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governo o rivoluzione?


vic
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Sono passati 22 anni da quando la Lega dei Ticinesi irruppe sulla scena politica del canton Ticino con una manifestazione di protesta che paralizzo' l'autostrada: la "carovana della liberta' ".
I trascinatori degli albori erano due: il Nano Bignasca, genio e sregolatezza della politica; Flavio Maspoli, cabarettista e giornalista, grande affabulatore soprattutto in svizzero-tedesco, figlio del forse maggior autore dialettale della zona lombarda: Sergio Maspoli di Morcote. Memorabili i suoi personaggi stravaganti eppur verosimili: ul prufesur Bambela, ul Gervas, suo amico d'avventure, la Ninin, il Luli Smaffiossi e tutta la combriccola dialettale, messa in scena dall'allora Radio Monteceneri.

Dunque dopo 20 anni la Lega ci riprova. Pero' e' un'altra Lega. E' diventata partito di maggioranza relativa del Cantone. Ha due ministri nel Governo collegiale a 5. Ha 2 Consiglieri nazionali nel parlamento federale, occupa molte sedie in vari municipi, fra cui spicca quello di Lugano, dove detiene la maggioranza relativa con tre seggi municipali, tra cui il sindacato con Borradori. Quest'ultimo vero mattatore in tutte le ultime elezioni a livello cantonale, quando si riproponeva in lizza per la riconferma quale Consigliere di Stato.

La Lega vuole perseverare nella politica delle due scarpe a quanto pare: la scarpa rivoluzionaria e quella istituzionale. C'e' gia' il partito socialista che persegue questa strategia da tempo. Anche l'UDC il doppio gioco lo fa a livello nazionale. Paghera' tutto questo? Contribuira' a far chiarezza o ad aumentare la confusione? In ogni caso i problemi si risolvono sempre sia in Svizzera che in Ticino con il famoso compromesso. Vedremo col tempo chi avra' fatto e chi avra' solo detto. Va anche aggiunto che in alcuni casi dei piccoli ma vigorosi moti popolari, come quello alle Officine di Bellinzona, hanno dato esiti positivi, facendo fare marcia indietro ad un potente ente parapubblico come le FFS.

Qui sotto le reazioni a caldo dei "partiti avversi", come amava dire il prof. Bambela. Non c'e' la reazione del PS, per questioni di forza maggiore (vacanze estive ?).

Da:
http://www.liberatv.ch/articolo/14897/la-lega-pensi-governare-non-giocare-alla-rivoluzione/index.html

"La Lega pensi a governare non a giocare alla rivoluzione"
Lo dice il presidente del PLR Rocco Cattaneo sulla nuova Carovana della libertà prevista per venerdì. I commenti di Dadò, Savoia e Rusconi

Scritto il: 22 luglio 2013

LUGANO - Un'operazione nostalgia, di puro marketing politico, con qualche accento patetico. Sono alcuni dei commenti delle altre forze politiche sulla nuova Carovana della Libertà che la Lega, oltre 20 anni dopo, organizzerà venerdì prossimo (leggi articolo correlato).

Pierre Rusconi: "Un'operazione un po' patetica"

Cominciamo da Pierre Rusconi che vent'anni fa, da leghista, sfilò accanto a Giuliano Bignasca, Flavio Maspoli e a tutti gli altri, nella prima Carovana. "Allora - dice il Consigliere Nazionale UDC -fu uno dei punti cardini che lanciò la Lega, oggi è solo solo una legittima operazione di marketing politico, studiata anche per mascherare le decisioni impopolari che la Lega, da partito di maggioranza relativa, dovrà sostenere sia a livello Cantonale che a Lugano. Per questo probabilmente si sono inventati sta roba: per dire "guardate che la Lega rivoluzionaria esiste ancora". In realtà è un'operazione un po' patetica. Anche per questo voler puntualizzare "andremo a 80 Km/h, rispetteremo la legge, sfileremo a nord…". È un vorrei ma non posso, a differenza di quando c'era il Nano. Le ragioni della protesta sono totalmente condivisibili, ma hanno due Consiglieri di Stato, due Consiglieri Nazionali, il sindaco di Lugano. Insomma con delle responsabilità governative del genere dovrebbero agire anziché organizzare carovane. E qui sta il vero punto: vent'anni fa sfilavamo contro l'establishment oggi l'establishment sono loro".

Rocco Cattaneo: "Che pensino a governare anziché giocare alla rivoluzione"

Secco il commento del presidente del PLR Rocco Cattaneo: "È un'iniziativa ipernostalgica. La lega deve pensare a governare, non a giocare alla rivoluzione. Sono al potere, hanno le cadreghe, pensino a risolvere i problemi e non a organizzare le carovane. Di Woodstock ne hanno fatta uno solo e ancora se lo ricordano tutti. Invito i leghisti a riflettere anche su questo...".

Fiorenzo Dadò: "Una minestra riscaldata. E poi chi paga?"

"La carovana la possono fare - dice il capogruppo PPD Fiorenzo Dadò - ma non risolverà nulla come non ha risolto nulla vent'anni anni fa. Come partito di maggioranza relativa, se non hanno altri mezzi più incisivi e più concreti per risolvere i problemi, facciano pure le carovane. Personalmente penso che i problemi si risolvono in altri modi. Con due Consiglieri di Stato, due Consiglieri Nazionali, e il sindaco di Lugano, che chiedano un appuntamento al Consiglio Federale, per discutere dei temi che stanno a cuore al Ticino. Inoltre, la minestra riscaldata non ha mai il sapore dell'originale, non hanno proprio in mente niente di nuovo? Sono a corto di idee? Aggiungo infine che l'altra volta la Carovana costò ai contribuenti 100'000 franchi, questa volta chi pagherà? Forse i legihsti pensano di fare qualche risparmio nelle preture di valle per finanziare la Carovana…".

Sergio Savoia: "Auguri, ma..."

Infine il coordinatore dei Verdi Sergio Savoia: "Faccio gli auguri alla Lega per la loro iniziativa ma non è una cosa a cui mi interessa partecipare perché non condivido il metodo. Non sono d'accordo a protestare creando disagi a gente che non c'entra nulla. E lo dico condividendo le rivendicazioni politiche della Carovana, specie per quanto riguarda i problemi creati dai bilaterali. Penso che sarebbe molto più efficace andare a Berna a fare qualche azione clamorosa o bloccare in Ticino risorse economiche destinate all'Italia o alla Confederazione".

Al momento non è stato possibile raggiungere né il presidente né la capogruppo del PS. Non appena sarà possibile aggiungeremo la loro opinione.

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Da notare che Rusconi, Dado' e Savoia, pur non essendo della Lega, un certo impeto leghista ce l'hanno, ognuno a modo suo.


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