Ieri sera nei telegiornali della notte ho ascoltato e visto un servizio dove si riportava che ad inscenare la manifestazione contro il novantatreenne Priebke sarebbero stati circa un centinaio di giovani ebrei romani. (1) Credo che siano gli stessi che si sono distinti in Teramo contro l’ottantenne Faurisson, che a differenza di Priebke non ha avuto nessuna responsabilità diretta in fatti bellici e parabellici della seconda guerra mondiale, ma che ha invece la sola “colpa” di pensarla in modo diverso dagli ebrei romani. Uno di loro, un “giovane romano”, (2) si è addirittura spacciato per poliziotto, evidentemente immaginando possibile fino a questo punto l’indubbia copertura ufficiale da parte delle istituzioni.
Ormai hanno posto tutto ciò che è ebraico al di sopra dei diritti degli altri cittadini. Le parole pentimento e vergogna (3) si ritorcono contro chi le ha usate. Se ben ricordo, citato da Pannella, il rabbino capo di Roma, Toaff, aveva sentenziato su Priebke che da parte ebraica era più che sufficiente che venisse ritenuto colpevole e condannato, ma che poi lo si sarebbe dovuto lasciar morire in pace.
A mio avviso, era una mossa astuta ed intelligente. Personalmente, non sono convinto della “colpevolezza” di Priebke. Non perché l’ufficiale tedesco non sia stato responsabile dei fatti che gli vengono addebbitati, ma perché trovo inadeguato il concetto di responsabilità individuale in fatti catastrofici collettivi, bellici ed ambientali che sconvolgono ogni sicura determinazione delle responsabilità da parte di singoli individui.
Mentre nessuno mai ne parla, io penso sempre al gesto “eroico” degli attentatori di via Rasella, che pare avessero previsto la reazione che vi fu poi e che avrebbe dovuto avere l’effetto di suscitare nuovo odio contro i tedeschi, fino al giorno prima alleati ed il giorno dopo nemici ed occupanti: i soliti giri di valzer all’italiana. Mi chiedo quale fosse il valore strategico di quell’attentato e soprattutto paragono il loro starsene nell’ombra con il comportamento dei kamikazi musulmani, che nella loro disperazione uccidono per prima se stessi.
Di fronte ad una persona di 93 anni, l’età in cui è morta mia madre, io non riesco poi a nutrire sentimenti di vendetta e di odio, qualsiasi cosa abbia fatto in gioventù. Se qualcosa ha fatto negli anni del suo vigore, si tratta per me di un’altra persona, che doveva essere giudicata allora, mentre oggi ha solo tempo per pensare alla morte che lo attende ogni giorno. Non si parli di giustizia e di giusta condanna, perché io non non ne vedo di giustizia. Vedo solo vendetta. La Giustizia veste i panni di Parisi e di Mastella. Difficile immaginarne una caricatura più grottesca, ma senza volerlo forse Parisi si è lasciata sfuggire una mezza verità: se manca il pentimento, forse vuol dire che il diretto interessato non ha mai pensato di essere in colpa. A 93 anni non si ha motivo di mentire a se stessi. La cosa dovrebbe farci riflettere.
Non intendo con ciò negare competenza ed autorità ai giudici che si sono pronunciati, ma voglio sperare che a me quegli stessi giudici mi vogliano e possano riconoscere il diritto alle mie opinioni. Non ho certezze e verità da imporre agli altri, ma solo opinioni o anche verità che impegnano soltanto me e dalle quali nessuno mi può separare. In Teramo, i “giovani romani”, qualificatisi come ebrei romani figli di deportati, si sono scatenati con furia fascista contro un vecchio di ottant’anni che certamente in vita sua non ha mai deportato nessuno. Inoltre, non si vuol capire che non si tratta di camere a gas si, camere a gas no. Si tratta di un problema generale di interpretazione di cosa è stata quella immane guerra civile che ha funestato l’Europa dal 1914 al 1945. Tutti sono stati vittime. Tutti hanno sofferto.
Ma non è questo il punto per il quale a mia volta non mi sento di “perdonare” i giovani ebrei romani. Qualunque cosa Faurisson avesse da dire o potesse dire, esisteva un mio diritto di poterlo ascoltare e di potermene fare una personale idea. I giovani ebrei romani hanno calpestato questo mio diritto, ritenendo che si possa pensare solo cià che loro autorizzano a sapere e pensare. Non intendo perdonare loro quella che per me è una prepotenza inaudita e non dimenticherò. Sarà questa la mia “memoria”. Ne ho una convinzione morale e persuasione intellettuale. Mi chiedo cosa sarebbero gli ebrei romani senza i Priebke. Come potrebbero vivere senza nutrirsi della colpa altrui, o meglio della colpa che loro pensano il mondo intero abbia verso di loro. Su questa base fondano la loro tracotanza, la loro pretesa ad un risarcimento morale e materiale infinito. Anche se nato cinquant’anni dopo i fatti, di cui non sa nulla di nulla, ogni europeo è responsabile in eterno verso di loro. Così in un ennesimo Appello con Amos Luzzatto primo firmatario, dove mentre si tenta di arginare il boicottaggio inglese verso Israele, si ricorda che “L’Europa intera è in debito verso Israele”? In debito di che?
Norman G. Finkelstein, ebreo lui stesso ma totalmente estraneo all’enfasi olocaustica della persecuzione subita, ha rivelato al mondo come Svizzera, Germania, Austria ed altri paesi siano stati alleggeriti delle loro risorse finanziarie e vivano sotto un costante ricatto morale. Ebrei come Finkelstein si attirano l’odio delle varie organizzazioni ebraiche in quanto diventa difficile bollarli con la consueta patente di antisemita. Spesso si pone l’equazione chi non è con Israele è un antisemita. Guai poi a criticare la politica israeliana verso i palestinesi che da 4o anni vivono come in una riserva indiana, con periodiche mattanze che alleggeriscano la pressione demografica di una popolazione che non si decide a scomparire e togliere il disturbo. L’antisemitismo è una sentenza di condanna passata in giudicato che viene utilizzata ad ogni piè sospinto per mettere a tacere ogni possibile critiche verso bravate come quelle teramane, dove è stata intimidita un’intera università. È strabiliante come si sia costruita su simili basi una dottrina della superiorità morale. La prepotenza arrogante e fascista ha addirittura forgiata una inedita teoria dell “cinquina” educativa, che non è stata tale perché nella confusione un vicequestore in borghese ci ha rimesso una spalla, della quale qualcuno dovrà pur rispondere. Mah!
Antonio Caracciolo
Fonte: http://clubtiberino.blogspot.com/
Link: http://clubtiberino.blogspot.com/2007/06/chi-perdoner-gli-ebrei-romani.html
19.06.07
Note
1) http://city.corriere.it/news/articolo.php?tipo=cronaca&id=54709&id_testata=8
2) http://www.teramonews.com/news/news/tehx3za8s2
3) http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=374407
VEDI ANCHE:
Ma nessuno prova vergogna?
Sono pienamente d'accordo con te:
Su questa base fondano la loro tracotanza, la loro pretesa ad un risarcimento morale e materiale infinito.
Ti aggiungo anche una notizia che ho letto poco tempo fa:
Gideon Fisher, un « attorney » ebreo-americano esige dalla Germania adeguate compensazioni per i figli dei sopravvissuti, e a questo punto anche per i nipoti.
Questi poveri ragazzi, ha detto, « sono cresciuti all'ombra di genitori affetti da stress post-traumatico: hanno subito violenze, o la soffocante iper-protettività di papà e mamma, oppure hanno sofferto delle aspettative irrealistiche che i genitori hanno posto su di loro. Alcuni hanno avuto successo e sono anche diventati famosi; altri sono crollati »
Il popolo tedesco deve pagare, generazione dopo generazione.
Gideon Fisher ha effettivamente avviato una causa collettiva (class action) raccogliendo le lamentele di figli abitanti in Israele, Germania e Stati Uniti, ed ha già contattato le autorità tedesche perché addivengano a una sorta di patteggiamento: paghino almeno le cure psichiatriche ai discendenti dell'olocausto che, a causa dei genitori, sono « crollati » e non hanno avuto successo nella vita.
Qualche giorno fa, su Repubblica, Gad Lerner bollava il fenomeno che ha chiamato « l'ossessione della memoria ».
« L'ossessione della memoria - scrive - ci illividisce riproponendo come attuali i torti subiti nel passato. Ci incoraggia a vivere il presente come seguito naturale di una guerra tuttora in corso. Trasfigura nuovi nemici nei nemici storici. Aiuta i litigiosi a litigare. Li rifornisce di una riserva inesauribile di munizioni polemiche ».
Parole sante.
La seconda guerra mondiale ha rappresentato il più grave e terrificante conflitto della storia dell'umanità : 55.527.000 morti, dei quali 25.162.000 militari e 30.365.000 civili, ela pagina più nera della storia., Furono creati i campi di concentramento dove vennero rinchiusi prigionieri politici, oppositori di ogni genere, zingari, omosessuali ed ebrei.
Chi voglia comprendere cosa sia stata la Shoah, per obbedire al monito del popolo ebraico "NON DIMENTICARE" non ha che l'imbarazzo della scelta. GIUSTAMENTE!
Ma per i figli e i nipoti dei goym, traumatizzati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale nessun diritto a compensazione?
un saluto
Sì, anch'io sono totalmente d'accordo con l'articolo e il mio disgusto per questi nazisionisti continua da aumentare.
il signor Antonio Caracciolo ha il dono dell'equilibrio.
Complimenti, concordo con il suo intervento.
Concordo con Caracciolo : la strumentalizzazione di milioni di persone è un crimine perchè è come uccidere una seconda volta ; è come uccidere la loro memoria !
Ci sono stati anche i rom nei campi di concentramento eppure c'è più diffidenza e pregiudizio nei loro confronti !