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Il Regime colpisce ancora


mastermind
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In questo momento storico così gravido di sconvolgimenti, con la crisi economica mondiale causata da una banda di farabutti chiamati banchieri, l’illusione Obama che col risparmio energetico e la chiusura di Guantanamo fa felice i gonzi adoratori dello Sviluppo e del Sogno Americano, e in più con un’informazione sempre più concentrata, controllata e asservita al motto “Un Impero, un Mercato, una Globalizzazione”, in Italia la situazione è grave, e per una volta anche seria. Finanza, media e politica vanno cercano nuovi equilibri con l’obbiettivo di eliminare ogni vera opposizione. A rischio non è la democrazia, che non esiste perché non rappresenta i cittadini ma solo le caste degli speculatori, dei loro camerieri parlamentari e dei giornalisti a libro paga. E’ la nostra dignità, è la nostra libertà, è il senso di giustizia a essere in pericolo.
Chi mette il marchio all’operazione di esproprio di sovranità a favore suo e dei padroni del vapore, è il partito unico Destra-Sinistra. L’annuncio di voler far approvare una legge sull’onda del caso Englaro anche a costo di cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza è l’ennesima prova che il Regime procede sempre più sfrontatamente al giro di vite finale. Il governo di Berlusconi fa il lavoro sporco, continuando l’escalation illegale e illiberale portata avanti da quindici anni a questa parte dopo aver sostituito la vecchia partitocrazia Dc-Pci-Psi. Le minoranze si legittimano agli occhi dell’opinione pubblica più sprovveduta come antagonisti, o nella versione plastificata e piena di “cacicchi” del Pd di Veltroni o in quella parolaia dell’IdV di Di Pietro, che fa l’antisistema stando dentro al sistema. Così sono tutti concenti perché marcano i ruoli assegnati loro dal Potere economico-finanziario, e la farsa continua fino alla prossima truffa elettorale. E infatti la banda dei tre si trova unanime e concorde nel far passare il quorum liberticida del 4% alle imminenti europee, aggiungendo un altro mattone alla costruzione di un Paese dove le idee non conformi non avranno più possibilità di accesso alle istituzioni, negando così il diritto di cittadinanza politica a qualche milione di italiani.
Walter si straccia le vesti per il decreto Englaro, ma attende con impazienza l’accordo sottobanco con Silvio sulle nomine dei vertici Rai a cui l’elezione di Sergio Zavoli alla presidenza della commissione di vigilanza ha già spianato la strada. Tonino fa il ribelle in piazza con Grillo, lanciando accuse per altro sacrosante contro un berlusconismo sempre più banditesco e arrogante e un Napolitano sempre più complice e prono (salvo svegliarsi per Eluana), ma è ben felice di far fuori ogni concorrente al centro e a sinistra grazie allo sbarramento, e si avvia a collaborare con l’odiato psiconano sulla devastazione del territorio e la repressione delle comunità locali (lui e i suoi sono favorevoli a tutte le infrastrutture purchè siano, alle base Usa a Vicenza, alla Tav). Silvio, dal canto suo, non sta con le mani in mano, soprattutto negli affari. La sua Mediaset farà comunella con la Rai (che è sempre “sua”, in qualità di capo del governo) e con l’emittente La 7, cioè con Telecom, nella nuova Tivù, santa alleanza sul digitale terrestre. La Telecom, che naviga in cattive acque più ancora delle reti del Biscione, è sotto il controllo di Intesa, Mediobanca e Generali. Sullo sfondo circola l’ipotesi di fondare Mediacom, fusione fra Mediaset e la compagnia di telecomunicazioni messa a mal partito da Tronchetti Provera. Nel cda di Mediobanca siede Marina Berlusconi, figlia del premier, entrato nell’azionariato di Piazzetta Cuccia un anno fa. Tutti i più grandi istituti di credito, a partire da Unicredit amministrata dal filo-Pd Alessandro Profumo, riceveranno sostanziose iniezioni di fiducia (leggi: aiuti finanziari) dallo Stato, grazie al munifico Tremonti nemico delle banche solo a parole. Il gotha bancario ha in mano il quotidiano principe della disinformatjia italiana, il Corriere della Sera, e l’altro, La Repubblica, fa riferimento a un Carlo De Benedetti pappa e ciccia con l’establishment finanziario globale (è socio di Goldman Sachs, il figlio Marco è presidente di Carlyle Italia, e fu lui a far conoscere a Rutelli e Di Pietro il raider George Soros, lo stesso che con gigantesche speculazioni borsistiche mise in ginocchio la lira nel ’92 e i mercati del Sud-Est asiatico nel ’97-’98). Ce n’è abbastanza per capire che le “diversità” sbandierate al popolo bue servono a nascondere una connivenza strutturale fra mondi politici e affaristici fondata sull’idolatria dell’unico dio: il denaro.
In questa finta guerra per bande dove alla fine si ritrovano gomito a gomito intorno allo stesso banchetto, che Berlusconi punti, come punta, a diventare Presidente della Repubblica, o che Bersani per conto D’Alema si proponga come alternativa a Veltroni, o che Di Pietro agiti il fantasma del nazismo contro il gangsterismo politico di Palazzo Chigi, ebbene, ci interessa poco o punto. Ma non possiamo tacere di fronte alla sfacciata, quotidiana aggressione alla nostra dignità, di uomini e donne prima ancora che di cittadini, quando, con le leggi ad personas, il lodo Alfano, la chiusura dall’alto di inchieste scomode (caso de Magistris-procura di Salerno), il foraggiamento pubblico di banche colpevoli dell’impoverimento di massa, la soppressione per legge di ogni minimo principio di democrazia elettorale, la messa all’indice di siti web che istighino a “disobbedire alle leggi”, il divieto di manifestazioni in piazze “con chiese o luoghi di culto”, e la volontà di cambiare la Carta a proprio gusto e piacimento, è in atto una campagna più o meno bipartisan per renderci tutti ancora più servi e impotenti di quanto non lo eravamo già prima. Ma non illudiamoci: la gente è ostaggio del mutuo, fatica sempre più ad arrivare a fine mese, perde il lavoro, è rimbambita dalla propaganda di stampa e televisione, in maggioranza si ritira nel privato e a chi parla di ideali gli risponde come a un marziano. D’altronde, è stata disposta così da decenni di rieducazione consumistica e “liberale” (ah, siano maledetti i cattivi maestri della “società aperta”, in realtà chiusa a riccio a difendere gli interessi di industriali e banchieri): a cedere i propri diritti in cambio del “benessere”. Vedrete, baratteranno la libertà con un po’ di tranquillità economica e sociale. E qualche metro di catena in più. Come ai tempi del fascismo? No, molto peggio: allora il nemico era chiaro e almeno aveva, per quanto tragico, un’ideale; oggi è indistinto, subdolo, si confonde col senso comune (lavorare, produrre, consumare, distrarsi, crepare) e si fonda sui soldi. Cioè - e l’ultimo scoppio della bolla finanziaria l’ha dimostrato - sul Nulla.

Alessio Mannino
Fonte: http://www.movimentozero.org/mz/
Link: http://www.movimentozero.org/mz/index.php?option=com_content&task=view&id=535&Itemid=10
09.02.2009


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