Una banca è un posto dove mettiamo i nostri soldi. Questa definizione banale, esclusivamente empirica, "non tecnica", ci dice che i soldi che mettiamo in banca sono di nostra proprietà. L'usufrutto di un bene non è la proprietà, lo sa bene chi affitta immobili. In particolare la nuda proprietà e ciò che rimane se viene separata completamente dall'usufrutto, cioè se il proprietario rinuncia al godimento del bene in qualsiasi forma (compreso l'affitto).
Nel caso del denaro, la cessione dell'usufrutto "parziale" è garantita dall'investimento: perchè si possa dire che non c'è separazione totale dalla nuda proprietà e quindi il proprietario possa continuare a disporre del proprio denaro, il proprietario deve percepire un introito che normalmente viene riconosciuto dalla banca sotto forma di interessi sul conto corrente. La banca non può disporre però in questo modo del denaro come vuole, formalmente si limita a usarlo come garanzia per i suoi investimenti.
Noi (in teoria) possiamo prendere il denaro quando vogliamo. Ma solo se la banca ce lo concede. Qui c'è qualcosa quindi di strano, qualcosa che inizia a non essere chiaro, ma non è semplice togliere la nebbia da questa prospettiva perchè il denaro non è semplicemente un bene, è un mediatore che non ha senso finché rimane fine a se stesso. Il denaro non lo mangiamo e non ci costruiamo case, ne un mestiere anche se interviene a mediare tutte queste azioni.
Il punto si chiarisce se mosso verso un altra prospettiva. Una volta che il denaro è in banca per accedere ho bisogno di un corridoio o canale di accesso preferenziale al mio denaro. Deve essere un canale protetto per il mio stesso bene, sennò altri possono sfruttarlo al mio posto. Questo accade se la proprietà del bene rimane nominale, mentre quella reale è di un terzo garante (lo Stato) che cede temporaneamente ogni diritto: in questo modo nessuno può marchiare "con il suo nome" un denaro. Il garante per ciò garantisce che tutto il denaro è uguale, a parità di misura. Se cambia il garante non è più possibile garantire che una misura sia identica all'altra e si parla quindi di valuta: così 1 euro non corrisponde a 1 dollaro.
La banca quindi è fatta di "canali", che possiamo sapere simili a porte di un albergo: ogni avventore ha solo una chiave per uno appartamento a lui assegnato e quando ha bisogno di soldi si reca nel suo appartamento e usa le chiavi che gli sono state date per entrare in quella specifica stanza (e solo quella) dove si trovano i suoi soldi.
Si capisce il trucco? Il trucco è nella cornice. La banca fornisce le chiavi e la stanza di cui rimane esclusiva proprietaria e usufruente. In altre parole tu puoi accedere solo se e quando la banca vuole, mentre lei non ha limiti (a parte la tua fiducia) di accesso al tuo denaro. Non solo, la sua possibilità di occultare totalmente ciò che accade al tuo denaro è pressoché senza limiti. Per ciò, chi è davvero proprietario del denaro?
Chi ne può disporre come e quando vuole concretamente o chi deve fidarsi della promessa che può disporne come e quando vuole?
Se il terzo garante (lo Stato) non è una garanzia, non c'è una garanzia, oltre quella che siamo già fregati.
Sono d'accordo con il senso dell'articolo ed è per questo motivo, cioè la vera proprietà del denaro, che l'antropocrazia è tanto avversata. :#