Elogio gramsciano d...
 
Notifiche
Cancella tutti

Elogio gramsciano del padre e della patria.

Pagina 3 / 3

Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Non ti resta che la comicità nat, oppure costruire un bel discorso sentimentale, ma non avere fretta, dopo devo andare via, stasera andiamo avanti


RispondiCitazione
[Utente Cancellato]
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2066
Topic starter  

scherza George. Che vuoi che ne capisca di filosofia? Manco capisco l’itagliano... Figurati il tedesco. Pure Fusaro… Invece di accarezzare le pancie si studiasse i Looney Tunes!

Il 70 per cento degli italiani è analfabeta (legge, guarda, ascolta, ma non capisce). Di Mimmo Cándito.

Non è affatto un titolo sparato, per impressionare; anzi, è un titolo riduttivo rispetto alla realtà, che avvicina la cifra autentica all'80 per cento. E questo vuol dire che tra la gente che abbiamo attorno a noi, al caffè, negli uffici, nella metropolitana, nel bar, nel negozio sotto casa, più di 3 di loro su 4 sono analfabeti: sembrano “normali” anch'essi, discutono con noi, fanno il loro lavoro, parlano di politica e di sport, sbrigano le loro faccende senza apparenti difficoltà, non li distinguiamo con alcuna evidenza da quell’unico di loro che non è analfabeta, e però sono “diversi”.

Quel è questa loro diversità? Che sono incapaci di ricostruire ciò che hanno appena ascoltato, o letto, o guardato in tv e sul computer. Sono incapaci! La (relativa) complessità della realtà gli sfugge, colgono soltanto barlumi, segni netti ma semplici, lampi di parole e di significati privi tuttavia di organizzazione logica, razionale, riflessiva. Non sono certamente analfabeti “strumentali”, bene o male sanno leggere anch’essi e – più o meno – sanno tuttora far di conto (comunque c'è un 5 per cento della popolazione italiana che ancora oggi è analfabeta strutturale, “incapace di decifrare qualsivoglia lettera o cifra”); ma essi sono analfabeti “funzionali”, si trovano cioè in un'area che sta al di sotto del livello minimo di comprensione nella lettura o nell'ascolto di un testo di media difficoltà. Hanno perduto la funzione del comprendere, e spesso – quasi sempre - non se ne rendono nemmeno conto.

Quando si dice che quella di oggi non è più la civiltà della ragione ma la civiltà della emozione, si dice anche di questo. E quando Bauman (morto ieri, grazie a lui per ciò che ci ha dato) diceva che, indipendentemente da qualsiasi nostro comportamento, ogni cosa é intessuta in un discorso, anche l’ “analfabetismo” sta nel “discorso”. Cioè disegna un profilo di società nella quale la competenza minima per individuare una capacità di articolazione del proprio ruolo di “cittadino” - di soggetto consapevole del proprio ruolo sociale, disponibile a usare questo ruolo nel pieno controllo della interrelazione con ogni atto pubblico e privato – questa competenza appartiene soltanto al 20 per cento dei nostri connazionali.

È sconcertante, e facciamo fatica ad accettarlo. Ma gli strumenti scientifici di cui la linguistica si serve per analizzare il rapporto tra “messaggio” e “comprensione” hanno una evidenza drammatica.

Non è un problema soltanto italiano. L’evoluzione delle tecnologie elettroniche e la sostituzione del messaggio letterale con quello iconico stanno modificando un po' dovunque il livello di comprensione; ma se le percentuali attribuibili ad altre società (anche Francia, Germania, Inghilterra, o anche gli Usa, che non sono affatto il modello metropolitano del nostro immaginario ma piuttosto un'ampia America profonda, incolta, ignorante, estremamente provinciale) se anche quelle societá denunciano incoerenze e ritardi, mai si avvicinano a queste angosciose latitudini, che appartengono soltanto all'Italia, e alla Spagna.

Il “discorso” è complesso, e ha radici profonde, sociali e politiche. Se prendiamo in mano i numeri, con il loro peso che non ammette ambiguità e approssimazioni, dobbiamo ricordare che nel nostro paese circa il 25% della popolazione non ha alcun titolo di studio o ha, al massimo, la licenza della scuola elementare. Non è che la scuola renda intelligenti, e però fornisce strumenti sempre più raffinati – quanto più avanti si vada nello studio - per realizzare pienamente le proprie qualità individuali. Vi sono anche laureati e diplomati che sono autentiche bestie, e però è molto più probabile trovare “bestie” tra coloro che laurea e diploma non sanno nemmeno che cosa siano. (La percentuale dei laureati in Italia, poi, è poco più della metà dei paesi più sviluppati.)

Diceva Tullio De Mauro, il più noto linguista italiano, ministro anche della Pubblica Istruzione (incarico che siamo capaci di assegnare perfino a chi non ha né laurea né diploma – e questo dato rientra sempre nel “discorso”), che più del 50 per cento degli italiani si informa (o non si informa), vota (o non vota), lavora (o non lavora), seguendo soltanto una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge le complessità, ma che anche davanti a un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale) è capace di una comprensione appena basilare.

Un dato impressionante ce l'ha fatto conoscere ieri l'Istat: il 18,6 per cento degli italiani – cioè quasi uno su 5 – lo scorso anno non ha mai aperto un libro o un giornale, non è mai andato al cinema o al teatro o a un concerto, e neppure allo stadio, o a ballare. Ha vissuto prevalentemente per la televisione come strumento informativo fondamentale, e non é azzardato credere – visti i dati di riferimento della scolarizzazione – che la sua comprensione della realtà lo piazzi a pieno titolo in quell'80 per cento di analfabeti funzionali (che riguarda comunque un universo sociale drammaticamente molto più ampio di questa pur amara marginalità). E da qui, poi, il livello e il grado della partecipazione alla vita della società, le scelte e gli stili di vita, il voto elettorale, la reazione solo di pancia – mai riflessiva – ai messaggi dove la realtà si copre spesso con la passione, l'informazione e la sua contaminazione con la pubblicità e tant'altro che ben si comprende. È il “discorso”.

Il “discorso” ha al centro la scuola, il sistema educativo del paese, le scelte e gli investimenti per la costruzione di un modello funzionale che superi il ritardo con cui dobbiamo misurarci in un mondo sempre più aperto e sempre più competitivo. Se noi destiniamo alla ricerca la metà di un paese come la Bulgaria, evidentemente c'è un “discorso” da riconsiderare.

(Questo testo è un omaggio a Tullio De Mauro, morto nei giorni scorsi, che ha portato la linguistica fuori dalle aule dell'accademia, e l'ha resa uno degli strumenti fondamentali di analisi di una società)

Nota dell’autore

Nella prima versione del testo gli accenti non erano corretti. Il mio pc ha la tastiera americana, e in inglese le vocali non hanno accento. Debbo praticare un artifizio pur di mettere un accento: batto l’apostrofo e poi, di seguito, la vocale, e - miracolo - appare la vocale accentata! È un “danno collaterale”. E me ne scuso.

http://www.lastampa.it/2017/01/10/blogs/il-villaggio-quasi-globale/il-per-cento-degli-italiani-analfabeta-legge-guarda-ascolta-ma-non-capisce-MDZVIPwxMmX7V4LOUuAEUO/pagina.html


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Per gli "alfabetizzati" la manipolazione avviene in altri modi


RispondiCitazione
[Utente Cancellato]
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2066
Topic starter  

https://www.youtube.com/watch?v=CYlkuW0fzCk


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Gli agenti apolidi ed il pensare storicamente.

I valori e qualità negativi di "nazionalismi e patriottismi imperialistici", che e' l' oggetto della critica, sono mentalità, ma fusaro parla di rimozioni di "patrie e nazioni", senza accenno ai disvalori, quindi il riferimento e' ancora al territorio come se si potesse "rimuovere" un paese. Dice di pensare storicamente, prima lasciando intendere che NON siamo in epoca di nazionalismi e patriottismi imperialistici. Non siamo nemmeno in epoca 800, però quella stranamente va bene come paragone all' oggi.

Una riflessione sulla realtà. Gli stati nazione dell' 800 si sviluppano , nei valori di riferimento, anche come positivi, come ribellione all' oppressione, per poi sfociare in altrettanti nazionalismi imperialisti. Oggi, in epoca senza confini e imperialismi, abbiamo confini e muri ovunque e imperialismi economici e culturali da far spavento. Le amministrazioni chiuse servono da rifugio per agevolazioni fiscali se non paradisi, oppure diffusioni di chiusure identitarie aggressive e basate sulla paura, brodo di cultura fertile per lo sfruttamento dei più deboli, siano essi nati in Italia o altre parti del mondo. Il libero scambio, pacifico ed alla pari tra i paesi non e' la realtà, come fusaro sà bene, le retorica della libertà commerciale serve come grimaldello retorico per le persone ma e' finalizzato ai profitti dei big del commercio che se ne guardano bene dal "rimuovere" le diversità di amministrazione, che rende gli stati più deboli nel fronteggiarli. Alcuni rimuoverebbero i dazi? Certo, gli esportatori verso i paesi in cui vendere, come anche gli importatori li metterebbero agli esportatori esteri. E tanto di questo in nome del sacro "egoismo" come cifra simbolica del nostro tempo. O forse in Italia e' tanto diverso? La sacra patria, quali valori e qualità? E' un po più complessa la realtà. Non sono gli "agenti apolidi", come fosse un complotto di poche persone, e' il sistema mondo capitalista che non disdegna la "creazione" di nuove "nazioni" da mitizzare, ma per modernizzarle agli affari e penetrare meglio commercialmente.

Il mercato deregolamentato e' mondiale e come pensa di regolamentarlo fusaro? Come pensa di politicizzare l'economico? I rapporti di forza storicamente determinati sono anche imprese e multinazionali e finanza italiana, deve attenersi ad un maggior riguardo? E i conflitti conseguenti come pensa di affrontarli? C'e' chi non disdegna di silenziare i media tranne i treni in orario, costruendo una illusione collettiva di fraternità artificiale.
Il concetto di nobiltà della patria potrebbe esistere ma riferito a qualità e valori che mirano alla giustizia internazionale, anche a lungo termine, unica garanzia di pace, quindi come mezzo, senza nulla togliere all' amore innoquo per il proprio paese nelle sue qualità, ma anche rifiuto per i disvalori qual' ora ce ne siano. Quindi estensione dei diritti e doveri di base per ostacolare i settarismi egoistici e gli antagonismi di classe, per ostacolare Il mercato mondiale deregolamentato e la spolicizzazione dell' economico. Al di là degli opportunisti sempre esistiti che richiamano i valori ai fini del tornaconto, e affaristi interessati a sfruttare la gente. Intende quello fusaro (l' estensione dei diritti e doveri di base) come :one world “in-globalizzato”? Cioè il conflitto e' a favore o contro quei diritti? Perchè se e' a favore servono alleanze, serve dare esempio.

I lavoratori della Fiat Mirafiori, che chiedono più Stato, più protezionismo.

Adesso la sacra patria, in cui sembra riferirsi ad uno "spazio" delimitato, escludendo il riferimento ai valori, si trasforma in stato e protezionismo, ma lo sa fusaro che il protezionismo, in questo sistema mondo capitalista (perchè lui parla di isola felice in un paese solo) quando "funziona" e' alle spalle del protezionismo negato delle altre patrie? (negato dai protezionismi più prepotenti) A meno che isolarsi con l' autarchia, anche se non quella fasulla coloniale e schiavista... ma comunque dittatura ed esercito ai confini, sparizione di miriade di beni di consumo esteri, silenziamento mediatico alle proteste, taglio radicale di materie prime ecc.. E' ovvio che chi e' oppresso cerca protezione, ma il protezionismo e' un concetto un pò più complesso della protezione facile del demagogo di turno.

Il peso di una ipotetica "rivoluzione" di questa portata va spiegata oppure no? La complessità e' reale o fingiamo di no. Mostrando veramente la complessità e i problemi reali si vendono meno libri e si viene meno ospitato in tv.

Gli interessi parziali in conflitto feroce tra loro all' interno di un paese esistono, anche se si spaccia una fasulla "unità di destino".."nazionale"

I popoli che resistono ai "mercati" e' sacrosanto ma bisognerebbe chiedere parere a i tantissimi che non hanno i mezzi per "resistere"
Valorizzare la nazione in quanto "spazio massificato", o in quanto a "valori da diffondere"? Penso di aver spiegato la differenza.

Chi critica il maschilismo e il paternalismo non cerca di " sbarazzarsi della figura del maschio, del padre e, più in generale, della famiglia" e' una figura retorica. Bisognerebbe combattere nei disvalori della violenza e sopruso come valore, diffusi in certi maschi , della violenza e sopruso come valore, diffusi in certi padri , della violenza e sopruso come valore, diffusi in certe famiglie. Questo e' l' oggetto della critica, non l' idiozia che richiama allo sterminio del maschio, del padre e, più in generale, della famiglia.

il vero cosmopolita è colui che ha una patria, se riferito ai valori e loro messa in pratica, va benissimo, oppure fusaro fa riferimento alla terra, ma un territorio in sè non vuol dire nulla senza la pratica dei valori e qualità giuste.

il vero cosmopolita è colui che ha una patria, e le persone, anche in Italia, senza territorio relativamente sano per valori e qualità, non hanno diritto di cittadinanza? Che centra il territorio con i valori?


RispondiCitazione
[Utente Cancellato]
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2066
Topic starter  

Overconfidentii vulgaris


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

L' evaporazione del padre.

Questo tema e' piuttosto interessante, perchè se tradotto seriamente con fare "socratico", di "rendere ragione", esce fuori tutta la superstizione e romanticismo che incatena le menti con il sentimento alle ideologie conservatrici. (a proposito di usare il sentimento come strumento manipolatorio). Il ragionamento e' semplice, anche se va un pò elaborato, ed esperibile da chiunque, garzone o venditore di pentole, artigiano o intellettuale al servizio dei prepotenti.

Leggi giuste e sano senso della misura sono valori e qualità, non sono proprietà privata di un genere sessuale. Fin qui e' quasi banale, che significa che legge e misura simboleggiano il padre? Quale nesso col padre? Il nesso reale e non immaginario e romantico sono le condizioni di esistenza storiche che hanno determinato la ragione pratica di suddividere i compiti vitali, nella caccia e protezione, al maschio, e l' accudimento, e affettività, nella femmina. Erano le condizioni di esistenza però il principio del criterio. Non erano "essenze" statiche gia date ed immutabili, infatti, nella realtà, senza nessun bisogno di un fantomatico complotto delle donne, succede che "date le condizioni di esistenza", le cose sono anche cambiate. La dimostrazione che il valore (per esempio) di accudire, non e' "femminile" e' solo il valore di accudire, femminile e' un marchio (ruolo sociale) impresso dalle ideologie sopra la struttura, ma lo stesso il valore di "accompagnare" non e' "maschile", e' solo il valore di accompagnare, maschile e' un marchio (ruolo sociale) impresso ecc..

Sono solo esempi di cui se ne possono fare tantissimi (entrare nel merito della "teoria" lacaniana sarebbe ancora più interessante ma qui non mi dilungo).

Che siano sovrastrutture ideologiche costruite dall' uomo e' facile dimostrarlo dai fatti, la realtà, che mostra come a seconda delle condizioni storiche queste "essenze" crollano come un castello di carta. Intendiamoci, non si negano "i valori" perchè quelli sono la sostanza, ma l' attribuzione arbitraria come fosse natura.
Oggi, certo per responsabilità anche del modo di produzione capitalista che distrugge le illusioni, abbiamo milioni di single e divorziati a dimostrare Che sia l' uomo che la donna, verso i figli:

Accudiscono ma anche accompagnano alla porta del mondo...
Danno gli strumenti per condividere, ma anche strumenti per assumersi le responsabilità...
Sono affettuosi quando serve ma anche severi altrettanto, caso per caso.

Non e' "tutto cosi" ovviamente, ma oggi, in larghe parti del mondo, le differenze tra la maturità e il contrario, sono più da persona a persona, non tra "maschio" e "femmina", quindi puoi avere la donna più affettuosa per ragioni individuali, sue ragioni storiche ma anche "ereditate" certamente come indole, ma anche lo stesso nei maschi e relativa aggressività. Non e' "più femmina" una donna di indole sensibile, e' solo una donna più sensibile, non e' "più maschio" un uomo di indole aggressiva, e' solo di indole più aggressiva, insieme ai condizionamenti personali storici, che enfatizzano o annichiliscono queste caratteristiche. Il criterio negativo o positivo e' riferito all' agire verso l' altro, se di offesa gratuita o meno, non per l' essenza del genere.
Ci sono si tantissimi stupidi ed immaturi, ma anche tantissimi esempi di virtù che dimostrano la dinamicità dell' uomo, capace, se vuole, ognuno nel suo limite, di adeguarsi anche alle avversità, e questa e' fondata speranza per il futuro. Fermo restando che "adeguazio" non e' sempre un male se vogliamo che anche l' altro si adegui a noi.E' il principio della tolleranza, che e' forza e valore, non debolezza.

Non esisterebbero queste testimonianze reali se fosse cosi statico "il ruolo" sociale, la macchinazione di pochi soggetti col cappuccio massonico non riuscirebbe a scalfire "la natura".
Questo non vuol dire che non esistono disgrazie tristissimi, e degenerazioni, ma quelle c'erano anche prima, se non forse per il loro nascondimento sotto il tappeto della ipocrisia e bigottismo (de Andre con bocca di rosa di questo parla).

A meno che negare a noi stessi la realtà, perche "sentimentalmente" legati alle radici, fatte però spesso di cartapesta perchè legate alle supertizioni invece che ai valori. Non sparisce la realtà negandola, ognuno e' libero di riflettere con la propria coscienza di questo esposto, e tragga le conclusioni che vuole, nessuno dentro di noi ci vieta di pensare.
Le radici solide da costruire sono i valori e le qualità, insieme alle differenze uomo e donna che certo ci sono, ma non sono cosi rigide come sembrano dalla "tradizione" dei padri. Quei dogmi hanno funzioni di conservazione dei rapporti gerarchici stabiliti a priori, ma non tra "uomini" e " donne", ma tra oppressi ed oppressori.

La provenienza originaria, come sopra esposto, non centra con la "terra", non e' la terra un soggetto intenzionale che "stabilisce", sono le persone con la propria ragione, spesso obbligati per necessità ad adeguarsi alle condizioni storiche di esistenza, purtroppo a volte, ma non l' ho mica deciso io. Non ritengo però che TUTTO sia da attribuire alle condizioni storiche, penso seriamente che anche la soggettività dell' uomo abbia il suo potenziale di pressione, in un condizionamento reciproco tra le idee che condizionano gli eventi, e gli eventi che condizionano le idee. Una cosa non esclude l' altra nella dinamica storica, ma convincersi con la superstizione, e relativa suggestione, che "gli eventi reali che condizionano" non esistono, e' una illusione infantile.

Se hegel considera "la comunità" come il fine, insieme a fusaro, dovrebbe specificare a quale comunità si riferisce, se a quella umana (anche come scritto da fusaro, nel rispetto e collaborazione reciproca, libera e uguale) o a solo quella immaginaria e propagandata del paese in cui si e' nati, con relativa "patologia" escludente dell' altro, nel riconoscimento dei valori e qualità positivi.


RispondiCitazione
mazzam
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 742
 

Per chi sa intendere, chiaro, non il giorgio, di seguito un Blondet molto in tema.

https://www.maurizioblondet.it/col-calendario-del-marketing-la-nuova-religione-sepolto-la-vecchia/

COL CALENDARIO DEL MARKETING, LA NUOVA RELIGIONE HA SEPOLTO LA VECCHIA.

Prima: Halloween, vendita di zucche-teschio di plastica, ragni e scorpioni ed altri para-infernalia, commesse nei supermarket col cappello da streghe, costumi satanici & lugubri e scheletrini fosforescenti per grandi e piccini – un bel fatturato. Immediatamente, segue il Black Friday: svendite di tutti i fondi di magazzino abbigliamento, elettronica & lusso: folle di zombies che si accampano la notte prima davanti ai grandi magazzini, e all’alba si spintonano e pestano per essere i primi a entrare a spendere, scene apocalittiche della stupidità sub-umana ma anche bei fatturati per il Mercato. Mentre scrivo è in corso la Giornata contro la Violenza sulle Donne: vendite di scarpette rosse col tacco per signori, sta andando così così, ma l’anno prossimo andrà meglio: tutti i media ci stanno inondando di prediche educative, vedrete che anche voi lettori ne comprerete un paio per mostrare che rispettate le donne (per forza: non avete potere di nessun genere, non siete ministri né registi o proprietari di tv o aziende, dunque non potete chiedere il “pedaggio” alla aspirante all’assunzione…).

Appena il tempo di tirare il fiato, e fra poco comincia il lungo marketing indotto da Santa Claus: tonnellate di cibie salumi Made in Italy , i generi che il marketing chiama “il Lusso”, tonnellate di lucine LED Made in China ed altre carabattole d’obbligo nella stagione, tornano le masse sub-umane ai grandi magazzini, i fatturati pericolanti si raddrizzano. All’ultimo si comprano bigliettini di auguri da scambiarsi il 25 dicembre, su cui è scritto “Merry XMas”.

Perché un tempo si celebrava la data della nascita di un X.

Non è perfetto? Il travolgente calendario merceologico americanoide, una festa pubblicitaria del marketing globale dopo l’altra senza respiro, ha rimpiazzato e cancellato il calendario cristiano. I “consigli per gli acquisti” si susseguono ininterrotti per ogni stagione, appiattendo il presente e cancellando il vostro passato: è completa la vostra trasformazione da “popolo” in “pubblico”, del cittadino in consumatore-copratore. E ne siete contenti – l’enorme maggioranza di voi lo è, solo pochi ormai sono in grado di rabbrividire nell’orrore di tutto questo – perché qui si celebra la “beatificazione, pacificazione grottesca, il restauro festivo dI tutta la modernità nella festa intesa come concessione perpetua” di cui parla Baudrillard.

Da qui, da questa perpetuazione della festa, si vede come il Mercato Globale sia una religione, o la sua contraffazione nel vuoto del nichilismo e del relativismo. Da qui si vede che “l’economia è diventata la religione della società moderne”, “l’estensione del dominio della Farsa”, la fede nella credenza che la libertà si esercita in un deserto normativo in cui tripudiare negli shopping centers (dove ormai le famiglie e “i giovani” passano le intere domeniche). Via ogni ricordo molesto di doveri, cavalleria, dignità; la Forma Capitale (il loro deus absconditus) è finalmente pervenuta a liberalizzare totalmente la cultura così come i costumi familiari e sessuali, “con grande soddisfazione di una sinistra che ha sostituito il desiderio di rivoluzione in rivoluzione del desiderio”.

La Marketing Society è di Bontà e Moralità
E’ quel che preconizzava (godendone), Marx: “La borghesia ha risolto nel valore di scambio la dignità della persona ed ha rimpiazzato le innumerevoli libertà riconosciute ed acquisite

con un’unica libertà, quella di commercio senza freni […]una eterna incertezza e un movimento senza fine contraddistinguono l’epoca borghese da tutte le precedenti tutto ciò che è stabilito e rispondente alla situazione sociale svanisce, ogni cosa sacra viene profanata”.

Tale auspicio è diventato ormai realtà compiuta, totalitariamente presente: ci viviamo dentro come nel fondo del mare, lontani dalla superficie e dall’aria. Siamo tutti parte della nuova antropologia ad hoc, quella che “legittima l’impulso egoistico come ‘impulso naturale’ individuale di massimizzare il proprio interesse materiale e privato”. Se questo è un impulso “naturale”, non si vede perché “le Donne” (che nella nuova libertà “la danno”, mica vogliono essere vergini ) debbano accusare il produttore o il principale che gli palpa il culo o le violenta sulla scrivania, o perché “la Gente” esprima sdegno per il dipendente o dirigente pubblico che prende tangenti, ruba lo stipendio, o il politico che tratta il denaro pubblico come sua cosa privata. Chi siete voi per giudicare quali piaceri privati privilegi il Porco in Politica o in Azienda? Perché non riconoscere che questa società è quella dove godono i predatori, della legge della giungla e del’uomo homini lupus?

Ma, non ve lo permettono: la società dello Shopping, che ha cancellato XMas per Halloween, proprio come religione, è gonfia di Bontà e piena di Moralità. Come ci insegna ogni giorno El Papa, essa esige, proclama, predica ed impone la Fraternità Universale: condanna, e quindi punisce penalmente, “xenofobia, razzismo, omofobia, mancanza di accoglienza degli immigrati”.

Se foste ancora nel mondo reale invece che nel fondo della realtà merceologica, vedreste che hanno reso “il migrante la figura redentrice centrale della nuova religione e ideologia della sinistra liberal, sostituendo l’arcaico proletario, sempre sospetto di non essere abbastanza indifferente alla sua comunità originaria” (Michéa). Capireste che “il sogno della fraternità universale, poiché riposa sulla finzione sentimentale che vuole che tutti gli uomini e donne siano tutti simili, non può sopravvivere alla scoperta che essi sono differenti” (Christopher Lasch). Se non foste gli stupidi a cui vi hanno ridotto, sapreste riconoscere dietro questa Fraternità Universale imposta dalla finanza (vedi Soros) l’estremo feroce imperialismo terminale della “potenza mondiale, integralista quanto l’ortodossia religiosa, per la quale tutte le forme differenti e singolari sono eresie; destinate ad entrare, per amore o per forza nell’ordine mondiale, o a sparire” (Baudrillard), che essa si è data “la missione di sottomettere con tutti i mezzi le molteplici culture alle feroci leggi dell’equivalenza, [a] ridurre ogni zona refrattaria, colonizzare tutti gli spazi “selvatici”, siano lo spazio geografico o l’universo mentale”. Vedreste, insomma, che la “accoglienza” e la “misericordia” di Bergoglio è la ferocia stessa del Sistema sradicatore, la grinta malvagia funzionale al Sistema Shopping e alla cancellazione delle Feste (cristiane) in Farse e concessioni perpetue (del marketing). Vedreste che in Bergoglio non parla il Bene, ma il Male.

Bergoglio riabilita Giuda. Cosa significa.
Negli ultimi tempi, Bergoglio estende sempre più la sua “carità” senza limiti. Ormai vi sta insegnando che anche i dannati sono in realtà salvati dalla “misericordia” di X , a cominciare da quello che credevamo il più irrimediabilmente dannato, Giuda.

E’ la seconda volta che torna sull’argomento, El Papa. Ci tiene a far sapere che per lui, Giuda non è dannato, perché X è tanto buono. Naturalmente conosce che X, nel Vangelo di Giovani 17, 12, parlando al Padre dei discepoli che sta per lasciare, dice: “Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione”– Naturalmente (forse) sa anche che l’originale greco è inequivocabile: “ υἱὸς τῆς ἀπωλείας” , dove “apoleias” è “dannazione”. Ma no. Come disse anche il suo predicatore ufficiale in Vaticano, frate Raniero Cantalamessa, X “qui parla, come in tanti altri casi, della prospettiva del tempo, non dell’eternità…senza bisogno di pensare a un fallimento eterno”.

Sicché El Papa dice che lui ha imparato tanto, da Giuda. “Ho imparato da Giuda che la vergogna è una grazia”. Sente tanta affinità personale, forse, visto che preferisce questo modello a San Pietro, san Paolo, che dovrebbero essere i modelli suoi. Fatto sta che sta inserendo nella testa e cuore di chi lo ascolta, l’idea che Giuda vada in fondo riabilitato – del resto ha riabilitato già Lutero, trova che anche Lutero “è stato una grazia”. A poco a poco, sta preparando la nuova religione funzionale al Mercato Globale e totale, quello dove il “migrante” è la figura redentrice centrale, dove vige la Fraternità Universale obbligatoria anche con Giuda, anche coi dannati, anche con l’Inferno stesso.

Non so se cogliete l’affinità di questo sforzo di Bergoglio con la spaventosa “bontà universale” di Georges Soros: “Far sparire il conflitto, lavorare all’avvento di una giustizia e armonia universali per negare, o sopprimere , l’alterità”. Il capitalismo alla Soros, la sua essenza, “è la soppressione di tutti i limiti”, dunque l’abbattimento di tutti i confini e le dogane – e l’Inferno è il Limite. Ultima, estrema frontiera fra Bene e Male, fra dannazione e salvezza, fra Giuda e X che ha tradito. E’ il luogo diviso “da un grande abisso, quelli che vogliono passare da voi non possono, né da costì si può passare fino a noi”, dice il Padre Abramo al ricco epulone che brucia eternamente. Non c’è passaporto valido per oltrepassare quella frontiera, il mondo invisibile non è uno Spazio Schengen.

Ma quale abisso, gridano Soros e El Papa all’unisono: no, è il momento di costruire ponti e abbattere i muri. Nell’aldiquà, ma soprattutto – ci crediate o no – nell’aldilà. In modo che qui nel tempo si adotti il “migrante” e Giuda, li si abbracci, non si distingua più, non ci siano più norme e possibilità di giudizio: “Chi sono io per giudicare?”. Lanciare il ponte sopra quell’ultimo limite, abissale frontiera, in modo che venga a visitarci Colui che è più buono di X, e che è il Re di Laggiù, onde perfezioni la Società della Festa dello Shopping, il Paradiso che non si possa più distinguere dall’Inferno, il godimento dalla tortura.

Video Player
0038
(“Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d’ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle”) Dante, Inferno III.

Ma so che pochi tra noi sanno ancora rabbrividire d’orrore. Viste le folle di zombie che si affollano e pestano nel Black Friday, si vede che il loro inferno è già qui – e che gli piace. Una parte enorme di umanità, aspira alla perditio, desidera la propria dannazione, la celebra come Festa e Farsa.

E’ già qui l’inferno. Ma lo credono paradiso (dello shopping).


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Una precisazione. Quanto scritto sopra non significa che non possano esserci basi ereditarie peculiari al genere maschile e femminile. Ma gli schemi prestabiliti e totalizzanti non sono cosi rigidi come spesso si crede. Forse il genere maschile ha veramente più difficolta (in generale, nel suo complesso) per es. ad accudire i figli nella pratica quotidiana, e viceversa in altri esempi sulle peculiarità cosidette "femminili", ma, come dimostra la realtà, questi ruoli sociali non sono cosi rigidi da impedire al maschio, di impegnarsi e sviluppare capacità diverse, come anche la femmina, ognuno con i propri limiti. Non si tratta di sentimentalismo sul giusto o sbagliato, ma cosa la realtà dimostra nei fatti. So benissimo che "questi fatti" speso sono contenuti di disagio tremendo, orari di lavoro che obbligano la donna ai salti mortali, ma anche l' uomo. Nulla toglie la validità reale di dividersi i compiti, seguendo anche una gerarchia "cavalleresca" (per es. riguardo ai lavori pesanti) liberamente scelta, nei confronti degli impegni domestici e della vita in comune in generale, qual' ora c'e' ne fosse la possibilità, ma non sempre c'e' e questa possibilità per tutti ed e' un problema, risolvibile almeno in parte, e nel corso storico, con l' estensione dei diritti e dei doveri di base.


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Abramo..gli zombi e l' inferno, suggestivo senza dubbio mazzam. Comunque non ho ancora finito. Non si tratta di fusaro, ne la murgia, ne dei demoni o streghe. Si tratta di valori e principi, e in quanto tali, non hanno padroni. Siamo liberi e uguali nella dignita' e nella libera riflessione


RispondiCitazione
Pagina 3 / 3
Condividi: