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Chi non sa la matematica non può capire economia

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GiovanniMayer
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Appare sempre più evidente che l'immigrazione non è un fenomeno naturale, ma artificiale. Non si può prescindere da questo aspetto quando si fa una qualsiasi analisi.
Già questo è di per se gravissimo: che ci sia "qualcuno" che decide dove e come qualcun altro debba vivere.
Se l'immigrazione è artificiale, da chi è gestita e perchè?
Tralascio la prima domanda e passo alla seconda: il perchè.
Ce lo dice l'ONU stessa: l'immigrazione serve per mantenere questo sistema.
Allora per combattere l'immigrazione bisogna combattere il sistema, però qui (non qui su cdc, qui in generale) si continua, in larga misura, a difendere e basarsi su princìpi che sono l'essenza del sistema stesso.
Bisogna trovare il coraggio di mettere in discussione e rinunciare al libero mercato e alla concentrazione dei capitali, altrimenti è inutile lamentarsi dell'immigrazione.
D'altro canto, anche chi difende l'immigrazione per motivi umanitari o antirazzisti, dovrebbe rendersi conto che questa è un problema proprio perché non è naturale, ma artificiale e causata dal capitalismo per i suoi scopi, e quindi cominciare a trattarla come un problema e non come un valore aggiunto. Sempre ovviamente con un'ottica umanistica.


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@Sganzo
Sì , lo so non è piacevole per entrambi ma io vorrei vedere più partecipazione. Da lì nasce la scelta del linguaggio e della provocazione a tutti i costi. D'altronde se uno volesse leggere qualche cosa di decente, di materiale ne trova quanto vuole. Se il lavoro dei tecnici e degli studiosi non basta significa che dobbiamo lavorare sul linguaggio. Il che presenta indubbiamente degli svantaggi ma se può servire ad attirare l’attenzione ben venga anche l’indignazione. Tanto io qui non ho nessuna credibilità da dover difendere e mettersi a parlare di media, mediana e scarto quadratico medio non aiuterebbe nessuno. Comunque dai, non ti ho proprio gabbato, in particolare l’ultimo non era nemmeno dedicato a te. Mi scuso nuovamente per questo e per gli altri post.
Hai messo troppa carne al fuoco ed io mi sono perso. Quindi ti butto lì un paio di considerazioni in ordine sparso.
• L’Italia geograficamente parlando è fra l’incudine ed il martello, ossia per “qualcuno” è la portaerei del Mediterraneo ed inoltre da parecchio fastidio a Francia e Germania;
• la politica del figlio unico (Cina), la sterilizzazione (India) e tutte le altre sono dei palliativi. L’unica vera soluzione all’esplosione demografica è la crescita economica intesa come aumento del reddito pro-capite. Più i ricchi sono “ricchi” più i poveri diventano ricchi (spero non fraintendiate!);
• la tua teoria dei “vasi comunicanti” è controproducente sia per i paesi ricchi che per quelli poveri;
• sul fronte della transizione demografica i tedeschi sono messi peggio di noi. Solo che loro hanno implementato misure tese a correggere il trend mentre noi stiamo percorrendo la strada opposta.

@Truman

Per carità Truman, io non ho detto che tu non hai capito niente. Non sono così arrogante da pensare di essere il depositario della ragione. Semplicemente mi chiedo quale sia il contesto che hai in mente. Difatti l’idea non era quella di scrivere un pezzo sull’argomento ma semplicemente di stimolare il dibattito in quanto mi sembra che non se ne parli abbastanza o che comunque si sottovaluti la questione demografia/immigrazione. Io ho espresso a più riprese la mia opinione nella speranza che altri portassero la loro.

In particolare tu hai affermato che le élite temono che l’aumento demografico possa compromettere il loro status ma io ho mostrato che negli ultimi quattro secoli la popolazione mondiale è aumentata in modo iperesponenziale. Allora le possibilità sono due, o tu ti sbagli o queste élite non hanno poi tutto quel potere che spesso gli viene attribuito. Io penso che la crescita demografica sia funzionale ai loro interessi sia in termini economici che politico-sociali (qualche breve e semplice spunto lo puoi trovare in “Lo Stato Industriale” di Galbraith) . Più popolazione significa maggiori conflitti sociali, maggior divario sociale, maggiori consumi, minori investimenti, minore controllo sulle risorse, minor disponibilità di risorse pro capite, minore disponibilità di ricchezza pro capite, minore libertà d’azione, minori possibilità di organizzazione e coordinamento popolare, ecc.

La questione dell’immigrazione è centrale perché agisce direttamente sul mercato del lavoro ridistribuendo risorse, riducendo la disoccupazione e spingendo al rialzo il livello dei salari, dei consumi e della produzione. Tutto questo senza dover tagliare la spesa pubblica o aumentare le tasse. A ciò, come dicevo, devi naturalmente aggiungere tutte quelle misure tese a proteggere il mercato interno (controlli sui movimenti di capitale, dazi e tariffe sull’import, incentivi fiscali ai produttori locali, ecc.).

Immagino che tu abbia chiaro gli effetti di un eventuale changeover ma io purtroppo no. Ho invece chiaro che una politica orientata ad una riduzione drastica (fisiologica) dell'immigrazione e della popolazione straniera residente genererebbe un effetto positivo immediato sulla disoccupazione e sui salari. Però per fare questo dobbiamo fare un passettino indietro e tornare a ragionare come un qualunque altro popolo civile.

Questi argomenti sarebbero di facile comprensione per chiunque e risolveresti il problema dell’asimmetria informativa su matematica, economia e finanza in un colpo solo. Non ci sarebbe bisogno dei vari soloni per dover spiegare alle persone normali come funziona il sistema monetario, quali sono i costi e i benefici dell’EUR, cosa è una supply chain, cosa è la bilancia dei pagamenti, ecc. tutte cose giuste, per carità, ma che come vedi non sono così accessibili e di facile divulgazione e quindi non fanno presa sull’uomo della strada.

Allora se invece di lavorare sul fronte euro sì - euro no, si proponesse semplicemente di proteggere il mercato del lavoro e la produzione nazionale, probabilmente le persone riuscirebbero a coordinare le loro idee ed i loro sforzi su di un fronte comune e condiviso dalla maggioranza degli imprenditori e dei lavoratori ( o almeno lo spero). Tutto questo secondo me avrebbe un peso notevole al tavolo delle trattative e rappresenterebbe l’ennesimo punto di rottura con la UE. Di fronte a questi argomenti anche i più scettici farebbero fatica ad opporsi, economisti di “fama” compresi. Mi chiedo perché nessuno abbia ancora intrapreso una strada così ovvia. Gli unici che ne parlano sono i più facilmente equivocabili, manipolabili e strumentalizzabili (vedi Lega, FI, FN, ecc.). Sarà un caso?

P.s.: se il primo principio del potere è mettere paura alle masse, il secondo è quello di rassicurarle. Il server va sempre peggio.

@Iacopo
Prego Iacopo.


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Iacopo67
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• L’Italia geograficamente parlando è fra l’incudine ed il martello, ossia per “qualcuno” è la portaerei del Mediterraneo ed inoltre da parecchio fastidio a Francia e Germania;

Ma perché proprio adesso, in questi anni?
Perché nei decenni passati invece ci lasciavano un po' più in pace?


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Truman
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In particolare tu hai affermato che le élite temono che l’aumento demografico possa compromettere il loro status ma io ho mostrato che negli ultimi quattro secoli la popolazione mondiale è aumentata in modo iperesponenziale. Allora le possibilità sono due, o tu ti sbagli o queste élite non hanno poi tutto quel potere che spesso gli viene attribuito. Io penso che la crescita demografica sia funzionale ai loro interessi sia in termini economici che politico-sociali (qualche breve e semplice spunto lo puoi trovare in “Lo Stato Industriale” di Galbraith) . Più popolazione significa maggiori conflitti sociali, maggior divario sociale, maggiori consumi, minori investimenti, minore controllo sulle risorse, minor disponibilità di risorse pro capite, minore disponibilità di ricchezza pro capite, minore libertà d’azione, minori possibilità di organizzazione e coordinamento popolare, ecc.

Andrebbe considerata anche la possibilità che le affermazioni siano da riportare al passato, come se in passato la crescita demografica FOSSE funzionale ai loro interessi sia in termini economici che politico-sociali mentre ad un certo punto la situazione si è capovolta:
- la dimensione crescente delle masse, rapportata ad una elite più stabile può creare problemi di controllo;
- la tecnica spesso supplisce l'organizzazione sociale, insomma internet potrebbe funzionare meglio dell'OVRA
- non serve più carne di cannone per combattere guerre su base statale, ma servono strutture nazionali (e.g. FEMA) che sorvegliano la popolazione per evitare che si aggreghi in modo ostile alle elite.

E allora quello che prima era un vantaggio può diventare un'ingombrante palla al piede. Bisogna ridurre la popolazione o almeno stabilizzarla. La teoria di fondo l'ha già fornita Malthus. Basta adattarla ai tempi.

D'altro canto va detto che non tutte le ciambelle riescono con il buco, stabilizzare la dimensione della popolazione senza curarsi della sua composizione, la sua suddivisione in fasce, può creare più problemi di quanti ne risolve. Ecco allora raffinati studi per vedere come si può ottenere una composizione stabile di ovini che non alzano mai la testa, spingendo sull'immigrazione, facendoli lavorare sempre di più e pressandoli con l'arrivo di stranieri, i quali a loro volta sono ottimi capri espiatori per le tensioni che si accumulano (e quindi bisogna far sfogare in direzioni prestabilite).

Le elite non sono onnipotenti, né prevedono tutto, ma si adattano e cambiano le loro tattiche, cercando di usare modelli sempre più raffinati. Se non lo facessero non rimarrebbero al loro posto.


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GiovanniMayer
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• L’Italia geograficamente parlando è fra l’incudine ed il martello, ossia per “qualcuno” è la portaerei del Mediterraneo ed inoltre da parecchio fastidio a Francia e Germania;

Ma perché proprio adesso, in questi anni?
Perché nei decenni passati invece ci lasciavano un po' più in pace?

Sul perchè l'Italia, potrebbe essere perché l'Italia, tra gli Stati ricchi è il più insignificante e più sacrificabile, oltre ad essere uno dei più comodi per l'immigrazione da sud.
Sul perchè proprio adesso, forse perché prima, oltre a non esserci bisogno di immigrati (anzi, noi emigravamo) c'era la guerra fredda e l'Italia era utile sotto un'altra ottica. E anche lì non è che ci lasciassero molto in pace...


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• L’Italia geograficamente parlando è fra l’incudine ed il martello, ossia per “qualcuno” è la portaerei del Mediterraneo ed inoltre da parecchio fastidio a Francia e Germania;

Ma perché proprio adesso, in questi anni?
Perché nei decenni passati invece ci lasciavano un po' più in pace?

Io non sono Kissinger, ho solo qualche idea che tengo per me. Ti chiedo invece perché proprio adesso ed in così pochi anni abbiamo assistito alla guerra civile libica, egiziana, siriana, ucraina, ecc.? Da dove vengono le varie “Primavere”? dal popolo? Grazie a che strumenti ed aiuti sono state programmate e condotte? Facebook e TOR? E soprattutto dove ci stanno portando? Da dove viene l’ondata di terrorismo che fra le altre cose ci ha regalato il Patrioct Act? Il timing del changeover dell’euro, delle primavere arabe e del TTIP/ TAFTA sono interessanti già di per sé, ma lo sono ancora di più se messi in relazione all’ondata di flussi migratori. Ti ricordi quando Galbraith parla di “premio dopo un lungo viaggio”? Ecco, mi pare che sotto l’albero ci sia parecchia roba.


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Deheb
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Ti ricordi quando Galbraith parla di “premio dopo un lungo viaggio”?

Iacopo, se hai tempo e voglia potresti spiegarmela brevemente? O chiunque altro, ovviamente.

Grazie


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Iacopo67
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Ti ricordi quando Galbraith parla di “premio dopo un lungo viaggio”?

Iacopo, se hai tempo e voglia potresti spiegarmela brevemente? O chiunque altro, ovviamente.

Grazie

Parlava de!!'euro, come di un premio dopo un lungo viaggio.
Era un discorso di Galbraith che Nat aveva riportato giorni fa in questo thread, pagina 9.


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Iacopo67
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Io non sono Kissinger, ho solo qualche idea che tengo per me. Ti chiedo invece perché proprio adesso ed in così pochi anni abbiamo assistito alla guerra civile libica, egiziana, siriana, ucraina, ecc.? Da dove vengono le varie “Primavere”? dal popolo? Grazie a che strumenti ed aiuti sono state programmate e condotte? Facebook e TOR? E soprattutto dove ci stanno portando? Da dove viene l’ondata di terrorismo che fra le altre cose ci ha regalato il Patrioct Act? Il timing del changeover dell’euro, delle primavere arabe e del TTIP/ TAFTA sono interessanti già di per sé, ma lo sono ancora di più se messi in relazione all’ondata di flussi migratori. Ti ricordi quando Galbraith parla di “premio dopo un lungo viaggio”? Ecco, mi pare che sotto l’albero ci sia parecchia roba.

Non sono sicuro, ma la vedo un po' come Giovanni, cioè direi che una chiave di volta del tutto è il crollo dell'Unione sovietica. Per cui l'impero USA è rimasto libero di espandersi ulteriormente, e noi stiamo per essere ridotti alla condizione di colonie de facto di questo Impero. Anche le varie "primavere", per lo più fomentate e sostenute sempre da loro, servono ad espandere la propria area di dominio o di influenza.
Gli USA avrebbero potuto infierire su di noi già quando perdemmo la guerra, invece non accadde, penso proprio perché c'era l'unione sovietica. Forse il piano geopolitico dell'epoca era quello di avere un'europa occidentale forte che bilanciasse in qualche modo l'Unione sovietica, cercando di mantenere in tensione tra di loro i due blocchi con la guerra fredda, fomentata anche ad arte dagli USA, perché in realtà pare non ci fossero poi questi grandi motivi di tensione (secondo Galbraith) tra i due blocchi. La tecnica del divide et impera.
E in ogni caso che europa e URSS non si alleassero né si unissero.
Se gli USA non avessero aiutato la nostra economia, la maggior povertà conseguente avrebbe rinforzato i comunisti presumibilmente, e ci saremmo avvicinati alla sfera di influenza sovietica. Forse anche questo.


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Sì Iacopo, è sicuramente un pezzo fondamentale del puzzle. Io evito di ripetere ciò che si è già detto e che oramai mi pare scontato. La questione del “bastione del Mediterraneo” mi pareva di averla risolta con te in altra sede (mi sbaglio??) e poi anche Mayer ne ha parlato. Inoltre volevo restringere l’orizzonte temporale e limitarmi a tracciare un contesto all’esplosione dei flussi migratori che avviene dopo il 2000 ma che decolla già nel 1991 (la net migration supera il natural change). Se vogliamo fare un passo indietro allora puoi considerare SME, “caduta del Muro”, globalizzazione (delocalizzazione, deindustrializzazione e flussi migratori), UE e changeover dell’euro, Patrioct Act, primavere arabe e TTIP/ TAFTA. E’ un’analisi spannometrica ma secondo me traccia le tappe fondamentali del “lungo viaggio”. Naturalmente nel mezzo ci sono altri eventi meno conosciuti ed evito di parlare di CECA e CEE.


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Deheb
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Grazie Iacopo, non riuscivo a trovarlo, me l’ero proprio perso. In più credevo fosse riferito ad uno spezzone tratto da un libro, invece era solo un’intervista.

Leggendola, potrei intenderla come coronamento di un percorso economico e politico partito dalla CECA, l’euro come punto di arrivo o tappa fondamentale ma intermedia, come trampolino per la fase successiva, l’unione politca vera e propria.

Però, unita ad altri “lunghi viaggi” credo abbia una valenza diversa.
Cioè, dicendo questo “…ma lo sono ancora di più se messi in relazione all’ondata di flussi migratori.” mi mancano alcune risposte. D’accordo la dinamica demografica in sé, ma unito al timing della parte economica qualche dubbio mi viene. Che rapporto esisterebbe tra, ad esempio, l'introduzione dell'euro e l'aumento notevole che c'è stato dei flussi migratori a partire dai primi anni 2000?


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Galbraith sapeva benissimo che l’unione monetaria semmai doveva essere la fase conclusiva e non intermedia del processo d'integrazione.
E’ come se l’ingegnere ti dicesse che costruire un edificio partendo dal tetto per arrivare poi alle fondamenta è cosa naturale e giusta.
E l’idea è anche buona se l’obiettivo è far collassare l’edificio su stesso. Ma l’ingegnere lo saprà come si fa una casa o no?
Temo che dovresti rivedere anche le tue convinzioni circa gli intenti e l’operato della CECA e della CEE. Cercando notizie circa i finanziatori delle varie “opere” ed istituzioni si intuiscono sempre molte cose.
Circa il “timing” non trovi che vi siano delle coincidenze interessanti? Anche il trend di alcuni indicatori economici è stimolante.


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Iacopo67
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La questione del “bastione del Mediterraneo” mi pareva di averla risolta con te in altra sede (mi sbaglio??).

Non ricordo ...


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Non avevo fatto con te un parallelo fra Italia e Giappone?


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Iacopo67
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Non avevo fatto con te un parallelo fra Italia e Giappone?

Ancora non mi viene in mente niente.


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