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CH_IT: fiscalita' dei frontalieri


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http://www.gdp.ch/editoriali/commenti/frontalieri-ma-litalia-che-fara-id88842.html

Commenti - Accordo Berna-Roma
Frontalieri: ma l'Italia che fara'?
Tra le questioni aperte tra Svizzera e Italia, il tema dell'imposizione fiscale sui frontalieri e' uno di quelli di maggiore interesse per il Ticino. Il commento del Prof. Marco Bernasconi.

di Marco Bernasconi - 1 settembre 2015

Sono arrivati ieri in Ticino da Berna i negoziatori federali per annunciare una volta ancora che l'accordo sui frontalieri e' quasi concluso. Da molti anni c'e' sempre di mezzo quel "quasi" che lascia aperta ogni ipotesi sul risultato finale del negoziato fiscale in corso da anni con l'Italia.

Sembra acquisito che il Ticino, in futuro, potra' tassare il 70 per cento dei redditi dei frontalieri senza dover ristornare all'Italia il 38,8 per cento di queste imposte. L'Italia a sua volta potra' imporre integralmente il reddito dei frontalieri residenti concedendo loro il credito di imposta del 70 per cento.

Da un profilo finanziario il nuovo accordo dovrebbe consentire un maggior incasso di 15 milioni da ripartire tra il Cantone, la Confederazione e i Comuni ticinesi. Mi sembra evidente che questo non si possa considerare un grande successo.

Il Ticino inoltre dovra' abrogare, perche' cosi' gli impone l'Italia, una legge recentemente approvata dal Gran Consiglio (*) sulla base della quale il moltiplicatore comunale applicabile al reddito dei frontalieri e' del 100 per cento in luogo di quello medio dell'80 per cento. L'Italia, nel caso in cui il negoziato in corso giungesse a conclusione, potra' tassare integralmente il reddito dei frontalieri concedendo loro il credito nell'imposta pagata in Svizzera.

E' di estremo interesse per il Ticino sapere se l'Italia tassera' al cento per cento, gia' dall'entrata in vigore del nuovo trattato, il reddito dei frontalieri. Questo perche' l'imposizione piena farebbe cadere il grosso problema del dumping salariale. Oggi accade spesso che i frontalieri accettino un salario inferiore poiche' il prelievo fiscale a loro carico e' estremamente favorevole. Sulla base di alcune dichiarazioni rilasciate da esponenti di spicco italiani, ancora non si sa se e quando il carico fiscale dei frontalieri sara' aumentato. La tassazione privilegiata dei frontalieri sino a oggi e' possibile solo poiche' il diritto di tassare, sulla base di un trattato internazionale, compete esclusivamente alla Svizzera. Di conseguenza l'Italia non puo' applicare il proprio diritto interno.

Quando entrera' in vigore il nuovo trattato invece l'Italia potra' decidere liberamente le modalita' di imposizione dei residenti della fascia di frontiera. A mio modo di vedere tuttavia l'Italia dovrebbe essere tenuta a imporre i frontalieri analogamente a tutti gli altri residenti. Se si volesse mantenere un regime privilegiato per i frontalieri, in primo luogo sarebbe necessario, sulla base dell'art. 23 della Costituzione italiana, sottoporre un disegno di legge all'approvazione del Parlamento; inoltre bisognerebbe fare i conti con l'art. 53 della Costituzione italiana che stabilisce un'imposizione proporzionale alla capacita' contributiva dei singoli cittadini, e con la necessita' di rispettare la disposizione generale concernente la parita' di trattamento.

Sembra pertanto difficile che i frontalieri possano continuare a beneficiare di una tassazione privilegiata nei confronti degli altri residenti in Italia, senza che venga sollevata la questione di costituzionalita'. Comunque la Svizzera, per avere certezza che venga evitato il dumping salariale, dovrebbe pretendere che nel trattato vengano indicate esattamente le modalita' e i tempi di imposizione dei frontalieri in Italia.

Nel comunicato stampa rilasciato ieri dal Consiglio di Stato (**) si lascia intendere che rimangono aperte ancora alcune altre questioni la cui importanza per il momento non e' conosciuta.

E' quindi piu' che comprensibile la riserva espressa da parte del Consiglio di Stato di riservare il giudizio finale sull'accordo solo una volta conclusi i negoziati. Si rileva qui una inversione di rotta con il passato, poiche' i precedenti (***) comunicati del Governo esprimevano invece un giudizio positivo sulle trattative allora in corso. La realta', oggi, sembra essere ben diversa.

--
(*) parlamento cantonale
(**) governo
(***) quando al Dipartimento cantonale delle finanze ed economia stava Laura Sadis (PLR), una della 5a colonna UE, com'e' la Widmer-Schlumpf (ministra delle finanze), del resto


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