Grillo: il piano B ...
 
Notifiche
Cancella tutti

Grillo: il piano B per uscire dall'euro

Pagina 4 / 4

spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
Post: 10314
 

la volontà di sgrillo lascia il tempo che trova...

conta l'opinione di casaleggio e degli Italiani nell'eventualità del referendum (io ritengo che gli euristi siano il 60%)

che l'euro non sta in piedi non c'è ombra di dubbio

ma non starebbe in piedi in condizioni normali, qui siamo in un trappola dove l'obiettivo era proprio il mettere in ginocchio determinate Nazioni e i loro assets statali, per cui l'euro va con il vento in poppa...

non me la sento di fare l'ottimista

è vero, a volte so essere proprio antipatico, però chi mi conosce sa che sono un tenerone

XD

ciao Rosanna


RispondiCitazione
Deheb
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 309
 

......a parte che la liberalizzazione dei servizi privati E NON PUBBLICI io la condivido, perché è innegabile che Uber potrebbe dare nuovo lavoro a nuovi taxisti, dovrebbe però intervenire il governo e riscattare in qualche modo le costose licenze dei taxisti storici ....

Potresti per favore spiegare meglio questo passaggio?
Non mi torna perchè dovrebbe portare nuovo lavoro e perchè dovrebbe intervenire il governo, essendo servizio privato.


RispondiCitazione
Rosanna
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3536
Topic starter  

......a parte che la liberalizzazione dei servizi privati E NON PUBBLICI io la condivido, perché è innegabile che Uber potrebbe dare nuovo lavoro a nuovi taxisti, dovrebbe però intervenire il governo e riscattare in qualche modo le costose licenze dei taxisti storici ....

Potresti per favore spiegare meglio questo passaggio?
Non mi torna perchè dovrebbe portare nuovo lavoro e perchè dovrebbe intervenire il governo, essendo servizio privato.

Il problema è piuttosto complesso, io posso esporre la mia opinione personale, senza la pretesa che sia esattamente documentata ...
però la liberalizzazione del servizio privato/pubblico dei taxi porterebbe senza ombra di dubbio nuovo lavoro, perché il numero dei taxi aumenterebbe notevolmente, come sta succedendo in UK

naturalmente in Italia esiste un problema diverso rispetto al Regno Unito, perché le licenze dei taxisti hanno avuto un costo piuttosto alto, quindi i lavoratori del settore si troverebbero dall'oggi al domani con una licenza completamente svalutata e per di più con una concorrenza crescente

A questo punto il governo potrebbe intervenire con degli sgravi fiscali, con delle agevolazioni di qualche tipo (su cui ripeto dovrei documentarmi), tenendo però presente che attualmente R-Uber è una multinazionale che non rispetta né leggi né regole, e per di più non paga le tasse in Italia, salvo mandare i capitali in Olanda, paese a basso regime fiscale,

quindi il problema è complicato perché la concorrenza dovrebbe essere libera e leale, ma quando da una parte c'è un tassista, che ha fatto esami particolari per acquisire una patente da professionista, e una volta diventato tale, deve pagare regolarmente le tasse ed attenersi ad un codice comunale che gestisce orari di lavoro e tariffe, e invece dall'altra i signori che dirigono Uber, che hanno sedi nei paradisi fiscali ...

trovo che il caso sia di difficile soluzione, perché il servizio di taxi cittadino è un servizio che sta tra pubblico e privato ...


RispondiCitazione
pippo74
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 403
 

Premessa, io sono fondamentalmente per uscire dall'euro, tuttavia dire semplicemente usciamo significa poco o nulla. Ci sono molte variabili da considerare, ne cito qualcuna a mero titolo di esempio, altre se ne possono aggiungere:

1) uscita unilaterale o concordata?

Ovvio che le implicazioni e le conseguenze possono essere diametralmente opposte. Se esci in modo concordato, che poi in definitiva credo nell'attuale quadro politico europeo sia l'unico modo realmente e razionalmente possibile, allora tutti i dubbi su alcune conseguenze, soprattutto di tipo finanziario (ridenominazione deb pub, gestione dell'enorme deb privato estero sotto legislazione non italiana, effetti sui flussi e deflussi di capitale, gestione della svalutazione ecc.), potrebbero essere fugati o quanto meno mitigati.
Se esci unilateralmente puoi avere due scenari di base, o lo fai avendo un appoggio esterno, tipo USA (molto complicato perché io credo che una parte importante dell'elite USA sia pro-euro per ragioni geopolitiche che poco c'entrano con l'economia e quindi cercheranno di preservarlo finché possono; altri non ne vedo), che garantisce al nostro paese un prestito ponte in caso, molto probabile, di necessità di riserve estere; oppure lo fai dicendo al popolo la verità, e cioè un'uscita unilaterale ostile potrebbe essere un bagno di sangue per la nostra economia, che non dimentichiamolo oltre ad avere un debito pubblico monstre, ha un tessuto economico molto fiaccato dalla crisi e un sud completamente allo sbando.

2) dall'euro non si esce se non hai il popolo che condivide istintivamente tale scelta. Cioè bisogna arrivare ad un punto in cui, così come oggi la gente per la maggior parte è acriticamente proeuro, allo stesso modo, oltre ad un'avanguardia consapevolmente noeuro, c'è bisogno di un cambio di paradigma che faccia si che il popolo istintivamente diventi noeuro (e in parte questo processo è iniziato, grazie anche in parte al M5S, ma la strada è ancora molto lunga; su questo punto preciserò meglio)

3) chi dice usciamo e basta, senza fare uno studio serio sulle possibili conseguenze, alla Bagnai insomma, è, IMHO, altrettanto pericoloso di coloro che dicono uscita mai. Il contesto mondiale dell'economia non è così favorevole, la crescita del PIL mondiale non è entusiasmante, e la domanda globale di nostri beni e servizi potrebbe non essere abbastanza elastica ai nostri prezzi, o cmq non abbastanza da assorbire l'aumento dei costi dei beni importati in conseguenza della svalutazione che sicuramente, almeno nell'immediato sarebbe probabilmente molto pesante (soprattutto petrolio, gas, ed energia elettrica, che tra l'altro ora sono molto a buon mercato, ma domani?)

4) bisogna essere consapevoli che potrebbe essere necessaria, almeno nei primi mesi, se non anni, ulteriore austerità, persino un aggiustamento al ribasso dei salari; non è detto che dovrà andare così, ma la probabilità che ciò avvenga non è affatto bassa

5) uscire dall'euro non risolverà automaticamente l'inefficienza, ripeto inefficienza e non ammontare complessivo assoluto, della nostra spesa pubblica; euro o non euro, su questo aspetto fondamentale bisognerà cmq mettere le mani

Ci sarebbero altre punti da analizzare, ma vorrei tornare sul tema euro e M5S. Io credo che un movimento che raccoglie 10 milioni di voti non possa essere dichiaratamente e ciecamente noeuro, pena la perdita di almeno 1/3 dei voti, se non di più. Specie con questa pessima informazione main stream; Grillo non è stupido, così come non lo è Casaleggio, per cui i due fanno un po' il gioco delle parti per tenere insieme un movimento che ha mille anime e che si è presentato alle politiche la prima volta solo due anni fa. Non dimentichiamolo mai questo aspetto, lo dico a Spadaccino, che dal suo punto di vista di noeuro duro e puro (lo dico senza polemica e col massimo rispetto) ha molte ragioni nel criticare l'atteggiamento ambiguo del M5S sul tema euro. Io credo che il M5S avrebbe potuto fare molto di più a livello informativo sul tema euro da ottobre 2014, allorquando ha lanciato la raccolta firme per il referendum consultivo (mossa geniale a livello politico, perché ha arginato la fuoriuscita di voti verso la lega, che nel frattempo, dopo le europee ha praticamente sostituito il tema euro con cui si era salvata, col dagli all'immigrato, cosa tra l'altro che avevo ampiamente previsto). Ovviamente il referendum non si farà mai, almeno non in questa legislatura.
Concludo dicendo che secondo me ad oggi, seppur con tante contraddizioni, molte delle quali però, come sopra specificato, inevitabili, non credo si possa contestare il fatto che il M5S è l'unico movimento politico che potrebbe spezzare le catene nelle quali il paese è stato intrappolato negli ultimi 20 anni; ma serve tempo, consapevolezza, non è un percorso che si potrà fare dall'oggi al domani; serve anche un cambio culturale che il M5S potrebbe portare una volta al governo. Non è detto che ci riesca, ma vi chiedo, qual è ad oggi l'alternativa migliore?
Saluti


RispondiCitazione
spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
Post: 10314
 

Rosanna
le multinazionali hanno rotto le palle e mandano i nostri soldi all'estero

uber RAUS


RispondiCitazione
pippo74
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 403
 

Rosanna
le multinazionali hanno rotto le palle e mandano i nostri soldi all'estero

uber RAUS

su questo ultra quoto, tuttavia, non difendo affatto la corporazione dei tassisti, che non dico siano peggio di UBER, ma... 🙂


RispondiCitazione
Rosanna
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3536
Topic starter  

Premessa, io sono fondamentalmente per uscire dall'euro, tuttavia dire semplicemente usciamo significa poco o nulla. Ci sono molte variabili da considerare, ne cito qualcuna a mero titolo di esempio, altre se ne possono aggiungere:

1) uscita unilaterale o concordata?

Ovvio che le implicazioni e le conseguenze possono essere diametralmente opposte. Se esci in modo concordato, che poi in definitiva credo nell'attuale quadro politico europeo sia l'unico modo realmente e razionalmente possibile, allora tutti i dubbi su alcune conseguenze, soprattutto di tipo finanziario (ridenominazione deb pub, gestione dell'enorme deb privato estero sotto legislazione non italiana, effetti sui flussi e deflussi di capitale, gestione della svalutazione ecc.), potrebbero essere fugati o quanto meno mitigati.
Se esci unilateralmente puoi avere due scenari di base, o lo fai avendo un appoggio esterno, tipo USA (molto complicato perché io credo che una parte importante dell'elite USA sia pro-euro per ragioni geopolitiche che poco c'entrano con l'economia e quindi cercheranno di preservarlo finché possono; altri non ne vedo), che garantisce al nostro paese un prestito ponte in caso, molto probabile, di necessità di riserve estere; oppure lo fai dicendo al popolo la verità, e cioè un'uscita unilaterale ostile potrebbe essere un bagno di sangue per la nostra economia, che non dimentichiamolo oltre ad avere un debito pubblico monstre, ha un tessuto economico molto fiaccato dalla crisi e un sud completamente allo sbando.

2) dall'euro non si esce se non hai il popolo che condivide istintivamente tale scelta. Cioè bisogna arrivare ad un punto in cui, così come oggi la gente per la maggior parte è acriticamente proeuro, allo stesso modo, oltre ad un'avanguardia consapevolmente noeuro, c'è bisogno di un cambio di paradigma che faccia si che il popolo istintivamente diventi noeuro (e in parte questo processo è iniziato, grazie anche in parte al M5S, ma la strada è ancora molto lunga; su questo punto preciserò meglio)

3) chi dice usciamo e basta, senza fare uno studio serio sulle possibili conseguenze, alla Bagnai insomma, è, IMHO, altrettanto pericoloso di coloro che dicono uscita mai. Il contesto mondiale dell'economia non è così favorevole, la crescita del PIL mondiale non è entusiasmante, e la domanda globale di nostri beni e servizi potrebbe non essere abbastanza elastica ai nostri prezzi, o cmq non abbastanza da assorbire l'aumento dei costi dei beni importati in conseguenza della svalutazione che sicuramente, almeno nell'immediato sarebbe probabilmente molto pesante (soprattutto petrolio, gas, ed energia elettrica, che tra l'altro ora sono molto a buon mercato, ma domani?)

4) bisogna essere consapevoli che potrebbe essere necessaria, almeno nei primi mesi, se non anni, ulteriore austerità, persino un aggiustamento al ribasso dei salari; non è detto che dovrà andare così, ma la probabilità che ciò avvenga non è affatto bassa

5) uscire dall'euro non risolverà automaticamente l'inefficienza, ripeto inefficienza e non ammontare complessivo assoluto, della nostra spesa pubblica; euro o non euro, su questo aspetto fondamentale bisognerà cmq mettere le mani

Ci sarebbero altre punti da analizzare, ma vorrei tornare sul tema euro e M5S. Io credo che un movimento che raccoglie 10 milioni di voti non possa essere dichiaratamente e ciecamente noeuro, pena la perdita di almeno 1/3 dei voti, se non di più. Specie con questa pessima informazione main stream; Grillo non è stupido, così come non lo è Casaleggio, per cui i due fanno un po' il gioco delle parti per tenere insieme un movimento che ha mille anime e che si è presentato alle politiche la prima volta solo due anni fa. Non dimentichiamolo mai questo aspetto, lo dico a Spadaccino, che dal suo punto di vista di noeuro duro e puro (lo dico senza polemica e col massimo rispetto) ha molte ragioni nel criticare l'atteggiamento ambiguo del M5S sul tema euro. Io credo che il M5S avrebbe potuto fare molto di più a livello informativo sul tema euro da ottobre 2014, allorquando ha lanciato la raccolta firme per il referendum consultivo (mossa geniale a livello politico, perché ha arginato la fuoriuscita di voti verso la lega, che nel frattempo, dopo le europee ha praticamente sostituito il tema euro con cui si era salvata, col dagli all'immigrato, cosa tra l'altro che avevo ampiamente previsto). Ovviamente il referendum non si farà mai, almeno non in questa legislatura.
Concludo dicendo che secondo me ad oggi, seppur con tante contraddizioni, molte delle quali però, come sopra specificato, inevitabili, non credo si possa contestare il fatto che il M5S è l'unico movimento politico che potrebbe spezzare le catene nelle quali il paese è stato intrappolato negli ultimi 20 anni; ma serve tempo, consapevolezza, non è un percorso che si potrà fare dall'oggi al domani; serve anche un cambio culturale che il M5S potrebbe portare una volta al governo. Non è detto che ci riesca, ma vi chiedo, qual è ad oggi l'alternativa migliore?
Saluti

Analisi molto interessante, pippo74, che condivido in buona parte,
potrei aggiungere però che la nostra situazione economica è ben diversaa quella della Grecia, e il problema dell'uscita dall'euro tout court, come la propone Bagnai per esempio, non è poi così peregrina, perché l'Italia è il terzo contribuente netto d'Europa, quindi il terzo paese più potente, e di conseguenza la sua uscita sarebbe una debacle per l'Europa tutta ...

per di più Bagnai, come tanti altri, ha indicato anche le possibili modalità di uscita, quindi il problema non è tanto economico, quanto politico , cioè ci vuole una forza politica che voglia uscire con determinazione, e questo non può farlo che il mov 5s, unica risorsa politica veramente innovativa che l'Italia possa avere in questo momento.


RispondiCitazione
Pagina 4 / 4
Condividi: