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Chi c'è dietro i no global?

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Ciglio
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Fonte: La Padania / Maurizio Blondet

Chi sono i no global? A loro piace pensare di essere un movimento “spontaneo”: ragazzi un po’ maneschi ma preoccupati dell’ambiente, della Tav, contro il nucleare, che si mobilitano liberamente contro lo “sfruttamento”, “per il Terzo Mondo” e per la “pace”. Ma dopo i violenti scontri di Genova nel luglio 2001, nientemeno che il Wall Street Journal fece un’indagine su questo movimento “spontaneo”. E scoprì - parole sue - quanto segue: “Le proteste antiglobal sono diventate un affare da milioni di dollari”. Infatti quel movimento, che ha “filiali in tutto il mondo”, è una “vera e propria holding con tanto di capitale di rischio, management, campagne di marketing e direttori finanziari”.

E riccamente finanziata da insospettabili capitalisti miliardari. A Genova, come si ricorderà, il movimento scatenato, che riuniva tremila sigle “antagoniste”, organizzazioni non-governative italiane ed estere, gruppi “cattolici” di suore e preti terzomondisti, si chiamava Genoa Social Forum. Perché questo nome? Spiegava il Wall Street Journal: perché il movimento genovese è una “controllata” di una holding che si chiama… …International Global Forum, con sede a San Francisco, Usa. E l’international Global Forum, a sua volta, è generosamente finanziato da una “Fondazione culturale” che si chiama Deep Ecology (Ecologia Profonda) ed ha una dotazione di 150 milioni di dollari. Mica poco: allora erano oltre 300 miliardi di vecchie lire.

Chi pagava quella montagna di denaro? Douglas Tompkins. È il miliardario che ha fondato la Esprit Clothing Co.: una specie di Benetton ma più grosso e globale, con negozi in tutte le capitali del mondo che vendono jeans e abiti giovanili sotto il marchio Esprit.

Le fondazioni culturali (dette anche “senza scopo di lucro”) sono un fenomeno enormemente influente in America, e uno strumento essenziale per difendere gli interessi dei miliardari. Quando un miliardario ha profitti eccessivi, basta che li doni a una fondazione culturale da lui creata, e può detrarre questa donazione dalla tasse. Per questo la famiglia Rockefeller (Exxon e Chase Bank) ha fondato la Rockefeller Foundation, gli industriali Ford la Ford Foundation, e così via: per lucrare sgravi fiscali, ed avere allo stesso tempo a disposizione un “centro di pensiero” (think-tank) che promuove le politiche desiderate dai grandi capitalisti. La Rockefeller Foundation, ad esempio, si batte per la riduzione delle nascite nel Terzo Mondo, ed ha mobilitato a questo scopo miliardi di dollari, privati e anche pubblici.
Poiché Douglas Tompkins è un ecologista fanatico, ha creato la sua Deep Ecology per promuovere l’ambientalismo più estremo. Essa “funziona come una finanziaria che fornisce i capitali iniziali per la creazione di gruppi anti-global in tutto il pianeta”. Fra l’altro, la fondazione di Tompkins sostiene Attac, una sorta di “holding di Ong” francese, teleguidata da Danielle Mitterrand, la vedova del presidente francese, e dalla sua rete radical chic, che in Francia chiamano “la gauche-caviar”, la sinistra al caviale.
Anche certi sindacati versano quattrini per le iniziative no global. Una federazione sindacale olandese, la Federatie Nederlandse Vkbeweging, ai tempi di Genova aveva creato un “fondo di solidarietà internazionale” per finanziare i gruppi di volontariato ed ecologisti scesi in piazza. È denaro pubblico: specie nel Nord Europa, i governi versano quattrini ai sindacati per creare “fondi di solidarietà” il cui scopo ufficiale è sostenere economicamente i lavoratori in sciopero; ma parecchi fondi di Svezia e Norvegia stanziati a questo scopo pagarono la manifestazione di Genova, i viaggi e i pernottamenti dei “volontari” no global.
Non basta. Fra gli animatori, finanziatori e promotori delle manifestazione “antagoniste”, si scopre un altro miliardario: Theodore Goldsmith, detto “Teddy”. È il fratello minore del defunto Sir James Goldsmith, cugino dei Rotschild: anglo-francese, speculatore in materie prime, era uno dei dodici uomini più ricchi del pianeta, e si atteggiava a “barone rosso”, filocomunista. Il fratello Teddy Goldsmith è stato sempre un ecologista estremo. Ha fondato “Ecoropa”, un club di ricchissimi signori che si battono per trasformare la politica agricola della Ue in una “agricoltura organica”. Ha fondato e paga The Ecologist, il periodico, anzi la Bibbia, degli ambientalisti fondamentalisti, quelli che venerano la Madre Terra come una divinità, la dea Gaia. Quando nel luglio 2001 a Genova scoppiavano gli “spontanei” scontri contro il governo Berlusconi, Teddy Goldsmith era in Italia, e seguiva gli eventi dalla sua sfarzosa villa presso Siena.
Il figlio di Teddy Goldsmith, Zac, dirige The Ecologist, ed è anche il leader del gruppo anarchico britannico-americano “Reclaim the Street” (Riprendiamoci la strada”), non privo di collegamenti con i gruppi più discutibili: dai Black Blok alle Farc (la formazione paramilitare comunista della Colombia, riciclatasi nel narcotraffico) e le Ezln, il cosiddetto “esercito” del sub-comandante Marcos, grande amico di Bertinotti.
Del resto, attorno alla rivista Ecologist dei signori Goldsmith è collegata una galassia di infinite associazioni “verdi”: dal Green Party (il partito verde britannico, che negli anni ’70 era rosso, e si chiamava People’s party), l’americana Ruckus Society di Berkeley, California, che allestisce “campi d’addestramento” per manifestazioni di piazza, dove s’impara ad affrontare la polizia con biglie d’acciaio, a difendersi dai lacrimogeni, a mandarsi Sms per coordinare le proteste di massa con l’appoggio di “ciclisti-ricognitori” (chi scrive li ha visti all’opera a Genova).
Affiliata alla rivista dei Goldsmith è un’altra pubblicazione che conduce direttamente al Black Blok: The Luddite Reader, che vuole riportare alla vita il movimento luddista, che spinse gli operai tessili, nella Londra del primo ’800, a distruggere i telai a vapore, nella convinzione che “rubassero il lavoro” agli uomini.
Non stupirà trovare in questa compagnia un altro celebre capitalista: George Soros. L’ebreo-americano nato in Ungheria che guadagnò centinaia di miliardi nella nota speculazione sulla lira (e che fu insignito da Prodi, suo grande amico, di laurea honoris causa a Bologna). Anche Soros ha le sue fondazioni culturali esentasse: una, Drug Policy Foundation (altresì detta “Lindesmith Center”) fa propaganda nel mondo, con ricchi mezzi, per la legalizzazione delle droghe. Un’ altra, Open Society, si dedica a diffondere il verbo liberista nell’Est europeo (è stata espulsa da molti Paesi dell’Est perché considerata la longa manus degli interessi americani). L’una e l’altra hanno rapporti cordiali col sub-comandante Marcos. Strani connubi fra anarchici terzomondisti e grandi signori: il Wwf, la più potente organizzazione ecologista del mondo, ha avuto come grandi protettori il principe Bernardo d’Olanda e ha tuttora il patronato del principe consorte britannico, Filippo di Edimburgo. L’ingenuo si può chiedere come mai tanti super-capitalisti dedichino tempo e denaro a mobilitare i no global nel mondo. Sarà il costoso hobby di persone che hanno già tutto nella vita, e giocano ai rivoluzionari? Casi del genere ne abbiamo visti anche in Italia, quando Giulia Maria Crespi, la padrona del Corriere della Sera, ospitava in villa Mario Capanna.
Ma poi si scopre che il movimento dei ragazzotti “antagonisti” ha in comune molti spunti ideologici con i grandi signori. Costoro sono fanatici della crescita zero demografica, promuovono la de-industrializzazione (a loro che importa delle industrie? Fanno i soldi con la pura finanza) e la denatalità. Il principe Filippo è noto per aver pronunciato la celebre frase: “Vorrei rinascere come virus letale, per ridurre il numero di esseri umani su questi pianeta”. I no global tipo Francesco C
aruso, Luca Casarini e loro compagni dei centri sociali sono parimenti anti-industriali, anti-tecnologici; come Soros, vogliono il libero spinello: esponenti di una “sinistra” regressiva e oscurantista che ha riempito il vuoto lasciato dal marxismo-leninismo progressista e industrialista.
Non ci credete? Cercate e leggete un libretto che la casa editrice “alternativa” Nautilus di Torino ha pubblicato nel 2001. Titolo: “Futuro Primitivo”: L’autore John Zerzan - un americano dell’Oregon capo di uno dei più fanatici gruppi anarchici e anti-global (quelli che inneggiano ad Unabomber, il dinamitardo che, in odio alla tecnologia, inviava pacchi esplosivi a vari scienziati) - vi propone di far tornare l’umanità all’età della Pietra. Letteralmente e senza scherzi. L’umanità ha cominciato a dividersi in padroni e servi, i dirigenti e subordinati, sragiona Zerzan, dal tempo in cui l’uomo inventò l’agricoltura e l’allevamento: allora nacque la divisione del lavoro, nacquero i competenti che facevano lavorare gli ignoranti, e la gerarchia sociale. Se vogliamo tornare alla vera anarchia, dice il fanatico, dobbiamo tornare alle caverne: le tribù dei cacciatori-raccoglitori, quelle sì erano società anarchiche realizzate, libertarie, dove tutte le donne erano in comune, non c’era il diritto di proprietà e non si conosceva l’alienazione. La gente non lavorava, viveva di tempo libero e faceva sesso a tutto spiano. “Per un paio di milioni di anni questa è stata la nostra natura, prima di essere ridotti in schiavitù da preti, sovrani e capi: un lungo stato di grazia e di esistenza pacifica”. Allora torniamo indietro, regrediamo all’umanità di 400 mila anni fa. Quando, sia detto tra parentesi, l’economia cavernicola consentiva di campar a forse 20 milioni di abitanti su tutta la Terra. Oggi siamo sei miliardi, grazie alla tecnica e all’agricoltura sviluppata. Ma Zerzan è disposto a veder sparire quasi tutta l’umanità, per trovare l’anarchia felice. Il principe Filippo non la pensa diversamente.
Aveva ragione Oswald Spengler: “La sinistra fasempre il gioco del grande capitale. A volte perfino senza saperlo”. A volte.

http://it.novopress.info/?p=3215#more-3215


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marzian
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E' un articolo talmente delirante che non meriterebbe neppure di essere commentato. Probabilmente Blondet non crede neppure a quello che scrive, lo fa solo per soldi.

Sono informazioni mischiate insieme a caso o del tutto inventate.

Follia allo stato puro.


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remo
 remo
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La prima parte è l'estratto dalla traduzione dell'articolo del Financial Times, dove si indagano i nomi dei finanziatori del movimento internazionale no-global e i loro agganci politico-capitalistici.
La seconda parte è il riassunto di un libro che si può ordinare via internet e scritto da un leader no-global.
La frase finale è del geniale spengler, basta conoscere un po' la storia del XX secolo.
Per questo i no-global piacciono tanto agli speculatori internazionali.


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Truman
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Discutevamo proprio in questi giorni di Blondet ed io dicevo che Blondet dice ottime cose, ma indubbiamente è fazioso. Questo è un ottimo esempio di faziosità.

1) Identificare il movimento come no-global è un modo di schierarsi, è un modo di dire che nell'opinione di chi parla il movimento esiste solo in quanto opposizione di qualcosa, non in quanto avente proprie idee.

2) Se per i fatti di Genova gli unici inquisiti rimasti sono i poliziotti, un motivo ci sarà: forse perchè era un massacro pianificato e organizzato dallo stato?

3) Una citazione finale per Spengler, autore ai più sconosciuto, predisse il Tramonto dell'Occidente, preparò il nazismo, vale comunque mille volte più di un Pera o di un Ferrara. La citazione dimostra la profonda cultura di Blondet.

Per finire, questo articolo di Blondet spiega perfettamente perchè gli articoli di Blondet possono comparire su questo sito, ma non ne rappresentano certamente la linea editoriale ufficiale (supponendo che esista).


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remo
 remo
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[quote=Truman]Discutevamo proprio in questi giorni di Blondet ed io dicevo che Blondet dice ottime cose, ma indubbiamente è fazioso. Questo è un ottimo esempio di faziosità.

1) Identificare il movimento come no-global è un modo di schierarsi, è un modo di dire che nell'opinione di chi parla il movimento esiste solo in quanto opposizione di qualcosa, non in quanto avente proprie idee.

Spero tuttavia che concorderai che i cosiddetti leader nostrani no-global sono essi stessi una brutta pubblicità per il movimento. Se le proposte "aternative" devono venire da questa persone allora non c'è speranza. Infatti potrà anche essere che Blondet su tale argomento sia fazioso, ma almeno cita fatti documentati. Noto invece che le proposte veramente alternative, quelle di riforma strutturale profonda non circolano mai sugli organi di informazione (mentre vanno di moda i servizi sui no-global) ed il motivo è che le prime sono pericolose per l'oligarchia, le seconde sono ridicole oltre che inutili e a volte addirittura complementari a quelle oligarchiche (esempio quelle pseudo-ecologiste).
Un altro esempio: quando Tremonti propose la rinazionalizzazione della BC non ho visto un articolo di approfondimento sui reali motivi della proposta e quello era un tema cruciale (infatti la proposta venne subito cestinata e Tremonti fatto passare per cretino).
Cmq meno male che esiste ancora internet.


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Ciglio
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insomma, io ho segnalato questo articolo x la pubblicazione... sarà pubblicato, oppure, poichè 'ferisce' molti dei frequentatori di questo sito, si preferirà lasciarlo soltanto sul forum??


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marzian
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insomma, io ho segnalato questo articolo x la pubblicazione... sarà pubblicato, oppure, poichè 'ferisce' molti dei frequentatori di questo sito, si preferirà lasciarlo soltanto sul forum??

Se vuoi segnalare un articolo per la pubblicazione, esiste la funzione apposita:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Submit_News

Ad ogni modo io mi opporei fermamente alla pubblicazione di un tale articolo, non perché ferisca i frequentatori, ma perché è un'incredibile accozzaglia di ca**ate.

Volendo potrei anche perdere del tempo a scrivere un articolo di risposta, ma praticamente ogni singola frase è contestabile.

Blondet è colto ed intelligente, ma le sue idee politiche sono tali da portarlo a dimostrare solo odio verso i movimenti della sinistra radicale. Non ha neppure la volontà di capire cosa sia il movimento che definisce "no global" (a mio avviso, un termine estremamente volgare).

Spero tuttavia che concorderai che i cosiddetti leader nostrani no-global sono essi stessi una brutta pubblicità per il movimento. Se le proposte "aternative" devono venire da questa persone allora non c'è speranza. Infatti potrà anche essere che Blondet su tale argomento sia fazioso, ma almeno cita fatti documentati. Noto invece che le proposte veramente alternative, quelle di riforma strutturale profonda non circolano mai sugli organi di informazione (mentre vanno di moda i servizi sui no-global) ed il motivo è che le prime sono pericolose per l'oligarchia, le seconde sono ridicole oltre che inutili e a volte addirittura complementari a quelle oligarchiche (esempio quelle pseudo-ecologiste).

Qui potrei essere più d'accordo, anche se devo aggiungere che i tipi più televisivi (Casarini, Caruso e compagnia bella) sono leader del loro movimento (i Disobbedienti) ma hanno l'antipatia di buona parte degli altri. Rappresentano, se mi passi il termine, l'aspetto più voyeur del Movimento.

E comunque Blondet dovrebbe documentarsi molto, ma molto meglio sia sui Dissobedienti che sugli altri, prima di scrivere fesserie simili.


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marzian
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Marco Trotta di Peacelink ha scritto una risposta:

1) No global è un termine che usa solo la stampa italiana. Storicamente il
termine nasce nel 2001 per le proteste contro il "Global Forum" di Napoli,
quelle che hanno inaugurato il modello repressivo applicato anche a
Genova. Le manifestazioni, come d'uso in quel momento per un movimento transnazionale partito da Seattle *due* anni prima, si chiamavano NO (sigla dell'agenzia contestata). Quindi "No Global"
Per una ricostruzione autorevole dei fatti consiglio di leggere cosa
scrisse all'epoca Carlo Gubitosa ( http://lists.peacelink.it/pcknews/msg00299.html) invitato al vertice ufficiale

2) Il Genoa Social Forum nasce, invece, dal Forum Sociale di Porto Alegre. Che Blondet non lo sappia è ovvio. Al primo incontro ci andarono solo i movimenti, la stampa era al "World Global Forum" di Davos, dall'altra parte del mondo. Era la seconda fase del movimento, trovarsi con la società civile del sud del mondo per costuire materialmente l'alternativa dopo aver contestato chi aveva contribuito al sfruttamento e alla mercificazione che sono sotto gli occhi di tutt*. Da una parte i "Global" dall'altra i Social. Da una parte l'incontro di culture, dall'altra Bush che fa le conferenze a cavallo di un missile di quelli che avrebbe usato da lì a breve in Iraq. Il fantomatico articolo del WSJ citato da Blondet, se esiste e sostiene davvero quelle cose, comincia con questa premessa. la qualità del resto segue di conseguenza. Per questo motivo, cercando su google, si scopre che è così citato in una serie di siti dell'oltranzismo clericale e di destra.

3) Su Genova, inoltre, la verità sta uscendo fuori dal lavoro dei
tribunali. Dove l'unica violenza organizzata evidente è quella delle forze
dell'ordine italiane in piazza, alla diaz e a bolzaneto.
https://supportolegale.org/

4) Quanto al supposto atteggiamento "anti-industriale e anti-tecnologico"
del movimento dei movimenti, consiglio di leggere Latouche
http://www.carta.org/campagne/globalizzazione/decrescita/051202Latouche.htm

La questione è semplice. Da una parte c'è chi ragiona sulla
globalizzazione dei diritti e viene definito "no global" dal circuito mass mediatico finanziato dai poteri forti e dai governi che questo movimento contesta. Nello stesso modo, e con invidiabile coincidenza di vedute con veline e dossier elaborati dai servizi segreti di questi paesi, si vaneggiano
compromissioni o spudorate analogie con frange terroristiche. Dall'altra
c'è un movimento minoritario, reazionario, che contesta la globalizzazione
e vi oppone il mito della terra, del sangue, il ritorno ad una società pre
rivoluzione francese. Un movimento trasversale e plurale, come lo ha
definito Guido Caldiron in un suo saggio per il manifesto
( http://www.manifestolibri.it/vedi_brano.php?id=256), che si nutre - per
citare gli ultimi fatti - delle illazioni di Ruini quando definisce
"martire della cristianità" Don Santoro ucciso in Turchia e fa accordi
elettorali con la destra di Alessandra Mussolini e le sue seconde file
dopo lo scandalo delle candidature di Saya, Tilgher e Fiore. Nell'uno o
nell'altro caso, il progetto è chiaro: il governo ideologicamente
reazionario e politicamente repressivo dei processi di globalizzazione per
mantenere lo stato di ingiustizia sociale esistente. Per questo motivo
quell'articolo è un best seller nei siti di questi movimenti e Blondet è
ospitato dall'Avvernire come dalla Padania.

MT

http://www.peacelink.it/~webgate/diritti/msg08469.html


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Ciglio
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Se vuoi segnalare un articolo per la pubblicazione, esiste la funzione apposita.

si, infatti l'ho segnalato lì... ho posto questa domanda solo xchè ho notato come un topic analogo su indymedia sia già stato subito girato nella sezione "Articoli di test, duplicati o nascosti"


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Ciglio
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a proposito dei veri oppositori della globalizzazione, avevo giustappunto segnalato qualche tempo fa questo testo:
http://www.internetbookshop.it/ser/serdsp.asp?shop=2317&isbn=884981321X
nulla che vedere con chi supporta, come i "no"-global, la venuta in europa di moltitudini di genti extraeuropee, preludio necessario alla creazione di una massa amorfa (nel colore della pelle e negli ideali) dove far trionfare il modello unico americanocentrico


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remo
 remo
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Sono contento della risposta di Trotta perchè conferma in pieno esattamente ciò che penso e ho detto. Il movimento "social" è talmente eterogeneo e animato da "sentiment" diversi che può essere facilmente "replicato" con finanziamenti adeguati per promuovere una agenda politica marginalizzatrice delle critiche serie. Le critiche da sole inoltre non bastano, serve un disegno propositivo.

Invece trovo giustissimo criticare la sinistra radicale in tutte le forme possibili poichè si è sempre dimostrata contigua al potere. Sempre. Anche perchè è sempre stata animata da ricchi signori annoiati, da professorini desiderosi di giocari ai rivoluzionari. L'esempio tipico è Chomski il quale si accanisce contro Bush e la sua amministrazione senza mai citare e chiamare in causa i veri responsabili di quelle politiche. Senza mai denunciare i veri padroni. Bush è sacrificabile, è solo la faccia messa apposta per beccarsi le critiche. Troppo facile agire così, troppo da vigliacchi.

E' preferibile accanirsi contro le multinazionali in genere, senza denunciare i meccanismi perversi dell'indebitamento che rendono schiave le nazioni. E' preferibile fare pubblicità per abolire il debito africano di nazioni ipercorrotte piuttosto che fare nomi e cognomi di chi indebita i cittadini del mondo.

Poi se uno apre bocca viene tacciato di antisemita da quella stessa sinistra radicale.

E facile attaccare la Chiesa l'Opus dei e compagnia perchè tanto non reagiscono e sono organizzazioni palesi e pubblicizzate, mentre nessuna denuncia contro le sette oligarchiche di potere che manovrano le politiche nel mondo. Guarda caso un noto massone citò prorpio l'opus come peggior nemico perchè facendo apostolato fra i ricchi entrava spesso in contatto con ex affiliati alle sette segrete smascherandone i piani. Ma queste cose non sono politicamente corrette. E gìù a dare insulti di oscurantismo ai preti fascisti.

E se poi un giornalista indipendente finanziato da 4 spiccioli si sbatte per spiegare agli italiani, primo della sua categoria, perchè non bisogna credere alla versione ufficiale dell'11 settembre citando prove, fatti, rischiando di suo, nominando gli uomini che si muovono dietro le quinte ecco che viene definito clerico-fascista e fazioso.

Da quella stessa sinistra che dovrebbe difendere i più deboli e che oggi difende gli pseudo-diritti delle lobby che pagano di più e portano più voti (gay,lesbiche e massoni).

E' questa la sinistra che ci salverà? E' questa la sinistra radicale? Ma fatemi il favore. Visto che questi oligarchi internazionali (alcuni giocano a fare i filantropi) seguono una loro ben precisa dottrina escatologica, è proprio sul fronte escatologico che devono essere affrontati e sconfitti. Ma questo la sinistra non lo farà mai perchè non è nel suo DNA.


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Truman
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Se io fossi l'imperatore e dovessi mantenere sotto controllo i paesi sudditi, userei sicuramente (tra l'altro) la vecchia tecnica romana del "Divide et impera".

Incaricherei così i miei ascari locali di trovare le leve su cui agire per dividere la popolazione. Se la divisione principale fosse tra destra e sinistra, finanziarei la sinistra contro la destra e la destra contro la sinistra, farei compiere qualche attentato contro la destra, che verrebbe attribuito alla sinistra e viceversa. Potrei così creare un estremismo di centro. E avanti così per decenni.

Quando questa strategia si logorasse, dovrei intraprendere nuove strade, in alcuni paesi potrei mettere i mussulmani contro quelli di altra religione, in altri paesi sarebbe più agevole sfuttare i contrasti tra varie regioni del paese, per esempio tra nord e sud.

Se ci fosse una tale possibilità finanzierei i nordisti contro i sudisti, i sudisti contro i nordisti, comprerei giornali orientati geograficamente e giornalisti. E il popolo bove continuerebbe a scannarsi. E io regnerei sovrano.

Ecco perchè non leggo la Padania.


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Zret
 Zret
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L'analisi di Remo, in linea di massima, mi convince: bisogna guardare in alto, il vertice della piramide, ma l'opus "Dei" alias opus diaboli, insieme con i Gesuiti ed i massoni, appartiene al vertice. Si vedano i testi di Cathy O' Brien: a volte sono in conflitto con i massoni, ma come due galli nello stesso pollaio.
Saluti


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avlesbeluskes
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L'analisi di Remo, in linea di massima, mi convince: bisogna guardare in alto, il vertice della piramide, ma l'opus "Dei" alias opus diaboli, insieme con i Gesuiti ed i massoni, appartiene al vertice. Si vedano i testi di Cathy O' Brien: a volte sono in conflitto con i massoni, ma come due galli nello stesso pollaio.
Saluti

Certo, Zret, che bisogna guardare alla cima della Piramide.

Soros finanzia i no-global.
A sua volta Soros è un burattino degli Illuminati.
A loro volta gli Illuminati controllano il Vaticano, una monarchia assolutista teocratica dedita alla prosecuzione del culto pagano solare di Tammuz, Semiramide e Nimrod (chiedete, chiedete CHI decide chi deve essere fatto papa…).
Ogni tanto il Vaticano ha avuto qualche scaramuccia con i parenti della massoneria con le mani “tanto in pasta con i no-global”. Ma meglio così, le finalità della Chiesa e delle Logge sono le stesse, meglio dare l’impressione di una totale contrapposizione.
Se guardate bene i simboli massonici e quelli cristiani sono gli stessi. Condividono lo STESSO nucleo esoterico dell’ebraismo e dell’Islam.
In chiesa si mangia il pane ed il vino del corpo di Cristo (cannibalismo rettiliano), nei riti satanisti dell’Elite si mangiano davvero i resti delle vittime sacrificate. A questo proposito sembra che vi prendano parte anche alti prelati… vi è una strana leggenda a proposito di bambini sacrificati sotto San Pietro ad ogni morte di papa. Saranno solo dicerie di ex preti alcolizzati, ma non stonerebbero in una religione che proviene – oh si, camuffata quanto volete – dai tempi di Babilonia e dai suoi sacrifici di bambini al dio Baal, il dio della Luce…simboleggiato anche da una fiammella. Dove l’ho vista?

Nelle cattedrali e nelle chiese gremite di “pecorelle cristiane”, nelle moschee e nelle sinagoghe affollate di adoratori del loro Dio, nelle piazze ricolme di tumultuanti e rivoluzionarie folle, le stesse energie sataniche, la stessa forza oscura percorre gli animi umani, trasportata dentro forme simboliche all’apparenza contrapposte in uno scontro irriducibile, ma nell’essenza unite dalla loro comune provenienza, il dominio della Piramide con l’Occhio dentro e dei suoi servi occulti.

Da leggere veramente i capitoli che Icke dedica a quella piaga millenaria che affligge l’umanità, la piaga delle religioni organizzate. Forse da quella si può riuscire a capire anche i no-global.

Avles.


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Zret
 Zret
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Avles coglie nel segno, come sempre.
La chiesa cattolica ha sede a Roma, che è caput mundi, capitale del mondo, ma anche testa e teschio. Si guardi lo stemma dei papi, una mitra, che è un teschio, e le chiavi a mo' di tibia. (Icke)
Poi il campidoglio... Roma e Washington. Il mito è la vera storia, poiché la storia ufficiale è menzogna.
Con stima

Un saluto a tutti i lettori, ai redattori ed ai traduttori.


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