Dalla pagina web del MR, questo articolo, di Cattaneo, che cerca di illustrare la situazione determinatasi con l'avvento di Draghi:
A scagliare la pietra dello scandalo sono i sanitari estranei al circo televisivo del mainstream: medici in prima linea negli ospedali e, prima ancora, impegnati sul territorio nei loro ambulatori. La loro denuncia si basa ormai anche su evidenze statistiche: è rarissimo che possa incorrere in seri pericoli chi viene curato a casa in modo tempestivo, ai primi sintomi, ricorrendo a farmaci appropriati (di uso comune, collaudati, sicuri). La strage - dicono i sanitari, come quelli riuniti in modo volontaristico in associazioni come "Ippocrate" - sarebbe stata determinata proprio dalla rinuncia alle cure tempestive, domiciliari: gli ospedali, incluse le terapie intensive, sarebbero stati intasati da malati abbandonati a se stessi per giorni, lasciati a casa senza terapie, dando tempo al Covid di sviluppare le conseguenze più gravi. Questo, dicono, spiegherebbe anche l'elevata percentuale di insuccessi, nei centri ospedalieri, troppo spesso costretti ad assistere pazienti ormai gravemente compromessi.
Devastante, in questo, l'assenza dello Stato: si commenta da sola la scelta, da parte di molti medici, di condividere un loro efficace protocollo terapeutico, da utilizzare per trattare i pazienti: l'invito, se si vuole guarire, è a saltare i passaggi ordinari (medico di famiglia, pronto soccorso) rivolgendosi direttamente a loro, i medici che sanno come guarire dal Covid. Medici - altro aspetto increscioso - che prestano la propria opera in modo gratuito, assistendo pazienti a cui il sistema sanitario, troppe volte, non offre risposte efficaci, cioè appropriate e tempestive. Di sfuggita, lo stesso Draghi ne ha accennato nel suo discorso al Senato, quando ha sottolineato l'assoluta necessità di riabilitare innanzitutto la medicina territoriale, lasciando agli ospedali solo i casi più gravi. Non una parola, in questo senso, si era sentita in tutto il 2020, quando l'unica preoccupazione di Conte e dei suoi tecnici sembrava quella di terrorizzare la popolazione, rinchiusa in casa a colpi di Dpcm, mentre il ministro della sanità - anziché mettersi al lavoro per proteggere gli italiani in vista dell'autunno - perdeva l'estate a scrivere un libro surreale sui suoi "successi", che poi non ha neppure osato distribuire nelle librerie.
Ogni Norimberga - la spada simbolica della giustizia - necessita di un esercito nettamente vincitore. Non è il nostro caso: nessuno, dei partiti italiani, può dirsi innocente. Tutti hanno ceduto alla tentazione della paura, collaborando in vario modo (sia pure con gradazioni diverse) alla Legge del Terrore, che - con Conte - ha messo l'Italia sul binario morto della depressione: sanitaria, sociale, economica e psicologica. A essere defunto è il peggior governo possibile, non contrastato da un'opposizione degna (capace cioè di avanzare proposte radicalmente alternative, anche sulla gestione della pandemia). E' per questo, probabilmente, che tutti i partiti neo-governativi - nessuno escluso - oggi sono ricoverati in terapia intensiva, nello strano ospedale del dottor Draghi, sperando che l'illustre clinico li possa miracolare. Cosa che, evidentemente, non succederà: almeno, non nei termini auspicati dalle attuali, incolori dirigenze, tutte largamente impresentabili. La fedina in discussione non è penale, ma politica: non hanno saputo leggere il mondo, e tradurre i bisogni in risposte.
Tra gli outsider, poi, non manca chi paventa - con Draghi - l'avvento di una sorta di sottomissione definitiva, post-democratica, all'insegna del cosiddetto post-umanesimo vaticinato dalle élite di Davos, quelle del Grande Reset: una riconversione globale (ecologistica ma anti-sociale), capace di rendere permanente la mutazione anche antropologica della società che l'irruzione del virus ha indotto, distanziando le persone e costringendole a un auto-isolamento infinito: a scuola, al lavoro, in ognuno dei luoghi in cui fino a ieri si esprimeva liberamente la socialità. Un incubo distopico, figlio - ancora e sempre - della paura: in questo, il coronavirus (presentato come minaccia invincibile) ha rimpiazzato ottimamente le fobie di ieri, scatenate con le crisi finanziarie e con il ricorso al terrorismo. Il virus è un nemico ancora più subdolo: può sempre colpire chiunque, ovunque. Per soccombere, basta fingere di non sapere che le cure esistono (e funzionano), rendendo quindi sostanzialmente superflua la stessa vaccinazione, presentata invece come unica possibile salvezza.
Sembra la storiella dell'alleanza clandestina tra il vetraio e il monello con la fionda, se poi si scopre che i profeti della vaccinazione universale sono i medesimi soggetti che hanno a lungo maneggiato i virus, nei loro laboratori. L'enormità degli accadimenti del 2020 - lo scontro epocale con la Cina, la manipolazione delle presidenziali negli Usa - è stata in qualche modo preparata anche da fenomeni mediatici come la bolla-Greta, sostenuta da precisi settori della grande finanza mondiale per deformare la realtà e convincere miliardi di persone che le alterazioni del clima (sempre avvenute, e oggi gravi) dipendano dall'attività antropica. I creatori di Greta sono gli stessi protagonisti dell'inquinamento terrestre, che oggi hanno imposto la loro agenda "green" basata su suggestive interpretazioni (industriali, finanziarie) della pretesa riconversione ecologica del sistema, partendo dalla colpevolizzazione del singolo, mortificato nelle sue capacità di consumo anche "grazie" agli effetti devastanti della sovragestione terroristica della crisi epidemica, con la brutale imposizione degli inutili, disastrosi lockdown.
E' soverchiante, la narrazione (disonesta) che è stata imposta dal pensiero unico, nella sua dimensione inevitabilmente mondiale, sorretta dal grande potere onnipervasivo che nei decenni precedenti - anche a suon di ricatti e guerre - ha attuato una rivoluzione violenta, imposta dall'alto, come la globalizzazione finanziaria, sottomettendo interi popoli attraverso il regime dell'emissione monetaria "privatizzata", che trasforma il debito in schiavitù. Sono bastate le mediocri fanterie giornalistiche, nei singoli paesi, a sbaragliare i cosiddetti sovranismi politici, intimiditi e neutralizzati con pochissima fatica, mentre si lascia volentieri al complottismo chiassoso il ruolo di opposizione solo virtuale, cioè verbosa e sostanzialmente innocua, nell'immensa deriva di società un tempo vitali e democratiche, oggi narcotizzate dalla digitalizzazione che trasforma l'individuo in uno spettatore apatico, ormai indifferente persino alle più feroci limitazioni della libertà personale.
La verità è che nessun soggetto politico, in questi anni, ha saputo organizzare una risposta all'altezza dei pericoli, dopo aver elaborato un'analisi dei problemi. Ogni denuncia è rimasta circoscritta nel perimetro ristretto di sparuti gruppuscoli, di fronte alla storica diserzione di intellettuali, artisti e pensatori. Gli stessi partiti si sono ridotti a comitati elettorali, affidati a piccoli leader acefali e, di conseguenza, pronti a eseguire semplicemente direttive calate dall'alto, in un pianeta in cui tutti i grandi agglomerati - Big Tech, Big Money - sono riconducibili al controllo esercitato da una manciata di persone, sempre le stesse, che siedono a turno nei consigli di amministrazione dei tre maggiori fondi d'investimento (State Street, Vanguard e BlackRock) che dominano banche e multinazionali in ogni angolo della Terra.
E' questo, il pianeta in cui si muovono determinate élite che hanno cominciato in vario modo a mostrarsi dissonanti, rispetto alla narrazione corrente: per esempio, quelle che nel 2016 sostennero l'eretico tentativo di Donald Trump: proteggere la comunità nazionale dagli effetti più deteriori del globalismo. Già dopo le proteste di Occupy Wall Street, alcune voci autorevoli - Premi Nobel come Paul Krugman - iniziarono a denunciare il carattere calamitoso del capitalismo finanziarizzato. Oggi, con l'alibi del Covid e grazie a Christine Lagarde, la Bce si è trasformata in una vera banca centrale, teoricamente pronta a sostenere l'economia in misura virtualmente illimitata. In questo percorso fatto di autorevolissime voci di dissenso si è fatta notare quella di Mario Draghi: ieri spietato architetto dell'austerity, e oggi profeta di una possibile conversione post-keynesiana dell'economia, sia pure tenendo conto (inevitabilmente) delle disastrose condizioni di partenza, quelle di un pianeta che si è lasciato ipnotizzare dagli stregoni del virus, dopo aver tolto la parola persino al presidente degli Stati Uniti, mettendolo al bando, per mano di poteri oligarchici che pretendono di plasmare le vostre vite al punto da imporre un'unica verità, la loro.
Non essendo ancora stata smantellata la democrazia formale, ed essendo lo Stato (o quel che ne rimane) l'unità-base su cui si articola l'esercizio del potere, pare evidente la necessità di calarsi nella dimensione politica, parlamentare e governativa, se si vuole agire direttamente nella materia, per provare a trasformarla. La fisionomia del governo Draghi - affollato di zombie e superstiti grotteschi - sembra dimostrare la volontà di intraprendere un procedimento tipicamente alchemico, partendo cioè dalla "nigredo" della putrefazione, la decadenza fisiologica di partiti-fantasma, nel tentativo di trasmutarne l'essenza attraverso un percorso virtuoso che possa portare un giorno all'oro filosofale, dopo una dolorosa e incessante revisione delle proprie devastanti manchevolezze. Se il sistema unico mondiale prescrive i vaccini per fermare il Covid, è scontato che Draghi si concentri nell'immediato proprio su quelli (garantendo però che vengano finalmente somministrati in tempi velocissimi), ma è fondamentale che non si fermi alla sola campagna vaccinale, sia pure depurata dalle impressionanti cialtronerie della gestione Conte.
Nel neonato esecutivo sembra di poter ravvisare una notevole specularità, pratica e simbolica: al "nuovo" Mario Draghi, distanziatosi da un passato prestigioso ma funestato da immani, colpevoli tragedie (le privatizzazioni, l'euro-rigore finanziario) corrisponde, a vista, una pletora di parlamentari e di partiti che, in quasi trent'anni, non hanno saputo far altro che piegarsi ai diktat del potere sovranazionale ultra-privatizzatore, e che da oggi possono cogliere la prima vera occasione per emendare se stessi, verso una rigenerazione culturale e democratica da cui non si può prescindere, se si vuole uscire dall'autismo neoliberista del "non ci sono alternative", pur in un mondo dominato dall'istinto totalitario di forze potentemente distruttrici, mimetiche e manipolatrici, veri e propri lupi travestiti da agnelli. In piccolo, sarà dirimente la stessa "prova del Covid": rassicurati gli atterriti (e placata la bulimia di Big Pharma), dopo l'overdose vaccinale non ci saranno più alibi. Riuscirà il governo a resuscitare la sanità, mettendo i medici in condizione di intervenire tempestivamente, contro il Covid e qualsiasi altra minaccia? E soprattutto: riuscirà il sottile alchimista Mario Draghi a inaugurare una diplomazia della lungimiranza, che permetta all'Italia di distinguersi e tornare nella storia, come protagonista di una politica non-orwelliana, in questo fatidico millennio aperto da menzogne sanguinose, come quelle esplose insieme alle Torri Gemelle?
(Giorgio Cattaneo, 19 febbraio 2021)
Da qui:
https://blog.movimentoroosevelt.com/blog/2830-il-virus-del-terrore-e-l-alchimista-mario-draghi.html
Riuscirà la volpe Draghi a salvare il pollaio Italia?
E' anche vero che solo una volpe può difendere il pollaio da altre volpi fameliche..più grosse..conoscendone le astuzie..
Non lo so, ma non se ne può più di essere guidati da dei polli che si credono volpi.
la speranza é l'ultima a morire... ma muore pure lei.
Dalla pagina web del MR, questo articolo, di Cattaneo, che cerca di illustrare la situazione determinatasi con l'avvento di Draghi:
[...] soprattutto: riuscirà il sottile alchimista Mario Draghi a inaugurare una diplomazia della lungimiranza, che permetta all'Italia di distinguersi e tornare nella storia, come protagonista di una politica non-orwelliana, in questo fatidico millennio aperto da menzogne sanguinose, come quelle esplose insieme alle Torri Gemelle? [...]
Quanto sono bravi a scrivere ca%%ate per prenderci per il culo: fai un elenco di constatazioni e poi la botta finale che non centra una ciulla di nulla.
Intanto il Drago se ne fotte di sto cianciare. Tanto non è lui che deve "fare" a parte la presenza ovviamente. Le mani che operano sono altre, lui deve solo fare una parte, quella di Mario(netta). Sarà bravissimo a recitarla, è stato scelto apposta! I massoni del roosevelt lo sanno bene come sanno sfruttare il nostro bisogno di avere come riferimento Mario(nette). Un bisogno insoprimibile, atavico, struggente, innato come quello di poppare. Gliela facciamo facile, distraendoci volentieri con i film d'essai che vengono scelti apposta per il nostro godimento.
Ma la fiaba è fatta così, di segni chiari e di concretezza brutale. Del bene nostro se ne fotte. Per ciò va stravolta o turberebbe troppo gli animi semplici. Il Lupo non viene ucciso dal cacciatore e la Nonna come Cappuccetto Rosso non vengono salvati. Quello è il finale del film, al solito l'unica cosa che gli occorre cambiare per farci contenti.
Domandiamoci perché retrocedere Draghi, che ha occupato il prestigioso incarico alla BCE, a PM di un Paese che può essere amministrato, con soddisfazione di amministrati e burattinai, da un qualsiasi Conte, Gentiloni, Renzi?
Ha dei progetti Draghi?
Perché se li hanno i burattinai, questi sono in grado di attuare i loro piani con qualsiasi Jolly, e non manderebbero certo uno di loro ad esibirsi. O siamo più importanti dell'America, perché anche lì si servono di Jolly.
non ho ovviamente nessuna risposta in tasca, però l'analisi (un po' lunghetta ma sopportabile) di Amodeo intervistato da Gracis qualche risposta in proposito ce la fornisce.
https://www.youtube.com/watch?v=8I2-Z9yMp_4
Se non hai voglia di vedertelo tutto, riassumo il concetto espresso per la domanda che poni: Draghi si inserisce in un quadro molto più ampio in cui l'obbiettivo (per una serie di ragioni pregresse che partono da Napolitano) è di garantire la continuità per il Capo dello Stato Italiano, degno luogo di arrivo per un "pensionato d'oro" privo di qualunque possibile strascico legale futuro che deve garantire la famiglia (per quanto lo riguarda) da una parte e una stabilità politica comoda alla fazione atlantista perché l'Italia non solo torni nell'alveo della NATO e si stacchi dall'influenza cinese, ma faccia da cuscinetto tra le pretese tedesche e francesi di autonomia energetica, politica e militare e la Russia (oltre che la via della seta cinese). In sostanza sarebbe un problema geostrategico politico che torna in essere dopo la "pausa" dalla prima guerra fredda dettata dal crollo del muro. Una seconda guerra fredda, un po' più calda della precedente.
Perche' ? Molto semplice, a mio avviso. L' Italia e' la candidata ad iniziare per prima il reset: fara' da apripista e tutto quello che ci sta succedendo lo dimostra.
Come mai, direte ? Qui giocano antiche connessioni esoteriche, la storia prestigiosa del passato, ed anche la storica facilita' di imbrogliare i cittadini, opportunamente decerebrati con mezzi sottili ma anche con vecchie tecniche psicologiche, prima fa tutte la paura.
Unico argine poteva essere la chiesa che ben si e' guardata dal difendere il suo 'giardino di casa'...( pieno di strani ritrovamenti di ossa ) ma del resto si e' visto come e' ridotta, con due papi contemporaneamente ( mai successo ) a reggere il trono di San Pietro, uno dei quali andato a Londra per scusarsi pubblicamente ( anni addietro ) degli scandali della pedofilia...tanto per far capire CHI ci governa oggi ( ma e' un condominio ). Guardate che questo fatto e' stato, per chi lo sa interpretare, l'avvenimento piu' importante di secoli di potere 'spirituale': ed infatti, dopo il Papa Ratzinger si e' 'dimesso' ( praticamente gli hanno chiuso i cordoni della borsa ). Ma e' anche un spia 'esoterica' essenziale per capire tante cose nascoste.
Il 'motore' di tutto cio' ? Qui occorre ricordare cosa disse Renzi appena dopo uno dei suoi viaggi a Gerusalemme: LORO AVEVANO I SEMI DEL FUTURO. Loro sono i talmudisti/cabalisti. Fateci caso, en passant, come poi il nostro prode abbia avuto molte 'consulenze' strapagate un po' dappertutto. L'endorsement serve a questo, anche, a fare di un ronzino che corre dietro alla figa un cavallo che fa e disfa governi ammiccando ai suoi padroni purche' la biada sia di buon gradimento.
Ho detto che e' un condominio perche' lo e'. Noi siamo solo degli ospiti impauriti, stanchi, demotivati che ci chiediamo quando finira' questo accanimento verso un popolo che non ha mai avuto i c..oni ma che oggi sta perdendo pure il resto, brache comprese.
Ad Majora.
Vuoi convincermi che siamo nella melma?
Rendermene conto é stata l'unica cosa nella quale sappia di poter senz'altro considerare di essere stato un bimbo prodigio.
Vuoi redimermi dalla creduloneria?
Nonostante abbia l'abitudine di ascoltare anche le narrazioni più incredibili senza interferire, per mettere a proprio agio il narratore evitando di indurlo a rattoppi e deviazioni, per pensare poi con comodo se accettare o rifiutare quanto appreso, e nonostante mi senta spesso più affascinato dalla combinazione narratore-narrazione che da quest'ultima, non mi posso considerare vittima di creduloneria.
Non fatico a ricredermi, quando sia il caso, giacché non mi sono costruito un'identità legata a narrazioni di sorta come sembra sia di moda, in questa circostanza parto con l'idea che le informazioni fornite da Magaldi, considerandole nella loro complessità, siano fondate e che ci si possa aspettare una dinamica che apra a delle possibilità fin qui insperate. Non mi aspetto certo un'inversione di rotta rispetto alla strada seguita finora, che non sarebbe possibile se non nelle fumettistiche visioni di certi millantatori, colti o incolti, fanatici quanto basta per scegliere tale rappresentazione a dispetto della realtà.
Se quanto anticipato da Magaldi non fosse fondato, noi indigeni saremmo comunque senza speranza alcuna dati gli avvenimenti degli ultimi 30 anni, e dovremmo prepararci ad altre infinite lezioni di economia, e di etica corredata da "evidenti ed inequivocabili" colpevoli, impartite da volonterosi utenti.
Vuoi convincermi che siamo nella melma?
[...]
Vuoi redimermi dalla creduloneria?
[...]
Non desidero niente da nessuno che non sia affetto sincero (anche se non è semplice ottenerlo e soprattutto ottenere la fiducia che non desideri altro) e in genere quando posto qualcosa non penso mai alla persona quanto all'argomento in sé e quello che posso aggiungere di mio, non necessariamente in linea con quello del mio prossimo. Se ti ho involontariamente dato questa sensazione, in ogni caso, sinceramente, mi dispiace. Non l'ho fatto apposta.
Ho usato quel pretesto per provare ad aggirare il batti e ribatti, i tuoi modi sono fuori discussione.