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Il cinismo della disperazione: Di Maio svuota la democrazia


Davide
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 2583
Topic starter  

Lo scellerato auto-affondamento del Parlamento, voluto da un Di Maio ridotto alla disperazione, produrrà danni incalcolabili al sistema democratico italiano. Prossimo colpo, magari: il divieto di cambiare casacca, riducendo il parlamentare a burattino. La primogenitura dell’attacco alla rappresentanza popolare «va molto più in là del governo gialloverde». Secondo Federico Ferraù «arriva fino ai “politici ladri” degli anni di Tangentopoli, passando per la “casta”, indimenticata bandiera antipolitica che tanto senso comune ha prodotto negli anni novanta e duemila». Gioele Magaldi va ancora più indietro: evoca il Piano di Rinascita Democratica della P2 e, prima ancora, il “dimagrimento” delle Camere voluto da Mussolini. «Ovvio: se i parlamentari sono pochi, il potere oligarchico nemico della democrazia li controlla più facilmente». Secondo il professor Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale alla Cattolica di Milano, è penoso lo spettacolo dei parlamentari che corrono a decurtare le proprie file: «Siamo al cinismo della disperazione», all’autoliquidazione di chi non è più classe politica e pertanto non ha più ragione di esistere. Perché mantenerlo in vita, un Parlamento, se è solo un peso?

CONTINUA QUI https://www.libreidee.org/2019/10/il-cinismo-della-disperazione-di-maio-svuota-la-democrazia/


Citazione
uomospeciale
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 776
 

La domanda è un altra:

Se la politica economica, monetaria, estera, e migratoria, del mio paese la decidono sempre e solo istituzioni sovranazionali perché mai il cittadino dovrebbe mantenere deputati, ministri, e senatori?

Per prendere ordini dall'estero in posizione a 90 gradi stabile, di servi ne basta una manciata, non migliaia.


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Johannmatthias
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 82
 

Di Maio alla disperazione, la Lega rimasta imbottigliata, il PD obbligato da un accordo, forza Italia e FdI che votano a favore…tutti impazziti e tutti costretti da Di Maio? “ un dato incredibile” dice. Ma dai!
Non è che stiamo puntando i fari sulla persona sbagliata?

Mi rendo conto che Politica per gli italiani ha un'unica accezione: quella della gestione del potere, mentre Aristotele ne elencava tre, tra le quali quella dell’Amministrazione della cosa Pubblica.

Ovviamente se Politica è intesa solamente come gestione del potere, non mi meraviglio che anche le grandi teste si rammarichino per i loro beniamini che si autolimitano, dimentichi che in Italia ci sono ben 21 parlamentini con pari facoltà di legiferare del parlamento.
Esercitare il potere come piace ai politici Italiani è comunque possibile tramite le regioni e così essi si comportano.

E allora?

Partendo dal presupposto che la riduzione dei parlamentari sia inutile, rimango convinto che la loro sostituzione con internet non sia possibile, e lo dico seguendo da vicino questa evoluzione voluta dai m5s.

Sicuramente agendo su Rousseau non posso decidere schiacciando un bottone, posso però scegliere un parlamentare, atto che negli altri partiti questo è riservato ai capi di partito, posso proporre una legge, sottoporla all’attenzione di altri iscritti e, se piace, questa viene inviata in parlamento dove viene elaborata dai parlamentare da me scelti.
Questa è rappresentanza popolare!

Ho alcune altre piccole possibilità, come confermare un programma di alleanza (cosa fatta dai socialisti tedeschi) o il mio capo politico, piccole sciocchezze, ma certamente non posso prendere decisioni per altri schiacciando un bottone.

Anche Renzi con Italia Viva inizia a marciare in questa direzione con le iscrizioni online. Vediamo se riesce nel passo verso la semi-democrazia diretta.

Il politico italiano vuole libertà di azione e di legiferazione, vede ovviamente come fumo negli occhi la possibilità di un referendum propositivo ed il vincolo di mandato. Purtroppo il vincolo del mandato c’è già all’interno del partito come ha dimostrato il voto di maggioranza per il taglio dei parlamentari.

Ergo sono stati i vertici dei partiti che volevano il taglio: Di Maio per un motivo, gli altri vertici di partito per altri motivi a me non completamente chiari. Probabilmente diventa più facile la spartizione delle poltrone e la formazione dell’oligarchia potrebbe iniziare ora.

Ciò si potrebbe evitare seguendo una semplice logica: partiamo dall’idea che io invii (voti) una persona in parlamento per amministrare la cosa pubblica,cioè i miei soldi e non vedo perché questa persona, al momento che non fa più i miei interessi, debba rimanere al suo posto ed io non la possa richiamare a casa. Si chiama anche Recall e penso sia una strada percorribile invece di menarla col vincolo di mandato.
Anche il sig. Gomez sul FQ ha perorato la causa.

Sarebbe interessante iniziare dal basso, dai comuni, così i cittadini ne prenderebbero dimestichezza e gusto.

L’idea che un parlamentare eletto tra le fila di un qualsiasi partito rappresenti la nazione non mi sembra un gran che, perché nella realtà non è così.

Invece di richiedere a delle persone di gestire lo stato per conto dei cittadini, visto che in 60 milioni non ci stiamo in parlamento, ci ritroviamo dei gruppi di interesse ( partiti) che si propongono offrendo regalie e promesse ai cittadini, che, a loro volta, grazie all’analfabetismo di ritorno, nella misura del 50% e più, non comprendendo frasi scritte né parlate (Tullio De Mauro), si affidano di conseguenza nella loro ignoranza a chi li suggestiona di più.

Proprio ieri diceva la sig.ra Meloni in piazza: “…dare ai cittadini la possibilità di percorrere con noi la strada verso il governo…”
In democrazia dovrebbe essere l’opposto. Sono i cittadini che, avendo delle richieste e pretese, inviano propri incaricati in parlamento per realizzare le stesse.

Ancor di più quindi non vedo perché dovrebbe essere Di Maio il distruttore della democrazia quando altri dimostrano di non sapere neanche cosa sia, che non lo vogliono neanche sapere e che per anni hanno tagliato di proposito sull’istruzione in modo che gli italiani della democrazia non ne comprendano il significato.
Ne parla anche il sig. Fini in questo sito.

L’articolo 3 della Costituzione, al secondo comma, non è un inno all’eguaglianza comunista, ma una precisa richiesta di dare a TUTTI quel tanto che basta di istruzione, per poter partecipare all’amministrazione della cosa pubblica.

Quando mai.

Un saluto dall’Insubria.
Matthias


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