"Letteralmente il termine deriva dal greco πανικός, che vuol dire "che si riferisce al dio Pan", preso a simbolo della natura e dell'universo, in quanto è anima e fermento di ogni cosa creata. Qualora il panico fosse diffuso a molti individui senza una ragione sensata per tale paura si può parlare di panico morale."
Grazie Sig. Google, cosa mai potremmo fare senza di lei ? Saremmo ancora al tempo dei libri da leggere in cui per arrivare a tale sintesi ci voleva una seria ricerca di svariate ore di una persona istruita ... Se andava bene ...
Oggi non serve essere istruiti. Basta Google e se lo dice lui allora stiamo a posto ... Col disastro. Perché se la fiducia è tale da rendere questo signore "Padrone del discorso", allora potrebbe dirci tutto e il contrario di tutto e chi avrebbe anche solo il tempo, la voglia e le risorse di smentirlo ?
Personalmente mi sento così stanco ... Stanco della follia che mi circonda, una follia che non si limita a starsene buonina fuori dai cancelli del mio interesse personale, ma tracima e percola a prescindere in ogni dove. La follia del nonsenso coatto, cioè la necessita "per fede" di accettare aprioristicamente l'incoerenza come fosse scontata, normale, tutto sommato "giusta".
A Davos avrebbero dichiarato che siamo in un periodo di "merda" ... No, non hanno usato la parola "merda", sono troppo obbligati dall'etichetta per farlo, ma penso sarebbe stata una parola più desiderabile per loro di "incertezza", "instabilità" e quant'altro gli è parso di usare nel lessico diversamente rassicurante per non lasciarsi andare in un più prosaico e chiarificatore: "ca%%o, siamo nella merda".
Ma Trump è solo un ago nel pagliaio, il vento del cambiamento sta soffiando ed era da tempo che doveva scatenarsi questa "tempesta imperfetta". Il perché la chiamo così penso sarà facile intuirlo, non c'è bisogno di approfondire.
Faccio un esempio: se hai smantellato l'industria e in specie la manovalanza che ti garantiva supremazia in cambio di fedeltà e briciole di agiatezza, trasferendo tutto altrove, su cosa la basi adesso le tue richieste di fede ?
Noi siamo in una specie di "limbo percettivo", perché prima eravamo guidati dalla falsa idea di una democrazia che aveva invece radici demoniocratiche (cioé era un estensione del credo cattolico del demonio) che si concretizzava nella condanna dell'essere umano (siamo tutti anime peccatrici) legittimante le porcherie dei soliti noti, dopo avrebbe dovuto essere legittimata ogni porcheria alla luce del sole, bastava codificarla in un comporamento preconfezionato, tipo il panino del fast-food, cioè porcheria resa commestibile.
I soliti padroni del discorso di st'accidente di occidente avevano un guinzaglio di legittimazione che hanno consapevolemente e volutamente distrutto, il vecchio ordine, ma non sono riusciti a legittimarne un altro sotitutivo, il nuovo ordine. Quindi ora hanno in mano due guinzagli ma nessuno dei due è attaccato dall'altra parte alla fiducia a cui aspiravano.
La chiesa cattolica sta vivendo in questi ultimi tempi un "momento boomerang", dato che nei suoi recinti (teologici) molte "anime giovani" si ritrovano e si radunano, vivendo il caos dei tempi sempre con la vecchia ottica del demonio.
Così dei due guinzagli, quello vecchio risulta ancora l'unico efficace per chi cerca di aggrapparsi allo scoglio delle certezze mancate in piena tempesta e questo determina un certo ritorno alle vecchie usanze che però rimangono incapaci di dare risposte pratiche alle domande che ci assediano. Per esempio, che risposte può dare la fede alla demenza artificiosa ? Quali alle nanotecnologie ? Oppure, cosa ci può dire della bioingengeria o delle frontiere della quantistica ?
Le risposte che fornisce sono in sostanza una: abbiate paura.
Perdonate, un po' pochino. No ?
Come si fa ad avere paura di un futuro che è predeterminato in ogni sua manifestazione più minuta e al contempo anche e soprattutto in ciò che NON è manifesto. Ciò che manca.
Ve lo dico subito: basta confondere il corpo con ciò che accade. Come se l'unica cosa di valore per chiunque fosse il corpo oppure come se perduto il corpo, tutto fosse perduto.
Questa ostentazione penteistica vanesia e feticcia di un qualcosa che non supera l'esame del buon senso minimo rimane miserabile. Certo, non è che il corpo non conta nulla, non passiamo da un eccesso all'altro per favore ...
Il corpo è il veicolo principale con cui un certo tipo di consapevolezza può essere coltivato e può quindi crescere. Ci si può rendere conto che Amare non è uno scherzo e non è scontato che significhi Gioire. In altri luoghi molto più ricchi, è più difficile rendersi conto di cosa significa vivere come miserabili tra i miserabili emotivamente, cioè non è scontato che sia possibile la vita miserabile tipo la nostra.
E' più difficile concepire che l'emozione sia secondaria rispetto che so, andare di corpo o scopare, perché in effetti non ha senso metterla in secondo ordine. Figuriamoci il resto. Se dico che "l'emozione comanda sempre" in questo posto, pare addirittura di dire qualcosa di rivoluzionario ed è questo ad essere grottesco al punto da fare il giro e diventare normale. E' normale ad esempio che ci si preoccupi più delle tasse e dei soldi, della casa o del parcheggio, piuttosto che del benessere emotivo del nostro prossimo. E' normale che siccome siamo sempre impegnati con le cose importanti, ci si scordi di continuo quei piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza, per noi e per coloro che ci sono vicini. Diamo tutto per scontato e non appena ce ne rendiamo conto, della miseria in cui versiamo, al posto di cercare di correggere il tiro, neghiamo.
E' normale che per "farla pagare" a uno qualsiasi per qualsiasi motivo, sia giusto non dargliela vinta, come se essere incapaci di Amare e di Gioire a prescindere da quanto ci accade, fosse un modo per far pagare un torto qualunque al nostro prossimo. Tipo chessò: "gliela farò pagare torturandomi da solo, così impara !".
Noi non abbiamo il controllo di nulla, ma proprio per questo abbiamo la necessità impellente e incontinente di dover dimostrare a chicchessia il contrario. Non abbiamo controllo del destino, non sappiamo ciò che realmente vogliamo e non abbiamo idea di dove ci troviamo, di quello che stiamo facendo o di quello che ci succede. La nostra unica Signora e Sovrana è l'Ignoranza.
Ma chi riesce meglio a dissimulare l'ignavia vince il premio del più letterato e si può dire "esperto" delle cose che ignora. Tutti lo seguono e lo decatano come profondo e davvero capace di rappresentare il meglio, mentre lui dispera perché non può nemmeno confessarsi allo specchio per le vestigia di straccione che riveste.
La sapienza non è terrena, semplicemente. Ciò che noi scambiamo per sapienza è solo una manifestazione terrena appena appena richiamante un vago miraggio di cos'è sapiente.
Perché la sapienza è SOLO impersonale. Tutto il resto è poco più che un riflesso su di uno specchio d'acqua che ci fa sembrare la luce provenire dal basso.
''..La sapienza non è terrena, semplicemente..''.
Vero e indiscutibile. E' parte ed espressione di uno degli aspetti Eterni del Divino che 'scende' su di noi, o meglio che si appalesa nella nostra interiorità limitata, a Suo volere e gradimento: è il farsi della Coscienza Universale nel mondo umano quando distilla in noi il Suo sapere in modalità a noi comprensibili e trasmissibili.
Abhinavagupta nel tantrismo lo ha indicato come 'discesa', 'caduta' di Potenza intellettuale e sapienziale.
Perchè avvenga occorre molto disporsi interiormente ma non è sufficiente. L' iniziativa non è nostra, appartiene alla Coscienza Universale.
Sul versante buddista, nel buddismo zen è il Satori, quel lampo di luce che ci llumina facendoci partecipare all' immensità della Vita oltre il reticolo del linguaggio: è inesprimibile ed è paradossalmente l' origine del nostro successivo pensare e riflettere e distillare le nostre umane certezze e verità.
Chi ne ha appena percepito il Potere Sommo nella sua breve vita ha già colmato l'abisso tra la vita e ciò che è oltre: il Segreto Sommo.
Tat Tvam Asi.