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CH: investire nello sviluppo sostenibile


vic
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http://www.gdp.ch/economia/e-svizzero-il-leader-globale-dello-sviluppo-sostenibile-id92639.html

Economia - Responsability Investments AG
E' svizzero il leader globale dello sviluppo sostenibile
Abbiamo incontrato a Villa Negroni il fondatore di "responsAbility". Ha iniziato a lavorare nei fondi e si e' reso conto che bisognava puntare sulla microfinanza...

di Corrado Bianchi Porro - 29 settembre 2015

Klaus Tischhauser e' il fondatore di "responsAbility" uno dei principali gestori di fondi nel mondo, specializzato sugli investimenti nei settori rilevanti per lo sviluppo. La societa' e' stata fondata nel 2003 a Zurigo ed ha oggi oltre 2,8 miliardi di dollari di Patrimonio gestito nella finanza, agricoltura, energia, educazione e salute. Conta circa 200 collaboratori, con uffici a Zurigo, Oslo, Ginevra, Parigi, Lima, Nairobi, Mumbai, Hong Kong, Bangkok e Lussemburgo ed e' autorizzata ad operare dalla Finma, l'autorita' elvetica di controllo dei mercati.

"Ho iniziato a lavorare nel settore finanziario dello sviluppo durevole e consulenza alle imprese per grandi Banche, racconta il Ceo Klaus Tischhauser. Tuttavia, non ero soddisfatto, perche' troppe ottime promesse sulla carta, alla fine non servivano allo sviluppo. Cosi', dopo un lungo viaggio in una ventina di Paesi, ho deciso di cambiare registro, puntando sulla microfinanza. Molto ci ha aiutato, nel 2005, l'assegnazione del Nobel per la pace a Muhammad Yunus e Grameen Bank che opera in Bangladesh e in India. Oggi siamo diventati tra i piu' importanti investitori al mondo nella microfinanza e un terzo del nostro Patrimonio origina dalla Svizzera, dove abbiamo circa il 60% di quota parte della microfinanza. Il resto della nostra raccolta avviene in Germania e Nord Europa".

Gli investimenti sono invece effettuati esclusivamente nei Paesi in via di sviluppo e mercati emergenti (77 Paesi). "Selezioniamo societa' che offrono prodotti e servizi destinati alle famiglie a basso reddito e alle PMI. Sosteniamo le cooperative di caffe' o cacao nel commercio equo. Abbiamo identificato i settori di intervento con un modello di business che aiuta le PMI e i gruppi di persone attive nella base. I poveri soffrono della mancanza di serie infrastrutture e uno dei nostri impegni principali e' lo sforzo di rifinanziamento delle banche locali, portando capitale e riorganizzazione secondo efficienti criteri. Sono 254 gli Istituti di microfinanza con cui collaboriamo..."

Continua a leggere sul Giornale del Popolo di oggi:
http://www.egdp.ch/

-- Uhm --

Va bene, queste sono le parole del CEO.
Sarebbe interessante sentire cosa dice la controparte, il coltivatore di cacao, i suoi dipendenti.

Tutti questi cervelloni della finanza, e se impiantassero una fabbrica di buona cioccolata proprio li', dove c'e' il miglior cacao? Diciamo in Ecuador? E' sostenibile o no come idea?

Il nostro dice di aver compiuto un lungo viaggio. Ha visitato Lima. E' sostenibile che in una cosi' grande citta' vi siano zone dove e' diffuso il colera? Oppure che praticamente tutti i negozi di alimentari siano blindati da saracinesche, e se sono supermercati vi siano piu' poliziotti che cassiere? Si', si', microcredito, ci vuole ben altro per lo sviluppo sostenibile. In primo luogo essere in meno, soprattutto nelle grandi citta'. E secondariamente prendere uno stipendio che non sia quasi da fame, questo per la gente normale. I CEO e quelli in governo nei paesi dove il microcredito e' cosi' diffuso vivono in un altro pianeta, per loro sostenibilissimo, solo per loro. Mi pare che in India la canzone sia la medesima, con estremi molto piu' estremi che in Peru' ed Ecuador.

Guarda signor CEO, lascia che se la sbrighino da soli, non andare a prendere il pizzo finanziario pure dai poveri diavoli. Che la sostanza e' quella: voi della finanza fate due calcoli e vi accorgete che siccome i poveracci sono una moltitudine, per di piu' in crescita, rappresentano un target interessante come debitori. Siccome sono poveracci, allora si parla di microcredito. Ma micro moltiplicato per miliardi da' migliaia, che non e' piu' una quantita' micro. Tutto li' il vostro ragionamento. Il resto e' sabbia negli occhi dei tapini che leggono le notizie.

Quando vedro' sui nostri scaffali perlopiu' caffe' sostenibile, banane sostenibili; quando non si vedra' piu' caffe' liofilizzato, specialmente nei paesi produttori di caffe'; quando non ci sara' piu' acqua francese sugli scaffali statunitensi, ne' pessimo latte statunitense mescolato all'ottimo latte svizzero in Svizzera, allora si' comincero' a credere a quel che dicono i CEO del sostenibile. Per ora il mondo gira altrimenti.

Chiedere al CEO di Nestle' per conferma.


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