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Colonne di Salomone a Roma: l'ultima testimonianza


yahuwah
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I viaggi di Beniamino, ovvero Masa'ot Binyamin o Sefer ha-Masa'ot

Fu un rabbino della Navarra, della cittadina di Tudela,e un viaggiatore che esplorò varie parti dei continenti europeo, africano e asiatico nel XII secolo.
Le sue vivide descrizioni dell'Asia occidentale hanno anticipato quelle di Marco Polo di un secolo.
Con la sua ampia cultura e la sua vasta conoscenza delle lingue, Beniamino di Tudela è una figura di grande rilievo nella storia della geografia e nella cultura non solo del Giudaismo.
Beniamino iniziò i suoi viaggi verso il 1165, con l'intento di effettuare un pellegrinaggio in Terrasanta.
Beniamino imboccò la "strada lunga", fermandosi frequentemente, incontrando gente, visitando posti, descrivendo le occupazioni delle persone che incontrava e fornendo un resoconto demografico delle comunità ebraiche incontrate lungo il tragitto.

Poco si conosce della sua gioventù, a parte il fatto che egli era navarrese e della cittadina di Tudela. Oggi una via nella Aljama(antico quartiere ebraico) è intitolata a suo nome.
I suoi viaggi iniziarono dalla città di Saragozza, poco a meridione della valle dell'Ebro.
Da lì proseguì in direzione della Francia e poi fece vela dal porto di Marsiglia.
Nella penisola italiana, dopo aver visitato Roma, Salerno, Trani, Taranto, Brindisi, Otranto, si imbarca attraversando il mare Adriatico e il mar Ionio per giungere a Costantinopoli, entrò in Asia, visitando la Siria e la Palestina prima di spingersi a Baghdad. Da lì entrò nella Persia, quindi attraversò la Penisola Arabica per entrare in Egitto e in Nordafrica, ritornando infine nella Penisola Iberica nel 1173.
In tutto visitò 300 città, incluse Roma, Costantinopoli, Alessandria d'Egitto, Gerusalemme, Damasco, Baghdad.

Questo libro descrive i paesi visitati, con particolare enfasi data alle comunità ebraiche, incluse la loro consistenza numerica complessiva e i nomi degli esponenti locali di maggior importanza. Egli descrive altresì i costumi delle popolazioni locali, tanto ebraiche quanto non-ebraiche, con una sottolineatura data alla vita urbana.
Vi sono anche dettagliate descrizioni dei luoghi e dell'ambiente fisico attraverso i quali transitava, come pure i più importanti palazzi e mercati. Beniamino non si limitava a raccontare i fatti di cui era testimone, ma anche perché cita le sue fonti, tant'è vero che gli storici lo considerano altamente affidabile.

Il libro " I viaggi di Beniamino " è un importante lavoro non solo perché descrive le comunità ebraiche, ma anche perché è un'affidabile fonte d'informazioni geografiche ed etnografiche del Medioevo e alcuni storici moderni e contemporanei riconoscono come estremamente accurate le descrizioni fornite da Beniamino a proposito della vita quotidiana nell'età medievale. Scritta originariamente in ebraico, la sua opera è stata tradotta in latino e in seguito nelle maggior lingue europee, ricevendo notevole attenzione del XVI secolo.

Estratto:

"La città di Roma è divisa in due parti dal fiume Tevere, che attraversa essa. Nel primo di queste divisioni vedete il grande tempio denominato San Pietro di Roma, sul luogo del vasto palazzo di Giulio Cesare.
La città contiene le numerose costruzioni e strutture interamente differenti da tutte le altre costruzioni sulla terra.
Il limite di terra coperto dalle parti rovinate ed abitate di Roma ammonta a venti quattro miglia.
Là trovate ottanta saloni degli ottanta re eminenti che erano tutti denominat Imperatori , dal re Tarquin al re Pepin, il padre di Charles Charlemagne , che per primo conquistò la Spagna strappando essa dai musulmani.
Nelle periferie di Roma, c'è il palazzo di Tito, che è stato rifiutato da trecento senatori a causa del suo spreco di tre anni nella conquista di Gerusalemme, che, secondo la loro volontà, doveva compiere durante due anni.
Ci è similarmente il salone del palazzo del re Vespasiano, una costruzione molto grande e forte, anche il salone del re Galba, contenente 360 finestre, uguale di numero ai giorni dell'anno.
La circonferenza di questo palazzo è di quasi tre miglia. Una battaglia è stata combattuta qui in tempo antico e nel palazzo son caduti più di un cento mila, di cui le ossa sono appese anche oggi.
Il re ha indotto una rappresentazione della battaglia ad essere disegnata, esercito contro l'esercito, gli uomini, i cavalli e di tutti i loro ornamenti che sono scolpiti in marmo, per conservare un memoriale delle guerre dell'antichità.
Là trovate inoltre una caverna sotterranea che contiene il re e la sua regina sui loro troni, circondati da circa cento nobili della loro corte, interamente imbalsamati dai medici ed in buona conservazione a questo giorno.

Un altro posto notevole è San Giovanni in Porta Latina, nel cui tempio vi sono due colonne di rame costruite dal re Solomone, della memoria benedetta, di cui nome, " Solomon, figlio di David, " è inciso su ciascuna di esse.
Gli ebrei a Roma hanno detto a Benjamin, quello che ogni anno, circa il periodo del nono giorno di Av, queste colonne sudano così tanto, che dell'acqua viene giu.
Là vedrete inoltre la caverna in cui Tito, il figlio di Vespasiano, ha nascosto i vasi del Tempio, che ha portato da Gerusalemme, ed in un'altra caverna sulla sponda del Tevere, trovate i sepolcri di quegli uomini santi della memoria benedetta, i dieci martiri del regno.

In posizione opposta a San Giovanni in Laterano, ci è una statua di Sansone, con il lancio della pietra in sua mano, come anche quello di Absalom, figlio di David e del re Constantino, che ha costruito Constantinopoli, che è la città denominata a suo nome, la sua statua è fatta in rame, l'uomo ed il cavallo tutta una.
Roma contiene molte altri costruzioni ed impianti notevoli, il tutto di cui nessuno può enumerare..."

Chè fine hanno fatto queste 2 colonne, chè fine hanno fatto i tesori della caverna di Tito ?
In quale posto avranno rifuso tale rame i gerarchi della Santa Chiesa Romana?
Altro che archeologia.................


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