Cioran. Me lo devo ...
 
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Cioran. Me lo devo leggere perché è un grande.


omicron
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http://filosofiaenuovisentieri.it/2013/11/10/cioran-e-la-filosofia/

1.3 Gli scrocconi dello spirito

Il declino della filosofia è iniziato quando la Sapienza si è disintegrata definitivamente in una miriade di scienze particolaristiche. È qui che fa la sua comparsa un bizzarro esemplare, un tipo umano del tutto nuovo: lo specialista della materia, il docente, in altri termini, il professore. Questa specie parassitaria che attecchisce e si riproduce nel sottobosco accademico è, a parere di Cioran, una conquista recente dell’involuzione naturale.

«Non si biasimerebbe mai troppo il XIX° secolo per aver favorito quella genia di glossatori, quelle macchine da lettura, quella malformazione dello spirito che incarna il Professore, – simbolo del declino d’una civilizzazione, dell’avvilimento del gusto, della supremazia della fatica sul capriccio. Vedere tutto dall’esterno, ridurre l’ineffabile a sistema, non guardare niente in faccia, fare l’inventario dei punti di vista altrui!… Ogni commentario di un’opera è cattivo o inutile, poiché tutto ciò che non è diretto è privo di valore. Un tempo, i professori si accanivano preferibilmente sulla teologia. Almeno avevano la scusa d’insegnare l’assoluto, di essersi limitati a Dio, mentre nella nostra epoca, nulla sfugge alla loro competenza omicida» [16].

Da allora non fa che perseguitarci, lo ritroviamo dappertutto: in ogni ambito della vita, in ogni pubblico dibattito che si rispetti si erge, in qualità di noleggiatore prezzolato d’opinioni, per tenere la sua lezione, per spiattellare sugli astanti le sue pedanterie accademiche. Formatosi nel silenzio claustrale delle biblioteche, il professore si muove preferibilmente in ambienti chiusi, polverosi e poco illuminati. I monologhi di questo sofista senza genio, si riversano impietosamente sull’auditorio studentesco, imbonito e consenziente, costretto com’è – per un pezzo di carta bollata – a tributargli onori ed onorari che non merita affatto, a rimpinzarsi lo stomaco con i suoi indigeribili tomi.

In quei luoghi angusti dove lo spirito ammuffisce – soffocato com’è dall’aria viziata e consumata – e il corpo si atrofizza, ingobbito sui libri e irreggimentato dalle genuflessioni ossequiose, si dovrebbe parlare di bellezza, del bene, dell’anima, di Dio, ecc.,? Com’è possibile che dall’arida burocrazia universitaria possano sorgere dei pensieri viventi? E soprattutto: a che titolo coloro che vi prosperano possono esser definiti filosofi?

«Nell’antichità, dalla Grecia all’India fino alla Cina, si filosofava all’aria aperta, nell’agorà, in giardino, in un bosco, lungo un fiume o in riva al mare, in mezzo a quella natura che da sempre è stata la metafora vivente, la musa ispiratrice dei versi e dei pensieri più elevati. Se il Fedro si fosse svolto nell’anonima cornice di un’aula universitaria, invece che a mezzogiorno sotto l’ombra d’un platano, nell’incanto naturale del fiume Ilisso, che misero dialogo sull’eros ci avrebbe tramandato Platone! Ci si immagini il Buddha in cerca dell’illuminazione non ai piedi di un albero, ma assiso su una cattedra! L’università, teatro che inscena la farsa del sapere istituzionalizzato, è in realtà la tomba della filosofia e il docente il suo… becchino» [17].

«Ciò che distingue i filosofi antichi dai moderni – differenza così sorprendente e sfavorevole a questi ultimi – deriva dal fatto che questi hanno filosofato sul loro tavolo di lavoro, in ufficio, mentre i primi nei giardini, ai mercati o ai bordi del mare. E gli antichi, più indolenti, restavano per lungo tempo distesi, poiché sapevano che l’ispirazione viene orizzontalmente: in questo modo essi attendevano i pensieri, che i moderni forzano e provocano con la lettura, dando l’impressione di non aver mai conosciuto il piacere dell’irresponsabilità meditativa, ma di aver organizzato le loro idee con un’applicazione da imprenditori. Degli ingegneri intorno a Dio. Molti spiriti scoprirono l’Assoluto perché avevano presso di loro un canapé. Ogni posizione della vita offre una prospettiva diversa: i filosofi concepiscono un altro mondo perché, curvi al loro solito, si sono stancati di contemplare questo» [18].


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mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

Molto belle.
E mi fanno venire in mente Sombart, per l'economia. Che io ammiro. Soprattutto perchè approcciava i problemi non sotto una luce astratta o mirante alla costruzione dogmatica di leggi (economiche, sociali) o a teoremi ma perchè aveva un approccio storico, basato innanzitutto sul contesto socio-culturale.
Il suo Der moderne Kapitalismus per me è un libro magistrale.
E così anche Warum gibt es in den Vereinigten Staaten keinen Sozialismus che infatti non hanno mai tradotto in Inglese.
Lui ha sempre battuto innazitutto sul fatto che si tratta di esseri umani e quindi ci vuole una "Verstehen" cioè una indagine più interiore, più in accordo alla cultura che si affronta di volta in volta, invece che una puramente oggettiva, nel trattare di società ed economia.
Quindi ad esempio non esiste a priori una cosa "valida" per tutti.
Un Indiano non è un Tedesco, un Italiano non è un Australiano.
Sembrano cose banali, invece quasi tutti gli altri economisti sono sempre andati avanti come schiacciasassi con una loro teoria valida "per definizione" per tutti...e neanche più gli ha sfiorato a nessuno che si stavano occupando di esseri umani diversi, con culture, storia, costumi, religioni diverse...

Werner Sombart ebbe il doppio privilegio di essere allontanato prima dai Nazionalsocialisti perchè "filosemita" [e il suo Vom Menschen fu anche censurato] e successivamente, nel dopoguerra, di essere diffamato perchè "antisemita".
E' la prova provata che era semplicemente intelligente.


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riefelis
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 679
 

Concordo, Cioran è veramente un grande!


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Coilli
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Registrato: 2 anni fa
Post: 275
 

Il Buddha non era un filosofo. Chi dice una cosa del genere è di una superficialità ridicola.


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Giovina
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2001
 

Cioran....

Francamente: sotto il vestito niente.

Raccomandero' che non mi regalino un suo libro a Natale.


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riefelis
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 679
 

Cioran....

Francamente: sotto il vestito niente.

Raccomandero' che non mi regalino un suo libro a Natale.

Ti riferisci a Cioran, uno dei più grandi intellettuali europei?

INCREDIBILE!


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