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Il deficiente


GioCo
Noble Member
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Quando vedo Klaus Schwab non riesco a non vedere un deficiente (cronico). Tuttavia la parola è biforcuta e mi correggo subito: lungi da me offendere chicchessia a prescindere.

Non va infatti inteso in via denigratoria il termine, intendo uno che ha dei dèficit (anche pesanti direi) e che per il suo bene dovrebbe essere aiutato persino quando gioca in spiaggia con paletta e secchiello. Basta vederlo e lo "dovresti" sapere subito perché è evidentissimo, invece lo escludiamo.

E' un incapacitato cronico, nel senso peggiore del termine, quello che dovrebbe (nel contesto coerente) farci venire il magone e la compassione come fosse un disabile motorio in carrozzina e per una disabilità di livello cosmico per giunta. Ma noi riusciamo solo a seguirlo (se facciamo parte di una certa schiatta) o odiarlo se invece osteggiamo quello che fa.

Quando dico che è una disabilità di livello cosmico non sto esagerando. Intendo letteralmente.

Vedete, nel mio "schema" (se vogliamo intenderlo così) l'emotus, cioè quel prodotto interiore che equivale a un "impulso" herziale e che di fatto è anche energia biochimica osservabile a livello corporeo, è informazione. Precisamente è parte dell'intelligenza dell'infinito, la "spina" (di corrente) che si collega a noi.

L'emozione è quindi un tramite comunicativo, una forma di comunicazione. Ma anche un complesso sistema di energie che trascendono (di parecchio) l'ordinario e che ci attraversa di continuo. Di solito lo usiamo per cose banali, molto terrene, come ad esempio appiccicarci a cose (l'orsacchiotto?) o persone (il partner?). Per ciò esprime un infinitesimo del suo potenziale, tanto da risultare poi conveniente sostiturlo con qualcosa di più semplice e gestibile.

Insomma, se devi dare la caccia alle zanzare, è decisamente controproducente usare i super cannoni protonici di Mazinga Z. O no?

E allora arriva Schwab, il super-mega-limitato. Il fratello sfigato di Super Vip di Bozzetto. Che con il suo limite (per ovvi motivi) semplifica e rende immediato ciò che dovrebbe rimanere "non immediato". Cioè fa casini.

Ma casini verosimili, a cui si può "credere" e in specie se ti vengono passati velocemente da sotto il naso, come i giochi di prestigio. Così le cose sgradevoli spariscono e ti sembra che effettivamente ciò che fisicamente non poteva sparire, alla fine è sparito.

Certo se poi passa troppo tempo il giochino non funziona e inizia a puzzare dalla testa. Ma siccome ti ha fatto piacere godere senza pensare alla conseguenza (tipo girare col tuo SUV?) tu vuoi che sia vero, vuoi che le "cose sgradevoli effettivamente spariscano" come per magia. Lo vuoi (dentro, in fondo) così intensamente che non riesci a staccarti dall'idea che il falso "è vero". Tanto da decidere persino la rinuncia alla Vita pur di sostenere quel falso che però "è vero". Come i bambini che fanno i capricci e si intestardiscono per minchiate, il meccanismo interiore è il medesimo solo un po' più nascosto ed elaborato dal comportamento adulto. Quello che t'allena a fare finta che...

E adesso arriviamo al computer. Il novello metro con cui decidiamo se uno è intelligente "per calcolo" e non per amore. Che se usi quello dimentichi che l'intelletto è semplicemente la misura di quanto riesci ad essere in armonia con il tutto (o l'infinito se preferite) e per riuscire non puoi escludere il linguaggio dell'emozione. Quindi la misura di un calcolo diventa la misura del contrario, cioè quanto riesci ad essere in disarmonia con l'infinito.

Che poi è l'immagine di Schwab, quella di un poveraccio. Tipo un asino che crede di essere un Dio. Nel senso che intende il mio demone, quando mi ripete incessantemente che con gli asini non puoi ragionare, al massimo (per compassione) ti puoi mettere a ragliare con loro.

O no?


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sarah
Honorable Member
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Sì. L'effettivo "valore umano" ( in senso generico ) di un simile individuo dovrebbe suggerirci di non preoccuparci troppo delle sue farneticazioni, delle sue visioni distorte del mondo. Ma ciò non avviene perché in effetti egli ( ed altri come lui ) sono riusciti nell'impresa di trascinare una parte significativa del mondo in una fase di lacerante contrapposizione che, per lo meno, tratteggia un futuro a tinte fosche. Per intenderci, anche coloro che hanno compreso quanto lei dice si trovano appunto "costretti ad odiarlo" rinunciando all'atteggiamento più naturale che ci suggerirebbe invece di considerare le sue esternazioni come opinioni marginali non in grado di influenzare più di tanto le dinamiche sociali o politiche. Dunque siamo noi che non abbiamo capito qualcosa, forse perché ci è sfuggita l'essenza di alcuni cambiamenti  ormai irreversibili nella società? Perché, in sostanza, individui come questo dovrebbero rappresentare una tale minaccia? Non si può rispondere in poche parole, provo ad esprimere ciò che secondo me è significativo in proposito. 

Noi ( in senso lato ) tendiamo a negare o a far sparire ciò che è sgradevole, complicato da capire perché preferiamo una comoda linearità di interpretazione della realtà che non può prevedere spazi vuoti, dubbi o ripensamenti. Questo è un atteggiamento assolutamente consolidato che però oggi è sfociato ( nostro malgrado, mi vien da dire ) in un fenomeno di inversione dei significati. Ciò che ad esempio è stato da sempre associato ad un giudizio di valore positivo non solo ha via via perso di importanza ma si è trasformato, sotto il nostro naso, nel suo esatto opposto. La compassione per l'altro è un "valore positivo" ( non uso altri termini perché non voglio dare un connotato troppo specifico al concetto, non sarebbe questo il caso ), ebbene ora non solo non conta più nulla, ma è addirittura un disvalore. Si può dire lo stesso per il lavoro, il senso del bello, la tendenza ad incontrarsi e via dicendo. La lettura della realtà viene capovolta. Volendo considerare concetti un po' più complessi, allora lo spirito critico, la ricerca della verità, il pensiero stesso si caricano in questo senso di significato negativo. Se poi ci si accorge che qualcosa non va, che non tutto convince, allora arrivano in soccorso i nuovi valori universali di "inclusività - sostenibilità - consapevolezza" ecc. La collezione più famosa della storia di parole vuote. Le ragioni sociali, culturali o politiche che hanno portato a tutto questo sono un tema enorme da disquisire ma mi sento di dire che è in questo contesto che si sono inseriti individui come Schwab e i suoi uomini con il loro carico di idee demenziali. Chi è veramente deficiente allora ( lo dico quasi per scherzare ), loro o noi che non comprendiamo forse l'astuzia con cui si sono inseriti nel momento storico più opportuno. Al momento pare quasi che abbiano la meglio ma sono certa che il tempo non gli darà la minima ragione.


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GioCo
Noble Member
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Ah, il controllo! Che potente illusione. Non credo la supereremo presto sta storia. D'altronde risalire la china dell'orrido che abbiamo disceso non sarà un opera semplice ne veloce. Ci vorranno decenni, forse secoli.

Un po' come quando sali una montagna: da dove ti trovi (in basso) sembra sempre che sei a un passo dalla vetta, poi superi faticosamente un tratto che ti svela essere solo un altro piccolo pianoro e ti ritrovi punto e capo. Dopo tanti sforzi inizi a pensare che forse quella malefica vetta non la vedrai mai e desideri tornare indietro. Ne ho visti tanti che hanno iniziato con buona volontà tornare indietro coi piedi gonfi e la convinzione sileziosa che "...era meglio il mare". Poi fai fatica a riportarli sulla "buona strada", quella più sana.

Noi odiamo ciò che ci costringe a prendere atto che non abbiamo controllo. Eppure... Eppure è un modo per non applicarci dove invece il controllo lo abbiamo eccome.

Schwab è l'illusione che la tecnologia si possa sostituire all'inevitabile. Come a dire che la coscienza di Dio si può sostituire a quella di una sua creatura semplice come la formica. La nostra permanenza in queste spoglie mortali è infinitamente misera eppure non riusciamo a dare un valore a quell'altra che invece è l'essenza stessa che motiva il nostro essere e il nostro divenire. Così non ci pare che abbia senso ciò che ci accade e si procede come sciocchi, barcollando mentre si segue il vento. Che ha per noi oggi il volto di Schwab.


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