Russia-Ucraina: chi fa propaganda e chi la subisce ?
Risposta a un lettore che si firma "Senza Spirito"
Caro Chiesa,
non pensa che da un lato e dall'altro una minoranza di facinorosi stia facendo di tutto per esasperare i rapporti e polarizzarli su posizioni che, dopo un numero così alto di eventi negativi e violenze, saranno irrimediabilmente inconciliabili? Io adoro le visioni alternative degli eventi, fino a farla diventare la cifra stilistica del mio carattere, ma questo mi è sempre stato utile per coltivare la cultura del dubbio, ed aiutarmi a pormi domande. Quella che definiamo guerra mediatica è praticata da entrambi gli schieramenti, ma al solito, la parte "sovietica" ha la cattiva abitudine di non avere controparti interne, e di utilizzarla in modo ridicolo per avere un consenso apparente di massa, come in ogni regime che si rispetti.(.) Perché le violenze subite dagli oppositori all'est non vengono citate da chi come lei ed altri, appare apertamente schierato col governo russo? Il piacere di sentirla finalmente ispirato da salomonici giudizi, ridurrà ai miei occhi che la stimano ormai da decenni, il sospetto che sia un partigiano senza domande, o una sorta di volontario forzato, (..). Con sincero affetto. Grazie.
Grazie a lei per il tono e le argomentazioni. Civili sebbene sbagliate.
Cominciamo dalla "guerra mediatica" che lei dice "praticata da entrambi gli schieramenti". Vero, ma con un enorme squilibrio di forze. L'Occidente è compatto con un monolite nelle smisurate menzogne che racconta. Non solo oggi. Sempre. La Russia, invece, non ha voce in Occidente. Nessuna. Storicamente l'ha avuta solo fino a che esistettero i partiti comunisti. Ma questi non esistono più da ormai 35 anni circa. E, infatti, la voce, le opinioni, le posizioni della Russia (non dico dei russi, per il momento) letteralmente non esistono in tutto l'Occidente.
E, data l'assoluta ormai uniformità propagandistica del mainstream occidentale, le opinioni delCremlino sono affidate esclusivamente alle capacità propagandistiche di Vladimir Putin. Che non bastano per bucare il muro di silenzio, e di russofobia, che circonda la Russia.
Un bel guaio per noi europei che dissentiamo dalle linee guida del "consenso washingtoniano" e che non abbiamo strumenti né per cambiare il corso delle cose (essendo stati espropriati delle regole della democrazia liberale). Vero, vero, per carità, che Putin non ha "controparti interne". Ma io ho appena dimostrato (mi pare) che neanche io e lei siamo controparti interne al mainstream italiano. E occorre aggiungere che il consenso che oggi circonda Putin è altissimo e tale che nemmeno in Occidente lo si mette in discussione (se non per dire che i russi sono un popolo bue, incompatibile con la nostra, superiore democrazia). E, in ogni caso, questo è un altro problema rispetto a quello che stiamo esaminando. Resta il fatto che il grande pubblico della società dello spettacolo, al 99%, non sa nulla né delle reali intenzioni della Russia di Putin, né dei suoi gesti politici.
Lei, del resto, dalle cose che scrive dimostra esattamente tutti i miei assunti. Lei riproduce qui, con discreta precisione, le favole che il mainstream italiano e occidentale ha ammannito al proprio pubblico. Lei afferma, come un dato scontato (e scontato non è affatto / http://www.nytimes.com/2014/05/04/world/europe/behind-the-masks-in-ukraine-many-faces-of-rebellion.html?_r=0 ) che Putin voglia conquistare l'Ucraina e che lo stia facendo in modo subdolo "allestendo la protesta sul suolo ucraino". So bene che non riuscirò a convincerla, ma ho numerosi argomenti forti a sostegno della tesi che Putin desidera, in ogni modo, evitare l'annessione delle due regioni del sud est ucraino, cioè il Donbass e il Lugansk. Aggiungo che ho abbondanza di prove che Putin avrebbe volentieri evitato anche il referendum della Crimea.
Ma capisco che questo lo si può capire solo se ci si libera di una parte del veleno russofobico che tutti siamo costretti a ingoiare. Basti un solo dato di fatto, incontrovertibile. I dodici milioni di russi dell'Ucraina sud-orientale (inclusi i due milioni di crimeani) non hanno mosso nemmeno il mignolo del piede sinistro durante i cinque mesi che hanno preceduto il colpo di stato che ha abbattutoYanukovic. Come mai? Il fatto è che non Putin ha assunto l'iniziativa dell'offensiva, ma gli Stati Uniti.
I russi di Ucraina sono stati tranquilli e sottomessi fino a che non è emersa a Kiev la giunta con le pustole naziste che adesso conosciamo. Solo allora hanno cominciato, all'improvviso, a preoccuparsi, prima, e poi a reagire. Se lei pensa che sia Putin a allestire la protesta nel Donbass, temo che si sbagli. Un conto è sostenere il peso dell'ingresso della Crimea. Un altro conto sarebbe assumersi il peso di un paese di oltre dieci milioni di persone, due volte la Svizzera. E, probabilmente, non sa nulla della lettera che, nel pieno della crisi, Putin ha inviato a diciotto capi di governo dell'Europa, invitandoli a sedersi attorno a un tavolo per risolvere, insieme, il problema economico e sociale dell'Ucraina. Lei non lo sa perché il mainstream italiano le ha negato le notizie essenziali per saperlo.
L'altro errore, se mi permette sesquipedale, che lei commette è nel considerare Yanukovic come un uomo di Putin. Se lei avesse seguito da vicino, come me, le vicende ucraine degli ultimi 23 anni, saprebbe che nessuno dei quattro presidenti che si sono succeduti a Kiev dopo la sua prima e unica indipendenza nazionale è stato "uomo di Mosca". Sono stati tutti e quattro degli agenti dell'Occidente. Lo fu Kravchuk, lo fu Kuchma, lo fu, ovviamente, l'arancione Yushenko. Lo era anche l'oligarca Yanukovic. Il quale promosse e condusse, con totale miopia e stupidità, la trattativa con l'Europa che avrebbe dovuto sfociare nel trattato di Vilnius. Ovvio che Putin abbia cercato di fermarlo, nell'interesse della Russia. Ma non risulta che abbia organizzato un colpo di stato per abbatterlo. Gli promise un prestito a tasso agevolato di 15 miliardi di dollari, più due miliardi all'anno di sconto sulla bolletta del gas. Se questa è un'aggressione allora io devo aver dimenticato il vocabolario italiano. E poi vorrei rivolgerle io una domanda: tutti fanno i propri interessi, o sbaglio? E perché mai l'unico cui non è permesso di fare i propri interessi, per giunta senza spargimento di sangue, per giunta nelle immediate vicinanze delle sue frontiere, dovrebbe essere Putin? Strane pretese. E quale "civile difesa" dei propri diritti resterebbe ai russi di Ucraina alla luce del mostruoso pogrom di Odessa?
Mi fermo qui. Come avrà ben capito dalle mie non salomoniche ma certo molto realistiche opinioni, io non sono né un "volontario forzato", né un "partigiano senza domande". A me pare di ragionare da europeo con la testa sul collo. Questa crisi è stata creata artificialmente da Washington (ricorda il "fuck Eu http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=99185&typeb=0&Ucraina-come-si-fa-un-golpe-moderno- " della signora Victoria Nuland?). È destinata a colpire la Russia, senza dubbio, ma anche l'Europa, sottoponendola a un controllo strettissimo da parte Usa e tagliandole legami economici vitali, a cominciare da quelli energetici, con la Russia. Resta la domanda: ma non potevano aspettare le prossime elezioni, tra un anno, per fare fuori Yanukovic? Invece hanno avuto fretta. Provi a chiedersi da dove è venuta tanta fretta americana e di parte dell'Europa.
Io penso che l'Europa dovrebbe avere con la Russia un partenariato strategico amplissimo. Non vorrei più essere suddito dell'Impero, proprio mentre l'Impero non è più tale, vacilla, diventa sempre più aggressivo e irresponsabile. Dunque pericoloso. Non voglio andare in guerra. Contro nessuno. Dunque penso. Dunque cerco di difendermi.
Cordialmente.
Giulietto Chiesa
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
7.05.2014
Bravo Chiesa. Chi non distingue un aggressore da un aggredito, e' meglio che si occupi di qualcosa di meno complicato.
Al 100% con Chiesa, sono solo una mandria di buoi, politici corrotti che leccano il sedere agli usa, possibile che i cittadini siano migliori, sempre di più, molto meno ipocriti, la Russia è europea, no gli usa!
Chiesa è effettivamente esemplare di partigianeria informativa, piuttosto che di obiettività. In questo pesa la sua annosa tendenza biografico-intellettuale all'antiamericanismo manieristico e moralistico. Naturalmente, considerato che Chiesa si pone l'obiettivo dell'impegno politico, la partigianeria è il legittimo ed unico orizzonte cui possa aspirare. Un solo esempio: Putin ha di recente dichiarato di intendere smobilitare le truppe dalla frontiera ucraina, asserendo indirettamente ma esplicitamente che già da tempo delle truppe, effettivamente, c'erano. Chiesa, nell'ultimo mese almeno, aveva più e più volte, mediante editoriali od aggiornamenti news di Pandora tv, assicurato che truppe ammassate sulla frontiera non ce n'erano, perché "lo diceva Putin" (o Lavrov). Assicurazioni che alla luce della recente affermazioni di Putin si rivelano un palese dispositivo di partigianeria piuttosto che lo splendente paradigma dell'informazione libera di cui Chiesa sarebbe vanitoso luminare.
PS. Come è evidente, qui si parla di Chiesa preso nella sua qualità personale di attore, ed entro i margini di questa circostanza il giudizio che ho espresso si risolve. Chi vorrebbe spostare i riflettori su contenuti estranei all'interesse del mio intervento, magari ricordandomi con aria piccata chi sia aggredito o aggressore, chi buono o cattivo, quanto più disgustosa e partigiana sia la propaganda filoamericana del mainstream, si astenga da subito, perché questi sono termini estranei all'oggetto.
Egregio signor Giulietto Chiesa, nel suo ultimo pensiero Lei dimostra di essere un socialimperialista, europeo e russo che ne sia più o meno cosciente sono affari suoi.
Lei non vuole superare l' attuale situazione di caos (generato dalla nuova contesa imperialistica) ma si augura che con cordiali strette di mano tutto si aggiusta.
La sostanza della lotta imperialista è una spartizione secondo la forza, può essere economica o militare, ma non cambia la natura del capitalismo.
Rifletta su questo.
Mi chiedo sempre se Chiesa ci è o ci fa (cioè se è rimasto legato ad una visione manichea della geopolitica, ma in fondo è in buona fede, oppure è proprio a libro paga del Kremlino) perchè a leggerlo c'è da stupirsi che non lo abbiano ancora fatto santo, il buon Putin... E' sempre una vittima, è sempre lui che per primo apre al dialogo, ha un consenso enorme (che Chiesa si guarda bene dal raccontare come sia stato costruito) e, da grande statista qual'è, ogni sua mossa è quella giusta. Anche la Crimea è stata annessa suo malgrado. Quasi mi commuovo...
Mai che accenni a due paroline di critica, tipo "Putin è solo l'altra faccia della moneta imperialista del capitale"... sia mai...
Mi chiedo sempre se Chiesa ci è o ci fa (cioè se è rimasto legato ad una visione manichea della geopolitica, ma in fondo è in buona fede, oppure è proprio a libro paga del Kremlino) perchè a leggerlo c'è da stupirsi che non lo abbiano ancora fatto santo, il buon Putin... E' sempre una vittima, è sempre lui che per primo apre al dialogo, ha un consenso enorme (che Chiesa si guarda bene dal raccontare come sia stato costruito) e, da grande statista qual'è, ogni sua mossa è quella giusta. Anche la Crimea è stata annessa suo malgrado. Quasi mi commuovo...
Mai che accenni a due paroline di critica, tipo "Putin è solo l'altra faccia della moneta imperialista del capitale"... sia mai...
Che Putin sia l'altra faccia della " moneta imperialista del capitale " , in fin dei conti è vero , così come è vero che l'ideologia della sinistra ( da quella alla PD,SEL e " progressista " a quella " rivoluzionaria " , " radicale " , da centri sociali o cosiddetta " libertaria " ) sia l'altra faccia della destra neoliberista , conservatrice e non ...
sarebbe ora di superare certi manicheismi infatti : al di là di questi esiste il potere e chi tenta di cambiare , e il potere e la logica di dominio come noto sono sempre trasversali ...
certe divisioni sono usate solo per controllare meglio : si chiama tattica del " dividi et impera "
sarebbe ora di superare certi manicheismi infatti : al di là di questi esiste il potere e chi tenta di cambiare , e il potere e la logica di dominio come noto sono sempre trasversali ...
certe divisioni sono usate solo per controllare meglio : si chiama tattica del " dividi et impera "
Sarebbe anche ora di riconoscere che il potere è un fatto eterno e necessario, nell'ambito della cultura umana, tanto quanto lo è la precipitazione piovosa nell'ambito del sistema climatico. Cosa che in verità aveva già capito Machiavelli, e, prima di lui, Tucidide.
Che i rapporti di potere in quanto tali possano o addirittura debbano per sempre dileguare è una sciocca fantasia cui soltanto Rousseau e Marx e i loro molti (e molto trasversali per distribuzione, oggi) seguaci potevano concedersi di credere. Il Cristianesimo, almeno, rimandava con saggezza questo evento alla sfera ultraterrena.
sarebbe ora di superare certi manicheismi infatti : al di là di questi esiste il potere e chi tenta di cambiare , e il potere e la logica di dominio come noto sono sempre trasversali ...
certe divisioni sono usate solo per controllare meglio : si chiama tattica del " dividi et impera "
Sarebbe anche ora di riconoscere che il potere è un fatto eterno e necessario, nell'ambito della cultura umana, tanto quanto lo è la precipitazione piovosa nell'ambito del sistema climatico. Cosa che in verità aveva già capito Machiavelli, e, prima di lui, Tucidide.
Che i rapporti di potere in quanto tali possano o addirittura debbano per sempre dileguare è una sciocca fantasia cui soltanto Rousseau e Marx e i loro molti (e molto trasversali per distribuzione, oggi) seguaci potevano concedersi di credere. Il Cristianesimo, almeno, rimandava con saggezza questo evento alla sfera ultraterrena.
Magari è un fatto eterno e necessario , d'altronde la natura si basa sul potere e sulla gerarchia di per sè , ma credo che si può se non superare del tutto , perlomeno diminuire l'importanza e l'influenza del potere nella società ...
Ps : Marx e Rousseau erano comunque a favore del potere , una società comunista si regge solo sul potere della comunità , tribù ( o dello stato ) sull'individuo , una società libera si regge sulla libertà degli individui coniugata con la solidarietà tra di essi ...
Marx e Rousseau erano comunque a favore del potere
Io la leggo così:
Per Rousseau la condizione naturale dell'uomo, macchiata dal processo storico, è quella in cui non esiste proprietà privata, dunque non esiste scarto tra bisogno e disponibilità di risorse, dunque non esiste competizione a somma zero per le dette risorse, dunque nemmeno "potere" (che è il mono/oligo-polio privato delle risorse, materiali o immateriali che siano).
Per Marx dopo la necessaria dittatura del proletariato, deve, con necessità storica, instaurarsi un regno dove ognuno ha secondo quanto necessita, ovvero, in altri termini, dove non esiste scarto tra risorse e disposizione di esse, che, nuovamente, è come affermare l'annullamento (dunque l'inessenzialità) dei rapporti di potere.
Ora, sono d'accordo che entrambi prevedono la disposizione del potere per conseguire quello che considerano il fine naturale (Rousseau) o storico (Marx) dell'uomo, ma questa disposizione serve per entrambi ad annullare il potere in quanto tale. Per dirla ancora più breve: questi due hanno creduto che il "potere" sia una realtà storica, determinata, contingente della società, e in quanto tale inessenziale, e dunque redimibile e persino annullabile.
Per me lottare contro il potere è sbagliato, da un punto di vista logico (credo il potere sia eterno e necessario) e storico (gli effetti storici della lotta contro il potere sono sempre gli stessi: un potere ancora più sanguinario e arbitrario del precedente). Ma capisco che la mia visione conservatrice-apolitica non piaccia a chiunque veda nell'impegno politico un elemento irrinunciabile dell'essere uomo.
Sarebbe anche ora di riconoscere che il potere è un fatto eterno e necessario, nell'ambito della cultura umana, tanto quanto lo è la precipitazione piovosa nell'ambito del sistema climatico. Cosa che in verità aveva già capito Machiavelli, e, prima di lui, Tucidide.
Non è esattamente così.
Ci sono ricerche antropologiche meno influenzate dal pensiero machiavellista e in fin dei conti malthusiano, che dimostrerebbero come le comunità sociali umane, lasciate libere di autogovernarsi, tendono naturalmente alla solidarietà ed al rifiuto dell'autorità imposta.
Ma siccome sono ricerche che farebbero crollare l'impianto classista della società come ora la conosciamo, la loro pubblicazione è ostacolata in qualsiasi modo.
Ci sono ricerche antropologiche [...] che dimostrerebbero come le comunità sociali umane, lasciate libere di autogovernarsi, tendono naturalmente alla solidarietà ed al rifiuto dell'autorità imposta.
Capisco, e lo credo bene. Ma quello che intendo è che in ogni società esistono principi e rapporti d'autorità sorti in modo organico e naturale, anche quando essi non si manifestano in modo impositivo, mediante il monopolio della legge, della forza, dei mezzi di produzione. Su queste cose mi sembra intelligente Foucault.
Ad esempio. Anche nelle società "a banda" di cacciatori-raccoglitori, composte di 50 individui, ignare di legge, forza monopolistica e proprietà dei mezzi di produzione, e quasi totalmente prive al loro interno di principi di scarto sociale e di genere, esiste un principio d'autorità (e quindi di violenza potenziale) che cresce in modo organico e naturale (come una pianta, potrei dire) mediante l'istituzione del rito, al cui vertice è posto lo sciamano, autorizzato (e dunque reso potente, ovvero soggetto attivo del potere) in quanto capace, agli occhi dei suoi compagni, di comunicare con gli spiriti invisibile ed assicurare la vita materiale e spirituale, pacifica e ordinata del gruppo.
Ora, la cosa la gran parte delle persone l'hanno continuata a vedere così anche nelle società complesse, sostanzialmente fin dentro ai secoli che vanno dal XIV al XVIII, ed hanno decisamente terminato di farlo soltanto dopo la Rivoluzione francese, in quanto si è imposta l'idea dell'Uomo soggetto di un potere assoluto in grado di operare, sulla storia e sulla società, in senso progressivo ed emancipatorio rispetto alla tradizione, all'autorità, al mito, ecc.
Senonché, per quanto mi riguarda, tutta questa visione ottimistica e utopistica di una dinamica storica che, mediante il potere, vorrebbe abolire la sostanza stessa del potere, tende sempre a risolversi in straordinari bagni di sangue, ovvero a rovesciarsi definitivamente in un'autorità e un mito assai peggiori di quelli che pensava di combattere. Su questo trovo intelligente quanto scritto da persone (significativamente di orientamento socio-politico opposto) come Adorno e Horkeimer oppure Popper e Hayek.
Sarebbe anche ora di riconoscere che il potere è un fatto eterno e necessario, nell'ambito della cultura umana, tanto quanto lo è la precipitazione piovosa nell'ambito del sistema climatico. Cosa che in verità aveva già capito Machiavelli, e, prima di lui, Tucidide.
Non è esattamente così.
Ci sono ricerche antropologiche meno influenzate dal pensiero machiavellista e in fin dei conti malthusiano, che dimostrerebbero come le comunità sociali umane, lasciate libere di autogovernarsi, tendono naturalmente alla solidarietà ed al rifiuto dell'autorità imposta.
e non erano libere le comunità sociali umane che si sono date per prime un'autorità?