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Il machiavello sempre identico - di Flores Tovo


oriundo2006
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Qui un lucido articolo sulle modalità estorsive del c.d. occidente collettivo, in pratica il solito mondo anglosionista:

https://oltrelalinea.news/2022/07/09/declino-occidente-con-la-guerra-russia-ucraina/ ( di Flores Tovo ).

In sintesi, si tratta di far risalire la 'colpa' in senso meta-politico ad un attore, per poi eliminarlo in quanto 'distruttore' delle regole che l' occidente si pregia di aver imposto non certo a sè stesso ma agli altri.

Estendendo le considerazioni dell' autore, questo è stato il modus operandi sin dalla più remota antichità, ad esempio attribuire la causa della caduta del mondo romano ai 'barbari' allorquando sappiamo che le cause endogene sono state quelle determinanti al tracollo, con in primis, come scriveva Procopio di Cesarea, per le infinite diatribe teologiche con le conseguenti guerre intestine che ne risultarono, che finirono per ammalorare l' edificio romano fondato sulla qualità di 'cives romanus' come fonte della identità sociale e giuridica e non certo quella di 'catholicus'. Una 'traslatio imperii' settaria che distrusse l' origine della comune identificazione, condannando l' evo antico, ovvero le popolazioni italiche sopratutto, ad una morte atroce, tra gli spasmi interni e l' ingresso di popoli che in nulla avevano partecipato in questa demolizione: ne erano stati semplici spettatori...si capisce in attesa di bottino anch'essi.

Il meccanismo 'machiavellico' è stato ed è possibile solo ad una condizione, quella in cui dall' 'alto' forze imponenti oltreumane assicurano la riuscita della menzogna in odio a chi osa contestarne il dominio.

E' dunque quella odierna una guerra con importanti sviluppi a carattere 'spirituale' 'spuri', perchè in realtà si tratta sempre di infliggere il massimo dei mali anche quando sarebbe stato possibile evitare tutto ciò con un accordo ragionevole, come quello che la Russia propose alla fine del 2021 a Ginevra agli USA.

Ne ricevette una risposta dilatoria condita da disprezzo,  tipicamente proprio di chi ritiene che il suo potere derivi da un mandato 'divino', sulle ragioni che venivano avanzate: iniziare un percorso politico e diplomatico di mutua sicurezza condivisa tra gli attori europei. Questo venne negato, anzi ad esso non si diede neppure risposta nel merito.

Si può contestare l' opportunità, la legittimità dell' intervento militare ma nessuno può  che le trattative fallirono perchè gli USA ed i suoi vassalli rifiutarono l' offerta di pace condivisa: ovvero non riconobbero come giustificate le aspirazioni alla sicurezza dell' attore 'Russia', considerandolo uno stato privo di legittimità ad avanzare QUALSIVOGLIA richieste alla comunità internazionale da loro rappresentata univocamente e totalitariamente.

Un non-stato, non a caso da ridurre ad entità molto più piccole, cannibalizzandone le risorse, come certe cartine geografiche che circolano mettono spudoratamente in luce. L' occidente non si vergogna di nulla di fronte alla sua sete di dominio.

E' ancora un caso di 'lotta per il riconoscimento' di hegeliana memoria che muove la Russia o si è andati oltre, ad una lotta di sopravvivenza ?

Quale è l' origine vera di questa negazione 'ontologica' dell' occidente, negazione che è all' origine del confronto attuale ?

Esiste una origine, politica o metapolitica, del 'mandato collettivo', quantomeno per il mondo 'occidentale' che gli USA rivendicano come propria e di cui si sentono gelosi 'custodi' fino alle estreme conseguenze ?

Sono domande a cui occorre dare una risposta, una impegnativa risposta che richiede conoscenze di larga portata, qui evidentemente impossibili da essere rappresentate compiutamente dal sottoscritto.

Mi limito ad evidenziare l' incapacità degli occidentali di dare una veste razionale od anche solo ragionevole, fruibile politicamente, ad una pretesa origine extrarazionale della loro posizione, che necessariamente è 'politica' ovvero da affrontarsi nel merito sulla base di asserzioni e di ragionamenti conclusivi: e non di semplici considerazioni di fatto. 

In realtà, grazie al cielo, i fatti, quelli militari, stanno smentendo completamente la protervia folle degli occidentali.

 

 

 

 

Questa argomento è stata modificata 1 anno fa 2 volte da oriundo2006

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Bertozzi
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Quindi nemmeno quelle barbariche furono invasioni, figuriamoci quelle odierne; articolo lucido nello stigmatizzare le debolezze degli imperi, che cadono da soli, per ragioni interne, e non perché invasi da orde di cattivoni, anche se molte narrazioni hanno gioco facile nel far passare questi ultimi come i responsabili e non "semplici spettatori", per citare lo scrivente.


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sarah
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"Il meccanismo machiavellico è stato ed è possibile solo ad una condizione, quella in cui dall'alto forze imponenti oltreumane assicurano la riuscita della menzogna in odio a chi osa contestarne il dominio". Si tratta di una deduzione estremamente interessante che apre alla prospettiva di chiavi interpretative ampie e forse assolutamente necessarie per la lettura dell'attuale complessità. Purché però non le si prenda a pretesto per ascrivere l'apparente inesorabilità della folle azione politica occidentale ad una dimensione "altra" e dunque fuori da qualsiasi controllo umanamente attuabile. So che non è questa la direzione che lei ha seguito nella sua analisi, lucida ed esauriente, ma ho notato che in molti si avvicinano a questa questione con non poca cautela. L'aspetto spirituale è senza dubbio centrale nella lettura di questo drammatico momento storico ma in alcuni casi ( non in questo e nemmeno nell'articolo della Tovo ) sembra di intravedere un'eccessiva semplificazione che ricorda il caso del "Feroce Saladino" al quale i crociati attribuivano doti soprannaturali per nascondere in qualche modo la propria incapacità di fronteggiare la sua abilità militare. "La riuscita della menzogna in odio" è, se vogliamo, uno dei lati più "oscuri", quello in cui si riconosce più facilmente un intento che va al di là dei semplici calcoli utilitaristici e spinge ad infliggere il male maggiore, la più grande sofferenza, anche laddove gli stessi discutibili risultati economico-politici potrebbero essere raggiunti con meno "sforzo", evitando una sovraesposizione. Da dove deriva dunque la sensazione di inesorabilità di questo potere? Davvero da una forza estranea al controllo umano o magari anche, immagino, da una sorta di bluff, un "far credere che" rafforzato da un'imponente propaganda? La violenza delle azioni a cui assistiamo potrebbe essere anche un estremo tentativo di coercizione. Non potendo più sedurre la società con meraviglie materiali ed avendo anche esaurito il mito puro del progresso ( che ora deve essere "somministrato" letteralmente a forza ) non resta loro che chiederci di sacrificare noi stessi.

 


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PietroGE
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Nell'articolo di Tovo, pur interessante, ci sono diversi punti con i quali sono in disaccordo :

Le guerre dell'occidente in MO non sono state fatte, se escludiamo il punto di vista mediatico, per l'esportazione della democrazia, e neanche, come veniva affermato in ogni giornale, per la conquista del petrolio, meno che mai per ragioni di interessi nazionali. Gli USA (o gli europei) non hanno preso un solo baile di petrolio dall'Iraq, dopo aver distrutto il Paese e impiccato Saddam. La guerra in Iraq non era negli interessi americani come non lo sono le sanzioni contro l'Iran, anzi gli USa avrebbero interesse ad avere l'Iran dalla loro parte per indebolire l'asse Russia-Cina-Iran. Le guerre in MO sono state fatte per eliminare i nemici di Israele, e basta. Questo da una idea di chi dirige la politica estera americana e tramite la NATO, la politica estera occidentale.

C'è stato un periodo di tempo, dopo il crollo dell'URSS dove sembrava fosse scoppiata la pace tra l'occidente e la Russia. L'idillio è finito quando si è capito che i russi non avevano nessuna intenzione di svendere le loro risorse energetiche ai finanzieri occidentali (vedere il caso Kodorchovsky, prestanome dei Rotschild) e soprattutto non volevano accettare la subcultura in stile americano fatta di meticciato, gender, LGBT e via di seguito. Qui si gioca il conflitto culturale, se volete, lo scontro di civiltà. Quando chi comanda a Washington ha visto la possibilità di provocare la Russia e mettere ai suoi confini una testa di ponte in stile occidentale (anche se poi non è detto che sarebbero proprio riusciti nell'intento, vedere cosa succede in Ungheria) lo hanno fatto. E Putin è caduto nella trappola. Quanto allo smembramento della Russia, diversi analisti americani fanno notare che chi si avvantaggerebbe di questo cambiamento sarebbe solo la Cina, non l'occidente.

La critica di Hegel all'illusione Kantiana della 'pace perpetua' è totalmente condivisibile : per averla occorrerebbe avere una base comune culturale, religiosa e di 'fondamenti e aspetti morali' condivisi tra i popoli. Questo è un miraggio.
Per il resto sono d'accordo che la caduta dell'impero romano si deve soprattutto a cause interne, ma con riflessi sulla capacità di difesa dai conflitti esterni all'impero. Un impero che ra diventato troppo grande per essere difeso e che non era più in grado di integrare in se stesso i popoli che premevano ai suoi confini. Dice qualcosa della situazione europea di oggi?


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sarah
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@PietroGE. Lo dice, eccome. Per una volta, senza il solito timore di sembrare "scorretti", servirebbe una riflessione sulla reale situazione degli Stati Uniti e del mondo di matrice politica "occidentale" sotto la loro influenza. Gli USA in particolare sono ormai l'espressione confusa di tutto ciò che hanno più o meno voracemente inglobato e non certo "integrato". La cifra della loro cultura, che spesso noi vediamo ostinatamente cristallizzata in quella di almeno quarant'anni fa, è tutt'altro. Sospendendo per un attimo il giudizio su ciò che "furono" gli Stati Uniti, un esteso territorio di cultura bianca e anglosassone unito dalla fiducia estrema nel progresso e da una dichiarata superiorità militare, ora in realtà tenta a fatica di identificarsi nelle troppe sfaccettature di ciò che ha voluto dominare senza comprendere del tutto. Evidentemente l'amministrazione, i ruoli decisionali e persino i candidati alla presidenza sono ormai membri di un contesto sociale senza una vera identità, né valori in cui identificarsi. Abbiamo ormai i Sanders pseudo intellettuali comunisti, le donne di lontana origine afro che, si dice, faticosamente ma meritatamente hanno raggiunto gli apici della carriera, rappresentanti di comunità eterogenee da ogni punto di vista. Tutto questo mentre il mito dell'uomo che costruisce se stesso, che si emancipa a prescindere dalle sue origine etniche purché abbracci il dogma della fede materialista si scioglie miseramente giorno dopo giorno. E il risultato è questa immagine confusa di un paese guidato simbolicamente ( ora più che mai ) da un ottantenne presidente-fantoccio che ormai può permettersi anche le peggiori gaffe internazionali. Questo non è un elogio automatico all'America "di prima", quella a cui forse tenta ancora di fare riferimento Donald Trump, ma una constatazione obbligatoria per cercare di comprendere l'attualità. La debolezza americana non sfugge agli osservatori interni e tanto meno, credo, a quei paesi "terzi" non troppo desiderosi di rotolare giù per la china, proprio adesso. In un articolo nella home page si citava la celebre frase "per chi suona la campana": ecco, varrebbe la pena di pensarci adesso per riflettere sugli effetti reali della globalizzazione. La morte precoce di paesi, culture e orientamenti morali e politici che si sono volentieri e frettolosamente sacrificati per ottenere il bengodi del "mondo senza confini", da dominare facilmente, sembra ora presentare il conto al proprio dominatore. 


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BrunoWald
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@Bertozzi

Chi ha mai detto che i cosiddetti migranti siano i "responsabili" della morte dell'occidente?

Sul serio, a questo punto ti chiederei delle citazioni, perché sarò pure smemorato, ma non ricordo di aver mai letto nulla di simile, ne su CDC né altrove. Forse in qualche comizio leghista, dopo alcuni bicchieri di grappa... Persino nelle pubblicazioni della destra radicale questa tragedia viene considerata per quello che è: l'effetto di una causa del tutto esterna al terzo mondo, e precisamente la volontà della cupola finanziaria aschenazita di imporre il meticciato e spezzare l'identità etnica e culturale delle nazioni europee, o quel che ne rimane.

La tesi di cui sopra - ovvero: la tesi della guerra razziale, condotta contro di noi da quegli stessi soggetti che sono i principali responsabili del saccheggio dei paesi "in via di sviluppo", si può ovviamente rifiutare, la si può confutare aspramente e proporre un'interpretazione diversa. Ma non si può attribuire arbitrariamente all'interlocutore qualcosa di talmente meschino come la ricerca di un capro espiatorio: una persona della tua intelligenza non ha bisogno di falsificare il pensiero altrui per sostenere il proprio, e infatti non ti ritengo in mala fede, penso invece che di fondo ci sia un equivoco.

A questo punto, viene il secondo passaggio logico.

Il fatto che i terzomondiali siano solo uno strumento nelle mani della mafia apolide, non significa che siano delle vittime: lo sono senz'altro a casa loro, ma il fatto che entrino nella nostra illegalmente, contro la nostra volontà, li rende "un problema", se il termine aggressore ti sembra eccessivo. Una migrazione si dà quando un popolo (non un individuo o una famiglia) si sposta dal suo territorio ad un altro, disabitato; se invece si sposta nel territorio abitato da un altro popolo, senza essere invitato, si chiama invasione. Armata o meno non fa differenza, visto che il risultato finale è lo stesso: la sostituzione dei precedenti proprietari con i nuovi arrivati. Che è esattamente quello che succederà entro pochissime generazioni, come è ben chiaro ad ogni persona onesta che possieda qualche nozione di demografia e sia capace di uno sguardo lucido sulla realtà. Ed è esattamente quello che vogliono coloro che hanno provocato le migrazioni.

Non odio i "migranti", hanno ragione di considerarci un popolo finito, e al loro posto penso che mi comporterei come loro. In prospettiva, potrebbero pure rivelarsi provvidenziali nel propiziare il risveglio dei meno peggio tra noi: quelli che non sono vecchi ipocondriaci né giovani eunuchi, e non hanno nessuna intenzione di togliere mestamente il disturbo.

Questo post è stato modificato 12 mesi fa 2 volte da BrunoWald

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Bertozzi
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Come ti pare, non discuto più di terminologia con voi su questo punto, siete troppo infoiati. Un popolo che "si sposta" è diverso da un popolo che "viene spostato" per interesse racket o ideali transumanti o transumantici, uno della tua intelligenza - ed eccoti pure la mia di captatio benevolentiae - non mi può saltare questo piccolissimo passaggio. "Si sposta" significa che decide di spostarsi e lo fa coscientemente con un qualche fine. Diresti che i negri nell' 800 "si siano spostati" in Louisiana e Mississippi?o che li hanno spostati là? Fai passare l'oggetto (vittima)di una tratta come il soggetto (carnefice) di un'aggressione. Bel salto logico. Così, con un piccolo cambio di soggetto. Ma fa comodo pensarla così, ci libera da responsabilità.  Senza i bianchi che li vanno a prendere e li portano qui i negri non riuscirebbero ad uscire dalla loro capanna figuriamoci venire in Europa. Almeno questo è ciò che penso io anche se dovrebbero essere concetti evidenti a tutti, ma nei vostri ragionamenti invece gira che ti rigira grazie ad arguti sillogismi invece no, è un attimo ed ecco che torna l'invasione, con il soggetto della quale "i negri" che scientemente e con scopo vacanziero e truffaldino viene a godere delle nostre terre del nostro welfare e delle nostre donne, e allora tenetevi l'invasione. Io e Tovo la pensiamo diversamente, è ancora lecito o bisogna adeguarsi al pensiero unico "donchisciottiano" (con mille virgolette)?

Tovo non parla di invasioni né oggi né ieri, se non sei d'accordo prenditela con lui, mica con me. Quelli che per voi sono invasori per lui sono "semplici spettatori", capisco che bruci, ma tant'è. Ripeto , non sono parole mie, ma sue, rispondi a lui se ti va. Io mi son stufato. Inoltre ho detto che "molte narrazioni" hanno gioco facile a fare passare questi semplici spettatori come responsabili, ci sarà qualcuno - dichiarato oppure no - che pensa che sia tutta colpa dei negri no? O me lo sto inventando? Io ne ho sentiti e letti decine di commenti di questo tipo, tu no? Solo ai congressi della lega dopo Grappa? Okay, allora leggiamo due siti diversi, capita, ognuno ha il proprio sguardo. Secondo me dietro a tante belle e chiacchiere "politically correct" e analisi geo-tinelliche in molti pensano che non sia un autodistruzione dell'Occidente ma un assalto omicida dei negri quello che stiamo vivendo, per cui non mi sembra di inventarmi niente, se tu non sei uno di questi non vedo problemi, se invece ti senti in dovere di argomentare una risposta potrebbe essere un po' di coda di paglia eh? Che dici? Così come senti l'esigenza di specificare che "non odi i migranti" e chi ti ha mai accusato di tal odio? È forse un caso di excusatio non petita accusatio manifesta?

Non ti arrabbiare. Saluti (ti dirò in completa sincerità che invece io ci vado molto vicino all'odio per il migrante, lì sopporto davvero poco e sarei per ognuno a casa sua anche a livello regionale figuriamoci a livello macro nazionale, per cui se c'è uno polically scorrect quello sono io - che quando mi chiedono rispondo sempre di essere no vax fascista terrapiattista razzista omofobo e tutti gli epiteti peggiori che uno si può immaginare, così risolviamo in fretta la questione - ma nonostante questo non riesco proprio in alcun modo a vedere invasioni, ma delle semplici movimentazioni di "merci e animali" -secondo la considerazione che hanno di noi - da un posto all'altro, animali che di tutto questo non possono avere colpa né intenzione.

E non ci sarà nessuna sostituzione etnica, perché per sostituire devi togliere un etnia e metterne un'altra, e noi quella da togliere non l'abbiamo più, per cui verrà un etnia e si prenderà una terra disabitata e una cultura abbandonata, il niente non si può sostituire con qualcosa, e di nuovo il problema è aver  creato questo vuoto, questo niente, aver abdicato alla propria cultura e tradizione, aver portato le persone a smettere di figliare, a smettere di avere rispetto delle tradizioni,  a smettere di preoccuparsi della propria discendenza e del proprio onore; il problema è questo, una volta che hai creato questo deserto il posto dove vivi e la tua cultura diventa terra di nessuno, altro che invasori. 

 

 


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PietroGE
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Senza i bianchi che li vanno a prendere e li portano qui i negri non riuscirebbero ad uscire dalla loro capanna

Questa è un'altra delle leggende metropolitane (una delle tante) che popolano il mondo 'politically correct'. La realtà era che gli arabi andavano a prendere i negri nelle capanne e li vendevano agli schiavisti bianchi i quali a loro volta li portavano in America e li vendevano al mercato. E da chi era finanziato tutto questo commercio? Non si può dire senza ricevere subito l'accusa di antisemitismo.

Come ho cercato di dire più volte, l'invasione è in parte finanziata  da soggetti che hanno interesse a riempire l'Europa di immigrati, specie quelli non integrabili, in parte è generata proprio dall'accoglienza. L'accoglienza toglie miliardi dalle fragili economie africane portando via gente capace di lavorare (perché altrimenti non avrebbero i soldi per pagare gli scafisti) e soprattutto impoverendo quelle economie. I soldi che vanno agli scafisti non sono più disponibili per i mercati africani, la gente non vende e perde il lavoro e l'unica cosa che le rimane da fare è dare gli ultimi risparmi agli scafisti e cercare di andare anche loro in Europa. È diventato un circolo vizioso e un fenomeno esponenziale : più arrivano, più va in crisi la loro economia e più si mettono in viaggio. Aggiungi poi l'esplosione demografica è avrai compreso bene il fenomeno.

in un punto sono d'accordo con te : è una 'autodistruzione dell'Occidente ' vera e propria. La colpa infatti non è del negro o del marocchino che cercano di arrivare in Europa, è di chi li fa entrare.


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Bertozzi
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Basta, hai detto tutto, la tua ultima frase è il riassunto della faccenda. Vedi che siamo d'accordo. Comincia a sparare alle barche che arrivano come fanno in molti paesi e vedi quanto dura "l'invasione". 

Poi abbi pazienza ma se mi cambi il soggetto da "negriero"  o "bianco schiavista" a "Arabo " o "solito noto" non è che il concetto cambia, rimane sempre che  popolo dei negri d'Africa di loro sponte mai e poi mai si sarebbero trasferiti in Louisiana come mai è poi mai si trasferirebbe oggi in Europa per "invaderla", ma semplicemente perché costretti o ingannati, o perché vittima del circolo vizioso che tu ben descrivi (sottolineo "vittima" non artefice) e di nuovo, in questo caso,  non ha senso parlare di "invasione"; insomma se io ho una moglie la tratto di merda e la costringo a farsi trombare da tutti quelli che passano non è che poi posso dire che lei è una zoccola e loro son tutti dei violentatori.


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PietroGE
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Comincia a sparare alle barche che arrivano come fanno in molti paesi e vedi quanto dura "l'invasione". 

Oddio, non siamo ancora a questo punto, ma se continua così ci arriveremo presto.


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BrunoWald
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@Bertozzi

Tieniti pure la benevolenza, ma siccome di fatto sei intelligente, non capisco il motivo di questa polemica.

Essere portato in catene in Louisiana su una nave negriera non è la stessa cosa che arrivare in Italia pagando uno scafista, per poi farsi i cazzi propri in qualche nicchia della malvivenza. Salvo questo particolare, la pensiamo praticamente allo stesso modo, e in particolare sottoscrivo l'ultimo paragrafo che hai scritto. Quello che ho scritto io mi sembra chiaro, non credo ci sia molto da aggiungere.

PS: alle barche che arrivano sparerei anch'io, previa regolare intimazione di invertire la rotta, e penso anzi che un colpo di avvertimento sarebbe più che sufficiente. Ma non ce l'ho con loro, l'odio lo riservo a quelli che li fanno entrare. 


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