Ai miei tempi la farfalla era la figa. Si diceva infatti tra maschi "invitala a visitare la tua collezione di farfalle" per dire che era ora di trombare, senza tanto cincischiare e girare intorno alla questione "d'amore" perché mancava il coraggio di arrivare fino in fondo.
Ma questo è il tempo del caos dietro lo specchio, il tempo dei vetri rotti, per ciò certi memi che pure hanno fatto la storia in un periodo della nostra società, ora non sono più tollerati come un tempo. Fanno male a certuni e malissimo ad altri.
Questo è il tempo della perdita della autonomia procreativa, tant'é che non se ne parla. Si ciancia di diritti e di rovesci e di tante altre belle cose del tutto marginali, ma non di perdita di autonomia procreativa. Eppure, dietro sigle ripetute non-stop come LGBTQxyz, fatte ad arte per perculare (prima di tutto) coloro che si riconoscono in quella simbologia con orgoglio, tipo bandiere multicolori, non c'è altro che masse irregimentate di utili idioti per una campagna refendaria volta al libero suicidio della specie e quindi di chi invoca quella libertà in primis, stile Lemmings (il videogame).
Ovviamente il tutto "per te", "per il tuo bene", "per il bene di tutti" e perché no, anche del pianeta. Per ciò se sei contro sei per forza uno cattivo cattivo, cioè uno sciovinista, maschilista, terrappiattista, -ista -ista trallallà. Mulino Bianco docet. Che quelli che si oppongono in realtà "fregaca%%i" di tutto sto -ista, dato che se ne può benissimo fare un pacchetto regalo da restituire al mittente, neanche a parlarne. Infatti non se ne può parlare, ogni forma di censura immaginabile lo impedisce. Come una barriera omertosa, nella società paramafiosa della legalità del boss di turno, se ne vogliamo parlare al massimo "aumm aumm".
Come già ci insegna MKUltra e il soldato manciuriano, è l'inconsapevole programma alieno che percola nella coscienza collettiva a fare tutto il lavoro sporco. Un lavoro di fino che si fa con l'immagine e i simboli.
La farfalla, in specie la specie Monarc, pare sia il marchio che (si vocifera) sta dietro la prosecuzione del precedente MKUltra, più prossimo al vetro rotto, ufficialmente chiuso definitivamente dopo che le indagini della commissione Rockefeller hanno portato alla ribalta della pubblica piazza gli orrori e le sue vittime. In un ambiente asfissiante, tipo quello militare, dove l'immagine deve arrivare ben prima delle parole a stimolare il fascinamento di chi rimane a crogiolarsi nell'ignoranza crassa, cioè "il nemico" che poi è chiunque non stia al centro di quel potere oscuro, stile tecnoragno, non mi sorprende. Che poi Rockefeller sia stato oltraggiato dal non esserne informato e lo abbia reso pubblico, possiamo anche capirlo, ma che non ne abbia profittato successivamente al fine di entrare nella torta e condividerne i frutti per la sua moralità superiore... Beh, che dire... Solo un inguaribile candido ci può credere.
Sta gente esagera e poi litiga. Il che va bene se non fai l'asino e poi gli tiri pure il carretto, ma questa è un altra storia. Quella scritta da Collodi.
Questo POST non vuole trattare questi temi, li accenna solo per entrare nel vivo di un discorso che si fa a latere e che invece dovrebbe rimanere centrale. Se non è centrale è perché il periodo storico non vuole che lo sia. Come il SOLE che non sta allo zenit all'alba c'è un ORDINE che va rispettato a prescindere da qualsiasi volontà, in alto così come in basso.
Il mio demone mi forza a scriverne. Non so quali siano i suoi fini ma procedo come l'asino di Collodi ben sapendo che almeno a guidare il carretto non è l'omino di burro e la destinazione non è il paese dei balocchi. I temi in apparenza slegati da quanto detto fin'ora sono "il senso di colpa" e quella che chiamo "la politica della seppia", il compito sarà metterli in relazione con la frammentazione dell'identità che è un perno del contendere odierno. Queste due realtà procedono dal pensiero dei morti. Nel senso che il nostro pensiero collettivo è ad oggi quello dei morti, quindi orridamente oscuro. Il semplice fatto che l'horror (ad esempio nel cinema) è un opera di fantasia di successo, lo denuncia chiaramente. Certo, è MOLTO meglio di prima (il medioevo) dove l'horror era nella realtà quotidiana, ma nessuno lo vedeva. Adesso almeno si va al cinema per poterlo vedere (dato che in parte è bandito dalla realtà ordinaria) e quindi c'è stato uno spostamento tettonico oggettivo di coscienza collettiva. Perché avvenga però il prossimo passo ci vorrà ancora del tempo.
Prima (sempre nel medioevo) l'orrore quotidiano non era "visibile" in quanto lo diventò solo dopo, alla luce della coscienza collettiva e in corrispondenza della nascita della "società del diritto" concesso, cioè senza il rovescio dichiarato dagli stessi magnanimi concedenti, stile contratto capestro con le regolette scritte piccole piccole, allo stesso modo ora si vive "nel sogno collettivo" l'orrore come fosse una fantasia, tutto sommato desiderabile, tuttavia senza farla risalire al principio che vincola la Mente (che mente). L'alba del nuovo ciclo è fatta così...
Per consentire la convivenza "pacifica" delle due realtà contrapposte è necessario in questa fase avere zone d'Ombra distinte da quelle di Luce. Mentre si ritirano le Ombre avranno necessità di rifugiarsi in luoghi a loro fruibili poiché nel frattempo sono le zone grigie a moltiplicarsi. Sia nel lessico corrente che nella rappresentazione, cioè nella proiezione immaginaria collettiva.
Credo sia chiaro a chi legge queste righe ormai che a scontrarsi non sono le zone di Luce Vs quelle in Ombra, ma solo zone in Ombra tra loro che sostengono (all'unisono) la fiaba del buono contro il cattivo. Il motivo è evidente (per chi vuol vedere). Al rarefarsi delle zone d'Ombra si moltiplicano i conflitti per determinare chi comanderà cosa entro quei confini.
Se si capisce il principio e si riesce a ricollegare al quadro più generale, quanto appena detto diventa un evidenza incontrovertibile. Il principio "inaccettabile" (per ora) è che non esiste alcun libero arbitrio (in parte non è del tutto corretto ma è utile partire da questa prospettiva). Quindi a cosa serve "farlo esistere" (il libero arbitrio) aprioristicamente come fosse un dato scontato ? Abbiamo o non abbiamo "scelta" ? Cos'è questa "scelta" ? La domanda è essenziale per mettere in evidenza proprio la questione dirimente che rende indiscutibilmente (nel senso che non si discute nel merito la coerente conseguenza) "necessario" il libero arbitrio. Permettetemi una perifrasi ulteriore: la frammentazione dell'anima non esite, Anima è indivisibile per definizione, se no non è Anima, ma il significato attiene alla possessione che è unicamente quella della maschera. E' la maschera che può essere distrutta e ricostruita, nella coscienza, non l'Anima. Questa confusione che è parte della politica della seppia è essenziale per chi poi approfondisce il tema della Magia Nera, per capire e conoscere come funziona nel principio, più che per metterla in pratica.
La distruzione della maschera è quell'opera che sta alla base di operazioni tipo MKUltra, che poi sono tutte convergenti verso tipi di tecniche differenti di possessione, il vero cuore nero della ricerca scientifica attuale, l'interesse ossessivamente ricercato. Cioé è il principio della Magia Nera che però è imbellettato di retorica piacevole. Infatti queste "tecniche" non sono solo robe esotiche (buone per i credenti) tipo rito Vudù o Satana che va esorcizzato, ma anche il microchip impiantato nel cervello. Il principio di questa ricerca è sempre lo stesso e non dobbiamo in alcun modo riconnettere il senso all'origine, averne coscienza lucida, per ciò non ci è consentito parlarne liberamente.
Una volta stabilito questo, la domanda nasce spontanea: perché ? La maschera è l'identificazione che è poi una proiezione corporea, sensibile, percettiva. Quindi altamente "personale", identificante. L'ho ribadito in molti altri POST. Non c'è nulla di male nel processo di transfert che rende fruibile la maschera, in modo che poi sia nell'Opera riconoscibile la parte di ognuno oltre che il suo spazio di manovra nel teatro che è la Vita. Il punto è nel sottile passaggio che c'è tra "rendersene conto" ed esserne del tutto o in parte incoscienti.
Ho detto poi tante altre volte che il "potere" è uno ed uno soltanto ed è la Saggezza. Senza Saggezza non esiste alcun potere e viceversa... Tranne che nell'illusione. Quindi l'illusione diventa "IL" potere se manca la Saggezza. Fin qui tutto banale. Se si vive nell'incoscienza, cioé nella convinzione che la maschera sia tutt'uno con l'Anima e viceversa, tanto che se perdi una perdi anche l'altra, allora semplicemente sei incosciente e vivi nell'identificazione. Se ti fanno quindi del male, per te quel male è rivolto verso l'Anima, non verso la maschera. Il tuo sforzo "bellico" è di difendere quel punto di vista. Perché non vedi la maschera, l'hai "incorporata", cioè hai dimenticato chi sei: tutto fuorché ciò in cui ti sei identificato. In effetti se per te l'identità è tutto, @GioCo forza è impossibile avere coscienza che l'identificazione è solo una superficie, un Velo estetico che occorre per coprire ciò che non si vuole sia visibile, un modo come un altro in cui presentarti al Mondo e nella Vita per poter recitare la tua parte. Nel buio della coscienza tutto ciò che vedi è l'Opera e per te non esite altro.
Allora diventa essenziale non solo ripetere che c'è un libero arbitrio ma che esso svolge il compito di discernere il bene dal male. Da ciò procede il giudizio che diventa essenziale per dire che hai o meno colpa di quello che reciti nella tua parte. Quindi la maschera diventa l'assunto della tua colpa. Ma se non si riesce ad associarla a una colpa ? Allora la frantumi e rimetti insieme i pezzi per creare più maschere, in modo che alcune possano continuare a incorporare la colpa. Chiedendo ad Anima la verità, ad esempio domandando "ho colpa di ciò che sono ?" rispondebbe per logica affermativamente. Banalmente perché è Lei che ha generato la maschera che vivi (fuori dal Tempo) e per scopi che trascendono l'Opera stessa: la recita rappresenta qualcosa tanto quanto il mito, non è quindi da tradurre alla lettera ma da interpretare in senso metaforico e simbolico. Tu vedi però solo ciò che percepisci e vivi nell'ignoranza che è quella percezione di una esistenza identificata e siccome la maschera è tutto, interpreti la risposta secondo quello che già avevi in mente con la domanda: confermare che effettivamente non c'è nulla oltre l'identificazione. Quindi diventi "materialista" e tutto ciò che esula da tale prospettiva ti appare esotico, alieno e incomprensibile.
Chi poi dipende dall'Illusione per comandare è evidente che ha tutto l'interesse a rafforzare questo tuo punto di vista e da ciò discende la politica della seppia e il Mondo del Caos che vediamo e viviamo quotidianamente.
Mano a mano però che la scienza procede e approfondisce, la Luce della coscienza aumenta. L'alba lascia al posto al mattino. Ad esempio nelle realtà delle dimensioni parallele che iniziano a intraverdersi come fisiche, non speculazioni intellettuali. Allora il semplice contrasto tra l'esotico e il pratico diventa insanabile. La coerenza si scontra con la percezione che Vive il Paradosso nel quotidiano. Il Paradosso diventa la normalità e nel Paradosso si fa spazio il non dichiarabile e l'invisibile. Da qui procede quell'ospedale psichiatrico globale che è l'attuale società del benessere, dove i medici sono molto più malati dei pazienti che pretendono di curare.
In particolare i medici non hanno il compito di "sanare" i malati ma di farli ammalare sempre di più credendo di curarli, perché non si sta procedendo verso il Buio ma verso la Luce e non è la Luce che deve difendersi ma il Buio.
Quindi l'invito a riflettere è nel principio della difesa. Quando parliamo di "difendere", cerchiamo bene di capire qual'è l'oggetto del contendere. Perché non è per nulla detto che sia chiaro. Dopodiché non c'è scelta. Una volta chiarito quel che c'è da chiarire o si vive nell'identificazione e allora si torna a dipendere dalla propria maschera e da ciò che su di essa pretende l'esercizio di un possesso (nell'Opera è l'illusione e il suo Signore Oscuro meglio noto come Moloch) oppure semplicemente si accetta ciò che accade, conservando tutte le critiche che possono derivarne. Esattamente come andando al cinema.
Perché viviamo nell'Opera e la stiamo recitando, non per un altro motivo. Quando poi usciremo dal Tempo (che è l'Opera) e avremo presente cos'è l'altra dimensione, ad esempio che è fisica quanto questa, ma poggiata su ordinamenti diversi, con gradi di libertà maggiori, allora la differenza sarà chiara e pure la prospettiva.
Possiamo "vedere" l'altra dimensione mentre siamo in questo corpo ? Certo ! Nulla è inaccessibile. Ma se non è il Tempo, siccome sei identificato, la recita non te lo permette. Tutto qui. Se non sei identificato, lo stesso. Il Tempo dell'Opera non te lo permette comunque se non in uno spazio limitato, quello dietro le quinte, dove per un poco la recita si può sospendere al fine di ripigliare fiato.