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Cnque trucchi con cui la Germania bara sui conti

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pippo74
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Allora qualcuno dovrebbe spiegare la discrepanza :

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-02-17/il-made-italy-podio-mondiale-082215.shtml?uuid=AB0ms3w

Ha senso continuare ad affermare che le imprese italiane fanno poca innovazione, investono poco, sono poco aggressive sui mercati esteri? Guardando agli ultimi dati del Trade Performance Index dell'Unctad-Wto si direbbe proprio di no. L'Italia, infatti, è seconda solo alla Germania per numero di migliori piazzamenti nelle 14 classifiche 2012 di competitività relative ad altrettanti settori del commercio mondiale. E in Europa, Germania e Italia fanno letteralmente il vuoto dietro di loro...
di Marco Fortis - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/fSSJ9

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-06-04/csc-italia-scende-ottavo-posto-manifatturiero-scavalcata-brasile-perse-12-anni-120mila-fabbriche-095929.shtml?uuid=ABLE6XNB

Non si ferma il declino industriale dell'Italia che perde posizioni nella classifica mondiale dei produttori manifatturieri sotto la pressione dei Paesi emergenti. L'allarme è nel rapporto "Scenari Industriali" del Centro studi Confindustria, secondo cui il calo produttivo medio del 5% registrato tra 2007 e 2013 è costato al Belpaese il sorpasso di India (sesto posto) e Brasile (settimo posto), cresciute rispettivamente nello stesso periodo del 6,2% e dello 0,8%. Negli ultimi dodici anni, dal 2001 al 2013, nel manifatturiero, l'Italia ha visto un milione e 160 mila addetti perdere il lavoro e 120 mila imprese chiudere i battenti. E se tra il 2000 e il 2013, l'incremento dei volumi prodotti a livello mondiale è stato del 36,1%, l'Italia ha registrato un calo del 25,5%, scivolando man mano dal quinto all'ottavo posto globale, in una classifica che resta guidata, nell'ordine, da Cina, Stati Uniti, Germania e Corea del Sud
Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/t2jcod

Non vedo contraddizione tra il primo e il secondo articolo; ciò che è crollato in Italia nel periodo post 2008 non sono le esportazioni, che anzi credo siano ritornate a periodi pre crisi se non aumentate, ma il mercato interno, come d'altronde ben evidenzia il secondo articolo


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pippo74
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Solo per evidenziare che non è che l'Italia esporta cianfrusaglie, o almeno non solo quelle!

Non credo fosse in discussione. Mi sembra che il discorso sia un po’ diverso.

Allora sono io Nat che non ho capito bene il discorso e ho frainteso qualche commento. Tu cosa hai inteso? Senza polemica, solo per capire


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istwine
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Io per esempio ho detto che l'Italia era un'altra situazione e che metterla coi paesi del sud non aveva senso.

E mi son limitato a dire una banalità, quella della Germania come paese che esporta beni differenti dagli altri. Il che è una banalità, che peraltro si evince pure dai tuoi grafici, pippo.


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Rosanna
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Solo per evidenziare che non è che l'Italia esporta cianfrusaglie, o almeno non solo quelle!

Non credo fosse in discussione. Mi sembra che il discorso sia un po’ diverso.

Allora sono io Nat che non ho capito bene il discorso e ho frainteso qualche commento. Tu cosa hai inteso? Senza polemica, solo per capire

Il discorso invece è proprio questo:

l'Italia negli anni '80 stava superando la Germania in competitività, visto che gli italiani sono capaci di produrre ottimi prodotti di qualità (è logico che i settori preferenziali possono essere diversi rispetto agl altri stati), però questa è la verità sostenuta da molti economisti, scusate esperti di economia, gli economisti veri sono solo quelli di CdC: Bagnai, Borghi, Savona, Barnard, Rinaldi ...

che poi l'industria abbia fatto poca innovazione, pochi investimenti, posso essere d'accordo, ma buona parte della produzione industriale italiana è fatta di piccole e medie imprese, un gioiello di qualità e un primato italiano,che sono state massacrate dalla crisi ...


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Rosanna
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Solo per evidenziare che non è che l'Italia esporta cianfrusaglie, o almeno non solo quelle!

Non credo fosse in discussione. Mi sembra che il discorso sia un po’ diverso.

Allora sono io Nat che non ho capito bene il discorso e ho frainteso qualche commento. Tu cosa hai inteso? Senza polemica, solo per capire

pippo74, quando dici qualcosa che contraddice gli economisti di CdC, dici delle banalità ... fattene una ragione ...

🙄


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PietroGE
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A me va benissimo che l'Italia esporti beni di qualità.
Se però l'export rappresenta circa un quarto del PIL e il resto va in malora ("Negli ultimi dodici anni, dal 2001 al 2013, nel manifatturiero, l'Italia ha visto un milione e 160 mila addetti perdere il lavoro e 120 mila imprese chiudere i battenti. ") la mia soddisfazione rimane entro certi limiti.


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Rosanna
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A me va benissimo che l'Italia esporti beni di qualità.
Se però l'export rappresenta circa un quarto del PIL e il resto va in malora ("Negli ultimi dodici anni, dal 2001 al 2013, nel manifatturiero, l'Italia ha visto un milione e 160 mila addetti perdere il lavoro e 120 mila imprese chiudere i battenti. ") la mia soddisfazione rimane entro certi limiti.

Interessante articolo di Bagnai :

"Buona ultima la Bce, che scopre l’acqua calda: l’euro non ha favorito la convergenza fra le economie europee, e ha particolarmente danneggiato l’Italia. Il primo punto consegue da un fatto già ammesso dalla Bce: la crisi dell’Eurozona è stata determinata dall’incapacità dei mercati finanziari privati nell’avviare i risparmi verso impieghi produttivi (lo ha affermato il 23 maggio 2013 il numero due della Bce Vitor Constâncio). La convergenza fra le strutture economiche ci sarebbe stata se i prestiti del Nord avessero finanziato investimenti produttivi al Sud.

Questo non è successo per tanti motivi, incluso il fatto che al Nord non conveniva: meglio finanziare il consumo da parte del Sud di beni prodotti al Nord, per far prosperare le industrie del Nord, deindustrializzando il Sud. Quanto all’Italia, era chiaro che essa sarebbe stata particolarmente sfavorita. Gli indicatori di vantaggio comparato elaborati dal CEPII (centro studi parigino) chiariscono come l’Italia partisse da un posizionamento sui mercati esteri simile a quello tedesco, se pure su un diverso livello qualitativo. In particolare, entrambe avevano un punto di forza nella meccanica (Fiat contro Volkswagen, Ferrari contro BMW).

"Non è strano che l’adozione di una moneta comune, troppo debole per la Germania, troppo forte per l’Italia, abbia danneggiato di più sui mercati esteri un paese come il nostro, diretto e scomodo concorrente della potenza egemone. Da questo deriva la crisi della nostra produttività. In un’economia di mercato si produce per vendere: entrando in un sistema che penalizza l’accesso al mercato estero l’incentivo a innovare processi e prodotti viene meno, soprattutto se un mercato del credito distorto, offrendo denaro troppo a buon mercato, consente comunque di vivacchiare. Semplici verità che gli economisti affermano fin da Adam Smith, ma che i corifei del nostrano autorazzismo preferiscono ignorare, perché non funzionali alla denigrazione del paese che odiano: il nostro."

http://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/5568-alberto-bagnai-lacqua-calda-della-bce.html


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Solo per evidenziare che non è che l'Italia esporta cianfrusaglie, o almeno non solo quelle!

Non credo fosse in discussione. Mi sembra che il discorso sia un po’ diverso.

Allora sono io Nat che non ho capito bene il discorso e ho frainteso qualche commento. Tu cosa hai inteso? Senza polemica, solo per capire

Circa il discorso di Mincuo:

http://reports.weforum.org/global-competitiveness-report-2014-2015/methodology/
http://reports.weforum.org/global-competitiveness-report-2014-2015/economies/#economy=DEU
http://reports.weforum.org/global-competitiveness-report-2014-2015/economies/#economy=ITA
http://reports.weforum.org/global-competitiveness-report-2014-2015/wp-content/blogs.dir/54/mp/files/pages/files/tables3-7-wef-globalcompetitivenessreport-2014-15-2.pdf

Eviterei di discutere di disaggregati circa la valutazione delle differenze di cui parla Mincuo. Tanto io non te li posso mostrare.

Istwine invece parla di Product Complexity ( http://www.levyinstitute.org/pubs/wp_616.pdf ), di Quality Index of Economic Activities e di Economic Complexity Index e ribadisce il fatto che la competitività non è solo di prezzo. Ed a mio avviso fa molto bene a sottolinearlo dato che parliamo dell’Italia e non del Ghana e che Bagnai (ad esempio) continua a ripetere, a caratteri cubitali, che la competitività è di prezzo (forse perché solo su quella riesce a produrre qualche riga). Se cerchi sul suo blog trovi i post.
I temi sono poi quelli della complessità del prodotto, della produzione, dell’export e dell’economia. Insomma, la nostra produzione non eccelle per specializzazione (se il termine di confronto è la Germania …) e non è detto che ciò sia un male. Infatti, alla faccia dei "gufi" ci “salviamo” grazie alla diversificazione. E questo dovrebbe rimarcare l’importanza del ruolo svolto dalle PMI nel nostro tessuto produttivo (un modello alternativo che ha ancora molto da dire). L'economia industriale italiana è infatti fortemente diversificata grazie alla presenza delle PMI e comprende molti prodotti di notevole complessità, anche se ad oggi i volumi di esportazione risultano limitati (capitolo a parte). Il confronto verte fra settori (fra secondario e terziario e fra secondario e secondario avanzato) e fra produzioni ad alto e basso valore aggiunto. Inutile dire che le prime presentano qualche vantaggio comparato in più e che lo sviluppo del manifatturiero è preferibile, a maggior ragione in un’economia avanzata (maggiori infrastrutture, servizi all'avanguardia, abbondanza di capitale umano, ecc), in quanto in termini economico-sociali produce maggiori ricadute (occupazione, sviluppo dell'indotto, gettito, radicamento della produzione col territorio, ecc).

http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/SoleOnLine5/_Oggetti_Correlati/Documenti/Impresa%20e%20Territori/2013/06/scenari-industriali-csc-1.pdf?uuid=6db753f2-cdd8-11e2-b607-42840d262540

Qui trovi qualche cosa di diverso dal solito, per una prospettiva differente. Tu dai un’occhiata, poi se non ti garba pazienza.

http://www.nature.com/srep/2012/121010/srep00723/full/srep00723.html#t1 (qui in versione “semplificata” http://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/trend/2015/04/13/news/si_chiama_export_complesso_la_nuova_frontiera_del_business-111829775/ )

https://atlas.media.mit.edu/it/explore/tree_map/hs/export/ita/all/show/2012/

https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_economic_complexity

Il tutto detto un po’ così … so’ stanco ..

P.s.: nessuna polemica Pippo, ci mancherebbe. L’importante è che Virus capisca e che non se ne abbia a male.


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PietroGE
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Rosanna, anche senza i prestiti del Nord Europa, se quando è arrivato al potere Berlusconi nel 2001 invece di incrementare la spesa pubblica avesse sfruttato la diminuzione massiccia del tasso di interesse con l'ingresso nell'euro (e avesse ottenuto dai tedeschi un cambio migliore delle 1936 lire per euro) per una campagna di investimenti mirati a razionalizzare e ammodernare il sistema produttivo noi non ci troveremmo in questa situazione disgraziata.

Io non vedo tutto questo interesse del Nord Europa a deindustrializzare il Sud. A chi vendono poi i loro prodotti? Il mercato interno europeo è un mercato privilegiato per i produttori del Nord, facile da raggiungere e senza dazi. Dovrebbe essere ovvio per loro cercare di stimolare la crescita del potere d'acquisto dei popoli del Sud, ne va dei loro stessi interessi economici.


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Deheb
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Chiedo a tutti partendo da questa frase di Rosanna:

. In particolare, entrambe avevano un punto di forza nella meccanica (Fiat contro Volkswagen, Ferrari contro BMW).

Quali sono i settori di mercato in cui Italia e Germania sono diretti concorrenti? In questa maniera si potrebbero vedere i prodotti o settori per paragonarli o escluderli.

Perchè paragonare Fiat e VW (settore automobilistico) ci potrebbe anche stare, ma BMW e Ferrari non molto (solo come esempio).

Anche se, ripensandoci, erano concorrenti fino ai primi anni 90, poi la Fiat è crollata piano piano (o ha lasciato il settore automobilistico in mano ad altri). LA Fiat ha perso sia in termini di auto prodotte che in quote di mercato, almeno sul mercato europeo, meglio in quello sudamericano. (1993)
Citazione da 4ruote (agosto 1993: la fiat si raddrizzerà? pag. 104) in cui si dice: “in ogni caso, la svalutazione della lira dello scorso autunno non ha ancora dato vantaggi sensibili alla casa italiana e così sarà almeno fino a quando i costruttori stranieri riusciranno a contenere gli aumenti dei propri listini nonostante i cambi sfavorevoli. Al contrario si fanno ancora sentire gli effetti negativi della supervalutazione della nostra moneta degli scorsi anni, a lungo mantenuta su livelli eccessivi mediante puri sforzi finanziari”

Certo, analisi di 4ruote ma tanto per dare uno spunto.


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@Pippo

Se non le hai già vist qui, da pag. 47, ci sono le schede settoriali che qualche cosa dicono.
http://www.istat.it/it/files/2013/02/Rapporto-competitivit%C3%A0.pdf


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Chiedo a tutti partendo da questa frase di Rosanna:

. In particolare, entrambe avevano un punto di forza nella meccanica (Fiat contro Volkswagen, Ferrari contro BMW).

Bella domanda. Vediamo che dice l’autrice.


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PietroGE
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Chiedo a tutti partendo da questa frase di Rosanna:

. In particolare, entrambe avevano un punto di forza nella meccanica (Fiat contro Volkswagen, Ferrari contro BMW).

Quali sono i settori di mercato in cui Italia e Germania sono diretti concorrenti?

Le macchine utensili. I tedeschi hanno sempre temuto la concorrenza delle macchine utensili italiane. Purtroppo negli ultimi anni con l'esplodere del mercato asiatico l'Italia ha perduto competitività.

Tra il 2006 e il 2012 la produzione di macchine utensili in Italia è diminuita (-4%); in Germania è cresciuta del 31%; in Giappone del 36%; in Cina del 279%.
Ci sono tre mega trend in corso:

1. L’Asia è il principale mercato e il maggior produttore di MU e la qualità richiesta e offerta in Cina riducono la distanza dagli standard dell’Europa
2. Il segmento mid-end è quello che cresce di più
3. Cresce di importanza la sostenibilità ambientale (efficienza energetica tra l’altro)

Per individuare le tendenze future dei mercati, guardiamo ai principali settori clienti (Automotive, Aerospace, Energy) e all’evoluzione della produzione (2000, 2012 e previsioni per il 2019).

- Automotive: la produzione continua a crescere a livello mondiale ma in Cina e nei paesi emergenti.
- Aerospace: il comparto è rimasto, e rimarrà, dominato da Nord America ed Europa (velivoli destinati al settore civile).
- Energy: la produzione di energia aumenta nella regione Asia e Pacifico. E quindi la domanda di prodotti connessi (turbine, raffinerie, eccetera).

tratto dal pdf : l'assise della macchina utensile in Italia 26 Nov 2013 Milano Congressi.


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mincuo
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Fino al '90 noi avevamo, nel bene e nel male, un sistema strategico integrato. Semi-monopolistico, agevolato, come tutti.
Interesse Nazionale si chiama, fuori dalle ideologie d'accatto.
E che non è fatto dalle PMI (Piccole Medie Imprese).
Che per noi però erano un'arma ulteriore. E forte.
Quelle andavano a traino del sistema strategico, vedi paesi Arabi nel '70 '80.
Il nostro sistema strategico era fatto da IRI, ENI e FIAT più cantieristica aggregata.
E datava dal fascismo, perchè non erano mica stupidi nel '46, al di là dei proclami.
Non avevano certo buttato via il bambino con l'acqua sporca e lo stesso Mattei aveva Grandi dietro al culo.....
Si doveva andare in Cina in quegli anni, quello era il grande affare, e quello ti salvava un po' le chiappe dalla globalizzazione (ma lì bisognava proprio avere sistema Paese e cioè prendere commesse di regioni intere grandi come l'Italia e fare dalle strade all'elettricità ai treni alle case ecc..) e noi ce l'avevamo il sistema e a minori costi di Francia, Inghilterra, Germania e USA. Quelle cose le tratta un Primo Ministro e un Ministero degli Esteri, con un sistema strategico Nazionale competitivo dietro, non la Toni Buseghin SPA.

Hanno deciso, gli usurai Internazionali e i nostri concorrenti, che l'Italia non ci doveva essere.

E così il sistema Paese integrato l'hanno schiantato.
Chimica, nucleare, farmaceutica, alimentare, cantieristica, telefonia, meccanica, credito...
Privatizzato a macchia di leopardo, bloccato, frantumato, paralizzato, cambiati Statuti e Atti Costitutivi sotto minaccia di galera.....ad esempio, tra i tanti, mandato all'Inferno Franco Nobili (Vicepresidente, in galera) e mandato in Paradiso lo shabbat goy Romano Prodi (Presidente, ma lui non sapeva mai niente, al massimo erano delle sedute Spiritiche...).

Tangentopoli in gran parte è stato quello. E a chi ha provato a opporsi (pochi) hanno riservato processi e infamie. Tra gli applausi frenetici dei girotonti.

Gli utili idioti non mancano mai.

Altro che Di Pietro e bustarelle ai Partiti.....che peraltro erano istituzionalizzate e pure pubblicizzate da 40 anni (manuale Cencelli) e di cui la nostra magnifica Magistratura peraltro non si era mai accorta.

E' rimasta la PMI, ossia poca tecnologia, client-oriented, di nicchia, cioè fuori dai grandi numeri, sensibile al prezzo [cambio], che di buono aveva praticamente solo i distretti che scavalcavano la rigidità della legislazione sul lavoro.
E che ha tirato la carriola insieme agli avanzi del sistema.
Sistema che gli altri si sono invece tenuti ben stretto.

Poi ci hanno ficcato addosso l'EUR. Cioè ci hanno tolto anche il cambio.

Finis Italiae.

"Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario." George Orwell.


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