Stamattina parlerò ancora di Franca Rame.(1) Perchè questa è una questione che non va a toccare solo la fattispecie del voto su Kabul, ma il "come" noi italiani intendiamo il potere e l'insieme dei rapporti che ci vincolano ad esso.
Queste ragioni sono intrinseche al fatto che il "pericolo Berlusconi" sia ancora in agguato. Non è la caduta di Prodi sull'Afghanistan, che può farlo tornare, ma l'atteggiamento di bieco servilismo che ci caratterizza, quando abbiamo a che fare con qualcuno che, dal punto di vista dei "valori" correnti, è "importante".
Franca Rame è importante per i valori che ha incarnato, da sempre, nella sua storia.
Ma il passato ha generato un presente. Ed è il presente che è vincolante in quanto alle decisioni che andiamo a prendere per scandire il tempo della nostra vita. Tutt'al più, a posteriori si puo' fare un'analisi psicologica delle motivazioni che han determinato una decisione, ma la decisione è, come dicevano Nietzsche e Heidegger, il momento "vivo": quello in cui ci rispecchiamo, come identità, nell' attimo che stiamo vivendo. Disconoscere, o giustificare a priori, una decisione, perchè si sa che è una decisione del cazzo, significa disconoscere se stessi.
Franca Rame, sul suo blog, ha posto la questione, corredata da un sondaggio, se ella dovesse, rispetto all'Afghanistan, votare sì e dimettersi o votare sì e restare.
Naturalmente, entrambe le opzioni non prevedevano una scelta che fosse diversa dal votare sì. Quello era fuori discussione.
Le risposte nel suo blog, parevano piu' elogi delle fans di Britney Spears alla star, che critiche costruttive al suo operato politico.
Si andava da "sappiamo che prenderai la decisione migliore" a "resta ti prego, ormai ci sei rimasta solo tu" (?).
Un intelligente blogger, Moltitudini, (2) le ha rivolto la seguente osservazione:
dimissioni?
faccia quel che crede.
se vota si...che si dimetta o no mi importa poco: sicuramente, votando SI, dovrebbe vergognarsi.
Troppo facile poi, in un eventuale futura guerra, sorretta da altro governo, fare i pacifisti senza se e senza ma solo perchè all'opposizione...e "urlare" No a qualcosa a cui, per ragioni di fideistica lealtà, si voterà Si la legislatura successiva.
Qui, con 'sto ricatto del meno peggio.."sennò torna il bau bau", dobbiam sorbirci le peggio cose.
Un si od un no ad una missione non posson esser dovuti solo al fatto di stare al governo o all'oposizione, perchè al medesimo provvedimento, se non fose in maggioranza, voterebbe NO, lei..come Giordano ed altri.
Insomma..le sue incoerenze e le sue paturnie..sono affari suoi.
Tanto, guerre ed impero non verranno certi fermati - se mai lo saranno-da qualche senatore.
La scommessa di alcuni era di rendere "permeabile il governo alle istanze dei movimenti".
Qui il rischio è il contrario:render i movimenti permeabili alla logica della governabilità, e della compatibilità.
Saluti.
A queste considerazioni (che sottoscrivo parola per parola), Franca reagisce abbastanza duramente:
RIFLESSIONE: come sempre constato quanto sia facile parlare... Deve dare anche un gran piacere poter usare termini come "le sue incoerenze (QUALI?) e le sue paturnie"... "vergognarsi"... dietro l'anonimato. Soprattutto molto coraggioso.
Ha dormito bene questa notte pensando: "gliene ho dette!!"?
Bravo. Questo sì che è onorevole. NULLA DI CUI VERGOGNARSI.
franca rame
Si noti come nella risposta la Rame sfoderi i seguenti argomenti: 1) tu non puoi capire le difficoltà in cui incorriamo noi oppositori 2) Sei un vigliacco anonimo 3) Sei un frustrato che prova piacere a mettere in difficoltà una signora parlamentare.
Nessun accenno al contenuto "vero" della questione. Nessun richiamo ad armi, guerre, uomini e "poteri forti" che sarebbero avvantaggiati dalla sua decisione.
E qui il discorso si chiude e il post viene sommerso da centinaia di sdilinquimenti su quanto è brava, quanto è bella e quanto sicuramente farà il bene di tutti. Nessuno tocchi Franca, che ha una storia politica che lascia stare e che parla con i suoi fans, pardon, elettori, così democraticamente.
Righe e righe di considerazioni che, se una non fosse filosofa, toglierebbero definitivamente speranza per un qualsivoglia di cambiamento che sia gestito "dal basso". Un episodio che mi spiega, dopo tanti anni che quando pronuncio la parola "anarchia", mi sento rispondere "eh, sarebbe bello, ma è impossibile".
Non solo, si capisce anche perchè, se accade un patatrac ad un poveraccio, questo va in mezzo alla strada, invece se il patatrac (lo scandalo, la bancarotta, il crack) accade ad un V.I.P., questo viene fotografato l'estate successiva da Visto, a Montecarlo, in compagnia di una velina, poi invitato in tv e alla fine diviene un eroe del gossip.
Si capisce come, in questo occidente corroso dai "diserbanti culturali", si sia perso il gusto di discutere, di pensare, di valutare la gente in base alla sua coerenza. Ci si crogiola in sdilinquimenti da fans, che ,di fatto, si traducono in forme di "consenso incondizionato" (mi metto nelle tue mani) al potere.. La conseguenza è che il potere fa, come fa, quel cazzo che vuole.
Significa che la cultura ha seppellito lo spirito critico, che non si sente neppure il sentore della vaga possibilità del cambiamento. E che anche quelli che ne sentirebbero la necessità, cedono le armi di fronte alla levatura del V.I.P, della sua storia e della sua "democrazia".
Come se quest'ultima (democrazia?) riguardasse solo "loro". E a noi toccasse soltanto subirla
Fonte: http://cloroalclero.blogspot.com
Link: http://cloroalclero.blogspot.com/2007/03/il-crepuscolo-degli-idoli.html
11.03.07
Note
1) http://www.francarame.it/?q=node/279&from=50&comments_per_page=50
2) http://moltitudini.splinder.com/post/11270228
Tra gli enormi guasti prodotti dal berlusconismo, uno dei più gravi è l'enorme alibi fornito all'elite politico-intellettuale della sinistra italiana per non affrontare le questioni vere.
Ci si dovrebbe infatti chiedere fino a che punto la spauracchio "non possiamo far tornare quell'altro" è un obiettivo inibitore dell'intelligenza, o non sia piuttosto il comodo rifugio dell'ipocrisia della sinistra, o della sua inettitudine e pochezza, con cui si vuole evitare ogni redde rationem.
La mitizzazione del bipolarismo, assieme alle leggi elettorali maggioritarie -- i frutti della seconda repubblica --, hanno favorito quel tramonto della lotta politica autentica per la quale la sinistra, anche nei suoi fuscelli radicali, era fin troppo pronta, nella sua avidità di poltrone ed incarichi.
Il lacerante dilemma di Franca Rame è indicativo: le questioni della pace e della guerra vengono ridotte ad incomprensioni all'interno di una coalizione di governo, che non si riesce a vedere altro che come il sano contenitore di tutte le contraddizioni politiche; piuttosto che come una formula politico-istituzionale che riproduce quelle stesse logiche di guerra in forme che differiscono dallo schieramento opposto solo per elementi di opportunismo.
I punti di rottura, in quest'ottica, possono essere risolti solo con atti personali e privi di reale significato politico, come le finora solo annunciate dimissioni di Franca Rame, che sta sperando che tanta gente, attraverso il suo blog, le chieda di rimanere dov'è. Salvando capra e cavoli, e lasciando il monopolio dell'intransigenza ai "realisti politici".
Territorio Comanche
http://territoriocomanche.splinder.com/
Cloro al Clero, con il suo ruvido linguaggio e la sua dura chiarezza, è un elemento importante del nostro vago giro di blog liberi.
Ha scritto uno splendido post sull'ambiguità di Franca Rame, che si gode una "crisi di coscienza" pubblica per poter meglio votare a favore della spedizione afghana.
Ma in questo post, Cloro coglie come il cuore del problema non sia il comportamento di Franca Rame, che ha tutto il diritto di cambiare idea, come ce l'abbiamo tutti; ma la mobilitazione identitaria che c'è attorno a lei, la solidarietà emotiva per la sua "storia".
Leggete il post, perché vale la pena.
E' proprio lì il grande problema nel suscitare un movimento realmente anticapitalista: la zavorra simbolica e identitaria. Tanto più pesante, perché la presunta laicità della sinistra non permette di ammetterne le basi irrazionali.
In questo senso ha ragione chi dice che l'identificazione - il dire, "io sono di quella banda lì, con quella storia" - sia il più grande impedimento alla scoperta dell'identità, la capacità di guardarsi dentro e scoprire chi si è realmente.
A un certo punto, l'identificazione va per conto suo, perde ogni ancoraggio ai motivi per cui è nata, diventa emotivo attaccamento ai "nostri".
Per quanto la storia possa essere affascinante (e spaventosa), l'attacamento ai morti è sempre ciò che impedisce di entrare nel "momento vivo", come dice Cloro.
Sul post, Cloro, fedele al nick che si è scelta, ha messo un'immagine che sicuramente non piacerà molto ai lettori cattolici.
In realtà, ciò che conta non sono però i simboli, ma il senso delle cose.
Infatti il suo post mi ha fatto venire in mente un fulminante discorso di Gesù, nel Vangelo secondo Luca, che spiega perfettamente come la scoperta dell'identità reale, la capacità di uscire fuori dall'identificazione ed entrare nel "momento vivo", parta dal rifiuto, difficilissimo, dell'identificazione e del culto della "memoria storica":
"Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo".
A un altro disse: "Seguimi".
E costui rispose: "Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre".
Gesù replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annunzia il regno di Dio".
Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa".
Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio"."
Miguel Martinez
Fonte: http://kelebek.splinder.com/
Link: http://kelebek.splinder.com/1173719919#11325328
12.03.2007
scusate ma Franca Rame è a dir poco inappropriata!
una persona che capisce poco... emotivamente instabile e molto infantile...
una che quando si è candidata a milano telefonava a chi la sosteneva piangendo perchè diceva che non l'avrebbe votata nessuno, una che va in TV e dice che il suo scopo in senato è eliminare gli spechi, e poi fa discorsi assurdi e inconcludenti... non sapendo neanche quello che dice! roba da far venire i brividi!
Franca Rame è una borghese che gioca a fare la sognatrice... penosa!
Non so Fo come sia come uomo ma la sua donna non è certo un politico.
E' stato un grave errore sostenere una persona così inconsistente... ed è da italiatta candidare la propria compagna solo perchè gli si vuol bene Dario!
Gentile Signora Rame,
l'alternativa che Lei mi propone nel sondaggio (votare sì e dimettersi, votare sì, non dimettersi, e lavorare per la pace) non è un'alternativa, e quindi non esprimo il mio voto.
Sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista morale, la questione vera non sono le Sue dimissioni: la questione è il voto a favore o contro la prosecuzione della guerra afghana.
Nell'azione politica (come del resto - Lei lo sa bene - nell'azione scenica) quel che conta non sono le intenzioni, sono i risultati.
Se Lei vota a favore della guerra in Afghanistan, pur qualificando questo voto con tutti i dubbi, i distinguo e le buone intenzioni del mondo, Lei è politicamente e moralmente corresponsabile di quel che in Afghanistan avviene ed avverrà: guerra imperialistica di aggressione, uccisione di civili, eccetera.
Lei mi dirà: ma se voto contro, cade il governo Prodi e torna Berlusconi.
D'accordo, signora. Torna Berlusconi. Per gli afghani cosa cambia? Per i soldati italiani, cosa cambia? Per la politica estera italiana, cosa cambia? Secondo me, niente (tranne forse una leggera diminuzione del tasso di ipocrisia).
Vuole estendere e accentuare la sua egemonia mondiale, Berlusconi? Vuole ridisegnare la mappa del Medio Oriente? Vuole circondare la Russia? Vuole imporre il suo stile di vita e la sua cultura all'orbe terracqueo? A me non pare. Mi pare semmai che questi obiettivi siano efficacemente perseguiti dal Suo alleato politico che risiede alla Casa Bianca (sì, signora: George W. Bush è Suo alleato politico, anche se Le sta antipatico).
Quanto poi alla "conferenza internazionale" proposta da D'Alema, Lei sa (o se non lo sa, lo dovrebbe sapere, visto il ruolo che ricopre) che una conferenza di pace vera e propria è affatto impossibile, perchè vi si dovrebbero invitare anche i talebani (ai negoziati di pace si invita soprattutto il nemico, sennò con chi si tratta?); e finchè non vi saranno costretti dai fatti, gli USA non accetteranno mai.
Ci sono solo due leve politiche di cui l'Italia disponga per avvicinare il momento in cui si aprirà una vera conferenza di pace, e sono queste:
1) ritirare l'appoggio politico e militare agli USA. Quanto più indebolita politicamente e militarmente sarà l'alleanza che ha invaso l'Afghanistan, tanto più si approssimerà la trattativa di pace, perchè si avvicinerà il momento in cui i Talebani saranno sul punto di vincere, e gli USA di perdere.
2) rinforzare al massimo l'appoggio politico e militare agli USA. Quanto più rafforzata sarà l'alleanza che occupa l'Afghanistan, tanto più si approssimeranno le trattative di pace, perchè sarà più vicino il momento in cui gli USA saranno sul punto di vincere, e i Talebani di perdere.
(Detto per inciso, io consiglierei l'alternativa 1, perchè a parer mio, molleranno prima gli USA dei talebani, gente coriacea che ha motivazioni trascendenti, zero paura di morire, e combatte per la libertà e l'indipendenza del suo paese e del suo popolo.)
Si potrà forse (è molto improbabile, ma possibile) convocare una conferenza di alcuni paesi confinanti con l'Afghanistan per discutere come mettere sotto controllo il problema.
Ma il problema qual è, signora? Il problema è che gli afghani non ci stanno a farsi invadere. Non ci sono stati con Alessandro Magno e con Breznev, vuole che ci stiano con Massimo D'Alema e con Bush? Io non credo.
La guerra, signora Rame, è il momento della verità della politica.
Perchè quando si tratta di decidere sulla guerra, ci sono solo due posizioni: o a favore, o contro. I forse, i vediamo, i però non sono ammessi. Una volta deciso per il sì o per il no, mille altre decisioni sono possibili e necessarie: ma prima, c'è il "sì sì, no no".
Un'altra volta, nella storia della sinistra italiana, i parlamentari e i partiti si sottrassero al momento della verità. Ricorda i libri di scuola, o i racconti dei nonni?
Fu nel 1915, signora Rame, quando sull'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale il Partito Socialista prese la posizione "Nè aderire nè sabotare", cioè non prese posizione.
Naturalmente, la guerra ci fu. Morirono 600.000 italiani, tra i quali parecchi elettori del partito socialista. A quattro anni di distanza dal 1918, ci fu la marcia su Roma. Turati scappò in Francia.
Il "nè nè" non si era dimostrato, insomma, una scelta saggia: perchè non era una scelta.
Anche la Sua, signora Rame, non è una scelta. Nè lo è la posizione adottata dal suo partito.
La vostra fuga dalle responsabilità politiche e morali è soltanto meno appariscente di quella del partito socialista di Turati, per due semplici ma non banali fatti:
a) che le bombe cadono sulla testa degli afghani, e non sulla testa degli italiani, i quali dunque se ne possono fregare, salvo (quando siano particolarmente sensibili) manifestare con bandiere arcobaleno, sospingendo bambini in carrozzina che rischiano al massimo di prendersi un raffreddore, non uno spezzone incendiario.
b) che oggi l'esercito italiano non è di leva, e quindi, quando tornano a casa le bare avvolte nel tricolore, ai parenti in lacrime non siete obbligati a dare troppe spiegazioni. Basta il normale cordoglio ufficiale, con commovente cerimonia pubblica e messa celebrata da Vescovo o Cardinale, e il normale assegno dell'assicurazione + pensione di reversibilità alla vedova. Se poi riuscirete a far passare i DICO, la pensione arriverà - giustamente - anche al convivente, maschio o femmina che sia. In fondo,insomma, il morto nessuno l'obbligava ad arruolarsi, no? Rischio professionale.
Ma questa vostra fuga dalle responsabilità politiche e morali, questo vostro Otto Settembre di Sinistra che si iscrive nell'antica tradizione dell'inesorabile cinismo ipocrita italiano, non è meno grave, nè meno foriero di conseguenze, politiche e morali.
Il suo partito si è messo all'angolo da sè, signora Rame.
Ha furbescamente e ipocritamente scelto la non violenza per acclarare che di rivoluzione non se ne parla più: una posizione (ragionevolissima) che non può esprimere con chiarezza senza rinunciare al simbolo e alla bandiera identitaria che gli porta voti e giustifica la sua stessa esistenza.
Ma la non violenza non è una linea politica: è una posizione di testimonianza morale e/o religiosa valida esclusivamente per gli individui disposti a morire piuttosto che uccidere, oppure una tattica di lotta politica che in certi casi è praticabile con speranza di successo (Ghandi contro gli inglesi) in certi casi no (guerra fra Stati, ocupazione di potenza straniera e resistenza necessariamente armata: a meno che Lei non creda che gli USA se ne andrebbero dall'Afghanistan se i Talebani rispondessero con la disobbedienza civile).
Così, quando il suo partito si trova al governo e quando la storia lo renda inevitabile, è costretto a decidere, come qualsiasi altro partito, se e come impiegare le forze armate, che per definizione non possono praticare la non violenza.
Come decide, allora, il Suo partito? Decide che vota le operazioni guerra, ma le chiama operazioni di pace.
Decide "sì ripeto no", perchè sa di non avere una strategia politica praticabile, tranne una: raccogliere i voti di chi non si riconosce nel marchio dei DS, è nostalgicamente affezionato al marchio "comunismo", ma avendo subito una sconfitta epocale sotto quella bandiera, "ha già dato", e mai si sognerebbe di ricominciare daccapo con i proclami rivoluzionari.
E a chi non abbia una strategia politica praticabile, resta un solo obiettivo politico: assicurarsi i mezzi della propria riproduzione (vulgo, tirare a campare).
I mezzi della riproduzione del suo partito, signora Rame, sono esclusivamente l'access
o al finanziamento pubblico dei partiti, e la possibilità di distribuire un po' di posti di governo e sottogoverno, dai Ministeri alle presidenze di circoscrizione. Finiti quelli, finisce anche la Rifondazione del Comunismo.
Ed ecco svelato il segreto di Pulcinella del vostro voto sulla missione afghana.
(Non del Suo: sono persuaso della Sua buona fede, ma non saprei se considerarla un'attenuante come la minore età, o un'aggravante come lo stato di ubriachezza. Nel caso dei dirigenti del Suo partito, invece, sono persuaso della malafede, e a ulteriore aggravante del reato ci sono i motivi, futili e bassi insieme).
Per farla corta, Signora Rame, voi vi trovate nella stessa identica situazione di Clemente Mastella, e vi comportate esattamente come lui: con la differenza che Mastella lo sa e lo dice, voi fate finta di non saperlo (o addirittura davvero non lo sapete, come credo sia il Suo caso) e per non dirlo vi inventate delle bubbole spaziali, quali la Diga contro il Berlusconismo, il Fronte Popolare contro Previti, e altre consimili sciocchezze, che un giorno, passata la sbornia delle bugie e della falsa coscienza, vi faranno amaramente vergognare.
La ringrazio per avermi seguito sin qui, e la saluto cordialmente.
Suo
Roberto Buffagni
Fonte: http://ripensaremarx.splinder.com/
13.03.07
Infatti...alla fine la sig.ra Rame non è tanto diversa dagli altri politicanti...anche lei è una Borghese...che inoltre si riempie di belle parole, sa accaparra simpatie...e quando viene il momento dei fatti...vota si alla missione in Afghanistan....
questo è quello che le ho scritto nel suo post dove voleva dimettersi e votare si...o restare e votare si....
"Si dimetta, cosi evita pure lei di continuare a far danni....
Concordo con il messaggio del dott. Salvini e aggiungo che anche
voi politicanti del centro-sinistra siete esattamente come Berlusconi e co...siete pure voi attaccati alle poltrone, siete
disposti a modificare un programma...o gli ideali...per i quali i cittadini vi han votato...questo è tradimento,
si al tav, si alla legge 30, spese militari che aumentano...tutto a puttane...grazie mille..e pensare che siete stati eletti
anche per merito di chi era contro la missione in Afghanistan...
sig.ra Rame
ma quale alternativa o ventata di sinistra pensa di portare, finche voterà si alla missione in Afghanistan..???
non prendiamoci in giro...
ho letto questa frase del sondaggio:
"Penso che sarebe meglio che tu restassi cercando di agire in tutti i modi per il raggiungimento della pace."
Questa frase avrebbe un senso se lei votasse no...votando no...lei farebbe la sua parte per il raggiungimento della pace,
ma dal momento che lei vota si...lei è esattemente come gli altri, si rende complice della guerra al terrorismo...
e si mi è consentito...il sondaggio che lei ha proposto è veramente una presa in giro...
Meglio che se ne vada subito, prima che contribuisca anche lei a certe scellarate scelte...altro che raggiungimento della pace...
facile far bella figura davanti alla gente e poi fare il contrario...
se lei pensa di rappresentare un'alternativa è veramente fuori strada.
correggetemi se sbaglio, mi sembra che nel centro sinistra si ragioni cosi....
"siccome non voglio che torna berlusconi, devo stare al governo ad ogni costo...anche
votando contro le mie idee..." invece a mio avviso un politico come si deve, dovrebbe lasciare
immediatemente...anche a costo di far cadere il governo, se le sue idee vengono tradite...
siamo ancora a questi livelli, ma la dignità dov'è finita...?
Per il raggiungimento della pace, aveva un senso, un sondaggio con scritto...
votare no e restare per cercare il raggiungimento della pace...
questo le avvrebbe fatto onore...."onorevole", SIETE ESATTAMENTE COME GLI ALTRI..."
By Euroasiatico at Mar, 2007-03-13 19:25