L’Argentina è di nu...
 
Notifiche
Cancella tutti

L’Argentina è di nuovo vicina al default?

Pagina 1 / 2

shoona
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 201
Topic starter  

Il Financial Times ha scritto ( http://blogs.ft.com/beyond-brics/2012/07/06/argentina-its-official-no-more-dollars/#axzz206dZ30b9 ) che da venerdì scorso è entrato in vigore un provvedimento del governo argentino che vieta agli abitanti di convertire i loro pesos in dollari. Comprare dollari è uno dei pochi modi che hanno gli argentini per proteggersi dall’inflazione (oltre che per viaggiare all’estero, importare prodotti e fare molte altre cose). Si tratta dell’ultima di una serie di decisioni del governo (un mix di misure di protezionismo e politiche monetarie poco ortodosse) che hanno lasciato scettici economisti e analisti finanziari, e hanno fatto nascere il timore che l’Argentina sia nuovamente vicina a fare bancarotta.

L’Argentina si è già trovata nella situazione di non poter far fronte ai pagamenti degli interessi sul debito. È accaduto l’ultima volta negli ultimi giorni del 2001 (Piercamillo Falasca ha spiegato l’evento e le sue conseguenze su Epistemes.org). Da allora l’economia argentina è riuscita a crescere, anche se non ha mai raggiunto i livelli pre-default. Per la presidenta Cristina Kirchner l’obbiettivo del 2012 è di raggiungere una crescita del PIL pari al 4,5-7,5% (la stima mssima del Fondo monetario internazionale è del 4,2%). Per ottenere questo risultato, Kirchner ha aumentato la spesa pubblica, tanto che nel 2012, probabilmente, il bilancio si chiuderà con il primo deficit primario (cioè le spese dello stato supereranno le entrate, prima ancora che vengano conteggiate le spese per interessi sul debito) dopo anni.

(Che cos’è il default)

L’Argentina però, da quanto ha fatto bancarotta, non ha più accesso al mercato del debito mondiale: in altre parole nessuno si fida a prestarle soldi e il paese non emette titoli di stato. Così i soldi per finanziare la politica di spesa pubblica voluta da Kirchner sono arrivati dalla Banca Centrale, che a partire dal 2010 ha progressivamente perso indipendenza, fino a diventare oggi una succursale del governo. Dal 2010 ad oggi circa 16 miliardi di dollari sono passati dalla banca centrale al governo.

Nel contempo la Banca centrale continua a immettere moneta sul mercato. È una pratica normale, quando un’economia cresce, che la Banca centrale stampi moneta per “accompagnare” lo sviluppo economico. Ma la Banca centrale argentina sta stampando molta più moneta di quanto sia necessario. Nel 2011 M2 (uno dei diversi indicatori, chiamati aggregati monetari, usati in economia per misurare la quantità di moneta in circolazione) è aumentato del 29 per cento, una cifra estremamente alta per gli standard internazionali, e per il 2012 è previsto un altro aumento del 26 per cento.

L’immissione di così tanta moneta sul mercato ha un effetto quasi immediato: l’inflazione. Quando aumenta la quantità di denaro in circolo, ma non aumentano di pari passo i beni e i servizi prodotti, il denaro perde di valore. A parità di denaro, quindi, diventa più difficile comprare gli stessi beni che ci si poteva permettere qualche tempo prima. Secondo il governo argentino, l’inflazione procede in maniera normale, almeno per un paese in via di sviluppo. Secondo l’INDEC (cioè l’ISTAT argentina) l’inflazione è intorno al 9%. Secondo alcuni ricercatori indipendenti (multati e minacciati dal governo, scrive il Washington Post) l’inflazione è a più del 25%, un dato su cui sono concordi quasi tutti gli analisti. Il settimanale economico britannico Economist ha deciso di non utilizzare più i dati INDEC nei suoi articoli.

(L’Argentina trucca i dati dell’inflazione?)

Un’inflazione così alta spaventa gli argentini, che negli ultimi 30 anni hanno vissuto tre momenti di iper-inflazione (due volte negli anni ’80 e poi nel 2002, in seguito al default). Il modo più facile per difendersi da una moneta che perde rapidamente valore è quello di acquistare un’altra moneta che invece resta stabile. Oppure si possono comprare proprietà denominate – ovvero che si pagano e si comprano abitualmente – in un’altra moneta che resta stabile. Questo è proprio quello che hanno cercato di fare gli argentini: hanno comprato dollari, li hanno messi in banca e hanno comprato immobili (case, ville, terreni) con prezzi denominati in dollari. Per acquistare dollari bisogna rivolgersi (direttamente, o più spesso tramite altre banche) alla banca centrale. Quella Argentina ha riserve in dollari per circa 50 miliardi.

Il problema è che anche buona parte del debito argentino è denominato in dollari. Sedici di quei 50 miliardi di dollari serviranno a ripagare gli interessi sul debito in dollari per i prossimi cinque anni. Cambiare la denominazione del debito da dollari a pesos equivale a fare default (ripagare un debito contratto, ad esempio in dollari, con una moneta che perde valore e che può essere stampata a piacimento, significa una perdita potenzialmente enorme per chi ha prestato i soldi, inizialmente, con una moneta stabile). Il governo argentino ha messo in pratica molte misure per impedire che i dollari della banca centrale escano da paese.

L’ultima misura è quella annunciata dal Financial Times: vietare ai cittadini argentini di prelevare in dollari. Ad esempio, oggi, per un cittadino argentino è impossibile prelevare dollari ad un bancomat, se si trova in viaggio per gli Stati Uniti. Altre misure hanno colpito gli importatori (come viene spiegato in un altro articolo del Financial Times). Chi vuole importare prodotti in Argentina (dai giocattoli cinesi ai computer Apple) deve ricevere un autorizzazione ministeriale e deve esportare merci argentine per un valore pari alle merci che ha importato. Così i rivenditori di auto devono vendere all’estero soia o noccioline per poter avere l’autorizzazione ad acquistare all’estero le automobili che vendono.

Con questo sistema, il governo argentino spera di mantenere in equilibrio la bilancia commerciale (la differenza tra le importazioni e le esportazioni) e così evitare che il peso si svaluti ancora nei confronti del dollaro. Anche l’arrivo di capitali esteri sotto forma di investimenti, che potrebbe migliorare la situazione argentina portando nel paese dollari o altre monete forti, oggi è praticamente impossibile, visto che il governo ha nazionalizzato poche settimane fa una grande compagnia petrolifera e sono pochi gli investitori disposti a rischiare di fare la stessa fine.

Autore: Davide Maria De Luca
Fonte: http://www.ilpost.it/2012/07/08/largentina-e-di-nuovo-vicina-al-default/


Citazione
eresiarca
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 761
 

Capirai, se lo dice il FT...


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Confermo da una mia visita recente a Buenos Aires che in Argentina c'è un mercato nero di dollari tremendo, te li offrono dappertutto anche nei centri commerciali, oltre a questo c'è un mercato parallelo di beni d'importazione (pagati in dollari) che favorisce la corruzione mafiogena (coma se già non bastasse quella endemica). In alcune regioni manca petrolio e beni strumentali basici sono difficili da trovare.
Confermo anche che l'inflazione è il doppio di quella dichiarata, almeno il 15% secondo i miei calcoli.
Tanita credo che non mi puoi smentire, sono cose che ho visto con i miei occhi.


RispondiCitazione
peronospora
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 256
 

Confermo da una mia visita recente a Buenos Aires che in Argentina c'è un mercato nero di dollari tremendo, te li offrono dappertutto anche nei centri commerciali, oltre a questo c'è un mercato parallelo di beni d'importazione (pagati in dollari) che favorisce la corruzione mafiogena (coma se già non bastasse quella endemica). In alcune regioni manca petrolio e beni strumentali basici sono difficili da trovare.
Confermo anche che l'inflazione è il doppio di quella dichiarata, almeno il 15% secondo i miei calcoli.
Tanita credo che non mi puoi smentire, sono cose che ho visto con i miei occhi.

Di solito non leggo mai gli articoli, ma leggo i commenti.
Li trovo più veritieri


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Allora il giornalista cosa propone? che l'argentina ricominci a indebitarsi con FMI e istituti bancari avvoltoi internazionali? così da ricominciare a emettere titoli di stato e ricominciare il valzer del debito pubblico??? è chiaro che i fattori in campo sono numerosi soprattutto per una nazione complessa e grande come l'argentina, ma direi che a livello monetario stanno facendo le cose giuste. E se non riescono a importare prodotti immondizia dall'estero poco male, hanno petrolio, grano e carne in abbondanza, di fame non moriranno.


RispondiCitazione
Luca Martinelli
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1984
 

ho appena smesso di sbellicarmi dalle risate. Ciò che scrive il FT è la stessa cosa che avviene nel paese dei cow-boys. Quindi anche gli yankee sono al default? Forse CdC farebbe meglio a cessare le pubblicazioni degli articoli di giornalisti inglesi.


RispondiCitazione
Gattonerosso
Honorable Member Redazione
Registrato: 2 anni fa
Post: 718
 

No.

Il problema è che Goldman Sachs non fa più affari in Argentina. Per questo il FT va in giro a scrivere questi articoli.


RispondiCitazione
andreapound
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 145
 

Sarà una bella mazzata per molti quando l'Argentina andrà gambe all'aria...


RispondiCitazione
mariosoldati
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 278
 

........ mi sembra chiaro che l'articolo del financial time è solo guerra psicologica, fra non molto gli usa&getta passeranno ai fatti, chi non si piega verrà spezzato ...... assassini .......... criminali ........... terroristi ............


RispondiCitazione
andreapound
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 145
 

........ mi sembra chiaro che l'articolo del financial time è solo guerra psicologica, fra non molto gli usa&getta passeranno ai fatti, chi non si piega verrà spezzato ...... assassini .......... criminali ........... terroristi ............

Ecco, l'idea che qualsiasi analisi che non rispetti i propri pensieri sia frutto di complotti la trovo molto pericolosa.


RispondiCitazione
Matt-e-Tatty
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2484
 

........ mi sembra chiaro che l'articolo del financial time è solo guerra psicologica, fra non molto gli usa&getta passeranno ai fatti, chi non si piega verrà spezzato ...... assassini .......... criminali ........... terroristi ............

A prescindere dalla capitolazione finanziaria dell'Argentina e dalle sue cause, è chiaro che gli USA non tollerano queste pretese di indipendenza e di socialismo che vanno diffondendosi in sud America. Haiti è invasa per far da testa di ponte per la futura offensiva.
Mica possono permetterselo gli americani di vivere lavorando con le loro forze... servono gli schiavi per campare col V8 nel garage, l'appartamentino a Manhattan e il cottage ad Haspen.


RispondiCitazione
peronospora
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 256
 

Sarà una bella mazzata per molti quando l'Argentina andrà gambe all'aria...

Cosa intendi per molti.
Per quel che ne so questa volta non dovrebbero esserci in giro i tanghi bond.
Correggimi se sbaglio


RispondiCitazione
andreapound
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 145
 

Sarà una bella mazzata per molti quando l'Argentina andrà gambe all'aria...

Cosa intendi per molti.
Per quel che ne so questa volta non dovrebbero esserci in giro i tanghi bond.
Correggimi se sbaglio

No, mi riferisco a tutti quelli che blaterano di "miracolo argentino", con annessa MMT ecc.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

MA QUANTO RODONO QUESTI PERSONAGGI?????? è da anni che leggo articoli sul fallimento argentino ecc, da oggi non li leggo più!


RispondiCitazione
peronospora
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 256
 

E se fosse la samba il prossimo ballo in auge e non il tango ??


RispondiCitazione
Pagina 1 / 2
Condividi: