per fornire merci a basso costo in Germania. In pratica, tuttavia, l'intensità dei combattimenti sul fronte orientale e il Soviet terra bruciata la politica, ha fatto sì che i tedeschi trovarono poco potevano usare e, d'altra parte, una grande quantità di merci scorreva in Germania da terre conquistate nel Ovest. Ad esempio, i due terzi di tutti i treni francesi nel 1941 sono stati utilizzati per trasportare merci in Germania. Norvegia perso il 20% del suo reddito nazionale nel 1940 e il 40% nel 1943. [85]

La politica fiscale è stata anche orientata verso lo sfruttamento dei paesi conquistati, da cui il capitale doveva essere riuniti per investimenti tedeschi. Le banche, come Bank Emisyjny w Polsce, sono stati creati per gestire le economie locali. [86]

Il lavoro forzato [modifica]
Articolo principale: Il lavoro forzato sotto il dominio tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale

Distintivo 'Polacco-lavoratori forzati
Anche prima della guerra, la Germania nazista ha mantenuto una offerta di lavoro degli schiavi. "Indesiderabili" (tedesco: unzuverlässige Elemente), come ad esempio i senzatetto, omosessuali e criminali nonché politici dissidenti, comunisti, gli ebrei, e chiunque altro che il regime voleva fuori dai piedi furono imprigionati in campi di lavoro. Dopo lo scoppio della guerra, prigionieri di guerra e di "indesiderabili" civili sono stati inizialmente portati in Germania dai territori occupati, ma la maggior parte dello schiavo e campi di lavoro forzato sono stati stabiliti nella Polonia occupata subito dopo l'invasione tedesca. Secondo il 1946 "Biuletyn Badania Zbrodni Niemieckich w Polsce", l'organismo ufficiale del governo per le indagini sui crimini tedeschi in Polonia (cfr NUKAT database accademico della Polonia), vi era una rete di 435 campi di lavoro forzato in Polonia occupata dai tedeschi, con alcuni composta da decine di campi controllate. campo di concentramento di Stutthof, per esempio, che ha iniziato ad operare 2 settembre 1939, è stata una rete di 105 campi separati, uno per quanto Torun di Copernico. I prigionieri erano per lo più polacchi, spesso arrotondato per piccole infrazioni o solo perché erano necessari nuovi organismi per espansione industrie, o ebrei, che erano prevalentemente contenuti in urbani ghetti. Circa l'85% degli ebrei polacchi, che hanno seguito le restrizioni culturali e religiose tradizionali e parlava poco polacco, ha portato molto isolata, anche se vite parallele in Polonia prima della guerra. Essi costituivano schiacciante della popolazione del ghetto, mentre coloro che sono stati "polonized" costituivano la popolazione lavoro forzato. Quando i ghetti sono stati "liquidati" tra 1942-1943, più agi
le ebrei polacchi furono mandati in campi di lavoro forzato. Questo è evidente negli archivi di KL Stutthof, dove i numeri ebrei prigionieri a spillo dopo il 1942.

Centinaia di migliaia di persone in territori occupati sono stati utilizzati come schiavi per le società tedesche come Thyssen, Krupp, la IG Farben e anche Fordwerke, che prima era una filiale della Ford Motor Company. [87] Nel 1944, il lavoro degli schiavi costituito un quarto di tutta la forza lavoro della Germania, e la maggior parte delle fabbriche tedesche avevano un contingente di prigionieri. [88] Nelle zone rurali la carenza di manodopera agricola è stata riempita da slavi, molte giovani donne, provenienti dai territori occupati della Polonia, della Russia, e Ucraina. I figli di questi lavoratori erano indesiderati in Germania. [89]

Lo sforzo di guerra [modifica]
La percentuale delle spese militari per l'economia tedesca ha cominciato a crescere rapidamente dopo il 1942, in quanto il governo nazista è stato costretto a dedicare più risorse economiche del paese a combattere una guerra persa. Fabbriche civili sono stati convertiti a uso militare e posti sotto amministrazione militare. Da metà 1943, la Germania passato a un'economia di guerra completo supervisionato da Albert Speer. Alla fine del 1944, quasi l'intera economia tedesca è stata dedicata alla produzione militare. Il risultato è stato un drammatico aumento della produzione militare, con un incremento di 2 o 3 volte di beni vitali come carri armati e aerei, nonostante l'intensificazione campagna aerea alleata e la perdita di territorio, e le fabbriche. Ristoranti e altri servizi sono stati chiusi per concentrarsi dell'economia tedesca sulle esigenze militari. L'incremento della produzione era insufficiente a corrispondere gli alleati in una categoria di produzione. Alcuni produzione è stata spostata sotterraneo nel tentativo di metterlo fuori dalla portata dei bombardieri alleati.

Dalla fine del 1944 in poi, bombardamenti alleati stavano distruggendo le fabbriche e le città tedesche ad un ritmo rapido, portando al collasso finale dell'economia di guerra tedesca nel 1945 (Stunde Null). Il cibo è diventato drasticamente scarse. Produzione di combustibile sintetico diminuita del 86% in otto mesi, la produzione esplosivo è stato ridotto del 42% e la perdita di uscita del serbatoio è stato del 35%. [90] La campagna di bombardamento alleato anche legato prezioso manodopera, con Albert Speer (Ministro degli Armamenti della Germania) stima che nell'estate del 1944 tra i 200.000 e 300.000 uomini sono stati impiegati in modo permanente nella riparazione impianti petroliferi e l'immissione sotterraneo produzione di petrolio.


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Oppure qua:

PROPAGANDA 5

en.wikipedia.org/wiki/Extermination_through_labour

Sterminio attraverso il lavoro

Il termine "sterminio attraverso il lavoro" (Vernichtung durch Arbeit) non è stato generalmente utilizzato dalla SS naziste, ma la frase è stata notevolmente utilizzato nell'autunno del 1942 nei negoziati tra Albert Bormann, Joseph Goebels, Otto Georg Thierack e Heinrich Himmler, relativa alla trasferimento dei detenuti nei campi di concentramento. Thierack e Goebbels specificamente usato il termine. [1] La frase è stata utilizzata di nuovo durante gli dopoguerra processo di Norimberga. [1]

Negli anni 1980 e 1990, tuttavia, gli storici hanno discusso l'uso appropriato del termine. Falk Pingel credeva che la frase non deve essere applicato a tutti i prigionieri nazisti, mentre Hermann Kaienburg e Miroslav Karny creduto "sterminio attraverso il lavoro" era un obiettivo costante della SS. Più di recente, Jens-Christian Wagner ha inoltre sostenuto che non tutti i prigionieri nazisti sono stati presi di mira con l'annientamento. [1]

Nella Germania nazista [modifica]
Per ulteriori informazioni: Il lavoro forzato sotto il dominio tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale
I nazisti perseguitarono molti individui a causa della loro razza, appartenenza politica, disabilità, religione o orientamento sessuale. [2] [3] gruppi emarginati dalla popolazione di maggioranza in Germania incluse le famiglie di welfare-dipendente con molti bambini, presunti vagabondi e transitori, nonché come membri dei gruppi problema percepito, come gli alcolisti e prostitute. Mentre queste persone sono stati considerati "tedesco a sangue", sono stati anche classificati come "disadattati sociali" (Asoziale), così come "zavorra-vite" superflue (Ballastexistenzen). Sono stati registrati nelle liste (così come lo erano gli omosessuali) dalle autorità civili e di polizia e sottoposti a una miriade di restrizioni statali e delle azioni repressive, che comprendeva la sterilizzazione forzata e, infine, la reclusione nei campi di concentramento. Chiunque apertamente oppose al regime nazista (come comunisti, socialdemocratici, democratici e obiettori di coscienza), è stato arrestato nei campi di prigionia. Molti di loro non è sopravvissuto alla prova. [2]

Mentre altri potrebbero forse redimersi agli occhi dei nazisti, non c'era posto nel mondo-visione di Hitler per gli ebrei, anche se la Germania ha incoraggiato e sostenuto l'emigrazione degli ebrei in Palestina e altrove dal 1933 fino al 1941 con gli accordi, come il Contratto di Haavara, o il Piano Madagascar. Durante la guerra, nel 1942 i leader nazisti si sono riuniti per discutere di ciò che era venuto per essere chiamato "la soluzione finale della questione ebraica" in una conferenza a Wannsee, in Germania. La trascrizione di questo incontro dà storici spaccato il pensiero del leader nazisti, come hanno messo a punto i dettagli salienti della loro distruzione futura, compreso l'uso di sterminio attraverso il lavoro come una componente della loro cosiddetta "soluzione finale". [4]

Sotto la guida corretta, gli ebrei sono ora nel corso della soluzione finale sarà opportunamente portato ai loro incarichi di lavoro in Oriente. Ebrei abili devono essere portato a queste aree per costruire strade in grandi colonne di lavoro separate per sesso, durante la quale una gran parte senza dubbio cadere attraverso un processo di riduzione naturale. Come sarà senza dubbio rappresentano la quota più robusto, l'eventuale residuo finale dovrà essere maneggiato in modo appropriato, in quanto costituirebbe un gruppo di individui naturalmente selezionati, e formerebbe il seme di una nuova resistenza ebraica -. Wannsee Protocollo 1942. [4]

Lavoratori forzati ebrei, marciando con pale, Mogilev, 1941
Nei campi nazisti, "sterminio attraverso il lavoro" è stato principalmente realizzata attraverso un'organizzazione del lavoro basata schiavi, che è il motivo per cui, in contrasto con il lavoro forzato di forze lavoro straniere, un termine dal processo di Norimberga è usato per "lavoro schiavo" e "lavoratori schiavi." [2]

Le condizioni di lavoro sono stati caratterizzati da: no retribuzioni di qualsiasi tipo; sorveglianza continua dei lavoratori; lavoro fisicamente impegnativo (per esempio, la costruzione di strade, lavori agricoli, e lavoro in fabbrica, in particolare nel settore degli armamenti); orari di lavoro eccessivi (spesso 10 a 12 ore al giorno); minimo nutrizione, razionamento del cibo; mancanza di igiene; scarsa assistenza medica e conseguente malattia; abbigliamento insufficiente (per esempio, vestiti estivi anche in inverno).

Hanno anche usato la tortura e l'abuso fisico Torstehen ("Hanging Gate") -. Le vittime costrette a stare fuori nuda con le braccia alzate - come una porta appeso sui cardini. Quando sono crollate o passati fuori, sarebbero stati picchiati fino a quando si ri-assunto la posizione. Pfahlhängen ("Post Allegato") ha coinvolto legare le mani del detenuto dietro la schiena e poi appeso per le mani da un palo alto. Ciò dislocare e disgiunti tra le braccia e la pressione sarebbe fatale in poche ore. (Cfr strappado.)

Campi di concentramento [modifica]

Porta nella Dachau campo di concentramento memoriale.
Reclusione in campi di concentramento era destinato non solo a rompere, ma di distruggere i detenuti. L'ammissione e la registrazione dei nuovi prigionieri, il lavoro forzato, il corpo prigioniero, le chiamate-rotolo tutti gli aspetti della vita del campo erano accompagnati da umiliazioni e vessazioni.

L'ammissione, la registrazione e gli interrogatori dei detenuti è stata accompagnata dai commenti sprezzanti da SS funzionari. I prigionieri sono stati calpestati e picchiati durante l'appello. Il lavoro forzato in parte costituito da compiti inutili e del lavoro pesante, che è stato lo scopo di logorare i prigionieri. [2]

In molti dei campi di concentramento, il lavoro forzato è stato inoltrato per l'avanzamento della macchina da guerra tedesca. In questi casi, orari di lavoro eccessivi sono stati anche visti come un mezzo per massimizzare il flusso. Oswald Pohl, il leader del Wvha ("SS Economia e Amministrazione principale Bureau", o SS-WVHA), che ha curato l'impiego di lavori forzati nei campi di concentramento, ordinato il 30 aprile 1942. [5]

Il comandante del campo da solo è responsabile per l'uso del potere dell'uomo. Questo lavoro deve essere faticoso nel vero senso della parola, al fine di ottenere le massime prestazioni. [...] Non ci sono limiti alle ore di lavoro. [...] Ora che consumano passeggiate e pause di metà giornata solo ai fini del consumo sono vietati. [...] Egli [il comandante del campo] deve collegare chiara conoscenza tecnica in questioni militari ed economici con il suono e la sapiente guida di gruppi di persone, che avrebbe dovuto portare insieme per raggiungere un elevato potenziale di rendimento. [5]

Fino a 25.000 dei 35.000 prigionieri incaricati di lavorare per la IG Farben in Auschwitz è morto. L'aspettativa di vita media di un prigioniero ebreo su un incarico di lavoro è pari a meno di quattro mesi. [6] I lavori forzati emaciati sono morti di stenti o di malattia o sono stati ritenuti incapaci di lavorare e ucciso. Circa il 30 per cento dei lavoratori forzati che sono stati assegnati a scavare tunnel, che sono stati creati per le fabbriche di armi negli ultimi mesi di guerra, è morto. [7] Nei campi di satelliti, che sono stati stabiliti in prossimità delle miniere e delle imprese industriali, i tassi di mortalità sono stati ancora più elevata, dal momento che le sistemazioni e le forniture erano spesso anche meno adeguata là che nelle principali campi.

La frase "Arbeit macht frei" ("il lavoro vi farà
liberi"), che potrebbe essere trovato in vari luoghi, in alcuni campi di concentramento nazisti, ad esempio sui cancelli d'ingresso, sembra particolarmente cinico in questo contesto. Il campo di concentramento di Buchenwald fu l'unico campo di concentramento con il motto "Jedem das Seine" ("a ciascuno ciò che merita") sul cancello d'ingresso.

In Unione Sovietica [modifica]
Articolo principale: Gulag
Il Soviet Gulag è talvolta presentato come un sistema di campi di sterminio, [8] [9] [10] [11] anche se questo è discutibile, considerando che, con l'ovvia eccezione degli anni di guerra, una grande maggioranza di persone che è entrato nel Gulag lasciato in vita. [12] Alexander Solzhenitsyn ha introdotto i campi di espressione di sterminio per lavorare nella sua opera saggistica Arcipelago Gulag. [13] Secondo lui, il sistema sradicate avversari, costringendoli a lavorare come prigionieri sul grande statali progetti (ad esempio, il Bianco canale del Mar Baltico, cave, ferrovie a distanza e progetti di sviluppo urbano) in condizioni disumane. Roy Medvedev commenta: "Il sistema penale della Kolyma e nei campi del nord è stato volutamente progettato per lo sterminio di persone . "[11] Alexander Nikolaevich Yakovlev si espande su questo, sostenendo che Stalin era il" architetto del sistema di gulag per distruggere completamente la vita umana ". [14] Writer Stephen Wheatcroft sostiene che la portata e la natura delle repressioni sovietiche Gulag devono essere guardato attraverso la prospettiva di maggiori popolazioni dell'Unione Sovietica. [15]

Secondo documenti Gulag interni precedentemente segreti, circa 1,6 milioni di persone devono essere morte nel periodo tra il 1930 e il 1956 nei campi di lavoro sovietici forzato e colonie (esclusi campi di prigionieri di guerra), anche se queste cifre sono solo le morti nelle colonie a partire dal 1935 . La maggioranza (circa 900.000) di queste morti quindi cadere tra il 1941 e il 1945, [16] in coincidenza con il periodo di tedesco-sovietico di guerra, quando i livelli di approvvigionamento di cibo erano bassi in tutto il paese.

Questi dati sono coerenti con i documenti archiviati che storico russo Oleg Khlevniuk presenta e analizza nel suo studio La Storia del Gulag: Dalla collettivizzazione al Grande Terrore, secondo cui circa 500.000 persone sono morte nei campi e colonie dal 1930 al 1941. [ 17] Khlevniuk sottolinea che queste cifre non tengono conto di eventuali decessi che si sono verificati durante il trasporto. [18] inoltre esclusi coloro che morì poco dopo il loro rilascio a causa del duro trattamento nei campi, [19] che, secondo entrambi gli archivi e memorie, erano numerose. [20] Lo storico J. Otto Pohl stima che circa 2.749.163 prigionieri perirono nei campi di lavoro, colonie e insediamenti speciali, anche se sottolinea che si tratta di una figura incompleta. [21] Anche se il bilancio delle vittime è ancora ampiamente dibattuto, nessuna istituzione statale o nazionale ha riconosciuto il sistema Gulag come un genocidio.

In Corea del Nord [modifica]
Articoli principali: Kwalliso e Prigioni in Corea del Nord
Si ritiene che simili campi operano in Corea del Nord, e ha ucciso almeno 20.000 prigionieri politici nel solo 2013, con almeno 130.000 in esso detenuti. [22] [23]


RispondiCitazione
Pagina 2 / 3
Condividi: