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Complottismo

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Tonguessy
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Il decadimento di una civiltà si manifesta attraverso delle evidenti crepe nella tenuta degli aspetti culturali e dei comportamenti socialmente condivisi ed accettati. Ci sono delle prime avvisaglie da parte di sparute minoranze che urlano “la diga stra crollando” mettendo in bella evidenza tutte le nefaste incongruenze del sistema, seguite poi da un diffuso malcontento e senso di diffidenza nei confronti di quegli aspetti cui accennavo sopra. Poi la diga cede, di schianto.

Certamente i filosofi possono far parte di quelle sparute minoranze che sentono prima di altri l'olezzo della decomposizione sociale. Oh, certo, sono anche forieri di quelle innovazioni che poggeranno il sistema su nuove piattaforme, apparentemente più solide di prima ma per questo non meno soggette a quei processi di degrado che sono inscritti nel senso stesso di Civiltà Occidentale e che sono in qualche modo legati alla percezione popolare dei tempi in cui si vive.

Tempi che, nonostante le differenze che contraddistinguono i vari periodi storici, hanno da troppo tempo ormai un tratto comune: il potere decide in base a valutazioni proprie che poco o nulla hanno a che vedere con le valutazioni dei popoli, cui viene somministrata (se va bene) la dose richiesta di propaganda prima e di panem et circenses dopo in qualità di sedativi sociali. Che, ahiloro, non sempre funzionano, ci insegna la Storia.

Chiunque osi sfidare la solidità (quantunque apparente e sufficientemente effimera) del sistema si trova a doversi difendere da accuse di eresia. Scopriamo così che i sofisti (i quali vedevano nella democrazia di Pericle un'accozzaglia di intenti male assortiti e risultati spesso disastrosi) diventano gli inventori dei sofismi. Cioè di quelle tecniche atte a divergere l'attenzione dell'interlocutore dal vero nocciolo del problema. Il che è esattamente il contrario di quanto si prefiggevano i sofisti stessi, quando denunciavano l'inconsistenza di ciò che veniva affermato.

Facciamo ora un salto fino ai tempi nostri: è da diversi decenni che i filosofi affermano che la modernità è cosa morta e siamo in piena postmodernità. Se la modernità è la chiave unica che permette di interpretare il Reale usando concetti ed ideali come Progresso e Civiltà (o la stessa Scienza, veicolo di straordinario Sviluppo e Ricerca), la postmodernità si propone invece di criticare non solo l'uso ma anche la funzione della chiave unica.

Nella parole di Friederich Nietzsche, in netto anticipo sui tempi:

"L'umanita' non presenta una evoluzione verso qualcosa di migliore o di piu' forte o di piu' elevato nel modo in cui oggi questo viene creduto. Il 'progresso' è semplicemente un'idea moderna, cioe' un'idea falsa. L'europeo di oggi resta, nel suo valore, profondamente al di sotto dell'europeo del Rinascimento; la prosecuzione di uno sviluppo non è assolutamente, per una qualsivoglia necessita', elevazione, potenziamento, consolidamento." (L'Anticristo)

La spinta propulsiva della Modernità viene quindi spezzata. Secoli dopo la perentoria affermazione di Nietzsche la gente si trova a dover fare i conti con la Civiltà delle Macchine (ad esempio) che avrebbe dovuto liberare l'Uomo dal giogo del lavoro. E invece si lavora di più e con meno soddisfazioni. E le Macchine rappresentano un serio problema. Inquinano e logorano ambiente e relazioni, cose queste che nel manifesto modernista non comparivano. La propaganda modernista si è rivelata una truffa.

I nostri padri, la cui esistenza era votata alla realizzazione della Modernità, ci hanno consegnato un mondo alienato dove le preesistenti radici culturali e sociali sono state irrimediabilmente recise mettendo noi tutti nell'infelice posizione di non potere più né proseguire né tornare indietro. Cul de sac.

Com'è potuto avvenire tutto questo? Chi possiamo incolpare di tutto ciò? Sicuramente i Caronte che hanno saputo traghettare l'umanità da un passato descritto come “un ambiente largamente inselvatichito” dove “l'abitudine alla guerra, alle ferite, alla morte, alle malattie mortali”[1] regna sovrana, ai radiosi lidi moderni. Ma ancora più colpevole è chi ci ha presi in giro, riuscendo a far passare le inappuntabili critiche di Nietzsche per deliri di un nichilista, detrattore tout court, ed illudendoci di offrire Democrazia e Progresso mentre ci guidava nel vicolo cieco della moderna alienazione.

Non ci crediamo più, semplicemente. E' un sistema che ormai non può più pretendere di convincere perchè ha mentito troppo. Il sogno modernista non interessa più a nessuno, se si escludono le elites. Che continuano a mentirci, ovviamente. E' proprio qui che nasce il complottismo. Se le elites (siano esse i vertici politici, militari o economici) dicono qualcosa ci sono buoni motivi che lo facciano per mantenere in vita il sogno modernista, in coma irreversibile. Non dicono la verità né l'hanno mai detta perchè se l'avessero detta non ci troveremmo in questo pasticcio.

Se i sofisti per motivi analoghi hanno destrutturato il senso della comunicazione manipolatrice mostrandone i limiti, i complottisti antepongono lo scetticismo ai quei “lumi” che hanno finora preteso di illuminare la nostra sciagurata strada modernista. E' una consapevolezza altra che muove dall'amara constatazione che da quei vertici mai potrà uscire una previsione sensata, un progetto condivisibile, una parola corrispondente a verità.

L'informazione è manipolata, la verità è manipolata e la percezione del mondo stesso è manipolata per impedire al sogno modernista di morire come merita. Versioni successive e contrastanti relative a identici fatti e significati si accavallano. La Democrazia, simbolo di partecipazione popolare ai destini del mondo, viene esportata a suon di bombe. Bombe intelligenti ovviamente, dove l'intelligenza non sta nel non uccidere chi non ti ha fatto nulla, ma nel centrare ospedali e scuole. Oppure impianti televisivi da cui può essere divulgata un'informazione non democratica ma corrispondente al vero.

I significati si perdono, la comunicazione svanisce e la percezione della Modernità si sgretola. Da qui il passo verso la negazione di tutto ciò che proviene da quelle fonti è breve. Voi dite che i fatti del 9/11 sono stati determinati da terroristi arabi? Dite che il reticolato bianco presente nel cielo è causato da scie di condensazione? Impossibile crederci fino in fondo: non c'è motivo sufficientemente valido per sperare che la vostra parola sia abbia subìto la trasformazione da propaganda a informazione onesta.

Sempre più significati si legano ad ogni singola parola, ed ogni significato può essere interpretato in mille modi diversi, in una diaspora semantica senza soluzione di continuità.

L'utilizzatore finale non è necessariamente l'acquirente di una apparecchiatura nata dopo anni di ricerche e prove, ma un puttaniere altolocato. I sofisti già 2500 anni fa ci avvertirono di questi rischi.

Se la scelta sta nel credere a Ghedini o sviluppare un pensiero complottista non penso di avere molte alternative. Né dubbi.

“Ogni significato presuppone una profondità, una dimensione nascosta che l'uomo postmoderno (cioè noi) ignora, abituato com'è alla mancanza di significati per eccesso di significati stessi.”

Jean Baudrillard

[1] http://www.presentepassato.it/Quali_diritti/Sicurezza/s10_fumagalli_violenzamedioevo.htm

Link: http://www.appelloalpopolo.it/?p=6428


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dana74
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grazie per questo ottimo quadro della realtà...uno spaccato di verità ottimo davvero..


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tres19
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Secondo me si sta di molto sopravvalutando la consapevolezza popolare attuale.

Ora se la gente sembra destarsi non è per aver ampliato il proprio grado di consapevolezza, ma perchè è venuto meno il potere d'acquisto, la consapevolezza non è mutata, si chiede solo di "metterci una pezza" dato che prima, nel pieno della Modernità, (si crede che) si stava meglio.

Non ci trovate qualcosa di dissonante?

Ma come è possibile che se bisogna uscire dalla Modernità, la reazione, ossia il malcontento, nasce proprio dal prender a riferimento la Modernità di ieri nel rendersi conto di star peggio oggi?

Se penso che la Modernità è la causa del "male" dovrei vedere gli anni '80 come peggiori di adesso, no? (per la cronaca io penso questo)
E invece no, qui su CDC avrò letto in centinaia di commenti il desiderare un ritorno a quegli anni.

Dissonanze su dissonanze.

Sono anche contrario al concetto "poverini ci hanno ingannato", è falso!
Si poteva vedere tutto molto bene anni e anni fa, io sarò sempre pronto a smentire questo alibi; la cosa grave non è che la gente non ha voluto vedere, ma che oggi continua a non vedere credendo nello stesso tempo di farlo.

Altrimenti si invertirebbe la direzione di quell'indice accusatorio che oggi va tanto di moda puntare a politici & co.


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shoona
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Secondo me si sta di molto sopravvalutando la consapevolezza popolare attuale.

Ora se la gente sembra destarsi non è per aver ampliato il proprio grado di consapevolezza, ma perchè è venuto meno il potere d'acquisto, la consapevolezza non è mutata, si chiede solo di "metterci una pezza" dato che prima, nel pieno della Modernità, (si crede che) si stava meglio.

Non ci trovate qualcosa di dissonante?

Certo. Ed è la base di tutte le ipocrisie. Ogni protesta oggi non è per cambiare il sistema ma per sostenerlo. Vorrebbero solamente potersi anche loro sedere al grande tavolo dell'abbuffata ma non c'è spazio per tutti. Come usciamo dalla crisi? Da una parte c'è chi dice BISOGNA TORNARE A CRESCERE. Poi c'è la MMT che dice stampiamo più soldi così cresciamo di più. Quindi si critica il sistema istintivamente, ma in realtà lo si vuole foraggiare con lo stesso combustibile che ci ha portato in questa situazione.

Sono anche contrario al concetto "poverini ci hanno ingannato", è falso!
Si poteva vedere tutto molto bene anni e anni fa, io sarò sempre pronto a smentire questo alibi; la cosa grave non è che la gente non ha voluto vedere, ma che oggi continua a non vedere credendo nello stesso tempo di farlo.

Non c'è stato alcun inganno. Il popolo ama il capitalismo. Ama il consumismo. Ama il potere. Vorrebbe solo tutte queste cose in grande quantità e solo per se. Quando non è possibile si lamenta.


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Giovina
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Secondo me si sta di molto sopravvalutando la consapevolezza popolare attuale.

Il popolo ama il capitalismo. Ama il consumismo. Ama il potere. Vorrebbe solo tutte queste cose in grande quantità e solo per se. Quando non è possibile si lamenta.

Esattamente quel che pensano ( e vogliono che si pensi) Fornero e company.


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shoona
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Esattamente quel che pensano ( e vogliono che si pensi) Fornero e company.

Mi confermi che l'uomo da 60 anni cerca di liberarsi del capitalismo, della proprietà, vive solo con ciò che gli occorre e invece un gruppo di 4 americani ebrei gli impongono con la forza di vivere come discariche umane. Confermi?
Mi confermi anche che la MMT è anti-capitalista e non vuole aumentare i consumi?


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Giovina
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Quel che voglio dire e' che pochi furbetti desiderano convincere le masse di uomini, cosi' desiderose di peccare consumisticamente, che non sono capaci di essere altro che dei cattivi consumatori ed egoisti uomini, che non sono capaci di sollevarsi e divenire coscienti di qualcosa d'altro.


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dana74
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Quel che voglio dire e' che pochi furbetti desiderano convincere le masse di uomini, cosi' desiderose di peccare consumisticamente, che non sono capaci di essere altro che dei cattivi consumatori ed egoisti uomini, che non sono capaci di sollevarsi e divenire coscienti di qualcosa d'altro.

sono d'accordo


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tres19
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Quel che voglio dire e' che pochi furbetti desiderano convincere le masse di uomini, cosi' desiderose di peccare consumisticamente, che non sono capaci di essere altro che dei cattivi consumatori ed egoisti uomini, che non sono capaci di sollevarsi e divenire coscienti di qualcosa d'altro.

Io non cerco di convincere nessuno, ne prendo solo prendo atto.
Per chi non ha aperto gli occhi l'altro ieri molte cose appaiono più chiare ed evidenti.


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Tonguessy
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Il popolo ama il capitalismo. Ama il consumismo. Ama il potere. Vorrebbe solo tutte queste cose in grande quantità e solo per se. Quando non è possibile si lamenta.

Questo è plagio. Cioè il frutto della propaganda. Adesso occorre ridefinire la funzione primaria del potere, che rimane servizio per il popolo (o comunità). Come è possibile che qualcuno ami il servizio reso alla comunità quando questo comporta sacrifici e nessun beneficio personale? Lo si fa solo per spirito di sacrificio verso la comunità. Si annulla la propria volontà di successo per ristabilire un senso di giustizia. E' l'Essere che ha la meglio sull'Avere (parafrasando Fromm).

Al contrario ci sono frotte di politici che pur di accaparrarsi quei benefici fanno gi interessi delle lobbies. Ma così non fanno gli interessi della comunità.

Quindi: come può il popolo essere contro ai propri stessi interessi?

Certo, ci sono frange che non saranno mai sazi: non esiste alcuna quantità che possa sembrare loro sufficiente. Ma al solito si pone l'attenzione sulle derive statistiche, più che sui grandi numeri fatti di gente semplice che vive modestamente.
Gente che affolla gli hard discount per spendere meno.
La maggioranza silenziosa che non compare mai nei salotti buoni della TV della De Filippi o di Vespa, perchè non ha niente di speciale da raccontare. Una vita semplice, la loro.
Quella gente non ha padrini speciali, non ha avuto la "fortuna" di certi imprenditori, non ha barche, macchine costose, non frequenta ristoranti in, non stringe la mano a calciatori e veline.

Gente che fa i conti tutti i giorni per arrivare a fine mese.

Evidentemente abbiamo idee diverse di chi si celi dietro alla parola "popolo". Per me, che vengo da quegli ambienti, è naturale associare questa parola a queste persone. Per altri il popolo è una massa di idioti da cui non si può pretendere altro che essere aggiornati sull'ultima versione di iphone o reality.

Per chi ha una visione politica delle cose, scendere nel baratro di quest'ultima visione significa rinunciare alla possibilità di riscatto.

Io quella possibilità me la voglio ancora giocare. Assieme a quelli come me che pensano che dietro alla parola popolo non ci siano solo cerebrolesi, ma persone che come me soffrono il disagio di questa progressiva desertificazione sociale.

Gli altri, quelli che vedono nel popolo un nemico, se ne stiano a casa a digitare anatemi. Cos'altro potrebbero mai fare?


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Giovina
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Io non cerco di convincere nessuno, ne prendo solo atto.
Per chi non ha aperto gli occhi l'altro ieri molte cose appaiono più chiare ed evidenti.

Ma non c'e' da convincere nessuno, la situazione e' ormai palese a tutti. La questione ulteriore o altra e' se crediamo possibile una evoluzione della civilta', per riferirmi al tema di questa discussione.

Penso che credere in un processo evolutivo continuo senza pause di involuzione, sia limitativo o superficiale per quelle che sono le potenziali capacita' di analisi del pensiero umano.
Resta poi da considerare la scelta in se' materialistica della civilta' che ha creato i presupposti del nichilismo.
In parole povere utilizziamo un pensare per diagnosticare una malattia e la sua causa ma arriviamo o ci fermiamo a considerare la malattia come cronica, inguaribile e d ineluttabile, mi riferisco al nichilismo. Stabilito cio’, il pensiero puo' andare in pensione (pensione 😯 😛 ??).
Ecco, di questa pensione proprio certe menti, certa mentalita', vorrebbero noi vivessimo sempre, fino alla morte e poi daccapo coi nostri discendenti.
Un pensare, il nostro, buono solo a dire che non valiamo nulla, che siamo animali, incapaci di crescere (interiormente 🙂 ) a sancire che non c'e' nulla oltre il caos e le illusioni e le delusioni e la sofferenza.

Ma se siamo buoni a fare i conti fino a qui, perche' non dovremmo essere capaci di andare oltre e usare questo pensare per migliorare, per costruire qualcosa di stabile, forte e duraturo che non sia solo vivere alla giornata e solo per tentativi di stili di vita, di politiche, di filosofie ora proposte da uno, ora dall'altro?
E' vero che siamo alla frutta, in tutti i sensi, ma questo ce lo dice l'utilizzo del pensare, senza questo non lo sapremmo, cosi' come non sapremmo altre cose.

A me strabilia molto il passaggio diretto e dialettico dalla legge materialistica, che fa fondamento su fenomeni dimostrabili sensibilmente, alla filosofia nichilista, che sostiene il nulla. Anche per sostenere un nulla ci vuole un pensare, e se esiste un pensare che uso e sul quale io poggio le mie enunciazioni, che desidero siano certezze, conclusioni, nichiliste che siano, come posso dire che non c'e' nulla, o meglio che tutto e' basato sul nulla?

Vi chiedo scusa ma io non sono una filosofa, nemmeno ho studiato filosofia e non vorrei nemmeno incartarmi, oltre che annoiarvi. Ne e' filosofia spicciola, o sofismo comunemente inteso, che intendo spacciarvi. Sto cercando di rimanere coi piedi per terra e di non farmi portare in giro da nessun pensiero o credenza o imposizione che io non abbia fatti miei, con un mio ripensare, non e' facile, non e' detto che ci riesca sempre, anzi.

Noi siamo indignati, per usare un aggettivo di moda ultimamente. E oltre che indignarci con certa gente lassu' al parlamento, ci incazziamo col popolo. Eppure la' fuori, ogni altro che si indigni include a sua volta noi nella sua accusa e condanna di mancanza di reazione, di ignavia e quanto altro.
La mia indignazione io cerco di sfruttarla per quel che realmente serve: ad indicarmi la sofferenza, il disagio, la disfunzione; farne una fede, una religione, un comportamento classista, e' schiavitu' interiore.
Buttare la spugna prima ancora di cominciare il combattimento, prima ancora di usare tutti i nostri talenti, dichiararci sconfitti in partenza: prima di tutto questo allora e' bene che ci chiediamo se abbiamo usato tutte le nostre potenzialita', ma bisogna essere sinceri. Prima di pretendere qualcosa dagli altri, dai nostri simili che soffrono, che hanno paura quanto noi, lo dobbiamo pretendere da noi stessi, e se cadiamo, possiamo rialzarci e riprovare ma e' bene ricordarci che cio' e' anche facolta' e liberta' degli altri. Questo non ci impedisce di individuare fatti, fenomeni, errori e valutarli, nel sociale, negli altri, in noi, piuttosto c'e' una possibilita' maggiore di vedere le cose piu' chiaramente e meno accecati da insicurezze, false certezze e cieche ribellioni.

Se esiste un complottismo, possiamo star sicuri che al suo fianco puo' esistere anche quello della nostra mente ordinaria contro noi stessi.
E quest'ultimo e' il primo che dobbiamo conoscere e combattere. Altrimenti ogni percezione, ogni studio, ogni sapere, ogni conoscenza, arriveranno falsati e non suscettibili di essere compresi e completati dalla nostra abituale capacita' elaborativa di pensiero.
Prima di chiedermi se questo fatto e' vero o falso, se quella persona e' onesta o meno, devo chiedermi se il mio pensare e' capace di esaminare i fatti e le informazioni che mi arrivano, perche' questa capacita' non deve essere mai data per scontata, nello stesso tempo devo verificare se esiste la possibilita' che questo pensare insufficiente si possa educare.

Voglio riconoscere le mie defaillance, ma non sono disposta a cedere un potere decennale ventennale, trentennale sulla mia vita, sulle mie decisioni, a qualcuno che si deve supporre - perche' seduto al trono del governo - perfetto, infallibile, e in possesso, a differenza di me, di saggezza e di buon senso.
Se non ce ne siamo accorti, ci e' stata annunciata, anche se in maniera subliminale, una dittatura molto ma molto lunga nel tempo, se non nella forma e nella maschera esteriore, sicuramente nella sostanza, nei fatti.

E non si trattera' tanto di sacrifici e sofferenze materiali, quanto piuttosto di una dittatura legalizzata sulle nostre coscienze.
Questa e' la vera sfida io credo, se non abbiamo fatto del nichilismo la nostra ........certezza ( !?!).


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esca
 esca
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Condivido sinceramente le posizioni di Tonguessy e Giovina.
Se guardo attorno c'è un po' di tutto, ma si possono scorgere ancora distintamente persone per cui vale la pena sostenere "la sfida": prima di tutto se stessi.
Come d'abitudine, rispedisco ai mittenti (casta politica) ogni tentativo di annichilire le energie di chi sente di aver qualcosa di buono da dare e pure all'altra casta consociata, quella dei giornalisti a servizio, che impongono con la loro propaganda la visione di un mondo in cui la realtà è spesso distorta a favore, uso e consumo del potere.
Ma si sa che le poltrone danno alla testa...
Non siamo affatto tutti uguali ed omologabili al medesimo modello.


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shoona
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Evidentemente abbiamo idee diverse di chi si celi dietro alla parola "popolo". Per me, che vengo da quegli ambienti, è naturale associare questa parola a queste persone. Per altri il popolo è una massa di idioti da cui non si può pretendere altro che essere aggiornati sull'ultima versione di iphone o reality.

Per chi ha una visione politica delle cose, scendere nel baratro di quest'ultima visione significa rinunciare alla possibilità di riscatto.

Io quella possibilità me la voglio ancora giocare. Assieme a quelli come me che pensano che dietro alla parola popolo non ci siano solo cerebrolesi, ma persone che come me soffrono il disagio di questa progressiva desertificazione sociale.

Gli altri, quelli che vedono nel popolo un nemico, se ne stiano a casa a digitare anatemi. Cos'altro potrebbero mai fare?

La parola popolo è una di quelle parole che suscitano sempre tanto romanticismo. Ma il popolo inteso come massa è di per se ignorante. Si muove perché si muovono gli altri. Fanno perché fanno gli altri. E soprattutto delegano . Non sono responsabili. Attendono sempre il pastore che li munga, ancora una volta, come eternamente è accaduto nei secoli dei secoli. Il loro destino dipende tutto dalla qualità del capo che li striglia.
Il primo gruppo si chiama famiglia. Retto dal pastore "pater" tramite il PATRImonio. E dunque arriviamo al capitale. E' vero che possono esistere altre forme di convivenza e altri tipi di società. Ma è altrettanto vero che non si arriverà mai a cambiare nulla fin quando non si abbattono gli attuali dogmi presenti IN CIASCUNO DI NOI.

Storia recente in poche righe. Berlusconi che passa da idolo quando per la massa era un idolo. Prodi divenne salvatore poco dopo. Poi tornò di nuovo Berlusconi che doveva salvarci da quelli che pensano soltanto a mettere le tasse. Poi Berlusconi diventò un puttaniere e Monti doveva salvarci, perché lui sì che era serio e non andava a zoccole. Monti ora diventa quello venduto che pensa gli interessi solo delle banche e infatti è in arrivo il nuovo pastore. Un certo Beppe Grillo. Ditemi voi se posso aver fiducia in questa cosa chiamata massa in un cultura patriarcal-capitalista.

ps
non è poi nemmeno una questione di fiducia. Andiamo sul pratico. Il popolo cosa vuole e cosa chiede? partiamo da questo per capirne le incredibili contraddizioni al suo stesso interno. Scommettiamo che al 99,9% si finirà a parlare in termini capitalistici?


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Cagliostr0
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Quel che voglio dire e' che pochi furbetti desiderano convincere le masse di uomini, cosi' desiderose di peccare consumisticamente, che non sono capaci di essere altro che dei cattivi consumatori ed egoisti uomini, che non sono capaci di sollevarsi e divenire coscienti di qualcosa d'altro.

a proposito di questo...


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Giovina
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Shoona: Ditemi voi se posso aver fiducia in questa cosa chiamata massa in un cultura patriarcal-capitalista.

(Premetto che parlare secondo criteri di sinistra, destra, comunismo e capitalismo per me e' limitativo)

Si puo' parlare di "potere" quando si puo' constatare l' " impotenza".
Si puo' parlare di consapevolezza quando si constata anche il suo concetto contrario, di incoscienza, e' proprio da quest' ultimo che si deve procedere in avanti per prendere, acquisire coscienza.
L'essenza vera dell'uomo e' il suo movimento nel "tempo".
Considerare staticamente un suo fotogramma non e' sufficiente a dare una definizione veritiera e completa dell'uomo in divenire, e' isolare un dato dall'insieme.
Nello stesso tempo ricordiamoci che cio' che pensiamo delle masse riguarda in primis anche noi stessi, che ne facciamo parte.
Cosi' come un uomo, singolarmente puo' rendersi conto della sua natura e della sua potenzialita' di crescita interiore, allo stesso modo ma in virtu' proprio della sua coscienza potra' andare a considerare e a concepire la possibilita' di poter contribuire con altri uomini alla maturita' del "gruppo", della "massa". Credere impossibile questa ultima cosa e' una contraddizione del primo assunto, e nello stesso tempo si va a sposare la politica dei despoti che proprio su questa ultima teoria e certezza basano il loro operato e i loro fini.


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