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Il coraggio della signora Merkel

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andreapound
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IL CORAGGIO DELLA SIGNORA MERKEL

Dopo i numerosi attacchi ricevuti da più fronti, ovvero dagli Stati Uniti e da altri vari Paesi europei, la signora Merkel ha deciso di tirar fuori le unghie dichiarando perentoriamente riguardo agli eurobond: “finché sarò in vita non ci sarà alcuna condivisione del debito”. Naturalmente, quella degli eurobond sarebbe la soluzione più facile, poiché far ricadere sul groppone della Germania i debiti dei moribondi PIIGS darebbe almeno una momentanea boccata d’ossigeno all’altrettanto moribonda economia occidentale. Al grido perentorio di frau Merkel si accodano anche gli altri Paesi “formica” d’Europa; infatti, il Ministro delle finanze austriache ha dichiarato: “gli eurobond sono solo un’attrattiva per i Paesi in difficoltà che pagano alti tassi di interessi e che vanno dai vicini con una buona solvibilità e dicono: Caro vicino, per favore paga i miei debiti”. Ed ha aggiunto: “Io non voglio pagare i debiti dei vicini”. Ora è facile alimentare il mito della Germania cinica e cattiva che vessa gli indifesi popoli del sud Europa, ma è difficile o, per meglio dire, sconveniente ricordare il percorso di ardue ed impopolari riforme che la Germania ha intrapreso tra gli anni ’90 e il 2000 che, nel lungo periodo, hanno favorito la grande crescita che l’ha portata ad essere la potenza egemone in Europa. Questo avveniva mentre i Paesi del sud Europa si divertivano a fare i tedeschi, ovvero quando con l’iniziale avvento dell’euro riuscivano a pagare tassi di interesse simili a quelli della Germania, ma con la differenza che in quello stesso periodo si divertivano anche ad aumentare la spesa pubblica, soprattutto quella improduttiva, fino a quando con la crisi economica il giocattolo non si è rotto. Per questo, anche al costo di sembrare impopolare, non si può far altro che rispettare la linea guida tedesca, prendere atto delle proprie responsabilità (che pesano come macigni) ed ammirare il coraggio della signora Merkel.

A.D.G. LA VOCE DEL CORSARO
da: http://lavocedelcorsaro.myblog.it/archive/2012/06/27/il-coraggio-della-signora-merkel.html


Citazione
AlbertoConti
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Post: 1539
 

Cazzate, enormi cazzate, che nessuno può pronunciare impunemente in questo momento, quando i giochi sono ormai scoperti!

Le "formiche" sono formiche assassine, ladri di mercati (quelli veri, fisici, non i casinò finanziari) ed il loro "credito" è il frutto della loro rapina, protetta e incentivata dai trattati antidemocratici costitutivi dell'euro-marco.

Le "cicale", per contro, sono cicale masochiste, che si sono lasciate prima depredare ed ora schiavizzare impunemente, senza alzare neppure un pelo contro le regole truffaldine della "moneta unica" asimmetrica: tutti i vantaggi al più forte, eterna damnatio ai più deboli (e stupidi).

Detto poi da un italiano, tale A.D.G., quanto sopra è una doppia blasfemia, dal momento che il nostro paese era prima un vero competitors della Germania, mentre ora se ci vabene si degrada a "indotto" della locomotiva-mangia.Stati.


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pippo74
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Innanzi tutto quoto l'intervento di AlbertoConti.

Dopo di che vorrei fare una semplice domanda a andreapound; ad un certo punto l'autore dell'articolo afferma

"Ora è facile alimentare il mito della Germania cinica e cattiva che vessa gli indifesi popoli del sud Europa, ma è difficile o, per meglio dire, sconveniente ricordare il percorso di ardue ed impopolari riforme che la Germania ha intrapreso tra gli anni ’90 e il 2000 che, nel lungo periodo, hanno favorito la grande crescita che l’ha portata ad essere la potenza egemone in Europa."

Per continuare la discussione ho bisogno di capire se andreapound mi sa spiegare quali siano state le famose riforme fatte dalla Germania tra gli anni 90 e il 2000 (in realtà se sono quelle che conosco io sono del 2003/2004) che hanno permesso alla Germania di diventare la potenza egemone in Europa.

Un piccolo aiutino però, siccome sono di animo buono oggi, voglio darlo.

http://goofynomics.blogspot.it/2012/03/cosa-sapete-della-slealta.html (le famose riforme tedesche!)

http://goofynomics.blogspot.fr/2012/03/cosa-sapete-della-produttivita.html (che smaschera alcuni luoghi comuni sulla "pigrizia" dei lavoratori italiani favorita dalle svalutazioni)

http://goofynomics.blogspot.fr/2012/02/la-locomotiva-deuropa-e-le-locomotive.html (che smaschera una serie di luoghi comuni sul ruolo "trainante" dell'economia tedesca in Europa)

http://goofynomics.blogspot.it/2012/02/le-obiezioni-del-piddino-ma-in-germania.html (la solita obiezione di chi non sa nulla di economia)


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Chigi
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Post: 202
 

Ancora un altro “Piddino” “debitopubblico debitopubblico debito pubblico” ma come sono bravi i tedeschi, ma che merde che siamo noi italiani, greci, portoghesi ecc.
Ti allego un sunto tratto dal sito di un economista, che non mi pare tu frequenti, un poco lungo per la verità, che potrebbe, forse, farti capire come stanno realmente le cose, se non riesci potresti sempre trasferirti al nord, quello “Vero” di frau merkel e continuare ad adorarla.

Non ne posso più di italiani idioti e masochisti.

Tratto da http://goofynomics.blogspot.it/2012/05/piu-europa-e-meno-spagna-o-no.html

………….. Certo, i paesi del Nord Europa hanno adottato una prospettiva mercantilistica, quella secondo la quale si tenta di crescere sfruttando la domanda estera, via esportazioni, anziché la domanda interna. La domanda interna, anzi, è stata sapientemente repressa, mediante una riforma del mercato del lavoro il cui finanziamento (loro non sono, come noi, quelli del "costo zero") ha portato la Germania a violare le regole “europee” sul deficit, (quelle stesse che ora ci vuole nuovamente imporre), e che la ha avviata su un sentiero di crescita totalmente squilibrato, cosa della quale adesso paga le conseguenze (perché, che se ne renda conto o meno, sarà trascinata dalla caduta delle economie periferiche, sulle cui spalle ha finora campato).

Ma... hanno fatto bene, i paesi del Nord, a comportarsi così? È stato giusto praticare questa politica beggar-thy-neighbour? Questo gli amici del "più Europa" non lo dicono, ma qualcosa però lasciano intendere.

Perché, vedete, anche qui nel modo in cui la frase è formulata è implicito un giudizio morale: si capisce che tutto sommato per gli estensori del documento la responsabilità ricade sulle scelte sbagliate dei paesi del Sud. E sottopongo alla vostra sagacia una deliziosa chicca lessicale: vedete? Si parla di “deboli” tassi di interesse. Una scelta letterariamente raffinata: “bassi tassi” è uno sgradevole omoteleuto. Ma la scelta è raffinata soprattutto dal punto di vista retorico, perché, vedete, al termine “debole”, c’è poco da fare, si associa sempre una connotazione negativa. Oh, quanto sono bravi questi pessimi economisti nello stillare nelle orecchie del lettore mediano il giusquiamo del loro stucchevole moralismo!

Quindi, par di capire, la colpa è dei tassi “deboli” che hanno avviato la periferia su un sentiero di crescita tirato dalla domanda interna e da investimenti improduttivi. Certo, suona plausibile. Alla fine la colpa è loro, potevano fare qualcosa di diverso, questi meridionali: potevano essere produttivi, produrre beni esportabili, ad esempio, si dice soddisfatto e rassicurato il lettore mediano (ma lui cosa esporta? E quanto è produttivo? Questo non se lo chiede, il lettore mediano, come non si chiede da dove viene la carne che mangia...).

E qui le domande fioccano.

Intanto, scusate, gentili colleghi, ma non siete stati voi a ripeterci in più occasioni, prima e durante la crisi, che proprio la convergenza dei tassi di interesse verso il basso, cioè quello che oggi chiamate il loro “indebolimento”, avrebbe fatto mirabilia? Avrebbe permesso ai paesi indebitati di mantenere l’equilibrio finanziario (Prodi sul Messaggero del 31 dicembre 2011), avrebbe promosso la crescita stimolando gli investimenti (l’argomento di Modigliani, da me criticato nel 1997)... Questo era il primo buon risultato che l’età dell’euro avrebbe portato con sé. E come mai dopo che i tassi sono scesi la colpa è diventata loro? Ma come? Da salvatori a carnefici? C’è qualcosa che non va, no? Volete banalizzare il punto dicendo che sì, però la colpa è dei cittadini del Sud, che hanno fatto gli investimenti sbagliati? Certo, avessero fatto quelli giusti... Quindi è colpa loro!

No. Questo non ve lo permetto, gentili colleghi, e non ve lo permetto sulla base non solo della mia profonda identità europea, che mi vieta di adottare argomenti sostanzialmente razzisti, ma anche sulla base di ben precisi fatti economici, che voi non potete ignorare.

Tanto per cominciare, rovesciamo il vostro argomento: cosa avrebbero dovuto fare i paesi del Sud per essere bravi? Evidentemente, a sentire voi, avrebbero dovuto costruire la loro economia su competitività e esportazioni (cioè comportarsi come quelli del Nord)... Ma... Lo capite cosa state dicendo? State dicendo una assurdità a livello globale e a livello locale. A livello globale, è assolutamente evidente che occorre pensare modelli di sviluppo diversi da quello mercantilistico, per il semplice motivo che se tutti i paesi del mondo fossero esportatori netti, occorrerebbe inviare le nostre merci su un altro pianeta. E la stessa cosa, e voi lo sapete, vale anche a livello locale. Per paesi come la Spagna o l’Italia l’eurozona rappresenta oltre il 60% del proprio commercio. Il che, banalmente, significa che se nell’eurozona volessimo essere tutti esportatori netti, dovremmo costruire un’altra eurozona verso la quale esportare (non so, fate voi, magari due chilometri sottoterra), o rassegnarci al sorgere di un conflitto, perché sarebbe materialmente impossibile per i due paesi più grandi del Sud esportare di più senza che la Germania (loro principale partner) esporti di meno (in termini netti). Tanto è vero che l’eurozona, dal punto di vista commerciale, è e rimane un sistema chiuso, semplicemente perché il suo nucleo (la Germania) ha conti esteri in pareggio con il resto del mondo, e ha un surplus verso l’eurozona che algebricamente si compensa con il deficit dell’eurozona verso la Germania stessa.

E poi... Ma cosa deve, cosa può esportare il Portogallo, o la Grecia? Bisogna anche capire che le economie non hanno tutte le stesse dimensioni, e quindi non hanno tutte gli stessi vantaggi comparati, e quindi non possono seguire tutte lo stesso percorso. Vi sembra un motivo per eliminarle dalla geografia politica e economica di quel continente che volete “unire”? Vi sembra sensato proporre a economie che fino agli anni ’80 venivano classificate come “in via di sviluppo” dalla Banca Mondiale lo stesso modello di crescita che le economie mature del Nord hanno voluto e potuto seguire, in modo del tutto scoordinato da qualsiasi ottica di cooperazione “europea”? Questa è l’economia che conoscete voi? Questa è l’Europa che auspicate voi? L’Europa dei vasi di coccio, sperando di essere quello di ferro?

E poi... si fa presto a dire “investimenti improduttivi”! Guardiamo i dati, prendiamo ad esempio la Spagna. Il ritornello “bollaimmmobiliare”! Quante volte lo abbiamo sentito... Ma... Sapete, qui dobbiamo fare almeno due riflessioni: primo, ma siamo proprio sicuri che gli spagnoli abbiano fatto solo investimenti “improduttivi”? Secondo: le famose bolle, con cosa vengono gonfiate? E chi ci soffia dentro?

Cominciamo dalla prima domanda. No: gli investimenti spagnoli non sono stati solo “improduttivi”. Nell’ultimo decennio (più esattamente, dal 2000 al 2010) la Spagna ha avuto un rapporto investimenti/Pil di circa 28 punti, contro i 18 della Germania, e i 10 punti di investimento in più si dividono più o meno equamente fra investimenti non residenziali e investimenti residenziali. È normale che un paese che parte da una posizione di relativo svantaggio faccia più investimenti, e questo la Spagna ha fatto, ed è per questo che l’integrazione finanziaria europea, in teoria, era stata fatta: per facilitare il finanziamento sui mercati dei paesi che erano rimasti indietro. Voi direte: “ma hanno costruito tante seconde case in riva al mare!”. Certo, lo so. Una cosa che difficilmente accadrebbe a Travemünde, per motivi che non sto a spiegarvi, e che probabilmente attengono al fatto che non tutti voi siete, come me, affascinati dalla prosa di Theodor Storm (e dai reumatismi). Scherzi a parte: certo, c’è stato anche un problema, è chiaro: oltre ai mo
lti, necessari investimenti produttivi, ci sono stati anche investimenti azzardati, certo, e soprattutto in ambito immobiliare.

La famosa “bolla”. Ma cosa è una bolla?

Una bolla è un fenomeno che si verifica in un mercato quando il prezzo di un’attività (azione, casa, materia prima,...) comincia a crescere perché tutti si aspettano che cresca. E siccome se lo aspettano, comprano quell’attività, per rivenderla quando il prezzo sarà ancora cresciuto. E siccome comprano, il prezzo cresce, e altri sono invogliati a comprare aspettando ulteriori aumenti. E via così. Si chiamano self-fulfilling expectations (aspettative che si autorealizzano), e sono un fenomeno piuttosto consueto. Ma... questa bolla di cosa è riempita? Ma è chiaro: di soldi. E, ditemi, come la vedete voi? Se i prezzi delle case sono saliti, innescando il processo che poi ha determinato la diversione di investimenti verso il settore immobiliare, vuol dire che qualcuno, almeno all’inizio, le case le stava comprando. Se non lo avesse fatto, i prezzi non sarebbero saliti, e comunque nessuno avrebbe trovato conveniente costruire delle case che nessuno stava comprando, no? E allora ditemi, come la vedete voi? Secondo voi come è iniziato questo gioco? Da qualche parte i soldi per “innescare” il meccanismo saranno pure arrivati, no?

Forse è andata così: un giorno gli spagnoli sono scesi in giardino per annaffiare le piante, e strappando le erbacce si sono accorti che da sotto ai gerani spuntava lo spigolo di un vecchio forziere arrugginito. Apertolo con le debite precauzioni, lo hanno trovato pieno di pezzi da otto. E allora, siccome sono pigri e colpevoli, invece di investire questi pezzi da otto nell’acquisto di un’alesatrice, ci hanno comprato la casa al mare, investimento improduttivo, quindi meritano la fine che stanno facendo, con la disoccupazione oltre il 20%.

O forse è andata come dicono Lance Taylor e Roberto Frenkel: è una storia vecchia come il mondo: il “centro” impone alla “periferia” l’adozione di un tasso di cambio fisso. Lo fa sempre per ottimi motivi dichiarati: per “aiutare” i paesi periferici a combattere l’inflazione, per “promuovere” il commercio. E lo fa soprattutto per motivi non dichiarati: l’adozione di un cambio fisso elimina il rischio di cambio sugli investimenti finanziari nei paesi periferici (se ti presto dei soldi, ora non puoi più restituirmi pesetas svalutate), generalmente porta a tassi di interesse più elevati nei paesi periferici (e diventa così più conveniente farvi affluire fondi: lo abbiamo visto nel caso della Grecia), e naturalmente rende meno competitive le merci della periferia, che di fatto prende soldi in prestito anche per acquistare le merci del centro. Questo è il gioco che gli Usa hanno giocato con l’Argentina, e che la Germania ha giocato con la periferia dell’eurozona. Ed ecco da dove arrivavano i soldi che hanno gonfiato la bolla: non certo da ipotetici forzieri casualmente scoperti in giardino, ma dalle banche del centro (Germania, Francia, Belgio,...).

Ah, sì: qui l’elettore mediano dice: “ma no, non ci hanno imposto nulla: lo abbiamo scelto noi, democraticamente!”. Bene, caro elettore mediano (tipo l’amico del tornese): torna in cima a questo post e rileggi: sono loro che ti dicono che te lo hanno imposto non democraticamente. Se non credi a me, devi credere a loro. Tertium non datur (mi dispiace per Hegel, lo teniamo in caldo per la fine del post, qui usiamo Aristotele).

Ora, per gli “economisti” alla Benetazzo, Boldrin, ecc. (mi fermo alla “B”) sembra che la crisi debitoria sia tutta colpa della famiglia spagnola (o greca, o portoghese) che ha chiesto il mutuo. Cioè, nella testa di questi economisti, il mercato finanziario funziona così: se una famiglia chiede il mutuo, la banca glielo accorda subito, senza far storie. E quindi se si fanno troppi debiti, la colpa è necessariamente del debitore che ha chiesto i soldi, e non del creditore che li ha dati, poverino. Lui sì, bisogna tutelarlo. Spagnoli cattivi...

Ma... somiglia al mondo che conoscete voi? La vostra banca è così? Be’, se vi interessa, sicuramente non somiglia al mondo che conosco io. Come si fa, come può venire in mente a una persona minimamente sensata, di equiparare il ruolo, le competenze, gli insiemi informativi, di una famiglia, a quelli di una istituzione finanziaria? Come si può credere nel mercato, se al tempo stesso non si crede che il mercato abbia il dovere di esercitare tutta la due diligence nell’allocare le risorse in modo efficiente?

Vi spiego una cosa. Vi spiego cosa sapevano le famiglie (che secondo Boldrin e Benetazzo sono le colpevoli) e cosa sapeva il mercato. Le famiglie sapevano che stavano vivendo in un’economia che cresceva al 4% medio in termini reali (Spagna 1999-2006), cioè che offriva lavoro e ottime prospettive di guadagnarsi onestamente da vivere. Perché mai non avrebbero dovuto eventualmente sobbarcarsi un mutuo, in un’economia così fiorente? Fatemi capire, il signor Benetazzo quando compra un appartamento va dal notaio con una carriola di monete? O dobbiamo pensare che tutti gli spagnoli, animati da un intento fraudolento, abbiano dolosamente contratto dei mutui che sapevano di non poter pagare? Non credo proprio.

Vi spiego anche cosa sapevano le banche. Le banche del Nord sapevano benissimo che il paese verso il quale stavano convogliando la loro liquidità aveva già da tempo superato la soglia di guardia. Lo studio, più volte citato, di Manasse e Roubini (non due sconosciuti), chiarisce che la variabile più importante per prevedere una crisi di debito pubblico è il rapporto debito estero complessivo/Pil (complessivo, cioè pubblico e privato). Nel loro campione, che comprende 54 episodi di crisi verificatesi in 47 paesi, si riscontra che nell’anno precedente una crisi questo indicatore (il rapporto debito estero/Pil) in media vale 55 punti. In Spagna li ha superati nel 2004. Ma le banche hanno continuato a prestare, e a prestare sempre di più: l’indebitamento (cioè l’aumento del debito) estero è passato a 7 punti di Pil nel 2005, 9 nel 2006, 10 nel 2007. Cioè: io so che se il tuo debito è più di 50 sto correndo un rischio... e cosa faccio? Invece di prestarti di meno, ti presto di più, sempre di più! Così, nel 2007 il debito estero della Spagna era all’84% del Pil.

Certo che in Spagna sono stati fatti investimenti improduttivi. Ma li si sono fatti perché le banche del Nord, con quello che i giuristi chiamano “dolo eventuale”, hanno scelto deliberatamente il rischio di collocare la loro liquidità in eccesso in un paese che in tutta evidenza, almeno dal 2004, si capiva che non sarebbe stato in grado di restituire tutti i soldi che prendeva. Colpa degli spagnoli? Cioè, secondo voi una famiglia, che è solo une delle migliaia di clienti di una banca, deve avere quelle nozioni di macroeconomia che in tutta evidenza, come questo post dimostra, nemmeno i “padri” della nostra “patria” “europea” posseggono? E invece le banche, che sono poche, che hanno potere di mercato, che hanno il dovere istituzionale di monitorare i progetti di investimento, e che dispongono di uffici studi, loro no, non sapevano che gioco stavano giocando?

Vedete, non è una storia nuova, è una storia vecchia, anzi, vecchissima. L’acqua del ruscello scorre sempre a valle. Ricordate?

"Cur - inquit - turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?"
Laniger contra timens:
"Qui possum - quaeso - facere quod quereris, lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor."

Dal Nord verso il Sud scorreva la liquidità, dal lupo tedesco verso l’agnello spagnolo. E l’analisi che rigetta tutte le colpe sulle scelte dei cittadini spagnoli (o greci, o portoghesi, o italiani, o irlandesi), e che non si chiede perché il mercato finanziario abbia così platealmente fallito nel suo compito di indirizzare il risparmio verso impieghi produttivi, quando l
ui, il mercato, aveva tutti gli strumenti (analisti, dati, indicatori) per prendere decisioni se non corrette almeno prudenziali, ecco, questa analisi è schierata, è ideologica, è falsa.

Attenzione però: la mia non è una teoria del complotto. Non sto dicendo che “i cattivi” lo hanno fatto “apposta”. Sto dicendo però che i mercati hanno agito esattamente come Keynes dice che i mercati agiscono, cioè come nel gioco delle sedie musicali: ogni banca si è messa a danzare (cioè ha prestato) sperando di riuscire a sedersi (cioè di rientrare dei soldi prestati) quando la musica sarebbe finita (cioè quando la crisi si sarebbe manifestata). Si chiama fallimento del mercato. E dare la colpa alle famiglie, serve solo a sviare l’attenzione dal nocciolo del problema, che è quello, molto semplice, che ho esposto in Crisi finanziaria e governo dell’economia: il mercato non è in grado di allocare in modo efficiente il risparmio delle famiglie, il mercato è condannato a fallire: occorre allora che lo Stato riprenda in mano almeno in parte il circuito del risparmio. E da questo orecchio gli amici del “più Europa”, vedrai, non ci sentono...

Del resto, scusate, ma perché pensate altrimenti che i giornali ci fracassino i timpani con cose che non ci interessano, che non sono importanti, come le olgettine, il Trota, gli “scandali”... Ah, dite voi, perché la Lega era all’opposizione e quindi hanno voluto togliersela di torno? Interessante, ardita teoria. Con le canottiere del papà e la laurea del figlio la Lega si è costituita all’opposizione del buon gusto e dell’intelligenza, certo. Ma in parlamento, quando si è trattato di votare, ha sempre fatto il suo dovere, da che Monti è Monti. E allora, forse, tutto questo stucchevole can can orchestrato dal Barbapapà nazionale forse ha un altro scopo: non quello di far fuori un oppositore che non si oppone a nulla, ma quello di rafforzare nell’elettore mediano l’idea che tanto i politici sono tutti uguali, che lo Stato è corrotto, e che quindi bisogna liberalizzare, privatizzare, e darsi in mano se non proprio direttamente ai tedeschi, almeno a una oligarchia di tecnici supposti incorrotti... almeno fino a quando le esigenze del prossimo cambio di regime non sbatteranno in piazza gli scheletri che certo non mancheranno nei loro armadi!

Certo, sì, lo Stato è corrotto, e poi, noi italiani, signora mia... Con l'elettore mediano questa strategia funziona. Sapete il mio amico piddino, quello che "l'Europa ha fatto molto per la mobilità dei lavoratori"? Ecco, sì, quel fesso (scusa sai, caso mai mi leggessi, tanto te l'ho anche detto in faccia). Alla fine poi l'argomento qual è? Che anche se Monti non va bene, però la colpa è sempre di Berlusconi perché noi siamo stati costretti a chiamare Monti perché Berlusconi era impresentabile (quanti abitanti ha l'Italia? Sembra ne abbia due, dei quali uno impresentabile), e che comunque con questi scandali, col Trota, come si fa...

Ve lo ricordate? È già successo, è un film già visto. La precedente "rivoluzione democratica", quella che ci ha condotto all'euro nel modo (democratico?) che abbiamo descritto, era stata anche lei sapientemente preparata da una campagna di stampa a 360 gradi contro la classe politica. Non erano, certo no, tutti innocenti, lo sappiamo. Ma ricordiamo anche che i media davano (perché volevano darla) la sensazione che fossero tutti colpevoli. E sappiamo invece che i processi hanno reso un'immagine diversa, e sappiamo che la via "tecnocratica" imboccata anche per combattere la corruzione ("noi italiani non siamo in grado di governarci da soli, senza le regole europee sarebbe il baratro") non ha risolto nessun problema, nemmeno quello della corruzione, anche perché ha creato enormi problemi di ordine economico.

Certo, caro elettore mediano, vai, vai avanti verso il baratro, con questi begli argomenti da comare. Ma ti ricordo che alla fine sono i numeri che parlano. E i numeri, come abbiamo ricordato in questo blog, dicono che per quanto corrotto possa essere lo Stato, il totale dei default pubblici dell’ultimo decennio vale meno di uno solo dei grandi default privati. Quindi, sì, il Trota si sarà anche laureato in Albania, ma da qui ad affidare ai mercati tutti i nostri risparmi direi che ce ne corre.

E allora concludiamo tornando al punto di partenza, e ponendoci una semplice domanda: fino a quando saremo disposti ad accettare da questi simpatici Danai, i frutti del cui operato sono sotto gli occhi di tutti, ulteriori proposte geniali basate su diagnosi false? Fino a quando permetteremo a chi ha di fatto dichiarato di averci tratto in inganno, proponendoci come soluzione quello che invece era un enorme problema (l’euro), di occupare la scena politica? Perché in fondo i termini della questione sono molto semplici: il rispetto che dobbiamo a noi stessi, alle nostre famiglie, al nostro paese, alla democrazia, ci impone il dovere morale di rifiutare la logica secondo la quale noi italiani, noi europei, possiamo fare la cosa giusta solo se menati per il naso. Se non rifiutiamo ora, con decisione, questo metodo, non sappiamo dove potremo arrivare: chi ci ha imposto la camicia di forza dell’euro per indurci a un grande abbraccio paneuropeo, domani potrebbe rifilarci chissà quale altra menzogna (e di fatto, forse, lo sta già facendo), naturalmente sempre e solo per il nostro bene. Basti pensare alle tante menzogne strumentali sul ruolo della Cina nell'economia mondiale (accuratamente elencate nel mio libro). Vedete: stanno trasformando la società europea in una società di tipo statunitense, una società che ha bisogno di un nemico per ritrovare coesione e identità. Noi, certo, quale sia il nostro bene non lo sappiamo. Meno male che c’è Attali, che ci indica perché e contro chi combattere.
Ecco: solo rifiutando questa logica, e qualsiasi proposta provenga da chi confessa di averla applicata, potremo sperare di difendere qualche residuo spazio di democrazia in Europa. In inferno nulla est redemptio. E così nell’euro non ci può essere alcuna Europa. Chi propone “più Europa” per salvare l’euro sta nuovamente mentendo, lo sappia o meno. Chi ama l’Europa sa bene che questo è il momento di fare un passo indietro: reculer pour mieux sauter. Togliere l’Europa posticcia dell’euro per costruire l’Europa degli europei. Solo in Italia è ancora impossibile parlarne. Arriveremo, come al solito, in ritardo

Chigi


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Giancarlo54
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La Merkel fa gli interesse del suo paese. E' colpa dei tedeschi se noi italioti abbiamo dei governanti a cui, in Germania, non farebbero nemmeno governare i maiali? Adesso lo sport preferito è sparare addosso ai tedeschi, mi raccomando domani sera tutti a tifare gli 11 milionari in mutande per la gloria dell'Italia. Mi raccomando: italioti!


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dana74
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hai voglia a starnazzare contro la Merkel.
Costoro mai si prendessero la responsabilità di dire:

La Merkel si è alzata una mattina ed ha detto che tutti dovevano fare l'austerità

Dimenticano i promotori degli eurobond, AI QUALI PIACE TACERE SUL FATTO CHE QUESTI STRUMENTI NON SERVONO AD ALTRO CHE MASCHERARE ALTRI SALVATAGGI, che i vincoli sui bilanci

SONO STATI FIRMATI NEL TRATTATO DI MAACHSTRICHT DI CUI TUTTI GLI EUROPEISTI ERANO FELICI ED ENTUSIASTI

NESSUNO DI LORO ALLA RATIFICA DI TALE TRATTATO DISSE:

-ah ma è un dominio DELLA Germania.....ah ma così si impone la povertà....

Ora da bravi vigliacchi si nascondono dietro la gonnella della Merkel


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Giancarlo54
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Un auspicio e una preghiera per domani sera agli 11 milionari pallonari del Reich eurasiatico: domani sera schiantate questi mangiaspaghetti mandolinari, è la fine che merita di fare il paese che, in mutande, rappresentano. Paese di piagnoni e di parassiti, che si sono accodati, 10 anni fa (ricordate?), al coro degli euro-entusiasti, tutti a lodare l'euro, tutti a sentirci europei, tutti a sbeffeggiare i pochi che. come il sottoscritto, avvertivano della drammatica trappola dell'euro. E adesso che la trappola è venuta fuori di chi è la colpa? Ma dei tedeschi e della Merkel chiaramente, mica nostra o dei governanti che da venti anni ci scegliamo.
Klose, Ozil, Khedira, Hahn, schiantate i mandolari piagnoni e rimandateli a casa!


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diotima
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Io voglio sapere quando, finito il rincoglionimento della propaganda in base alla quale " dobbiamo fare di tutto per restare in europa, perchè è una follia farla fallire" la ggente dirà "ah, ma forse l'europa non esiste, è una pura finzione".

Perchè questo è, e nient'altro.
Di fatto quella che noi chiamiamo europa con una certa sicurezza, non esiste nella realtà, se non a livello geografico e monetario ,vista la moneta unica.

Certo non riesco a capire, evidentemente ho forti limiti, come mai quelli che se la prendono con la sola germania, non s'incazzino contro chi ha distrutto l'industria italiana finendo col fare l'interesse altrui.

E comunque la singolare vicenda dello strapotere tedesco dovrebbe far riflettere proprio sull'assenza di un' europa per come in generale viene percepita...o, se non proprio assente, quantomeno parecchio squilibrata.

Perchè allora ci si ostina a volere questo squilibrio?

Come dice Giancarlo, la merkel fa gli interessi del suo paese...
Vorrei però che qualcuno mi spiegasse perchè le viene consentito, e perchè viene consentito alla germania di essere così competitiva distruggendo la capacità produttiva nostrana.

La furia distruttiva che negli ultimi 20 ha travolto l'italia ,non da fuori, ma dall'interno, resta per me un autentico mistero...


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pippo74
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La Merkel fa gli interesse del suo paese. E' colpa dei tedeschi se noi italioti abbiamo dei governanti a cui, in Germania, non farebbero nemmeno governare i maiali? Adesso lo sport preferito è sparare addosso ai tedeschi, mi raccomando domani sera tutti a tifare gli 11 milionari in mutande per la gloria dell'Italia. Mi raccomando: italioti!

Scusa Giancarlo54 ma ho notato che tu e Dana quando si parla di responsabilità tedesche vi adirate un pò, e sinceramente non sono ancora riuscito a capire perchè. Forse siete ex agenti della DDR passati nei ranghi della Germania dell'ovest dopo la riunificazione! Si scherza ovviamente!

Più seriamente Giancarlo, pensi veramente che i tedeschi siano biologicamente migliori di noi? Voglio dire sei così sicuro che noi popolo italiano o anche spagnolo oppure irlandese oppure greco e fra poco anche francese siamo la causa di tutti i nostri mali, mentre i tedeschi sono belli bravi e laboriosi?

Non ti viene nessun dubbio che forse ci sono altre motivazioni che non dire semplicemente che la colpa è di chi ci ha governato fino ad ora? Certo che i politici italiani di tutti gli schieramenti (in primis la psudo sinistra di destra, nel senso che fa oggettivamente politiche di destra neoliberista) hanno sulle spalle grandissime responsabilà per aver accettato dei trattati iniqui e per aver svenduto il nostro paese agli interessi della grande finanza internazionale e a una parte della confindustria tedesca (non tutta in verità perchè anche in Germania ci sono interessi contrastanti e non tutti sono contenti della politica economica mercantilista imposta dalla Merkel), ma questo non significa che questi popoli debbano continuare ad essere vessati per delle decisioni sbagliate e vigliacche prese dai propri governanti. Se non si capisce questo non andiamo da nessuna parte, perchè un popolo che si auto colpevolizza e si auto accusa è un popolo senza speranza.

Infine vorrei che si riuscisse a parlare qualche volta del merito delle questioni ed evitare gli slogan. A tal proposito, e qui mi rivolgo anche a Dana, avete delle osservazioni da fare sull'analisi contenuta nei link che ho postato nel mio precedente commento? Se sì sono pronto a ragionare pacatamente nel merito altrimenti le vostre rimangono puri e semplici slogan privi di giustificazioni macroeconomiche.

p.s.: vorrei precisare che il prof. Bagnai ritiene gli eurobond una falsa soluzione perchè potrebbero dare un pò di ossigeno nel breve periodo, ma che non risolvono la questione di fondo e cioè gli squilibri reali tra i paesi aderenti all'Euro e provocati in larga misura proprio dell'adozione della moneta unica.


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pippo74
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Un auspicio e una preghiera per domani sera agli 11 milionari pallonari del Reich eurasiatico: domani sera schiantate questi mangiaspaghetti mandolinari, è la fine che merita di fare il paese che, in mutande, rappresentano. Paese di piagnoni e di parassiti, che si sono accodati, 10 anni fa (ricordate?), al coro degli euro-entusiasti, tutti a lodare l'euro, tutti a sentirci europei, tutti a sbeffeggiare i pochi che. come il sottoscritto, avvertivano della drammatica trappola dell'euro. E adesso che la trappola è venuta fuori di chi è la colpa? Ma dei tedeschi e della Merkel chiaramente, mica nostra o dei governanti che da venti anni ci scegliamo.
Klose, Ozil, Khedira, Hahn, schiantate i mandolari piagnoni e rimandateli a casa!

Ah Gianca e dajè! Questa è un pò infantile, non credi?
Io da appassionato di calcio (sai ho praticato questo sport per 20 anni e mi è rimasto nel cuore, a prescindere dal marcio che oggi gli gira intorno) e da Italiano fiero di esserlo, tiferò Italia.


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Giancarlo54
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La Merkel fa gli interesse del suo paese. E' colpa dei tedeschi se noi italioti abbiamo dei governanti a cui, in Germania, non farebbero nemmeno governare i maiali? Adesso lo sport preferito è sparare addosso ai tedeschi, mi raccomando domani sera tutti a tifare gli 11 milionari in mutande per la gloria dell'Italia. Mi raccomando: italioti!

Scusa Giancarlo54 ma ho notato che tu e Dana quando si parla di responsabilità tedesche vi adirate un pò, e sinceramente non sono ancora riuscito a capire perchè. Forse siete ex agenti della DDR passati nei ranghi della Germania dell'ovest dopo la riunificazione! Si scherza ovviamente!

Più seriamente Giancarlo, pensi veramente che i tedeschi siano biologicamente migliori di noi? Voglio dire sei così sicuro che noi popolo italiano o anche spagnolo oppure irlandese oppure greco e fra poco anche francese siamo la causa di tutti i nostri mali, mentre i tedeschi sono belli bravi e laboriosi?

Non ti viene nessun dubbio che forse ci sono altre motivazioni che non dire semplicemente che la colpa è di chi ci ha governato fino ad ora? Certo che i politici italiani di tutti gli schieramenti (in primis la psudo sinistra di destra, nel senso che fa oggettivamente politiche di destra neoliberista) hanno sulle spalle grandissime responsabilà per aver accettato dei trattati iniqui e per aver svenduto il nostro paese agli interessi della grande finanza internazionale e a una parte della confindustria tedesca (non tutta in verità perchè anche in Germania ci sono interessi contrastanti e non tutti sono contenti della politica economica mercantilista imposta dalla Merkel), ma questo non significa che questi popoli debbano continuare ad essere vessati per delle decisioni sbagliate e vigliacche prese dai propri governanti. Se non si capisce questo non andiamo da nessuna parte, perchè un popolo che si auto colpevolizza e si auto accusa è un popolo senza speranza.

Infine vorrei che si riuscisse a parlare qualche volta del merito delle questioni ed evitare gli slogan. A tal proposito, e qui mi rivolgo anche a Dana, avete delle osservazioni da fare sull'analisi contenuta nei link che ho postato nel mio precedente commento? Se sì sono pronto a ragionare pacatamente nel merito altrimenti le vostre rimangono puri e semplici slogan privi di giustificazioni macroeconomiche.

p.s.: vorrei precisare che il prof. Bagnai ritiene gli eurobond una falsa soluzione perchè potrebbero dare un pò di ossigeno nel breve periodo, ma che non risolvono la questione di fondo e cioè gli squilibri reali tra i paesi aderenti all'Euro e provocati in larga misura proprio dell'adozione della moneta unica.

Meno male che non hai detto che siamo ex agenti del SD (il servizio di sicurezza delle SS) 😯

Il mio sfogo era rivolto non tanto al contenuto del link, su cui potrei anche essere d'accordo ma di questa schifosa, scusami il termine, sinfonia a cui tutti si stanno accodando. Come ha detto giustamente Dana nessuno, ma proprio nessuno ci ha obbligato ad andare nell'euro, ricordo e ti ricorderai anche tu, gli osanna che tutto il popolino sulla scia dei governanti e dei maitre a penser dell'epoca, intonava sulla litania, "siamo tutti europei" "abbiamo una moneta in grado di competere con il dollaro" "siamo finalmente diventati moderni". E ti ricordi gli sberleffi e gli insulti che ricevavano quei pochi cche come me cercavano di far ragionare, se non tutto il popolino, almeno qualcuno? Li ricordi? Ebbene io mi ricordo e adesso non accetto, ti ripeto non accetto, che si riversi la colpa di tutto ciò sulla Germania che, ripeto, non ci ha obbligato con il metra puntato in testa ad entrare nel'eurozona. Evidentemente in tanti, politicanti in testa, avevano pensato che fosse arrivata la salvezza e che il magna magna incontrollato avrebbe potuto tranquillamente continuare. Così, ovviamente, non poteva essere e adesso tutti i nodi vengono al pettine. Colpa della Merkel?


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Giancarlo54
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La Merkel fa gli interesse del suo paese. E' colpa dei tedeschi se noi italioti abbiamo dei governanti a cui, in Germania, non farebbero nemmeno governare i maiali? Adesso lo sport preferito è sparare addosso ai tedeschi, mi raccomando domani sera tutti a tifare gli 11 milionari in mutande per la gloria dell'Italia. Mi raccomando: italioti!

Scusa Giancarlo54 ma ho notato che tu e Dana quando si parla di responsabilità tedesche vi adirate un pò, e sinceramente non sono ancora riuscito a capire perchè. Forse siete ex agenti della DDR passati nei ranghi della Germania dell'ovest dopo la riunificazione! Si scherza ovviamente!

Più seriamente Giancarlo, pensi veramente che i tedeschi siano biologicamente migliori di noi? Voglio dire sei così sicuro che noi popolo italiano o anche spagnolo oppure irlandese oppure greco e fra poco anche francese siamo la causa di tutti i nostri mali, mentre i tedeschi sono belli bravi e laboriosi?

Non ti viene nessun dubbio che forse ci sono altre motivazioni che non dire semplicemente che la colpa è di chi ci ha governato fino ad ora? Certo che i politici italiani di tutti gli schieramenti (in primis la psudo sinistra di destra, nel senso che fa oggettivamente politiche di destra neoliberista) hanno sulle spalle grandissime responsabilà per aver accettato dei trattati iniqui e per aver svenduto il nostro paese agli interessi della grande finanza internazionale e a una parte della confindustria tedesca (non tutta in verità perchè anche in Germania ci sono interessi contrastanti e non tutti sono contenti della politica economica mercantilista imposta dalla Merkel), ma questo non significa che questi popoli debbano continuare ad essere vessati per delle decisioni sbagliate e vigliacche prese dai propri governanti. Se non si capisce questo non andiamo da nessuna parte, perchè un popolo che si auto colpevolizza e si auto accusa è un popolo senza speranza.

Infine vorrei che si riuscisse a parlare qualche volta del merito delle questioni ed evitare gli slogan. A tal proposito, e qui mi rivolgo anche a Dana, avete delle osservazioni da fare sull'analisi contenuta nei link che ho postato nel mio precedente commento? Se sì sono pronto a ragionare pacatamente nel merito altrimenti le vostre rimangono puri e semplici slogan privi di giustificazioni macroeconomiche.

p.s.: vorrei precisare che il prof. Bagnai ritiene gli eurobond una falsa soluzione perchè potrebbero dare un pò di ossigeno nel breve periodo, ma che non risolvono la questione di fondo e cioè gli squilibri reali tra i paesi aderenti all'Euro e provocati in larga misura proprio dell'adozione della moneta unica.

Meno male che non hai detto che siamo ex agenti del SD (il servizio di sicurezza delle SS) 😯

Il mio sfogo era rivolto non tanto al contenuto del link, su cui potrei anche essere d'accordo ma di questa schifosa, scusami il termine, sinfonia a cui tutti si stanno accodando. Come ha detto giustamente Dana nessuno, ma proprio nessuno ci ha obbligato ad andare nell'euro, ricordo e ti ricorderai anche tu, gli osanna che tutto il popolino sulla scia dei governanti e dei maitre a penser dell'epoca, intonava sulla litania, "siamo tutti europei" "abbiamo una moneta in grado di competere con il dollaro" "siamo finalmente diventati moderni". E ti ricordi gli sberleffi e gli insulti che ricevavano quei pochi cche come me cercavano di far ragionare, se non tutto il popolino, almeno qualcuno? Li ricordi? Ebbene io mi ricordo e adesso non accetto, ti ripeto non accetto, che si riversi la colpa di tutto ciò sulla Germania che, ripeto, non ci ha obbligato con il metra puntato in testa ad entrare nel'eurozona. Evidentemente in tanti, politicanti in testa, avevano pensato che fosse arrivata la salvezza e che il magna magna incontrollato avrebbe potuto tranquillamente continuare. Così, ovviamente, non poteva essere e adesso tutti i nodi vengono al pettine. Colpa della Merkel?


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pippo74
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@Giancarlo
Capisco il tuo risentimento è anche il mio, ti assicuro. Anzi confesso che all'epoca, essendo giovincello, ero anch'io tra gli euroentusiasti. Ciò a dimostrazione che noi, popolo italiano, siamo stati ingannati.

Detto questo non è questione di dare colpe o accusare la Merkel, che come hai detto fa gli interessi della Germania (in verità non credo stia facendo neanche quelli, perchè come sta già accadendo e come ben sai anche la "Crande Cermania" è destinata ad essere travolta dalla crisi dell'area euro), quello di cui abbiamo bisogno per toglierci dai guai è fare una diagnosi seria dei perchè macroeconomici di questa crisi e proporre delle soluzioni che vadano a rimuovere questi perchè. E tutto questo a prescindere dalle responsabilità politiche, non perchè non siano importanti, ma perchè dovranno essere messe sul piatto e fatte pagare dal popolo quando al popolo sarà concesso di capire cosa è realmente successo.

E visto che, anche se molto sbrigativamente, affermi di essere d'accordo sul contenuto degli articoli che ho linkato, allora non puoi non essere d'accordo sulle responsabilità oggettive che le politiche economiche tedesche hanno avuto e continuano ad avere in questa crisi.


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Chigi
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La Merkel fa gli interesse del suo paese. E' colpa dei tedeschi se noi italioti abbiamo dei governanti a cui, in Germania, non farebbero nemmeno governare i maiali? Adesso lo sport preferito è sparare addosso ai tedeschi, mi raccomando domani sera tutti a tifare gli 11 milionari in mutande per la gloria dell'Italia. Mi raccomando: italioti!

E' ovvio che la Merkel fa gli interessi del suo paese, lo fa bene e fa bene a farlo. Quello che non sopporto sono gli italiani che, pur soffrendo della situazione in cui la Germania ci ha trascinato, e non ha ancora finito, tifano per lo strozzino, ma forse si tratta di una riedizione della sindrome di Stoccolma.

Da noi si dice "cornuto e contento".

Chigi


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Giancarlo54
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La Merkel fa gli interesse del suo paese. E' colpa dei tedeschi se noi italioti abbiamo dei governanti a cui, in Germania, non farebbero nemmeno governare i maiali? Adesso lo sport preferito è sparare addosso ai tedeschi, mi raccomando domani sera tutti a tifare gli 11 milionari in mutande per la gloria dell'Italia. Mi raccomando: italioti!

E' ovvio che la Merkel fa gli interessi del suo paese, lo fa bene e fa bene a farlo. Quello che non sopporto sono gli italiani che, pur soffrendo della situazione in cui la Germania ci ha trascinato, e non ha ancora finito, tifano per lo strozzino, ma forse si tratta di una riedizione della sindrome di Stoccolma.

Da noi si dice "cornuto e contento".

Chigi

Io, invece, non sopporto quelli che avevano l'orgasmo ogni volta che sentivano nominare le parole "euro" ed "eurozona", senza sapere minimamente cosa queste parole stessero a significare, e, adesso, che hanno visto cosa significano se la prendono, anzichè con se stessi e le politiche criminali che hanno avallato nel passato, da Maastricht alla moneta unica al trattato di Lisbona, se la prendono con la Germania, guarda un po'........


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