Educazione... Retti...
 
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Educazione... Rettile (!?)


GioCo
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Moloch è profondamente malato. D'altronde era già debole di cagione e non dovrebbe sorprendere. Tuttavia constatiamo che il suo malessere diventa anche il nostro. La sua debolezza anche la nostra.

Come uno Zombie la salute non è mai stata il suo forte. Come un Vampiro non ha mai amato la Luce e in specie quella della consapevolezza propria nel Maestro Interiore. Come un artefatto, un Frankenstein o novello prometeo, non è mai stato meno che devastato dalla sua propria incapacità di interagire con l'Uomo, il perfetto, e quindi ha sempre trasformato ogni sua promessa di futura speranza in tragedia. Come un licantropo ogni ciclo di Luna Piena è tornato posseduto dalla natura bestiale più bassa per fare strame di innocenza, come il contadino il grando e poi non ricordare più nulla come se nulla gli fosse successo.

In effetti è strano che un tipo come lui Domini in via incontrastata. E' la volontà più debole che si riesca a immaginare a livello Cosmico ma nell'affrontarlo per noi risulta incredibilmente più forte. Il che non ci dice molto sulla sua presunta forza, ma più sullo stato miserabile in cui versiamo. D'altronde Moloch a suo modo agisce sfruttando una condizione che non dipende da lui ma da un Ordine Superiore e di cui lui stesso si soprende essere eletto tutore perché consapevole della sua propria debolezza e inadatta natura. 

E' come affrontare un truffatore, un giocatore d'azzardo o uno psicopatico serial killer o un pedofilo che implora d'essere rinchiuso perché sia fermato dato che non ha la forza per denunciare se stesso né quella per fermarsi, pur giudicando il suo essere "un mostro".

Allora bisogna prima "rendersi conto" del Male, poi riflettere sulla sua dimensione ed estensione e quindi agire evitando con cura la condanna "personale", ma senza evitare di saperci responsabili di tutto quanto accade e di sapere che quel che facciamo lo facciamo primariamente per noi stessi e per ricaduta constatiamo che esiste un valore residuo condivisibile. Quando interveniamo quindi non risponderà (per noi e interiormente) la spada, cioè la difesa per il presunto torto che è sempre verso l'identificazione, ma la Saggezza, unica in grado di restabilire l'Armonia e con ciò la Giustizia, per tutti e non solo per alcuni.

Per agire l'Uomo, il perfetto, deve riconoscersi connesso alla Sua coscienza collettiva, quel bacino di Sapere che è proprio della specie (spirituale non biologica). Putroppo la nostra "spina" è attualmente staccata. La collettività umana di questo pianeta è "staccata" dalla Sorgente. Così combattiamo bendati, con le mani legate dietro la schina e le gambe in catene.

A questo punto, se faremo un esorcismo per levare dalle palle un intruso e rispristinare un qualche vago stato appena più auspicabile in questa nostra quotidianità ordinaria miserabile, il miracolo è riuscire. In effetti riuscire è ogni volta una tale impresa leggendaria da terrorizzare Moloch e da costringerlo compulsivamente a correre per stringere meglio i lacci delle nostre costrizioni e per assicurarsi che ha ancora pieno controllo su di noi.

Moloch è strano. Egli ci costringe all'impotenza, poi si presenta come colui che può risolvere i nostri problemi ben sapendo di non poter fare assolutamente nulla, ma dato che versiamo in disperazione alla fine cediamo e lui è ben felice di concedere in cambio di qualcosa. Assicuratosi d'aver ottenuto ciò che vuole per fede scioglie i lacci quel tanto che occorre per farci fare tutto il lavoro (per lui e per noi) e poi si premura di rimetterci sotto chiave al sicuro, come le mandrie il mandriano. Noi siamo così convinti che effettivamene abbia fatto qualcosa per noi perché ciò che avevamo chiesto lo abbiamo ottenuto. Qualsiasi cosa basta che sia identificante. Successo, potere, amore. Qualsiasi cosa.

Noi possediamo una forza interiore infinita che non vediamo. Moloch lo sa come noi sappiamo qual'è la forza di un elefante o di un bovino e la usiamo per i nostri scopi, dando in cambio a queste bestie il minimo di ciò che occorre loro per vivere. Sfruttiamo la loro carne, la loro pelle, il loro latte, la loro opera. Possiamo fare qualcosa per loro? Si, lasciarle in pace a vivere in ambiente selvatico un esistenza adatta a quell'ambiente e fare in modo che questo sia vissuto da loro nella maniera più armonica e organica possibile, diventandone i custodi. Converrebbe a noi e a loro, solo che non siamo in grado ora di capire come questo sia concepibile. E' semplicemente la cosa più sensata ma rimane anche per noi quella meno concepibile. Ad esempio, com'è possibile ricavare vantaggio dalla rinuncia a sfruttare le qualità che hanno gli animali per un nostro tornaconto personale?

Lo spettro di quell'ideale selvaggio quando "vivevamo nelle caverne" tormenta i nostri sonni inconsapevoli. In effetti è un incubo che emerge dalle sabbie del Tempo e che riguarda drammi terreni anche recenti. Tuttavia non centra con la nostra origine che ha visto più e più volte nascere e morire la civiltà tra ciclici cataclismi che hanno sconvolto il pianeta.

La nostra coscienza comunque (per fortuna) non appartiene al pianeta ma alle Stelle e per ciò rimane pura e intonsa. E' una cocienza astrale e propria di una dimensione Cosmica che trascende lo Spazio e il Tempo, infinita e intaccabile sempre a nostra disposizione.

Moloch si muove come un Sauro (emotivamente parlando) e giudica se stesso per ciò "migliore" senza esserlo. Come noi quando ci approcciamo all'animale, siamo inclini a "pensare" di essere comunque migliori anche se poi fin troppo spesso non riusciamo a dimostrarlo in concreto. Certamente un cane non avrà mai modo di concepire l'Atomica ne farci una bomba per sterminare meglio qualsivoglia cosa.

C'è quindi una dimensione fratturata tra la capacità di fare, quella di pensare e quella di significare. Ciò che tiene insieme questi aspetti è l'emozione. La forza che agisce per manipolare queste cose è il centro, il cuore di tutto, il Maestro Interiore.

Il Sauro ha una dimensione emotiva povera, noi fin troppo ricca. Come tutte le cose più complesse, siamo per ciò anche più fragili e ingannabili. Da qui la dimensione di Moloch che ci appare più dura, più capace, di resistente, più forte. Perché più ottusa e deficiente (cioè che defice, ignora) rispetto la nostra. Moloch sfrutta quindi capacità che non ha e che ritiene essere al contempo però la nostra debolezza: l'amore spirituale e la capacità di riconnetterci all'origine. Non vuole essere lui stesso debole allo stesso modo ma spremere ciò che gli interessa da noi e basta. Come per noi la bestia ciò che interessa è prendere quello che crediamo ci occorra e basta.

Noi come lui, non vogliamo essere responsabili di tutto e in specie di noi stessi e di ciò che siamo realmente. Facciamo i duri e i bulli, ma dentro siamo tutti diastri inenarrabili. Non esiste un ente evoluto che vorrebbe avere a che fare con noi come a noi non piace avere a che fare coi ratti di fogna o le blatte. Non perché siamo queste cose e a volte anche di inferiori, ma perché pretendiamo di essere superiori, non vogliamo lezioni da nessuno e senza nemmeno tenere in conto che ignoriamo chi siamo realmente e cosa effettivamente siamo in grado di fare.

Come dare in mano a un bambino che non sa parlare ancora ma cammina, una pistola carica.

Noi siamo leggende, ne incarniamo l'archetipo. Non esiste essere nel Cosmo che non ci conosca o riconosca. Solo noi (qui e ora) siamo calati dentro uno Stato di Incoscienza che ci rende ignari. Moloch incluso lo sa perfettamente. Per questo lui stesso rimane continuamente sopreso di come riesce a manipolarci facilmente. Come per noi entrare nella gabbia del Leone e vederlo che si comporta come un docile gattino anche quando ne abusiamo, continuamente, ripetutamente e senza remore. Moloch ogni volta che entra in quella gabbia sa che un gesto del Leone potrebbe essere sufficiente a spazzarlo via definitivamente. Sa della sua propria debolezza. Eppure...

Senza Saggezza non possiamo nulla. Senza un risveglio collettivo che ci metta nelle condizioni di agire nel pieno della coscienza di Noi stessi, non possiamo rendercene conto. Senza che il ciclo di ascesa che stiamo vivendo non ci porti al punto in cui tale risveglio sarà inevitabile, continueremo a nuotare nell'Incubo.

Che poi è il malessere di stare addormentati per stare addormentati e perché il risveglio (lo sappiamo bene) comporta anche il dovere e con ciò il non poter più scaricare su Moloch responsabilità che non ha, non ha mai avuto e mai potrà avere.

Come il giocatore d'azzardo, come il serial killer psicopatico, come il pedofilo che ha subito da piccolo a sua volta violenza. Sono solo aspetti esteriori del rifiuto che portamo di riconoscere la centralità del Maestro Interiore e lui per ciò bastona.

Tutto qui.


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