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Buttafuoco - Così comincia il Ramadan


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Così comincia il Ramadan: il perdono è un boccone di carne

Da oggi inizia il digiuno dei fedeli islamici: non è solo dieta e disciplina ma un percorso di elevazione spirituale

Cos’è il perdono? E’ quella fragranza che si sprigiona dai fiori dopo essere stati calpestati. Così si risponde al modo dei sufi. Questa notte c’è stato l’avvistamento della luna. A partire dal primo baluginio inizia il banchetto lungo un mese di Ramadan e la prima cosa da fare – col digiuno e con l’astinenza dall’ira, dalla maldicenza e dalla menzogna – è scacciare i pensieri fuggevoli e lasciare irradiare nell’intimo la Luce della benedizione. Non è una dieta, è disciplina. Non è penitenza, Ramadan. E’, al contrario, l’affinamento del respiro il cui mantice, il petto, accoglie la presenza illuminante.
Il cuore di ognuno è fra due dita dell’Onnipotente, ed è – come spiega Alberto Ventura in Sapienza sufi, Edizioni Mediterranee – “la rappresentazione sensibile di un principio di ordine trascendente, una vera e propria dimora della divinità nel centro dell’essere umano”. E’ “un boccone di carne”, il cuore. Ha forma di pigna, è nascosto all’esterno ed è racchiuso – in una cavità – in un miscuglio di sangue e viscera da cui emana lo spirito della vita. Lampada è il cuore. Un’esatta corrispondenza – annota Ventura, con Dante Alighieri – col linguaggio del nostro Medioevo: “Spirito della vita, lo quale dimora nella secretissima camera de lo cuore”.

Non è una ricognizione calcolante delle cose, la conoscenza. Né un rappresentare le stesse. In una mattina di ordinario disbrigo aeroportuale dello scalo di Palermo, in attesa di partire, c’è un povero padre con un figlio di quarant’anni, e forse più, seduto su una sedia a rotelle. Il figlio ha spasmi continui, le contrazioni non gli consentono il controllo della salivazione e quel padre troppo anziano per una pena così forte, al suo bimbo con la barba lunga di tre giorni non fa che asciugare di continuo il mento, e poi anche la camicia, e i pantaloni, nel frattempo che i singulti ne straziano l’espressione come a reclamare un boccone di vita, o una seconda nascita, o il minore massimo di un solo istante: col volto asciutto. E col papà – il cui bagaglio a mano è tutto di cenci, spugne e strofinacci – finalmente fermo.

La vera conoscenza è identificazione tra chi conosce e ciò cui si va incontro, questo si legge nel libro di Ventura mentre l’imbarco procede. Gli addetti incaricati di accompagnare i passeggeri bisognosi d’assistenza prendono in consegna quel figlio e quel padre, giusto il tempo di radunare documenti, se lo vede portare via per neppure un paio di metri ed è come se la secretissima camera de lo cuore dell’uno e dell’altro – del figlio e del padre, ma di tutti poi, anche dell’hostess al gate – diventasse conchiglia per contenere, simile a perla, il pianto diverso per l’uno e per l’altro. E per tutti, infine. L’uno per fare posto al cuore tutto intero. Quello del padre. L’altro per dare spazio a ogni cosa creata. Per il figlio. E tutti, poi – in quella mattina all’aeroporto di Palermo – per spogliare il proprio cuore di colpa, ingiustizia, odio e invidia. Solamente incontrando, tutti, un padre e un figlio.

Che cos’è la Misericordia? E quella fragranza che si sprigiona dalle pezze usate dal padre dopo essere state intrise di figlio. Così comincia il Ramadan in cui il boccone di carne – il cuore – è perdono.Cos’è il perdono? E’ quella fragranza che si sprigiona dai fiori dopo essere stati calpestati. Così si risponde al modo dei sufi. Questa notte c’è stato l’avvistamento della luna. A partire dal primo baluginio inizia il banchetto lungo un mese di Ramadan e la prima cosa da fare – col digiuno e con l’astinenza dall’ira, dalla maldicenza e dalla menzogna – è scacciare i pensieri fuggevoli e lasciare irradiare nell’intimo la Luce della benedizione. Non è una dieta, è disciplina. Non è penitenza, Ramadan. E’, al contrario, l’affinamento del respiro il cui mantice, il petto, accoglie la presenza illuminante. Il cuore di ognuno è fra due dita dell’Onnipotente, ed è – come spiega Alberto Ventura in Sapienza sufi, Edizioni Mediterranee – “la rappresentazione sensibile di un principio di ordine trascendente, una vera e propria dimora della divinità nel centro dell’essere umano”.

E’ “un boccone di carne”, il cuore. Ha forma di pigna, è nascosto all’esterno ed è racchiuso – in una cavità – in un miscuglio di sangue e viscera da cui emana lo spirito della vita. Lampada è il cuore. Un’esatta corrispondenza – annota Ventura, con Dante Alighieri – col linguaggio del nostro Medioevo: “Spirito della vita, lo quale dimora nella secretissima camera de lo cuore”. Non è una ricognizione calcolante delle cose, la conoscenza. Né un rappresentare le stesse. In una mattina di ordinario disbrigo aeroportuale dello scalo di Palermo, in attesa di partire, c’è un povero padre con un figlio di quarant’anni, e forse più, seduto su una sedia a rotelle.
Il figlio ha spasmi continui, le contrazioni non gli consentono il controllo della salivazione e quel padre troppo anziano per una pena così forte, al suo bimbo con la barba lunga di tre giorni non fa che asciugare di continuo il mento, e poi anche la camicia, e i pantaloni, nel frattempo che i singulti ne straziano l’espressione come a reclamare un boccone di vita, o una seconda nascita, o il minore massimo di un solo istante: col volto asciutto. E col papà – il cui bagaglio a mano è tutto di cenci, spugne e strofinacci – finalmente fermo.
La vera conoscenza è identificazione tra chi conosce e ciò cui si va incontro, questo si legge nel libro di Ventura mentre l’imbarco procede. Gli addetti incaricati di accompagnare i passeggeri bisognosi d’assistenza prendono in consegna quel figlio e quel padre, giusto il tempo di radunare documenti, se lo vede portare via per neppure un paio di metri ed è come se la secretissima camera de lo cuore dell’uno e dell’altro – del figlio e del padre, ma di tutti poi, anche dell’hostess al gate – diventasse conchiglia per contenere, simile a perla, il pianto diverso per l’uno e per l’altro. E per tutti, infine. L’uno per fare posto al cuore tutto intero. Quello del padre. L’altro per dare spazio a ogni cosa creata. Per il figlio. E tutti, poi – in quella mattina all’aeroporto di Palermo – per spogliare il proprio cuore di colpa, ingiustizia, odio e invidia. Solamente incontrando, tutti, un padre e un figlio. Che cos’è la Misericordia? E quella fragranza che si sprigiona dalle pezze usate dal padre dopo essere state intrise di figlio. Così comincia il Ramadan in cui il boccone di carne – il cuore – è perdono.

Pietrangelo Buttafuoco
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
6.06.2016


Citazione
PietroGE
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4096
 

Cos’è il perdono?..Che cos’è la Misericordia?

Sono quelle cose che si trovano solo nel cristianesimo. Colui che le crede nell'islam vuol dire che non ha letto il Corano e di quella religione si è fatto una idea tutta sua basata su sensibilità personali che non hanno niente a che fare con la religione, tanto meno con il ramadan.
Il fare del bene non è il perdono o la misericordia. E poi, il bene al prossimo lo possono fare anche gli atei, i buddisti ecc. ecc.
Perdono e misericordia sono attributi di Dio, certamente, ma di un Dio che è presente e dispensa amore e ragione. Non di un Dio lontano capace solo di trattare le sue creature come servi, servi di cui non ha certamente bisogno.
A Buttafuoco consiglierei di leggere il Corano, perché a giudicare dai suoi articoli sembrerebbe che non lo abbia neanche aperto.


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cedric
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1697
 

Raccontiamola tutta e non solo quello che fa comodo: fa sempre figo parlare di "percorso di elevazione spirituale".

Il cosiddetto "digiuno" è in vigore solo dall'alba al tramonto perchè dopo il mitico sparo del cannone che tanto delizia i turisti tutti i musulmani (prima gli uomini, poi i vecchi e i bambini ed infine per ultime le donne) si gettano come cavallette sui cibi opportunamente preparati durante il giorno per l'abbuffata notturna.

Le più grosse mangiate (ops agapi spirituali) se le fanno proprio durante il ramadan...


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Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Perdonare e' un atto di libera scelta personale di chiunque perdoni, non un attributo escludente di quella, o altra dogmatica.

La misericordia anche, ma e' più giusta quando intravede, ed incita, la possibilità di riscatto dell' altro più sfortunato di sè, non quando ne da un giudizio paternalistico associandone una colpa (es. avere misericordia di un "povero" infelice), quale fosse una qualità ontologica fissa, destinale, e non invece divenuta tale storicamente.


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
Post: 10314
 

Le più grosse mangiate (ops agapi spirituali) se le fanno proprio durante il ramadan...

😆 😆 😆

grande cedric

XD


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Maria Stella
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1429
 

Pietro Ge : Sono quelle cose che si trovano solo nel cristianesimo. Colui che le crede nell'islam vuol dire che non ha letto il Corano e di quella religione si è fatto una idea tutta sua basata su sensibilità personali che non hanno niente a che fare con la religione, tanto meno con il ramadan.
Il fare del bene non è il perdono o la misericordia. E poi, il bene al prossimo lo possono fare anche gli atei, i buddisti ecc. ecc.
Perdono e misericordia sono attributi di Dio, certamente, ma di un Dio che è presente e dispensa amore e ragione. Non di un Dio lontano capace solo di trattare le sue creature come servi, servi di cui non ha certamente bisogno.
A Buttafuoco consiglierei di leggere il Corano, perché a giudicare dai suoi articoli sembrerebbe che non lo abbia neanche aperto

Buttafuoco ha letto e studiato il Corano.. si da il caso che segue il sufismo..non facile da comprendere questa forma di misticismo islamico..anche se dovremmo cominciare infine a cercare di conoscere un minimo il complesso universo islamico..per necessità.. se vogliamo un minimo comprendere il mondo intorno a noi..


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PietroGE
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4096
 

Buttafuoco ha letto e studiato il Corano.. si da il caso che segue il sufismo..non facile da comprendere questa forma di misticismo islamico..anche se dovremmo cominciare infine a cercare di conoscere un minimo il complesso universo islamico..per necessità.. se vogliamo un minimo comprendere il mondo intorno a noi..

Il sufismo è un movimento mistico che si basa sull'islam ma che ha radici antiche. Dovrebbe anche essere, secondo gli aderenti, l'espressione più limpida della pietas musulmana.
Chiunque può fare un confronto con quello che dice il Corano, ad esempio nei riguardi dei non credenti. Oppure, nella Sira e negli Hadith, su come Mohammed ha trattato coloro che lo criticavano.
La pietas musulmana esiste solo nei confronti dei musulmani. Questa è la grande differenza con il cristianesimo.


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