Un paradosso inaccettabile e sottovalutato, fino alla rimozione: quegli stessi Ebrei che hanno subito le persecuzioni naziste si ostinano ad accanirsi contro i Palestinesi
Circola in Rete un fotomontaggio che mostra l’ingresso del lager di Auschwitz con la scritta “Benvenuti in Palestina”. Il ricordo dell’orrore per il genocidio nazista degli ebrei, infatti, non può far passare sotto silenzio l’orrore per la tragedia attuale dei palestinesi, vittime dei figli e nipoti di quegli stessi ebrei perseguitati e sterminati sessant’anni fa (ma gli zingari, gli omosessuali, gli oppositori politici, i lavoratori forzati, morti a milioni sotto la svastica, non li ricordiamo mai?).
Proprio perché discendenti di un’agghiacciante e mostruosa esecuzione razziale di massa, gli Israeliani si sono doppiamente macchiati di un terribile torto morale: aver oppresso, conculcato e affamato un intero popolo che aveva l’unica colpa di vivere nella biblica “Terra Promessa”, in realtà avamposto strategico per l’Occidente in un Medioriente ricco di petrolio. Ieri i criminali razzisti erano i tedeschi, oggi sono loro. È Israele, dal 1945 a oggi, lo Stato più razzista del mondo. Tanto che la destra di Netanyahu al potere vorrebbe imporre il riconoscimento di Israele come “Stato del popolo ebraico”, che implicherebbe limitazioni ai diritti della minoranza araba se non addirittura la sua espulsione.
È un paese, la democrazia israeliana, che definire sciovinista e guerrafondaia è poco. Ha sistematicamente violato le delibere Onu che non gli aggradavano a cominciare dalla spartizione dei territori datata 1947, ha via via occupato nei decenni, scatenando conflitti su conflitti militari, le terre abitate dagli arabi fino a ridurle a tre aree grandi come francobolli (Gerusalemme Est, Cisgiordania, Striscia di Gaza), ha mantenuto la popolazione in uno stato di occupazione belligerante permanente, non facendosi scrupolo di massacrarla con vere e proprio operazioni di guerra (come la sanguinosa “Piombo fuso” di due anni fa) e ammassando 4 milioni di profughi strappati dalle loro case, ha impedito che si formasse un’economia capace di far sopravvivere dignitosamente i cittadini della Palestina chiudendoli in ghetti sottoposti ad embargo, come a Gaza. Da ultimo ha deciso di continuare l’espansione dei propri coloni in Cisgiordania facendo saltare anche l’ultimo accordo di pace, e ha favorito la feroce lotta intestina fra forze politiche palestinesi, con l’Anp di Abu Mazen da due anni illegittimamente al governo dopo la regolare vittoria alle elezioni dei fondamentalisti islamici di Hamas, non riconosciuta da Tel Aviv e dagli Americani perché, incorruttibili, non sono disposti a chinare la testa.
Il peso di lutti, sofferenze e privazioni che gli Israeliani hanno inflitto al popolo palestinese grava come un macigno di dolore che oggi, in questo istante, in questo momento storico, nello stesso giorno di commemorazione degli ebrei finiti nelle camere a gas, schiaccia e inchioda sotto la sua tremenda responsabilità gli eredi della Shoah. Ricordare è un atto che serve alla coscienza dell’uomo pensante e libero, e noi certamente riconosciamo nei campi di concentramento hitleriani l’abnormità tutta moderna di una distruzione pianificata con metodi industriali; ma la memoria obbligata e celebrativa diventa un esercizio di insopportabile ipocrisia quando contemporaneamente viene dimenticata la schiavizzazione in atto di un intero popolo, che per giunta, con perfida ironia della storia, è seviziato da un altro che fu vittima di quella stessa, immane ingiustizia.
Se poi, in modo ancora peggiore, il ricordo viene sciaguratamente sfruttato per giustificare ogni belluria commessa dallo Stato sionista, una siffatta memoria si degrada a indecente arma di ricatto politico. In pratica, se osi accusare gli ebrei pur avendo tutte le buone ragioni possibili, vieni automaticamente bollato come antisemita e zittito senza che ti portino uno straccio di contro-argomento. Davvero non fatichiamo a immaginarci le anime degli israeliti trucidati ad Auschwitz, a Mauthausen, a Treblinka e negli altri lager, guardare con triste ribrezzo le turpi azioni, degne dei nazisti, compiute in loro nome.
Alessio Mannino
Fonte: www.ilribelle.com
Link: http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2011/1/28/il-giorno-della-memoria-a-senso-unico-free.html
28.01.2011
E i perseguitati diventarono perseguitori.
http://italianimbecilli.blogspot.com/2011/01/e-i-perseguitati-diventarono.html
... ma non ci dobbiamo nemmeno dimenticare ...
"... spagnoli e portoghesi sono riusciti, senza camere a gas, né bombe a fare piazza pulita di 150 milioni di nativi dell'America Latina. Ehh... E' un lavoro improbo ... sorella... 150 milioni di persone a colpi d'ascia... erano appoggiati dalla vostra Chiesa. Un risultato ammirevole ... direi ... Tanto ammirevole che (...) sgozzandone a loro volta oltre 50 milioni. 200 milioni di morti in totale. Il peggior massacro della storia dell' umanità (...) ma nemmeno si parla... di dedicare un mueso a questo olocausto. La storia dell'umanità, sorella, è costellata di orrori."
Vedere come l'informazione oggi tratta il dramma palestinese fa capire come trattò allora il nazismo. Basta leggere le pagine del Corriere della Sera di allora per verificare la mancanza di ogni notizia sui lager nazisti.
Se allora si fosse boicottata la Germania nazista, quanti lutti si sarebbero evitati e se oggi...
P.S. Aggiungerei all'elenco delle vittime del nazismo i militari italiani che dissero no alla repubblica di Salò. Incredibilmente sono i più ignorati.
Giustissimo ricordare per analogia le stragi effettuate dai colonizzatori in America Latina, con l'appoggio sostanziale della chiesa.
Vi furono stragi di concezione molto moderna, con armi che oggi si chiamerebbero armi chimiche e armi batteriologiche.
Infatti gli spagnoli furono i primi ad usare un'arma chimica contro l'esercito incaico forte di all'incirca 40mila guerrieri, schierato in difesa del suo imperatore Atahualpa quando questi si reco' a trattare con quel debosciato di Pizarro. Ai condottieri dei soldati di Atahualpa venne offerto da bere del buon vino delle terre iberiche. Il vino sara' stato buono, fatto e' che durante il viaggio, un frate che accompagnava Pizarro sulla nave, era stato incaricato di mescolare dell'arsenico al vino.
Torniamo sulla piana di Cajamarca: l'imperatore incaico si guarda attorno sorpreso e smarrito, i suoi ufficiali stanno crollando a terra come fuscelli. E' l'effetto del vino all'arsenico, ma lui non lo sa'. Chi racconta la storia e' un gesuita meticcio: Blas Valera. Storia che e' saltata fuori per caso e per la tenacia di alcuni ricercatori italiani che sono riusciti a decrittare gli scritti di Valera. Essi', i gesuiti usavano la tecnica del criptaggio gia' a quei tempi.
Bene, detto dell'arma chimica, ricordiamo a gran velocita' l'arma biologica: erano le coperte impregnate di vaiolo che venivano abbandonate nei villaggi.
Non si puo' dimenticare l'istituzione dei lavori forzati. I poveri indi venivano costretti ad abbandonare i loro villaggi per recarsi a lavorare in miniera. Se morivano di fatica, non faceva nulla, tanto c'era abbondanza di altre braccia.
Come si constata la mentalita' nazista precedette di un bel po' Hitler e compagni.
Ricordiamo le vittime di entrambi e magari facciamoci ispirare un po' dall'indole delle popolazioni quechua e aimara', che e' un'indole essenzialmente gentile. E piena di spiritualita' molto legata alla terra e alle montagne.
Non dimenticare per me significa condannare i comportamenti dei tedeschi di ieri e degli ebrei di oggi...esiste oggi paese più razzista e guerrafondaio di Israele?