Ma in Italia proprio nessuno si rende conto dei privilegi fiscali dei frontalieri rispetto ai connazionali?
di Lorenzo Quadri (*) - 8 febbraio 2017
Quando si dice farsi male da soli! Dopo 7 anni di inattività è stato ripristinato il sindacato dei frontalieri, ovvero il Consiglio sindacale interregionale di Lombardia, Piemonte e Canton Ticino. E da dove è venuta la prima reazione negativa? Dall’Associazione frontalieri Ticino! Il suo presidente Eros Sebastiani ha detto papale papale alla Prealpina: “questi (gli esponenti del resuscitato sindacato) sono quelli che per equità volevano tassarci come gli italiani (sic)”.
Ah ecco! Perché, i frontalieri non sono forse degli italiani residenti in Italia, e che pertanto sono confrontati con i costi della vita della Vicina Penisola, mica con quelli svizzeri? E allora ci spieghi il Sebastiani perché non sarebbe equo – anzi doveroso che pagassero le tasse come i restanti cittadini italiani che vivono e che lavorano nel Belpaese!
Autogoal
Ed infatti Sebastiani commette un pacchiano autogoal. Nella fretta di mettere in cattiva luce i nuovi venuti, solleva la questione fiscale, ma non trova uno straccio di argomento plausibile a giustificazione dello stato quo, quindi del privilegio fiscale dei frontalieri. La sua spiegazione è infatti la seguente: “ noi non siamo uguali agli altri, siamo gli unici che lavoriamo in uno stato extracomunitario e abbiamo delle peculiarità uniche (?)”. Il che non vuole dire assolutamente un tubo!
Limitandosi a ripetere parole come “unico” e “peculiare” non si va molto lontani. Quali sarebbero le peculiarità che giustificano un trattamento fiscale smaccatamente di favore per i frontalieri, che già guadagnano più degli altri loro connazionali? Risposta: non ce ne sono proprio! Non certo la distanza dal posto di lavoro, perché ci sono italiani che lavorano in patria che percorrono anche più chilometri per la “pagnotta”.
Quel che stupisce
L’aspetto sorprendente non è tanto che i frontalieri non vogliano pagare più imposte (ovvio). E’ che nessun “non frontaliere” sollevi la questione. Il regime fiscale privilegiato, e del tutto ingiustificato (come visto, nemmeno l’Associazione di riferimento riesce a tirar fuori una scusa plausibile) fa mancare vagonate di milioni all’erario del Belpaese. Non ci pare che la vicina Penisola abbia soldi da sbatter via. E dunque? Tutti i politici del Belpaese sono asserviti agli interessi dei frontalieri? Questi ultimi sono di sicuro tanti (troppi); ma la maggioranza non sono gli altri? Dove sta l’inghippo?
Un aspetto positivo
La nascita del sindacato dei frontalieri dunque almeno un aspetto positivo l’ha avuto. Ha rilanciato – suo malgrado – il tema della fiscalità privilegiata di questi ultimi. Ciò grazie alla scarsa accortezza di un rappresentante della categoria (che forse teme che la ripristinata realtà sindacale gli tolga dei seguaci). Chissà che non sia la volta buona per “risvegliare qualche coscienza”?
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(*) Consigliere nazionale, cioe' parlamentare a Berna, per la Lega dei Ticinesi; e' municipale di Lugano e dirige il domenicale gratuito "Il Mattino della domenica"