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Da stasera, scende in campo l'Industria dell'Indignazione


oldhunter
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DA QUESTA SERA SCENDE IN CAMPO L'INDUSTRIA DELL'INDIGNAZIONE

di Sergio Di Cori Modigliani

lunedì 14 maggio 2012

Negli anni ’80 c’era un fumetto davvero divertente, di solito pubblicato nel paginone centrale di la Repubblica, dedicato alla Cultura, che si chiamava “tutti da Fulvia il sabato sera” a firma Tullio Pericoli ed Emanuele Pirella.

Nel 1987, la Garzanti pubblicò un libro con le più esilaranti striscette. Un interessante documento dell’epoca, che consiglio caldamente a tutti coloro che vogliono conoscere l’Italia e sono troppo giovani per poter avere memoria di quegli anni.

Era la modalità della satira nei tempi precedenti l’esistenza della rete, dei social networks, non esisteva ancora il fax.

Quella striscetta presentava la nuova classe intellettuale della sinistra pensante italiana ridicolizzandola nei comportamenti, riuscendo a coagulare il disagio sociale che si provava nell’incominciare a comprendere (molto lentamente, talmente lento che ancora oggi, 27 anni dopo, il popolo della sinistra ancora non l’ha capito) come in realtà non esistesse alcuna forma di contestazione, opposizione, antagonismo, perché l’Italia era ben rappresentata da una consorteria che poteva essere definita o complice o collusiva.

Ciò che contava, davvero, era riuscire a essere invitati a casa di Fulvia (personaggio simbolico inventato) dove si faceva la rivoluzione del salotto.

Sono trascorsi quasi trent’anni.
L’Italia è precipitata in un baratro, ormai lo hanno capito anche i sassi.

Ma non è cambiato nulla. Questa è la ragione sottostante al baratro.

Tant’è vero che siamo esattamente nella situazione di allora, con l’aggravante del fatto che il resto del mondo ha approfittato di 30 anni di esperienza in più. Noi no.

Tutto ciò per comunicare una mia opinione che so già in anticipo è in contro-corrente.

Questa sera, per tre giorni di seguito, l’Industria dell’Indignazione, ovverossia la pseudocultura dell’ipocrisia eletta a sistema, vi spiegherà come bisogna vivere, chi sono i buoni e chi sono i cattivi, e cercheranno di catalizzare l’attenzione e lo sdegno nazionale con l’unico dichiarato obiettivo di avere un numero molto alto di teledipendenti per incassare un’alta quota di pubblicità e giustificare il costo di milioni di euro della trasmissione (tale è il costo dei cachet dei partecipanti) magari per spiegare come e perché chi lavora nelle reti mediaset e rai, invece, lo fa per i soldi.

Loro no.

Loro lo fanno per danaro.

Il che, nella loro mente è diverso.

Una trasmissione da chi ha sostenuto negli anni –e tuttora sostiene- l’editoria onnivora di Berlusconi, facendosi da lui pagare e foraggiare copiosamente, per poi spiegare al pubblico perché Berlusconi è corrotto. Personaggi auto-eletti a paladini della cultura, che di cultura ne masticano davvero poca, tant’è vero che nelle loro trasmissioni compaiono soltanto autori i cui libri vengono editi dalla grande industria commerciale che paga in cambio di pubblicità, e sono contrari alla piccola editoria, agli editori indipendenti, e sono anche contrari alla rete, ai bloggers, a tutto ciò che non sia immediatamente commerciabile e fruibile in termini di astronomici compensi e dipenda dalla tivvù. Sono animali televisivi, nutriti e cresciuti dentro la palude che ha costruito negli anni la teledipendenza onnivora degli italiani, provocando delle telesioni spirituali e mentali gravi.

E’ la beffa dopo il danno.

Che fa da pendant ai discorsi che da questa mattina si sentono circolare; da Giulio Tremonti (lo ricordate?) “ho sempre sostenuto Hollande e la battaglia dei socialisti contro la Merkel”, a Corrado Passera (sapete chi è?) “siamo in linea con l’Europa per chiarire la nostra ferma opposizione a politiche di rigore e di austerità” fino al trasformismo da equilibristi giocolieri dell’ipocrisia dei giornalisti di la Repubblica, i quali presentano ai propri italioti lettori “la nascita dell’asse Hollande-Monti in funzione anti-Merkel”. (la sinistra democratica italiana ha stabilito che Mario Monti, nel corso del week end, è diventato in una botta sola, socialista, keynesiano, laico).

L’Industria dell’Indignazione che aveva avuto un tragico conato di disperazione quando Berlusconi si era dimesso, si è ripresa subito cavalcando la protesta, il disagio collettivo, la confusione, la disperazione, e ha costruito un’industria di mercificazione del dolore civico copiando in toto –nel campo dell’indignazione civile- il modello di Maria De Filippi.

Hanno fondato la Pornografia del Dissenso.

Non fatevi imbonire.

Ufficialmente non sono politici che cercano consenso.

Sono dei semplici pubblicitari che cercano l’assenso. E’ uguale, non cambia nulla.

Non cercano la rivoluzione delle coscienze.

Per loro, ciò che davvero conta, è che stiate lì, incollati alla tivvù, soprattutto quando loro non sono in video e c’è la pausa pubblicitaria. E’ lì che vi vogliono.

Venderanno il vostro sconcerto, il vostro dolore, la vostra nostalgia di una nuova e avanzata socialità condivisa.

Lo infileranno dentro un abile frullatore mediatico e vi faranno credere che si stanno immolando per voi.

E’ –a sinistra- il contraltare della tanta brava gente che ingenuamente è accorsa nello scorso quindicennio sulle rive del Po pensando che quella buffa idea della Padania contenesse la gestione e salvaguardia dei loro interessi collettivi di bene comune.

Da questa sera, tutti a casa: va in onda la rivoluzione delle coscienze.

Va da sé, a pagamento.

L’importante è non mettersi in gioco personalmente.

Loro lo sanno.

Per questo li pagano una cifra così alta.

Non saremmo un’etnia cinica e ipocrita se non avessimo un’imbattibile abilità nel sapersi inventare sempre degli idoli imbonitori, che ci fanno sentire a posto, tanto buoni, verso la mezzanotte addirittura rivoluzionari.

A condizione, va da sé, che non cambi nulla. Ma proprio nulla.

Soprattutto nel campo mediatico, nella professione dell’informazione, nell’industria editoriale e nei palinsesti televisivi.

Altrimenti, sarebbero costretti a tirar fuori delle idee originali.

Ma questa, è davvero tutta un’altra storia.

Sergio Di Cori Modigliani

Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2012/05/da-questa-sera-scende-in-campo.html


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Paolo Barnard ha trovato il suo braccio destro, a quanto pare.


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diotima
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Paolo Barnard ha trovato il suo braccio destro, a quanto pare.

No, scusa Ricbo, perchè ,ritieni che fazio e saviano siano illustri intellettuali disinteressati?


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