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coronavirus: mostro invisibile


paolodegregorio
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Coronavirus: mostro invisibile
di Paolo De Gregorio, 4 aprile 2020

Non bisogna essere per forza scienziati per analizzare con serietà e raziocinio il fenomeno della pandemia che, non solo uccide, ma costringe milioni di persone ad una pessima qualità della vita, che sta già generando intolleranze fisiche gravi, soprattutto psichiche. E’ veramente logorante vivere nella incessante paura di finire intubati per poter continuare a respirare o, peggio ancora, per carenza di posti della terapia intensiva, soffocare fino alla morte senza poter vedere nemmeno i propri parenti.
La prima convinzione di cui sarebbe utile liberarsi è quella di un evento voluto e creato in laboratorio allo scopo di danneggiare un popolo o una economia. In tal caso però gli autori avrebbero avuto a disposizione le conoscenze scientifiche per creare l’antidoto o il vaccino e sarebbero stati facilmente individuati.
Certamente è possibile pensare che tra i numerosi ricercatori, virologi, studiosi, in istituti di ricerca privati e pubblici di tutto il mondo vi possa essere qualche pazzo che intenzionalmente abbia scatenato questa pandemia, ma che ci sia una “Spectra” o un “dottor Stranamore” è impossibile da dimostrare.
Ciò che, invece, appare molto chiara è la totale impreparazione di tutti i paesi contagiati dal coronavirus a fronteggiare un evento che era largamente probabile, figlio di una globalizzazione esagerata che diffonde, in tempi rapidissimi, merci, uomini, malattie, insetti nocivi, e virus.
Essendo ben noto a tutti che i virus sono mutageni, ossia sono in continua evoluzione, questo fatto meritava più impegno, sia preventivo che terapeutico, perché dobbiamo tenere conto che da quando la selezione naturale (i più forti sopravvivevano) è stata interrotta per sempre dall’uso di antibiotici, vaccini, farmaci per ogni tipo di malattia, il nostro sistema immunitario reagisce con meno efficacia agli insulti patogeni a cui bisogna aggiungere la pervasiva presenza di inquinanti chimici nell’aria, nell’acqua, nei cibi.
Si parla anche del coronavirus come una risposta della natura al mondo sovraffollato e inquinato e non sono pochi gli individui che vedrebbero con favore la scomparsa di qualche miliardo di persone, naturalmente sono ricchi ben organizzati e difesi, protetti da farmaci più avanzati e autosufficienti per energia e cibo, residenti o in grado di trasferirsi in quei luoghi che saranno risparmiati dal riscaldamento globale che renderà invivibile mezzo pianeta.
Paolo De Gregorio


Citazione
GioCo
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paolodegregorio;d-103367 wrote: Coronavirus: mostro invisibile
di Paolo De Gregorio, 4 aprile 2020

[...] E’ veramente logorante vivere nella incessante paura di finire intubati per poter continuare a respirare o, peggio ancora, per carenza di posti della terapia intensiva, soffocare fino alla morte senza poter vedere nemmeno i propri parenti.
La prima convinzione di cui sarebbe utile liberarsi è quella di un evento voluto e creato in laboratorio allo scopo di danneggiare un popolo o una economia. [...]
Paolo De Gregorio

Gen.le Paolo,
mi perdoni se mi prendo la libertà di chiamarla per nome. Vorrei risponderle in merito a quello che scrive dicendole che di sicuro non sono queste le paure che condivido. Prima di tutto perché la possibilità fino circa a 60 anni di finire intubati (se non ci sono altre complicazioni di natura sanitaria in corso) è tanto bassa da non poterla distinguere dal rischio medio che ha corso fin'ora al netto della pandemia. Inoltre è quasi certo che ha già sviluppato una resistenza a quest'ora, anche senza sintomi, dato che il colpevole ritardo nell'attutare le politiche di contenimento dell'epidemia ha lasciato ampio spazio al virus per propagarsi liberamente. Questo non giustifica chi ritiene che le restrizioni siano inutili ma rende abbastanza assurda (in pieno rientro dell'allarme tra l'altro) qualsiasi ipotesi di intubazione o anche solo di decorso grave. Chiaramente dal ritmo in crescita di guarigioni deduciamo che le terapie stanno dando risultati molto buoni, per ciò stia tranquillo e tranquillizzi pure quanti le sono vicini affettivamente. Non è rientrato l'allarme e molti ancora moriranno tra coloro che non hanno avuto la nostra stessa fortuna di rimanere lontani da decorsi gravi, ma di sicuro il rischio adesso non è più lo stesso nemmeno se ci si ammala.
La notizia non deve essere buona per le farmaceutiche che forse volevano cavalcare l'onda del timore per imporre l'obbligatorietà del vaccino a tutti, ma era prevedibile, i tempi non sono ancora maturi e non lo saranno nemmeno tra due o tre mesi, quando non solo noi ma anche altri paesi saranno ormai fuori pericolo. Ne riparleremo con l'onda di ritorno.

Magari sarebbe però carino parlare di zootecnia perché i paralleli con i polli e gli allevamenti intensivi sono fin troppo preoccupanti. In questo mi vede pienamente d'accordo ma con un ma ... non si può lasciare fuori dalla porta l'ente che più di ogni altro lavora intensamente per mettere in pericolo il nostro futuro che non è l'ecologia mancata o una vita poco sana ma l'industria bellica. Per ciò tentare in qualsiasi modo di relegare in soffitta l'idea che il virus sia un arma non è solo idiota, ma un suicidio. Ci obbliga a diventare miopi rispetto qualsiasi pianifica futura, dal momento che l'inquinamento andrebbe a combatterlo coi fiorellini elettronici per non guardare i funghi nucleari fuori dalla finestra. Non si può e non si deve mettere la testa sotto la sabbia, non è il momento storico per farlo.

Oltre ogni evidenza evidente, la Cina è in guerra, l'America è in guerra, la Russia è in guerra, quasi tutto il medioriente è in guerra. Tutti i teatri più importanti e tutte le maggiori forze belliche sono in piena attività. Siamo a un passo dalla guerra globale e ogni azione con impatto drammatico cambia rapidamente tutte le carte in tavola e necessariamente mette sotto stress ogni strategia intrapresa. Sostenere adesso che qualsiasi evento drammatico con impatto geostrategico non è un arma, pure avendone legittimo sospetto, solo perché non ci sono prove è come dire che siccome non ci sono ancora colpevoli chiari per la Strage di Bologna, allora è meglio non pensare che sia stato un atto terroristico. Così stiamo tutti meglio ... e pure i terroristi (ovviamente).

Io davanti alle vittime (come i medici) non me la sento di sostenerlo. Se vuole prendersi questa responsabilità storica perché le pesa troppo fare altrimenti la comprendo, ma le suggerisco di tenerselo per sé. La storia è impietosa e dopo non avrebbe scuse.

Sicuramente il virus ci darà molto filo da torcere e sicuramente ce ne darà altrettanto Big Pharma. Dobbiamo sapere che la risposta non può essere ne solo sanitaria, ne solo economica. Sono d'accordo nel praticare un cambio di stile di vita. Ma il problema Sig. Paolo (se non se ne è accorto) è che ultimamente la democrazia scricchiola un pochetto e non sta prevalendo la volontà popolare in ... praticamente niente. Proprio niente. Neppure una decisione piccola piccola come poter acquistare vaccini monovalenti o avere i governi che ci siamo scelti.

Noi andremo in guerra dichiarata Sig. Paolo che le piaccia o no. In verità noi siamo in guerra, solo che per ora non è stata dichiarata. Il punto per ciò a mio avviso non è se questa è un arma, ma quanti dovranno ancora morire prima che ci si renda conto che non c'è scelta e quindi che lo stile di vita non ce lo sceglieremo noi se non combatteremo, nemmeno per le cose piccole piccole.

@GioCo


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adestil
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Bah,certo per dimostrare ci vuole tempo,poi loro cosa hanno dimostrato?Niente pero ti inculcano nel subconscio che le loro fantasie e boiate hanno rango di dimostrazione...ma sono solo migliaia di ripetizioni a reti unificate in camice bianco...


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adestil
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A tutti i virologi che ho scritto chidendo di chiarire anomalie o alcuni studi di cui tacciono,o parlano di altro o non rispondono
Uno mi ha detto " vieni tu a salvarli " era Lorini rianimatore apparso in tv...anche gli sltri sono praticoni inconsistenti che spesso non conoscono manco gli ultimi studi
...sono tutto chiacchiere e distintivo.
Se ci parli l idea che c è qualcosa che non torna si rafforza parecchio


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