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Complottismo

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tres19
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Io ho ben chiara la situazione e da quel che scrive credo che ce l'abbia molto chiara anche shoona, gli altri intervenuti credo che siano lontanissimi da una vera analisi sociale.

Parlo così agli altri, a shoona non ho da dir nulla che già non sa.

Ultimamente con la scusa dei "grandi ladroni" la maggior parte si lancia in minuziosi discorsi economici proponendo soluzioni mirate a quello che credono essere il problema, purtroppo non considerano che ormai tutto quel che è la sfera emozionale è un prodotto anche esso derivante dalla stessa fonte.

La maggior parte vive di sentimenti generati dal sistema attuale che niente hanno a che vedere con una sorta di sentire istintivo e reale, è pura astrazione spacciata per vita.

Il "fare" è totalmente dipendente dal "sentire" attuale; è indifferente ora se sia nato prima l'uovo o la gallina, il punto chiave è che il cambiamento è possibile solo agendo in entrambi i fronti e non in maniera separata, il fronte superstite farà di tutto per supportare l'altro e mantenerlo in vita.

Ogni volta che due o più umani si rapportano tra loro oggi, sia che si tratti di tempo libero che di lavoro, sono soggetti ad un'interazione generata dal pensiero neoliberista, ogni volta che si usa una scala di misura è una scala neoliberista, ogni volta che c'è un paragone il riferimento è una misura neoliberista.

Non ci credete? Provate ad effettuare un semplice baratto e osservatene le dinamiche, vedrete che il processo mentale dello scambio prima tende a dare una valutazione economica della merce, ossia trasformarla in moneta, poi si valutano i due pezzi secondo la monetizzazione data, si sottrae e se il dislivello non è ampio si effettua lo scambio.

Baratto? No, no, tutt'altro.
Perchè si innesca questo meccanismo perverso?
Perchè si è perso il modo di valutare secondo esigenze e si è appreso un modo astratto senza il quale non si riesce a ragionare e ne a vedere niente altro.

Ovviamente ciò è un piccolo esempio, i Grandi Dogmi da scardinare nascono fin dall'infanzia con la bambolina e la macchinetta, con il fiocco rosa o azzurro e proseguono fin dentro la tomba.

Alcune rare persone hanno scelto questo percorso per riappropriarsi della propria vita e in relazione a quanta strada si è fatta in questo senso si riesce a vedere più o meno lucidamente.

Chi vede in maniera meno appannata sa perfettamente che senza una rivisitazione di questo sentire ogni tecnicismo pratico è inutile, per quanto si riuscirà a plasmare la pratica, essa si adatterà sempre a ciò che si percepisce come vita.

Dal mio punto di vista, ossia di quello che riesce a vedere il castello anche da fuori dalle mura e non solo da dentro, la massa è rimasta tale e quale a prima, non c'è nessuna evoluzione su larga scala.

Quando i virtuosismi economici saranno finiti, quelli che non impazziranno o periranno per i disagi, avranno una seconda possibilità per poter vedere, oggi se la stanno giocando puntando il dito a destra e a manca.

Questo periodo mentre molti lo vedono come un risollevarsi io lo vedo come l'ennesima chance persa.

Ci ho visto bene 15 anni fa e non credo di sbagliarmi neanche ora, ma come allora anche oggi passo da pecora nera, da disfattista e da pessimista.
Amen.


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shoona
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Ci ho visto bene 15 anni fa e non credo di sbagliarmi neanche ora, ma come allora anche oggi passo da pecora nera, da disfattista e da pessimista.
Amen.

La memoria umana credo sia uno degli aspetti più ignoti in assoluto. La natura ci ha dotato di un ricordo fine a se stesso. Se prima hai scelto X e ti è andata male dopo risceglierai X oppure un sottogruppo di X.
E' incredibile come nessuno (o quasi) capisca un concetto molto semplice. Se si continua a riferirsi a cose che appartengono al gruppo X il risultato sarà sempre lo stesso. Al massimo ci sarà un breve scarto temporale di differenza ma non il risultato.
Invece qua ci si arrovella nel tentativo di trovare la formuletta economica per mandare avanti la baracca.Gente che spende 40 euro per andare a Rimini con tanto di taccuino per apprendere la pozione salva-vita. Ma quale vita? Di quale esistenza parliamo? Che società abbiamo in mente? Si lavora tutto sul dettaglio senza guardare la sostanza. Ormai, tutti i problemi derivano dai 4 cattivoni che dominano il mondo. Per alcuni sono le banche per altri i rettiliani per altri ancora la massoneria e per altri è tutta colpa di Berlusconi. Ma la visione olistica appartiene ancora al genere umano?


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Tonguessy
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Ogni volta che due o più umani si rapportano tra loro oggi, sia che si tratti di tempo libero che di lavoro, sono soggetti ad un'interazione generata dal pensiero neoliberista, ogni volta che si usa una scala di misura è una scala neoliberista, ogni volta che c'è un paragone il riferimento è una misura neoliberista.

Non ci credete? Provate ad effettuare un semplice baratto e osservatene le dinamiche, vedrete che il processo mentale dello scambio prima tende a dare una valutazione economica della merce, ossia trasformarla in moneta, poi si valutano i due pezzi secondo la monetizzazione data, si sottrae e se il dislivello non è ampio si effettua lo scambio.

Ieri sera. Riunione della band con cui suonavo anni fa. Uno di loro ci chiede se vogliamo festeggiare i 40 anni della sua professione, il suo compleanno ed il compleanno di suo figlio. Ha trovato un amico che, essendo imprenditore agricolo, ha una barchessa enorme. La prova fila liscia e sabato 12 maggio ci ritroveremo tutti sotto la barchessa a suonare per la nostra ed altrui delizia. Dopo la prova una birra per raccontarci com'è stata la vita in questi ultimi anni. Figli che nascono e crescono, solite cose. Ognuno, quel sabato porterà i suoi strumenti, io anche l'impianto voci. Gratis. Ognuno suonerà per sè stesso e per gli altri. Gratis. Famiglie e figli si conosceranno, giocheranno nell'ampia aia antistante. Gratis.
GRATIS

Che cazzo di pensiero neoliberista ci vedi dietro a tutto questo?


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tres19
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Che cazzo di pensiero neoliberista ci vedi dietro a tutto questo?

La prossima volta descrivimi una situazione dove ci sia del "lardo" di mezzo e poi vediamo in quanti ci lasciano lo "zampino".
Son tutti bravi con la pancia e le tasche piene, ma non appena c'è l'eventualità di arraffare e non i presupposti del "gratis" vedi la metamorfosi delle persone.
Oggi la vita è il tempo libero; c'è il tempo del gratis, il tempo della donazione e dell'altruismo, tutti tempi ristretti, marginali e con interazioni poco profonde e soprattutto sono il "premio" al tempo della disparità (lavoro ufficiale), unisci tutto e senza una grossa forma di coscienza, anche tra amici, vi farete la guerra.


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Tonguessy
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Ogni volta che due o più umani si rapportano tra loro oggi etc..

Non affannarti ad arrampicarti sugli specchi. La tua frase è perentoria e dice che TUTTI gli umani quando si incontrano oggi etc etc..
Posso tranquillamente di essere un umano e posso altrettanto tranquillamente dimostrare che sono umani anche i miei amici di ieri sera. Ci siamo ritrovati ed abbiamo fatto delle attività assieme, quindi ci siamo rapportati. E non mi risulta che ci sia stato nulla di quello che dici.

Bisogna starci attenti quando si scrivono certe cose. Forse che con i tuoi amici hai solo rapporti mediati dal pensiero neoliberista?


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tres19
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@Tonguessy qua tutti credo facciamo scampagnate, ma a vederci il funzionamento sociale in un'interazione stile Pic-Nic ce ne passa.

Ho scritto su mille post che l'interazione del tempo libero è marginale, tu ti fai gli affarucci tuoi così anche i tuoi amici quando ve ne andate a casa, la scampagnata come me la presenti non è uno sminuire a quanto ho asserito, ma addirittura un rafforzativo.

Io non riesco a fare scampagnate con molte persone perchè non riesco a fregarmene di come essi vivono o interagiscono, se il mio amico mi racconta una barzelletta io non rido mica se questo è un banchiere o un altro che detesto, anzi non gli sto proprio vicino.
Nei vari incontri non mi scordo dei vari ruoli, non ho bisogno dell'ora d'aria per evadere, io resto sempre concentrato e mi faccio abbagliare poco.

Con altri tipi di interazione vedrai che il Pic-Nic non servirà tanto come esempio.


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shoona
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Posso tranquillamente di essere un umano e posso altrettanto tranquillamente dimostrare che sono umani anche i miei amici di ieri sera. Ci siamo ritrovati ed abbiamo fatto delle attività assieme, quindi ci siamo rapportati. E non mi risulta che ci sia stato nulla di quello che dici.

Bisogna starci attenti quando si scrivono certe cose. Forse che con i tuoi amici hai solo rapporti mediati dal pensiero neoliberista?

Devi saper cogliere l'essenza di un discorso senza perderti nel particolare. Diversamente troverai sempre il cavillo dialettico per invalidare tutto. Perché se ancora non te ne fossi accorto il linguaggio è limitato nel descrivere la complessità delle cose, figuriamoci nei forum. Hai portato una situazione particolare che non aggiunge nulla alla discussione. Se volevi dimostrare di non essere schiavo del pensiero liberista sarebbe stato molto più interessante una descrizione di una tua normale giornata e di quella dei tuoi amici. La quotidianità invece dell'evento speciale. Perché sai una volta l'anno "quelli solidali" mandano l'sms da 1 euro per i terremotati.


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Giovina
Noble Member
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E’ proprio la sofferenza, di tutti, compresa quindi quella dei pessimisti che e’ la condizione prima - dal posto e dal momento in cui ci troviamo - per desiderare di operare un cambiamento e una correzione. Se non ci fossero percezione di disagio e sofferenza, se non ci fosse la sofferenza stessa nulla si muoverebbe. Al di la’ dunque di pessimismo e ottimismo, argomenti che lasciano il tempo che trovano attorno al tavolino di un dibattito intrattenitivo in tv, su un forum, l’uomo, volente o nolente, e cioe’ mettendo al posto loro certe reazioni o non reazioni che nell’immediato all’istinto competono, e’ capace in una visione d’insieme e futuristica di proporsi gli effetti di sue scelte radicali, di natura qualitativa e morale, nel bene e nel male.
Ogni scelta, o non scelta, ci fa comunque tutti coautori e corresponsabili della realta’ che andiamo ogni volta a toccare con mano.

Considerare il male possibile e reale ma il bene impossibile: cio’ io giudico la piu’ grande delle astrazioni.
Quando attribuisco potere al “male” e’ a fronte di un concetto di bene, per logica razionale dovrebbe essere altrettanto possibile il contrario, se entrambi i dati dell’equazione hanno la stessa valenza di realta’. Se fosse solo conseguibile il male, se ne dovrebbe dedurre che il bene non esiste (un’astrazione) e allora nemmeno il male esisterebbe, in senso qualitativo, ma sarebbe una cosa in se’ compiuta, senza rovescio della medaglia, appunto. Cadrebbe ogni quaestio, prima di tutto quella del pessimismo/ottimismo, ma cadrebbero contese e contendenti stessi, non avrebbero ragione di essere.

Non c’e’ miglior pensiero di quello che sostiene: “E’ necessario basarsi su analisi reali”.
Condivido.
Pero’ prima vorrei sapere chi mi garantisce della realta’ oggettiva dell’analisi e quindi dei dati stessi presi a oggetto. La storia insegna, ma vorrei sapere come mi e’ stata insegnata la storia, e quale storia mi e’ stata insegnata. Perche’ cio’ che posso andare a verificare direttamente, con mano, e’ minimo di fronte all’immensa storia. Su gran parte di essa molto devo accettare a scatola chiusa, quanto mi garantisce questo grosso limite dal pericolo di emettere oggi un parere, un giudizio parziale, insufficiente, su come stanno esattamente le cose, e sull’uomo, posto sul banco degli imputati?
E’ una sensazione d’impotenza quasi devastante se ci penso bene. Il pessimismo e’ il minimo dei minimi di fronte alla realta’ immensa che si mette davanti a me: sono meno di un puntino nell’universo, nella concezione di tempo comunemente intesa. Ce n’e’ piu’ che abbastanza per decidere di non fare nulla, nemmeno pensare, e in genere il comune pensare viene da se’, non e’ che ci mettiamo dentro tanta fatica, anzi, quasi nulla.

Possiamo vedere bene come usiamo le parole, senza avvederci di quale concetto personale, invece che universale o impersonale dovrebbero essere attribuito a esse, e questo solo per costruire fondamento di base su cui basare una struttura logica e stabile di pensiero accettabile dagli interlocutori.
Giudichiamo astrazione il potenziale possibile (il futuro e’ potenzialita’ la cui qualita’ e’ ancora da conoscersi, ma ci si puo’ scommettere) e giudichiamo potenzialmente possibile l’astrazione (ossia enunciamo impossibile per domani cio’ che ancora invece non possiamo verificare come tale).
Confondiamo poi i fatti, le percezioni con la realta’ intera, mentre ne sono solo una parte.
Consideriamo la storia l’unica verita’ mentre il passato a rigor di logica e’ roba in se’ morta, declinata, che lascia spazio a qualcosa di ulteriore che ancora deve nascere, venire, e che per il fatto che ancora deve venire, non conosciamo ancora.
In ultima analisi: penso che la cosa piu’ concreta e reale che possediamo sia il nostro potenziale pensiero; che tra il passato, il gia’ fatto, e il futuro da fare, sia la nostra coscienza.
Astrazione? Retorica? Puo' darsi.
Cartesio si accorse di pensare e disse “Io sono”.
Questa non e’ tutta la verita’. E’ un punto invisibile nell’universo. Quasi un’astrazione.
Il pensare in se’ e’ una potenzialita’, una forza, inseparabile dall’uomo.
Il concetto di Cartesio fu un’embrionale intuizione di consapevolezza di un pensare logico razionale stimolato essenzialmente da percezioni e realta’ esteriori, di percezioni interiori soggettive. Esattamente la fase di evoluzione del pensare che in questa epoca l’umanita’ sta attraversando.

Due punti essenziali sui quali si concorda in questa discussione possono essere citati.

1) La situazione sociale attuale non e’ buona, anzi, e’ pessima.

2 ) Con la dialettica si puo’ andare avanti (e indietro) all’infinito, senza mai poter raggiungere una soluzione di continuita’, tanto piu’ che ogni parere risulta essere unilaterale e scarsamente integrabile con quello di pochi altri, figuriamoci con una massa piu' allargata.

Se si risolve il secondo problema, ossia se si tende a superare lo scoglio sterile della dialettica, forse si riesce realmente a comunicare per cercare di risolvere il problema principale, quello sociale, che cioe’ riguarda tutti, e’ una delle oppurtunita’ di cui usufruire per agire, dobbiamo anche tener conto, che non essendo telepatici, dobbiamo usare per forza il dialogo, e quindi anche la dialettica.

Non considero ingenuita’ l’esperienza, avuta con i suoi amici, che Tonguessy ha riportato. Considero importassimo ed essenziale cio’ che l’esperienza in se’ consegna di valido a Tonguessy, e in genere all’uomo, ossia la visione di un potere, di una possibilita’, di poter credere possibile, modificare, creare, realizzare un “qualcosa”.

La potenza vera risiede nel concetto prima che nei fatti, questi ultimi una volta dati e morti possono essere solo mezzi perche’ ci riconducano, una volta ripercorsi con metodo e insieme alla nostra volonta’ guidata e mirata, al potere originario creativo delle “cose”. E il potere che ha condotto degli amici a ritrovarsi per suonare e’ lo stesso potere che puo’ cambiare la societa’; come si usa questo potere e’ questione personale di ognuno, ma in se’ esso e’ impersonale, al di la’ di soggetto e oggetto, e disponibile per tutti, in primis la sua attivazione e’ questione individuale, di liberta’ individuale.

Concludo con una frase fresca fresca letta stamani, di un mio amico, sull’importanza dello studio e del conoscere: “leggere è facile, comprendere è già un'altra cosa....praticare un'altra ancora, e sono alcuni dei livelli di "entrata" in un medesimo contenuto, poi c'è il "rivivere" ma quello è già un vero e proprio conseguimento, oserei dire iniziatico !”

Aggiungo che sprofondare nel materialismo tanto da diminuire, dimenticarsi di chi concepisce la materia stessa e’ proprio il livello forse massimo di caduta da cui si puo’ trovare la forza necessaria per imprimere la spinta della risalita. Un nuovo processo dunque, che a differenza dell’antico e specie di quello orientale (che permettevano e permettono un distacco, una fuga in una realta’ piu’ piacevole e sicura) sceglie la realta’ nuda e cruda e il metodo scientifico conosciuto di quest’occidente cosi’ messo alla gogna: un pensiero che cioe’ puo’ “ripensare” il fenomeno, risalire fino a riconquistare il suo potere di concetto originario che pote’ produrre il fatto stesso, a un livello dove solo e’ possibile toccare con mano la forza vivente necessaria a un reale e duraturo cambiamento. Percio’ definire la qualita’ del sentire comune non e’ sufficiente a porre in essere un reale e concreto processo di cambiamento, e’ necessario in egual misura risalire a quella giusta ed efficace qualita’ della “volonta’” necessaria a sostenere nel tempo la realta’ che si desidera por
re in essere. Cosi' come abbiamo un sentire di natura e quindi istintivo, allo stesso modo abbiamo la conseguente azione da quel sentire stimolata. Shopenauer si fermo’ a un concetto vago di volonta’ come generatrice addirittura del mondo e della vita, ma e’ il limite di una volonta’ cieca e anarchica, il materialismo e il nichilismo ben si sposano con le sue idee filosofiche.
Ma la parola “filosofia” ha perduto il suo genuino significato, e viene usata oggi nella sua unica accezione di amore e venerazione per i fatti, di amore per dei pensieri indotti e stimolati da mere percezioni; retorica e dialettica sono il suo regno: processi anarchici associativi di pensiero, che scambiamo per alta intelligenza, chiamiamola cosi’, sì, ma si deve riconoscere che la sua padrona e’ la natura anarchica e quindi siamo sempre degli schiavi, tali, infatti, sempre alla fine riconosciamo di essere.

Il sapere della tradizione ha perduto la sua efficacia nel tempo.

All’uomo forse si dona ora la possibilita’ di riconquistare la logica originaria e pura dell’idea con i suoi soli mezzi a disposizione, a partire da dovunque egli si trovi, a partire da qualsiasi mezzo egli si trovi in possesso, senza piu’ pretendere e attendere questi pronti dall’esterno, insieme a delle risposte.

E' una possibilita’ di liberta’ ……da far girar la testa, molto piu’ alta e qualitativa di quella della liberta’ d’opinione - sempre di tutto rispetto - sull’ottimistico o pessimistico, scaramantico o “scommettibile” futuro dell’uomo, e' infatti un punto di arrivo che sara' il punto di inizio. E se il male e’ cosa reale, forse qualcuno per ottemperarlo ha scoperto e usa proprio quel potere che le masse vittime non conoscono e negano che possa essere da loro conseguito per cambiare la realta’ che non ritengono giusta. Ecco che di conseguenza la lotta non solo e’ impari, ma davvero puo’ essere perduta in partenza.

In conclusione, credo che importante sia il conoscere, distinguere il bene dal male ma mai dimenticarsi che questo potere e’ di colui che appunto puo’ operare queste distinzioni. Ecco che non si ha piu' una sorta di dualismo, bensi' una sorta di trinita’. Mantenere il centro, ossia avere sempre coscienza e memoria di se’ e’ garanzia di equilibrio e operabilita’ concreta. Mentre il dualismo e’ oscuramento, e’ oblio di una parte della verita’, e’ lacerazione, e’ separazione, e’ divisione, come il destino atroce che si voleva imporre al bimbo che Salomone propose di tagliare in due con una spada.

Oggi ho usato troppo dialettica e forse anche retorica per esporre dei concetti che, per essere afferrati e realmente conquistati, si dovrebbero e si possono solo esperire direttamente, per propria individuale libera scelta, decisione e impegno. Questo lo dico rivolgendomi per prima a me stessa.

Chiedo scusa per avervi sicuramente annoiato. Ci scommetterei……
😳


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