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Elogio gramsciano del padre e della patria.

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Georgejefferson;236487 wrote: "Mio libro in ristampa anche grazie a Murgia-Augias. Al rogo come Bruno"

Si paragona a Bruno, povero, già incanalato nel vortice del narciso di vendite e "prestigio".
Perchè non provi ad analizzare il testo criticamente, Nat? Che pancie accarezza? Cosa sta essenzializzando di preciso?

Georgejefferson;236495 wrote: Non conosci le parole che utilizzi, Fusaro un po di più, per quello e' più irresponsabile di te, mazzam.

Georgejefferson;236500 wrote: Piccola premessa, l' esca lanciata da Nat (l' articolo di Fusaro) nonostante non si abbia piena consapevolezza, richiama vecchie tattiche politiche di persuasione ai propri valori.

George, non capisco l’oggetto del contendere. E visto che non ho espresso alcun giudizio, neppure capisco le tue insinuazioni. Se qualche passaggio ti urta contro argomenta. Fai citazioni oppure, con parole tue ma restando sul pezzo, spiega ad esempio che “pance accarezza” Gramsci. C’è forse qualcosa o qualcuno che ti impedisce di esprimerti? Vai, fai come se fossi a casa tua.

Ps: Vacci piano con l’autostima.


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Georgejefferson
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Vuoi che argomento il testo di fusaro, nat?


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Ma anche no. Poi vedi tu. Cerca però di restare sul pezzo. O almeno sforzati, ok?

Ps: Hai praticamente detto che Fusaro è analfabeta… Ti rendi conto?


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Georgejefferson
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No.
Fusaro prende citazioni alla bisogna dalla tradizione filosofica, mette insieme concetti nati in contesti e significati diversi e ci fa un collage di cui, in tantissimi non capiscono, tranne quelle poche parole d' ordine a cui sono affezionati senza riflessione, ed altri ne vedono le mancanze, cioe' quello che non dice in ragione del significato originario.

Solo un atto di fede nella persona puo credere che le finalita siano diffusione di valori e principi importanti, nella vita reale ottiene l'esatto contrario, almeno nella maggioranza.

L' hai capito il discorso sul compromesso?


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Georgejefferson
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Non capiscono perche' siamo tutti abituati al linguaggio semplice, in verita' non sono concetti difficili, si puo' usare il linguaggio semplice, ma il testo si allunga, non si puo' con i pizzini o tweet


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Georgejefferson;236514 wrote: No.
Fusaro prende citazioni alla bisogna dalla tradizione filosofica, mette insieme concetti nati in contesti e significati diversi e ci fa un collage di cui, in tantissimi non capiscono, tranne quelle poche parole d' ordine a cui sono affezionati senza riflessione, ed altri ne vedono le mancanze, cioe' quello che non dice in ragione del significato originario.

Solo un atto di fede nella persona puo credere che le finalita siano diffusione di valori e principi importanti, nella vita reale ottiene l'esatto contrario, almeno nella maggioranza.

Quello che dici non è pertinente, ossia vale per la qualunque. Spiega Gramsci, spiega Fichte, ecc, e mostra come il loro pensiero sarebbe stato manipolato, stravolto o distorto. Ti leggo.

Georgejefferson;236515 wrote: Non capiscono perche' siamo tutti abituati al linguaggio semplice, in verita' non sono concetti difficili, si puo' usare il linguaggio semplice, ma il testo si allunga, non si puo' con i pizzini o tweet

Allunga, allunga, hai tutto lo spazio che vuoi. Ed usa il linguaggio che credi più opportuno. Ti capiremo, tranquillo, dacci dentro.


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Georgejefferson
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La qualunque ne deriva da fusaro, che con l' insalata di citazioni, senza argomentarle, si presta a tante interpretazioni diverse. Le idee non hanno padroni. Non si tratta di parlare di persone o autorita'.


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Georgejefferson
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Ma la diversa gestione di una amministrazone statale (il contenuto che da' valore e nobilta') l' hai capita poi?
L' esempio dei dazi e' solo uno per esprimere il concetto, ma di esempi se ne possono fare moltissimi. Non c'entra "la terra", il suolo, e nemmeno il passato che non c'e' piu', se non per i giusti consigli, ma il presente e le persone.

La terra non e' un soggetto, le persone sono soggetti


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Georgejefferson
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La questione "patria".

Premessa. Come e' ovvio le parole non sono il senso in sè, ma suoni neutri (di per sè), tranne per l' aspetto estetico (estetico in senso di gusto dell' udire) se non che essi aquisiscono senso, in una data epoca, ma solo per il richiamo ad un contenuto di senso preciso e per ragioni storiche. Fin qui niente di difficile. Allora e' il senso, il significato, l' oggetto del dibattito , non la parola. Esiste gia un termine di uso comune che unifica due parole, madrepatria...ma e' irrilevante la parola in sè.
Se si concorda sul fatto che al termine Patria si possa dare connotazione positiva, si deve sapere quali qualità e valori in questione. O no?
Poniamo di riassumere questi valori con due parole riassuntive: Protezione /affettività.
Gli antichi richiami simbolici di Pater e Mater. Ma che la connotazione "protezione" e quella "affettività" siano natura peculiare dei generi maschile e femminile (come se entrambi non possano essere sia protettivi che affettivi) e' una superstizione. Il riferimento e' giusto riguardo alle necessità storiche dell' uomo ma il mondo cambia si evolve e quando vengono meno le necessità reali di ruoli sociali cosi rigidi e gerarchici, essi si ammorbidiscono e dimostrano che il maschio può essere sia protettivo che affettivo, cosi come la femmina.

Veniamo al tema. La premessa serviva per mostrare ragionando che la "sacralità" della parola in sè (cioè ritenuta intoccabile per la pretesa essenza, a prescindere della realtà storica formatrice, quindi A temporale) e' un artificio retorico.
Qualcuno si e' approfittato del richiamo sicuramente nobile (in riferimento alla positività di cui sopra) di questi valori ? (riassunti in protezione e affettività)

Alla grande, in tutte le epoche storiche, questo non vuol dire tutto, e' ragionevole pensare a larghe fette di coincidenza col valore richiamato.
Ma poi:
Guerre atroci in nome della "protezione", della "sacra patria", violenza sociale in nome della "sicurezza", fin nelle mure domestiche, Oppure opportunismo e ipocrisia per tornaconto in nome dell' affettività (o solidarietà) ecc..
Si può fingere come fa fusaro che "non esistono" oggi, ( a dire il vero, sulla solidarietà e sua strumentalizzazione e' molto precisino)...facendo leva sui mali del passato ma oggi non più presenti, quando non e' vero, contraddicendosi quando si riferisce alla (reale) funzione progressiva dello stato nazione nell' 800, quindi il richiamo al passato e' buono a fasi alterne, oggi e' diverso, siamo nel 2017, ma anche uguale come nell' 800. Dipende dall' argomento che vuole difendere (chi lo ha notato?)
Questo non vuol dire che approvo che la "patria" non possa avere una funzione positiva anche oggi, l' ho scritto nel riferimento ai dazi, per spiegare il concetto, ma di esempi ce ne sono tanti. Solo che "il negativo" della strumentalizzazione di quelle parole d' ordine non lo cancelli dalla storia solo perchè non ti piace o pensi che sia "reliquia" del passato, anche perchè bisognerebbe prima chiedere opinione a chi vive sulla sua pelle queste barbarie, dai soldati mandati a morire per interessi economici di pochi, ai più deboli vittime quotidiane della violenza come "valore" in sè, senza contare lo sfruttamento e corruzione endemica presenti, anche se non bisogna fare di un erba un fascio, delle "patrie" esterne più deboli, militarmente, economicamente, culturalmente ecc..( in cui e' giusto criticarne le componenti interne di degrado, ci mancherebbe)

Allora e' quell' aspetto li che si critica, non la barzelletta provocatoria del cambio nome, (quindi la critica vale uguale verso la serietà del discorso "matria" come bastante a sè stessa)...la disaffezione alla parola "patria" c'e' già spontaneamente, per i motivi sopra citati, non per dei cattivi che complottano per l' imposizione di una neo lingua ai fini di schiavizzare, questa e' una narrazione per bambini che non vedono oltre il proprio naso, e si compiacciono delle ragioni semplici, senza bisogno di impegno, di ragione riflessiva. Le disaffezioni alle parole non sempre avvengono per volontà diretta di qualche soggetto singolo, autorevole che le diffonde...anche, ma il sentimento di disaffezione, deriva spesso anche da ragioni reali, che non spariscono perchè non piacciono a qualcuno (quindi vale anche per la parola "solidarietà").

Piuttosto che fare del vittimismo idiota sul complottone del cambio parole, che provi a definire il positivo del concetto di patria che intende, non costa nulla, e si può benissimo sintetizzarlo con poche parole. E insieme si può anche elogiare le bellissime tradizioni storiche italiche, culturali e artistiche, riferendosi a quelle tante positive, ovviamente.
La credenza che le parole abbiano come una specie di potere "magico" di per sè, tali da renderle "sacre" sono superstizioni, finalizzate spesso (spesso, non e' detto che sia proprio fusaro) alla diffusione di diversivi dai contenuti reali, dei valori e qualita di un significato, che di per sè (i valori) sono esperibili nelle loro basi da chiunque, in eguale dignità. E in tanti aspetti negativi, nei riferimenti storici contingenti, riguardanti una tal parola, c'e' ben poco di positivo. Non c'e' bisogno della dimostrazione del QI con il test.

Domani andiamo avanti. Al plurale, come piace a Nat. Immaginarsi un fare squadra rinforza l' ego e l' autostima no?


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Georgejefferson
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Domani prendo frase per frase, sforzandomi di sintetizzare, l' ho riletto ed e' appunto un calderone, con alcune cose giuste ed altre meno. Ma quello che interessa di piu' sono le contraddizoni, di cui il testo e' pieno. Domani le mostro tutte.


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olmo
 olmo
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Georgejefferson;236523 wrote: Domani prendo frase per frase, sforzandomi di sintetizzare, l' ho riletto ed e' appunto un calderone, con alcune cose giuste ed altre meno. Ma quello che interessa di piu' sono le contraddizoni, di cui il testo e' pieno. Domani le mostro tutte.

Hai già risposto all'inizio del tuo intervento; per te Fusaro è subdolo, accarezza pance sordide, frequenta e dialoga con personaggi immondi per i sacri confini ideologici della "sinistra" ( per carità, in costante mutamento!) QUINDI tutto ciò che dice, corretto o meno, è traviato da una "intenzione" di fondo negativa e inaccettabile (il calderone buono per tutti gli usi) in quanto degrada pensieri di sinistra (gramsci) portandoli nei territori infetti del "resto" che non è quello che tu chiami sinistra. (chissà perchè questi sconfinamenti in filosofia non furono altrettanto avversati per il Niezsche portato a sinistra da Deleuze o Vattimo!)
Non ci vuole un corso da mentalista esperto in neurolinguistica che capire dove vai a parare, il resto va se.
La tua critica punto per punto ne risuona di questo atteggiamento, fate prima a telefonarvi ( tu e il Fusaro) così vi chiarite e ci dici come è andata e, perchè no, ci riconfermerai o meno quanto da te in precedenza scritto!


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Georgejefferson
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Non mi sono espresso in quei termini. I concetti di Deleuze e Vattimo, (perche' e' dei concetti che si parla) per quello che conosco, sono abbanza critico, nonostante ci possano essere parti che approvo. I concetti di Nice molto critico, ma e' solo per quello che conosco, ed e' un tema complesso in cui mi riserbo di entrare col tempo.


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Georgejefferson
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Le pancie che chiami sordide, il mio riferimento alla "pancia" non e' giudizio definitivo e lapidario alla gente, ma allo sfruttamento delle emozioni e logiche semplici ai fini politici che non condivido. Non e' detto sia il caso intenzionale di fusare, ma l' effetto e' quello.

A dire il vero e' il contrario del giudizio definitivo (che stigma le persone) ma speranza di sviluppo e maggiore riflessione, fuori dalle logice facili e sfoghi di rabbia (spesso legittimi) inutili e contradditori, compreso me e le mie lacune ovviamente altrimenti non avrebbe senso.

Ma non ho mica finito.


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Saluta Andonio... Muuoooviti... Andonio saluta!


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Georgejefferson
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la via socratica del dialogo

Cit. "...Quindi non si basa sul tentativo di vincere l'interlocutore con la propria abilità retorica, così come facevano i sofisti. Socrate non contestava il fatto in sé che si potessero avere verità definitive, ma che venissero spacciate per tali delle convinzioni che non lo erano....In realtà il dialogo socratico ha un valore morale basato sul rispetto dell'interlocutore."

Al di là del merito, fusaro si e' dimenticato di ricordare che le stroncature del programma sono 1 su 5 a settimana. E' giusto il diritto di replica e confronto, che fusaro suggerisce, ma, oltre alla ovvia visibilità, l' uso del termine "processo" nei suoi confronti e' eccessivo. E' una formula retorica vittimista che si usa mediaticamente verso tantissimi articoli e servizi, come se ogni critica e opinione, per esprimersi debba contenere sempre un contradditorio, in linea di principio e' giusto, ma e' la nostra realtà odierna, non la decidiamo noi singoli, sono tattiche politiche usate a man bassa e non sempre lodevoli, ma la dittatura dell' imposizione di idee con la violenza e' molto peggio, come dice sempre anche fusaro. Se cosi stanno le cose, milioni di persone sarebbero "processate" tutti i giorni, sui giornali, web, tv...ma la parola "processo" fa parte della comunicazione politica facente leva sul vittimismo, facile da capire no?. Fusaro cerca il logon didonai, rendere ragione, e vediamole queste ragioni se reali o intrise di retorica.

L'accusa di buttare via l' idea di patria e' infondata, perchè, come mostrato sopra, o ti riferisci a valori e qualità precise, e su quelle (positive) chi vuole "buttarle via"? oppure ritieni che le qualità e valori negativi, di cui si e' fatto largo uso in nome della parola patria (e per estensione, del nobile etimo di protezione) non esistano e scarti il suo concetto.
Allora fusaro condivide che: "la patria può essere foriera (e storicamente è stata anche tale) di sciagure". Ma...non e' il luogo, la terra potenzialmente foriera di sciagure, ma il concetto sui valori negativi sopra descritti. Perchè scrive patria tout court? Non occorre buttar via le qualità e valori positivi inerenti alla patria, ma l' acqua sporca determinatasi storicamente, anche oggi. Qui fusaro sembra intendere che chiunque critico voglia buttare via i valori positivi. Ma quando mai? Il reale e simbolico della via dei popoli sarebbero i valori positivi, non il concetto di patria in toto comprendente tutto, e non e' uno "spazio" il riferimento allo spazio e' illusorio e delimita tali valori ad un dato territorio, dove invece, sono universali perchè esperibili da tutti. Perchè il riferimento allo spazio collegandolo ai valori positivi? E' un arbitrio SENZA logon didonai (rendere ragione), se volesse anteporre la ragione del diritto di nascita la argomenti, e spieghi se mai cosi fosse l' idea, perchè il nascere in un determinato luogo debba riconoscere da sè il diritto al riconoscimento dei valori. Non lo fa, tanto chi se ne accorge di qualla parolina li "spazio" inserita senza spiegarla?

Continua...


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