Sono tanti, infiniti gli assiomi che ci abitano, le credenze granitiche appese al filo della verità, un filo di storie individuali ricche d'esperienza vissuta che però gronda veleni. Purtroppo parlarne o scriverne è sempre difficile, poiché la struttura educativa che ci ha formato ha spremuto ogni singolo mezzo fino al midollo per impedire che fosse attiva l'attenzione sulle nostre credenze mentre le subivamo passivamente. Le ha spacciate per "verità" o "cose naturali" e così sono state introiettate da ognuno di noi e toccarle adesso, cioè dopo tutta la violenza subita e accettata (per sfinimento) al fine di "essere educati" (tali e quali i puledri selvatici) significa aprire un vaso di pandora, di dolore, sofferenza e traumi seppelliti dentro di noi.
Dissotterrare quelle esperienze è sempre una richiesta che ha un costo emotivo almeno equivalente a quello che ci era stato chiesto per seppellirli, ma la si scopre "in itinere", mentre si fatica a disseppellire, e questo è l'aspetto più pericoloso.
Eppure sono questi i tesori (amari) di cui parla spesso la fede manifesta, quando sussiste la volontà sincera di una ricerca di coscienza e di miglioramento di noi stessi. Non solo nelle religioni e nella filosofia, ma anche nelle arti e nei mestieri e perfino nella semplice quotidiana esistenza, come quella contadina precedente alla rivoluzione industriale. La fede manifesta nell'uomo, nella terra, nella natura, ma anche nella carità, nella giustizia, nella perseveranza.
Ogni volta che si parla di cibo uno di questi assiomi di fede è che questo rappresenti un nutrimento. Per esempio nel "nutrizionismo" è l'idea che il valore nutrizionale di un alimento sia la somma di tutti i suoi singoli nutrienti, vitamine e altri componenti [fonte: wikipedia].
Ma che razza di mente può partorire una visione così riduzionista? Una d'estrema violenza. Per la bocca passano ogni sorta di agenti, ma già il bambino la usa per esplorare il mondo, ben prima degli occhi. Pensare che il cibo sia equivalente al carbone che infilo in una fornace per spingere avanti un treno, è come equiparare il sesso a uno stantuffo meccanico attaccato alla ruota di un treno. Forse può andare bene per una battuta o una metafora, non certo per la realtà.
Allargando ancora, dal cibo passa vita e in abbondanza. Il nostro corpo è una massa itinerante di corpi viventi, non diversa da una foresta e biologicamente la massa che non è parte degli organi corporei, ma si aggiunge in vari modi, è superiore. Senza questa "biomassa" aggiunta, fatta di germi, batteri, funghi, noi non potremmo sopravvivere un solo minuto. Basta dire che il sistema che ci permette di respirare dipende da loro.
Questo sistema è evidentemente in costante contatto con l'ambiente e scambia dentro e fuori dal corpo continuamente vita. Per ciò ben prima che "nutrimento" il cibo è un mediatore per scambiare massa vitale con il nostro ambiente. Ma è anche più di così.
Infatti non passa solo la vita ma anche tutto quello che è il nostro ambiente. Dagli additivi chimici a quelli corpuscolari, il nostro corpo "legge" continuamente attraverso il cibo "il mondo" e si adatta. Per esempio, la massa di sostanze che costituisce il "junk food" non si limita "ad essere buono", ma a informare il nostro corpo che il mondo è fatto di quella "roba lì" ... non è difficile vedere poi colui che ingolla "junk food" diventare un "junk man", per usi costumi e abitudini, seppure diversificando le scelte. Non tutti tenderanno verso lo stesso tipo di spazzatura, così ognuno rimarrà convinto che "è libero di scegliere".
Come sanno bene i biologi i corpi che sono sottoposti a costante stress traumatico, come gli animali negli allevamenti intensivi, producono una quantità molto maggiore di determinati ormoni. Gli ormoni nel mondo animale sono i principali vettori di informazioni corporee. Se ad esempio abbiamo paura produciamo un ormone che altera i nostri odori e i cani possono per ciò sentire (se non hanno perso quell'abilità) "la nostra paura" fisicamente. Quando una donna giovane (inconsciamente) prova desiderio, emette feromoni dalla base del collo, dietro i capelli, e questo è un segnale preciso per i corpi dei maschi che così (se disponibili) innescano il processo di eccitamento.
Gli ormoni sono intensamente usati dalle case farmaceutiche in zootecnia per i più svariati motivi. Un veterinario che si occupa di animali d'allevamento sa bene quanta "profilassi" sia pompata nei corpi di questi animali, con ogni pretesto, al fine di ottenere più rapidamente e in maggiori quantità carne, latte e uova. Come nello sport non si può fare a meno di questi agenti, senza correre pericoli di vario genere, sia di concorrenza che legali.
Le case farmaceutiche si difendono dicendo che praticamente tutte le sostanze iniettate sono poi espulse tramite urine e feci. Così poi queste scaricate nell'acqua, sono diventate nel tempo il principio inquinante più pericoloso del pianeta, per ciò non c'è nessuna garanzia che non ci torni indietro per altre vie. Ma non è solo questo. Carne, latte e uova così alterati da agenti alieni allo sviluppo dei corpi, entrano nei nostri corpi come informazioni comunque impresse in quel cibo. Come la stampa sulla carta dei quotidiani: "junk news".
É un bell'articolo GioCo, forse lo dico perché é affine al mio modo di intendere, e la premessa merita una lode a parte, per l'efficacia nel descrivere la gabbia che ci protegge, e in cui rientriamo precipitosamente quando la porticina ci viene aperta per un voletto nella stanza.
Non è un caso che gli umani hanno sempre parlato del cibo e, particolarmente in questo periodo, sempre di più.
Ne parlano perché non lo capiscono. O meglio, capiscono che c'è dell'altro da scoprire ma non trovano cosa sia.
Ebbene assumere cibo è: noi che diventiamo l'ambiente e l'ambiente che diventa noi. Naturalmente "l'ambiente" è il cibo, dato che il cibo è una trasformazione dell'ambiente.
Questo non è riduzionismo!
Quando mangiamo bisognerebbe pensare: "io sto diventando questa cosa e questa cosa sta diventando me".
Infatti non c'è nessuno che mangia e nessuno che è mangiato, ma l'unione di due entità diverse. E ogni volta è un terno al lotto: riuscirà questa unione? Se non riesce nasce "la malattia", se riesce si genera "la salute".
Io bevo il latte come il mio gattino,
com'é che in lui diventa gatto e in me bambino?
(2 versi a memoria, da una poesia giapponese)
Io bevo il latte come il mio gattino,
com'é che in lui diventa gatto e in me bambino?(2 versi a memoria, da una poesia giapponese)
Se ci si basa sulle forme è una domanda giusta. Altrimenti no.
@ ottavino
Ho dimenticato di dire che fa parte di una poesia per bimbi.
É una osservazione ovvia di ingenua meraviglia, di una mente pulita, infantile, mi sembra non contrastare l'articolo sopra, che richiede una visione limpida.
Se ci ragioni...finisce la magia.
@GioCo,
complimenti! Complimenti! Complimenti!
Finalmente una voce fuori dal coro.
Forse che il mangiadischi se li metabolizzasse realmente i vinili? 😉