La memoria corta nel BelPaese dei miracolati
Manca poco più di un anno alla fine del settennato del peggiore presidente che la Repvbblica italiana abbia mai avuto, Giorgio Napolitano, e lui stesso decide di parlare una volta di più senza perifrasi, sparando balle su balle, con tutta l’irritazione possibile per chi non partecipa e non intende partecipare allo sforzo collettivo di risanamento del BelPaese in questa difficile fase di crisi. Ogni riferimento agli accattoni politici presenti che non hanno contribuito, quasi fosse una novità, scucendo un solo centesimo dai loro onorevoli privilegi, è puramente casuale, tant’è che l’illustre portaborse togliattiano se ne è guardato bene dal bacchettarli. L’ira del trinariciuto Napolitano, invelenito dalle emorroidi, è esondata agli Stati generali del volontariato e della Protezione Civile nell’Aula Magna dell’Università di Roma Tre, abbattendosi sull’Italia “peggiore”, quella dei furbi dai “comportamenti devianti”, degli evasori, degli abusi edilizi, dell’illegalità diffusa. Il ragioniere Mario Monti, un fighetto coi capelli brillantinati che offriva in prima fila caramelle alla menta che ormai erano colla a presa rapida, ascoltava e lievemente annuiva. I due si corteggiavano fino al punto che Monti con l’occhio cilestrino e melanconico come fosse un puro spirito, si identifica in uno di loro, in un volontario, «chiamato a mettere ordine in un Paese dissestato non solo idrogeologicamente». Fino a spingere l’occhiuto servilismo di Napolitano a rispondergli: «lui è un volontario chiamato ad accorrere, io un riservista chiamato a servire anche dopo la fine del servizio permanente effettivo». Non usa mezzi termini, quindi, Napolitano. Certo, poco importa il punto di svolta della crisi politica (leggasi colpo di stato finanziario) giunto alle 19:17 del 10 novembre 2011, quando le agenzie batterono la notizia che Giorgio Napolitano nominò Mario Monti senatore a vita. Fino ad allora il preside bocconiano era uno dei tanti nomi, indicato come il possibile premier di un governo fantoccio appoggiato da criminali politici del calibro di PdL, Pd e Terzo polo. Alla faccia del Popolo Sovrano. «Il Paese presenta di sè diverse immagini e diverse logiche di comportamento», per cui a gente come i volontari si oppongono «che logiche particolaristiche, asociali e di aperto disprezzo del bene comune». Tra queste Napolitano cita esplicitamente gli speculatori che mettono a repentaglio l’ambiente ed il sistema idrogeologico nazionale, ma soprattutto «le logiche irresponsabili del rifiuto del dovere fiscale». In sala c’era un forte odore di peto. «L’evasione fiscale e l’abusivismo edilizio sono logiche irresponsabili, comportamenti devianti, per quanto diffusi, che non meritano di essere associati al concetto e alla parola di Italia» erano le parole audaci ma mica blasfeme di Napolitano, che con il cervello sbullonato dall’ira, cominciò a perseguitare come eretici tutti gli speculatori. Il vate infame Monti sospirò conquistato anche se gli era piaciuto di più la prima parte. Dopo pochi minuti la convention venne scossa da una notizia giudiziaria e lo spettro della cricca tornò ad aleggiare sull’organizzazione che fu di Guido Bertolaso. Sequestro di beni e proprietà per oltre 32 milioni di euro a Diego Anemone, l’imprenditore coinvolto nell’inchiesta Grandi Eventi del famoso comprensorio del Salaria Sport Village, dove Bertolaso era solito farsi dei massaggi con tanto di ripassatina. Nessuno ne parla ma intanto il comunista che fu ex in anticipo, il compagno Giorgio (che ha sempre taciuto sui finanziamenti illeciti che il suo Partito Comunista Italiano arraffava sottobanco dall’Urss e dal blocco sovietico) prende appunti durante gli interventi. Il richiamo del passacarte del Quirinale, messo lì in mezzo a due corazzieri a cavallo, è durissimo e senza possibilità di equivoci: «Speculatori ed evasori fiscali portano avanti logiche asociali e di disprezzo del bene comune e non meritano di essere associati alla parola Italia», scandisce alla platea che ciucciava a mucca. Allora un corazziere scese da cavallo, toccò con un bastone la terra e sgorgò l’acqua. Per ricordare il miracolo fu eretta una fontana di bronzo con l’effige resistenziale di Napolitano, proprio nel punto ove sgorgava quell’acqua benedetta che rende tutti i politici puri e guarisce da molte malattie compresa la demenza, una perdita di funzionalità mentale, generalmente associata all’età, che comporta problemi di memoria.
http://ilgraffionews.wordpress.com/2012/04/14/la-memoria-corta-nel-belpaese-dei-miracolati/
Napolitano vs. FunnyKing (Chi Vuole essere Italiano?)
13 aprile 2012 Di FunnyKing
47Share
mgoretti1 Napolitano vs. FunnyKing (Chi Vuole essere Italiano?)
Versione Originale Da l’Unità (fondata da Antonio Gramsci nel 1924)
Gli speculatori e gli evasori fiscali portano avanti «logiche asociali, di disprezzo del bene comune, per questo non meritano di essere associati alla parola Italia». Agli Stati generali della Protezione civile e del volontariato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano attacca chi evade il fisco e chi specula. Gli evasori sono posseduti da «logiche di rifiuto irresponsabile del dovere fiscale», gli speculatori sono accecati dal «calcolo individuale», cittadini in preda a comportamenti «particolarmente asociali di aperto disprezzo verso l’interesse generale», e attacca anche quegli imprenditori che speculano «calpestando l’ambiente e la tutela del territorio».
Per il capo dello Stato chi non paga le tasse fornisce un’immagine del Paese profondamente diversa da quella del volontariato, che rappresenta invece «l’Italia speciale, l’Italia migliore anche se questa affermazione si può prestare a un equivoco perché l’Italia è una come nazione, società e stato, ma certo il nostro paese presenta di sé diverse immagini e logiche comportamentali. Un intreccio complesso di positivo e negativo – spiega il Capo dello Stato – che si manifesta in logiche particolaristiche o asociali di scarsa considerazione o aperto dispregio dell’interesse generale», come le «logiche irresponsabili del rifiuto del dovere fiscale».
Napolitano, rivolgendosi al presidente del Consiglio Mario Monti (che poco prima aveva detto alla platea: «C’è una consonanza tra la vostra attività e la mia funzione di volontario per la messa in sicurezza, assieme a tutto il sistema politico-parlamentare, del Paese») afferma con un battuta: . «Essendo lei un volontario, io sono richiamato qui come riserva».
Versione alternativa (in una galassia, lontana, lontana):
I Parassiti di Stato portano avanti «logiche asociali, di disprezzo del bene comune, per questo non meritano di essere associati alla parola Italia». Agli Stati generali della Protezione civile e del volontariato, il blogger funnyking attacca chi vive alle spalle del lavoro altrui. I parassiti sono posseduti da «logiche di rifiuto irresponsabile del dovere di vivere del frutto del proprio ingegno e del proprio lavoro», cittadini in preda a comportamenti «particolarmente asociali di aperto disprezzo verso se stessi, la propria famiglia e la propria comunità».
Per funnyking chi vive alle spalle dei propri simili fornisce un’immagine del Paese profondamente diversa da quella di chi produce ricchezza, che rappresenta invece «l’Italia speciale, l’Italia migliore anche se questa affermazione si può prestare a un equivoco perché l’Italia è una come nazione, società e stato, ma certo il nostro paese presenta di sé diverse immagini e logiche comportamentali. Un intreccio complesso di positivo e negativo – spiega il Blogger – che si manifesta in logiche particolaristiche o asociali di scarsa considerazione o aperto dispregio dell’interesse generale», come le «logiche irresponsabili del rifiuto a vivere del proprio lavoro».
Funnyking, rivolgendosi al presidente del Consiglio Mario Monti (che poco prima aveva detto alla platea: «C’è una consonanza tra la vostra attività e la mia funzione di volontario per la messa in sicurezza, assieme a tutto il sistema politico-parlamentare, del Paese») afferma con un battuta: . «Se lei è un volontario , io sono Santa Maria Goretti».
Vedete, è solo una questione di terminologia. Non vi è dubbio alcuno che se Napolitano può essere associato alla parola Italia per certo funnyking non può nè lo vuole essere.
Oppure viceversa, se funniking può essere associato alla parola Italia, non esiste alcuna possibilità che lo stesso avvenga per Giorgio Napolitano.
Facciamo così, Giorgio Napolitano è un vero Italiano. Ne consegue che funnyking non lo è affatto.
Pazienza, me ne farò una ragione e sopporterò questo dolore.
Chi vuol essere italiano?
fk
http://www.rischiocalcolato.it/2012/04/napolitano-vs-funnyking-chi-vuole-essere-italiano.html
.
abbattendosi sull’Italia “peggiore”, quella dei furbi dai “comportamenti devianti”, degli evasori, degli abusi edilizi, dell’illegalità diffusa
Orsù celebriamo dunque l'Italia "migliore" , quella dei savi dai comportamenti esemplari dai rispettosi del bene pubblico etc etc.
@Dana74. capisco che gli articoli non sono tuoi, ma se li hai postati significa che li condividi. Credo sia opportuno ricordare (repetita iuvant) che Napolitano NON è mai stato comunista, ma finto comunista, cioè un infiltrato dei grembiulini, messo nel Pci per controllarlo e per meglio distruggerlo dall'interno. Cosa perfettamente riuscita, infatti la sua corrente, quella dei miglioristi, è stata artefice della fine del partito. Il mentore politico di Napolitano, Giovanni Amendola, era un liberale massone. Nel anni quaranta Napolitano era un fervente sostenitore di Hitler. Al proposito puoi leggere i suoi scritti sulla Gazzetta degli universitari di Padova. Trovi tutto sul web. negli anni sessanta era l'unico dirigente comunista che aveva il visto aperto per gli Usa, cosa impossibile per qualsiasi comunista. Lascio a te ogni considerazione.
@Dana74. capisco che gli articoli non sono tuoi, ma se li hai postati significa che li condividi. Credo sia opportuno ricordare (repetita iuvant) che Napolitano NON è mai stato comunista, ma finto comunista, cioè un infiltrato dei grembiulini, messo nel Pci per controllarlo e per meglio distruggerlo dall'interno. Cosa perfettamente riuscita, infatti la sua corrente, quella dei miglioristi, è stata artefice della fine del partito. Il mentore politico di Napolitano, Giovanni Amendola, era un liberale massone. Nel anni quaranta Napolitano era un fervente sostenitore di Hitler. Al proposito puoi leggere i suoi scritti sulla Gazzetta degli universitari di Padova. Trovi tutto sul web. negli anni sessanta era l'unico dirigente comunista che aveva il visto aperto per gli Usa, cosa impossibile per qualsiasi comunista. Lascio a te ogni considerazione.
Non per spirito di polemica - acqua passata - ma resterebbe da scoprire come mai il PCI l'ha sostenuto nella sua brillante carriera; ovvero gli altri, i veri comunisti, dove guardavano e cosa capivano? Saluti.
bysantium mi faccio anch'io la stessa domanda... 😉
forse anche loro "condividevano"....
miei cari, è stupido pensare che l'inganno sia riuscito solo con me, non vi pare? E poi, le persone si giudicano dai comportamenti e non dalle chiacchiere. Che ne pensate dei tradimenti della Costituzione del nostro eroe a cominciare dal DP del 12 dic 2006 (sperando che sappiate cosa sia) per finire al golpe che ha portato Monti alla presidenza del consiglio? E ancora, è possibile che ci siano stati altri infiltrati nel vecchio Pci e ora nel Partito Democratico. Piccolo esempio:che ne dite dell' ex-comunista Veltroni, fedele partecipante alle riunioni della banda Bilderberg? A risentirvi, cari.
martinelli allora erano tutti un branco di infiltrati o non c'erano persone in buona fede (in senso trasversale ovviamente, vale a destra quanto a sinistra) o queste accettavano di essere tranquillamente soggiogate da tali infiltrati...
non penso ci sia bisogno di fare tanti sofismi
Vediamo di saltare qualche passaggio......io sostengo (non da solo, per fortuna) che farci schierare a destra o a sinistra sia solo il piu' riuscito degli inganni che nel tempo sono stati rifilati al popolo. "loro" non si schierano mai, sono della stessa banda. Cmq, per tornare a noi ,penso anche che "loro" hanno sempre carpito la buona fede della base. Non so quanti anni hai, ma il sottoscritto ricorda molto bene una sera del 1976 quando i 4 radicali al parlamento presentarono una mozione di sfiducia verso Andreotti. Ebbene, al voto, Andreotti fu salvato (udite-udite!!) dall'astensione del Pci. se vuoi posso continuare per ore, fino ad annoiarti.