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Il voto: Ahò, levate ' sti cosi sennò ce la butto dentro!


azul
 azul
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I diversamente giovani se la ricorderanno. Era una suggestiva pubblicità progresso della seconda metà degli anni '70 sui primi cassonetti della spazzatura, che venne diffusa frequentemente soprattutto a Roma nel circuito delle prime televisioni private libere che nascevano proprio in quegli anni.
La sinossi era geniale e fantastica: un tipico coatto romano, impersonato magnificamente da Gigi Proietti, era avvicinato da un cassonetto dotato di vita propria tutte le volte che si accingeva a buttare qualche buccia di banana o altra immondizie per terra. La scena si ripeteva, col nostro che, sia pure con espressione vagamente interdetta, continuava comunque a buttare a terra “monnezza”, finché, essendo letteralmente circondato da vari cassonetti semoventi che gli si aprivano davanti, girando lo sguardo alla telecamera, con una buccia di banana in mano, esclamava: "Ahò, levate ' sti cosi sennò ce la butto dentro!"».

Perché vi racconto questo aneddoto apparentemente insignificante?
E' strano in effetti, ma con il trascorrere del tempo e dell'età, la mente tende a funzionare in modo ancora più analogico, analizzando situazioni del tempo presente con ricordi ed immagini sparse del passato anche lontano e questo vecchio spot pubblicitario mi è tornato insistentemente in mente in occasione dell'approssimarsi dell'appuntamento elettorale, peggio di una di quelle ossessive melodie musicali di pop degenerato che alle volte si rifiutano di uscirti dal cranio.

E' difficile, certo, rimanere orfani, orfani di genitori, ma anche di idee e rappresentanze politiche, che sono andate tutte “a morire senza farti un saluto” come diceva una bella canzone.
Potrei anche non votare, ma il non voto di protesta, oltre ad essere una maligna invenzione pannelliana, in realtà è solo un voto frammentato in varie percentuali, che, in questi tempi barbari, andrebbero per il 22 o 24% al Cazzaro, per il 3% alla figlia di Pannella e chissà quanto alla nipote Boldrina e questo mi farebbe montare un tremendo moto di stizza.

E qui tornano alla mente quei cassonetti soprannaturali che si avvicinano impietosi.
Guardo il programma dei grilli, qualcosa di condivisibile si nota qua e là, politiche secondarie, aspetti marginali però, poi un cassonetto mi si avvicina nuovamente, si apre e mi ricorda che ai suoi tempi la mia città era zozza sì, ma niente di lontanamente comparabile ad oggi, che è amministrata da una grilla tanto onesta quanto incapace. Quel vecchio cassonetto anni '70, infine, mi ricorda ancora che ai suoi tempi non uscivano esotiche persone dal suo interno e nessuno era costretto a rovistarvi dentro in cerca anche di cibo.
Ho passato la prima parte della mia vita a detestare e combattere i politici della Prima Repubblica, non avrei mai potuto pensare che un giorno avrei avuto nostalgia di personaggi come Craxi, Andreaotti o Fanfani.

Quello che esigerei oggi dal mio partito di sinistra, che non c'è, sarebbero almeno 3 impegni di primaria importanza: 1. Riaffermare la supremazia dei principi costituzionali su qualsiasi altra legge. 2. L'uscita dall'incubo antidemocratico e incostituzionale dell'EU. 3. Il controllo severo dell'immigrazione su modello australiano.
Tutto il resto può essere giusto e opportuno, ma è secondario. Inutile che mi si racconti che si va ad un tavolo Nelleuropa a battere pugnetti e pugnette, per farsi ridere dietro e fare la figura del tonno alla Varoufakis.
Tempo sprecato scegliere un simpatico, giovine economista (tal Fioramonti) che ha scoperto un termometro diverso dal PIL per misurarci la temperatura della salute economica, quando poi si accettano i chemioterapici EU che ci ammazzano lentamente, nella speranza illusoria ed ingenua che Macron e Merkel non vadano d'accordo e ci aprano uno spazio... al cimitero della storia. Veramente deprimente e ridicolo dover subire una ramanzina ed essere costretto ad ascoltare la lezioncina col dito alzato di Miss Austerity Beauty Veronica De Romanis (sandwich di salame Fioramonti tra fette di pane Gruber/De Romanis ad Otto e Mezzo del 3 febbraio).

Mi guardo intorno, ormai sono circondato dai cassonetti aperti ed io, la mia buccia di banana/scheda elettorale non la posso più buttare a terra.
Per me, orfano di sinistra e per giunta romano, è veramente un momento drammatico e doloroso. Quei cassonetti non mi sono mai piaciuti, li ho sempre trovati antiestetici (possibile che nella patria del design non si sia mai riusciti a creare niente di meglio? Possibile che la sinistra oggi abbia la faccia di Renzi e di Casini?). Comunque i cassonetti sono lì, brutti, sporchi e cattivi e rispondono, unici, alle mie esigenze, alle mie richieste.
La mia scheda finirà lì dentro, senza turarmi il naso. Hanno la faccia di Salvini, Borghi e Bagnai.


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massi
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Pur condividendo la tua bella riflessione, cresce in me di giorno in giorno la paura che non cambierà niente anche questa volta.


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azul
 azul
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massi;237212 wrote: Pur condividendo la tua bella riflessione, cresce in me di giorno in giorno la paura che non cambierà niente anche questa volta.

E' possibile che non cambi nulla ed è possibile che peggiori, in ogni caso credo sia importante tentare e se i grandi giornali continuano a dirci che sono le peggiori elezioni di tutti i tempi, vuol dire che possono essere le più importanti.


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