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Israele, storie di crimini quotidiani


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Israele, storie di crimini quotidiani

di Manuela Comito

Il Palestinian Center for Human Rights (Pchr) ha espresso, negli ultimi giorni, profonda preoccupazione per l’escalation di violenza e soprusi da parte dei militari israeliani ai danni di civili palestinesi inermi. Giovedì 7 novembre due giovani vite sono state spezzate nel giro di 12 ore, sempre con pretesti futili e illogici. La prima vittima innocente si chiamava Bashir Sami Hananin, di 28 anni, freddato al checkpoint di Za’tara, a sud di Nablus. I soldati dell’Iof lo hanno ucciso perché camminava “con fare sospetto”. Avete letto bene: “camminava con fare sospetto”. Camminare è, da queste parti, motivo sufficiente per essere freddati da dei ragazzini in divisa bene armati, con potere di vita e di morte su qualunque arabo.
Il suo corpo è rimasto a terra, riverso nel sangue che fluiva via insieme alla sua giovane vita, per parecchie ore, perché quegli stessi soldati hanno impedito ai familiari e ai soccorritori di avvicinarsi. Ai suoi funerali centinaia di persone hanno partecipato, gridando il suo nome e chiedendo vendetta contro i suoi assassini. Dodici ore dopo, Anas Fuad al Atrash, di 23 anni, viene colpito al cuore da una distanza ravvicinata, a un checkpoint a nord est di Gerusalemme. Inutili i soccorsi. Molti uomini a volto coperto hanno urlato la loro rabbia durante i suoi funerali, mentre i soldati israeliani lanciavano lacrimogeni e proiettili di gomma contro il corteo funebre.
Secondo il Pchr, questi crimini dimostrano come l’esercito israeliano ricorra all’uso eccessivo della forza contro i civili palestinesi, mostrando totale disprezzo per la loro vita. Invita, pertanto, la Comunità Internazionale a intraprendere azioni immediate ed efficaci per porre fine a questi crimini, appellandosi alle Alte Parti Contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, che obbliga all’art.1 di garantire il rispetto della Convenzione in ogni circostanza e sancisce l’obbligo ai sensi dell’articolo 146, di perseguire chi si presume abbia commesso gravi violazioni. Queste gravi violazioni costituiscono crimini di guerra ai sensi dell’articolo 147 della stessa convenzione e (I) Protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra. Intanto Israele continua a mietere vittime in spregio a tutte le leggi e la Palestina continua a piangere e a seppellire i suoi figli.

http://www.ilfarosulmondo.it/wp/?p=28432


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