La “cattiva” finanz...
 
Notifiche
Cancella tutti

La “cattiva” finanza e la “buona” ignoranza.

Pagina 1 / 2

FlavioBosio
Estimable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 223
 

Ma che sta dicendo, in Nigeria per fare hedging ci si compra un kalashnikov, mica un opzione put.


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 6059
Topic starter  

Ma che sta dicendo, in Nigeria per fare hedging ci si compra un kalashnikov, mica un opzione put.

Non è solo la Nigeria. O solo i banditi-pagliacci-irresponsabili del Venezuela.
Che peraltro avevano i SWF ma si sono mangiati i soldi già dal 2005.
E peraltro la Nigeria e pure il Venezuela sono attivi al Nymex o al CME o al CBOT da almeno 30 anni.

E non è neanche solo il petrolio.
La soia ad esempio è quasi dimezzata, il grano e granoturco o il bestiame pure.

Il prezzo delle materie prime agricole importa poco o niente a chi produce le merendine o la pasta, perchè la materia prima incide per il 5-7% sul prodotto e una variazione anche ampia quindi incide per l'1-2-3%.
Ma importa molto ai Paesi che esportano materia prima, come ad esempio l'Argentina per la soia e per la carne e su quell'export magari basano buona parte di programmi sociali impegnativi.
Ma anche l'Argentina ha avuto dei dementi al posto di Governanti, sotto quel profilo.

Infatti nei forum e nei giornali applaudivano.
Quelli sono di regola sempre perfetti, se si assume il contrario di quel che dicono e propinano ai teleutenti e di quel che quindi i teleutenti poi pensano [cioè ripetono] su pressochè "la qualunque."


RispondiCitazione
FlavioBosio
Estimable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 223
 

Ma che sta dicendo, in Nigeria per fare hedging ci si compra un kalashnikov, mica un opzione put.

Non è solo la Nigeria. O solo i banditi-pagliacci-irresponsabili del Venezuela.
Che peraltro avevano i SWF ma si sono mangiati i soldi già dal 2005.
E peraltro la Nigeria e pure il Venezuela sono attivi al Nymex o al CME o al CBOT da almeno 30 anni.

E non è neanche solo il petrolio.
La soia ad esempio è quasi dimezzata, il grano e granoturco o il bestiame pure.

Il prezzo delle materie prime agricole importa poco o niente a chi produce le merendine o la pasta, perchè la materia prima incide per il 5-7% sul prodotto e una variazione anche ampia quindi incide per l'1-2-3%.
Ma importa molto ai Paesi che esportano materia prima, come ad esempio l'Argentina per la soia e per la carne e su quell'export magari basano buona parte di programmi sociali impegnativi.
Ma anche l'Argentina ha avuto dei dementi al posto di Governanti, sotto quel profilo.

Infatti nei forum e nei giornali applaudivano.
Quelli sono di regola sempre perfetti, se si assume il contrario di quel che dicono e propinano ai teleutenti e di quel che quindi i teleutenti poi pensano [cioè ripetono] su pressochè "la qualunque."

Lo so benissimo, la mia era una nota sarcastica per evidenziare il marcio di quei paesi.

Resto comunque dell'idea che andrebbero fatti investimenti nell'economia reale piuttosto che accantonare miliardi di petroldollari, anche perché per definizione si tratta di una risorsa finita, e quando sarà uscita l'ultima goccia di petrolio non ci sono futures che tengano, la festa finirà con il botto penso soprattutto all'Arabia Saudita & allegri Kompagni.

Che sia il momento di smetterla con i "programmi sociali"?


RispondiCitazione
Capablanca
Estimable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 130
 

Resto comunque dell'idea che andrebbero fatti investimenti nell'economia reale piuttosto che accantonare miliardi di petroldollari...

Ma i "miliardi di petrodollari" potrebbero essere utilizzati proprio per finanziare "investimenti nell'economia reale".
Mi pareva questo uno dei punti evidenziati dal post iniziale


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 6059
Topic starter  

-Il petrolio è una risorsa "finita" nel senso che non è "infinita".
Ma è "meno finita" oggi di 20 anni fa.
-Non è che uno "accumula" petrodollari. E' che se ha quella risorsa preziosa la deve gestire bene.
-Quei Paesi avrebbero dovuto sfruttare gli incassi e i prezzi alti per promuovere un'industria e dei servizi.
Il che è più "sociale" di molte bubbole "sociali" di cui si riempiono la bocca in tanti un giorno sì e l'altro pure.
In modo da essere meno dipendenti dalla materia prima.
Però questo è un altro discorso.
Anche se avessero poggiato su assistenza a pioggia come politica sociale, [che poi è la via demagogica adottata da parecchi per ottenere consenso] e anzi a maggior ragione in quel caso - sapendo bene che quella politica poggiava sul prezzo del petrolio e non certo sui "socialismi del XXI secolo" o sui "neoliberismi" che sono aria fritta di propaganda - avrebbero dovuto gestire il rischio e commisurare i programmi a quello.
Come ho detto non si tratta di "ideologia".
Morales (Bolivia) ha riserve valutarie buone e un SWF non enorme ma discreto. Ha gestito decentemente.
E ha fatto poi coperture di una parte dell'export di gas (per loro è il gas soprattutto, non il petrolio).
Il Cile ha coperto rame e ha svariati SWF.
Il Venezuela ha fatto programmi basati su un petrolio oltre 100 (oggi a budget oltre 140).
Lasciando anche stare quel che hanno mangiato e il fatto che le "missioni" hanno comportato 3/4 andati a espandere e foraggiare burocrazia e non al popolo, era una follia.
E per di più quando il petrolio era a 100 e oltre potevano almeno coprire il rischio.
Oggi gli mancano 70 miliardi di dollari/anno.
Hanno riserve valutarie per appena 15 mld. Di cui 12 in oro. Che stanno vendendo in questi giorni (alla Deutsche Bank). Hanno ridotto l'import continuamente e non c'è merce sugli scaffali.
E lo ridurrranno ancora di più
Il SWF che avevano se lo sono mangiato già 11 anni fa, invece che incrementarlo. Hanno poi finanziato monetizzando. La massa monetaria è quadruplicata. Infatti hanno inflazione al 270% e per il 2016, se non falliscono prima, sarà oltre il 700%.
Uno stipendio vale 10 dollari.
E il 76% della gente è sotto la soglia di povertà.

L'ideologia non c'entra niente. E anche se il Venezuela è il Paese più corrotto al mondo, in una certa misura anche la disonestà da sola non basta.
E' proprio l'ignoranza e l'incompetenza.


RispondiCitazione
Capablanca
Estimable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 130
 

Scusa mincuo, ma anche la Bolivia ha creato un SWF? Dalle notizie che ho trovato in internet non mi è chiaro questo punto..


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 6059
Topic starter  

Scusa mincuo, ma anche la Bolivia ha creato un SWF? Dalle notizie che ho trovato in internet non mi è chiaro questo punto..

Sì ce l'ha. Non è tra quelli registrati. E non è grande.
Loro hanno preferito far confluire sulle riserve valutarie.
Anche il Venezuela ce l'ha ancora un SWF.
Ufficialmente (a memoria) è ancora registrato per 0,6 o 0,8 miliardi cioè quasi nulla, ma di fatto non credo che ci siano più nemmeno quelli.

Poi il Venezuela ha la PDVSA (Compagnia Petrolifera di Stato) che ha una situazione pessima.
Sono riusciti a sfasciare pure quella.
Il petrolio Venezuelano si vende a 7-8 dollari di meno del WTI o Brent perchè è di qualità scarsa (extra-heavy) e anzi per venderlo loro devono importare petrolio light, per mescolarlo all'heavy.
Questa è la media a 3 settimane del prezzo del basket (cesto, cioè un misto delle varie qualità) Venezuelano.
Precio proyectado del @BarrilVenezuela es $21.31 base a WTI de $26.77 y su relacion de ultimas 3 semanas, datos del MENPET.
Inoltre ha per la maggior parte pozzi maturi, che richiedono manutenzione, o sono a fine vita, non avendo mai investito un caxxo.
Oggi vendono sui 18-20 dollari, ma i costi sono probabilmente o quasi certamente superiori. Si calcola 23-25 di costi, ma sono conti complicati. Tra parentesi una parte dell'export è "sequestrata" dai Cinesi cioè va a loro direttamente in pagamento degli interessi sui 55 o 60 (o di più?) miliardi di dollari di prestiti erogati al Venzuela.
Sono poi praticamente bloccati tutti i programmi di investimento nella cintura dell'Orinoco dove ci sono molte compagnie (compresa l'ENI) in joint-venture.
Solo che il Venezuela (che ha il 60% delle quote) non mette i soldi del suo 60% per cui.....tutto fermo....

Dei cialtroni a livello perfino inimmaginabile.


RispondiCitazione
polm
 polm
Trusted Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 78
 

@mincuo, se non ti scoccia, mi interesserebbe conoscere la tua valutazione sulla gestione del petrolio "alto" da parte della Russia.
E anche dell'Arabia Saudita.
Nel post hai detto che gli arabi hanno fatto una gestione assennata, e d'altra parte in rete si legge roba (e molta robaccia, presumo) che parla di un quasi suicidio arabo nella gestione del petrolio.


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 6059
Topic starter  

@mincuo, se non ti scoccia, mi interesserebbe conoscere la tua valutazione sulla gestione del petrolio "alto" da parte della Russia.
E anche dell'Arabia Saudita.
Nel post hai detto che gli arabi hanno fatto una gestione assennata, e d'altra parte in rete si legge roba (e molta robaccia, presumo) che parla di un quasi suicidio arabo nella gestione del petrolio.

Qui trovi i SWF. Sia quelli generali (fondi pensione ad esempio) che gli "energy" cioè collegati al petrolio o gas.
http://www.swfinstitute.org/fund-rankings/

-La Russia ha gestito non molto bene, secondo me, però ha gestito.
La Russia sconta problemi particolari dovuti alle sanzioni (va detto che è una vergogna a cui noi Europei partecipiamo con zelo contro i nostri stessi interessi e quelli di noi Italiani poi in particolare) anche sotto il profilo finanziario.
Ha degli SWF e ha poi gestito con le riserve e attraverso i tassi di interesse e di cambio la successiva crisi.
Precedentemente Putin ha compensato problemi interni e ha sostenuto il consenso avvalendosi un po' troppo del petrolio e un po' meno di riforme e investimenti.
Il che non è scandaloso, se è temporaneo, ma non è nemmeno una grande idea, e talvolta è un boomerang, se poi si conta troppo a lungo su quello.

-L'Arabia Saudita e gli Emirati ecc.. fanno una politica di offerta, cioè non limitano le quote di produzione. L'offerta di petrolio mondiale è stabilmente più alta della domanda (una cosa iniziata a fine 2013, proseguita nel 2014, 2015 e inizio 2016, come si vede dal grafico qui sotto) e per questo il prezzo cala.

Nota che la domanda [linea bruna] ha tenuto, anzi è cresciuta anche nel 2015, e cioè l'offerta [linea azzurra]eccessiva [ pari anche a 2 milioni e oltre di barili al giorno in eccesso, vedi barre verdi per la differenza, scala dx, sul grafico ] era allora il driver (non so come tradurre: diciamo il motivo) principale, non il calo della domanda.
Invece ha iniziato ora purtroppo anche la domanda a calare.
(N.B. In riferimento al mio post principale in alto, quella dell'offerta eccedente è un'altra tra le varie cose che i Paesi produttori di petrolio vedevano da un pezzo.
Il rame, come ho scritto sopra, era solo una tra le varie cose convergenti...
L'ho messo per far capire con un esempio che c'erano dei segnali preoccupanti di rischio, non perchè fosse "il rame" e basta che si osservava, nè che quello fosse il solo segnale. E ora infatti se ne può vedere bene un altro, tra i tanti).

La produzione mondiale è data dai Paesi OPEC [Organization of the Petroleum Exporting Countries. In pratica i Paesi Arabi più Venezuela, Ecuador, Nigeria e altri Africani] e dai Paesi non OPEC.
Gli accordi eventuali sulla limitazione della produzione bisogna dire che non vengono poi quasi mai rispettati ad esempio da Russia, Nigeria, Colombia ecc...ma a parte questo sembra anche una precisa politica Araba.
Loro hanno petrolio di ottima qualità, light, e hanno un costo molto basso (7-10 USD per barile) perchè ce ne hanno la gran parte subito "sotto il culo" cioè non devono trivellare a grande profondità nè spingerlo poi in su con acqua o gas a pressione.
Quindi loro, finanziariamente parlando, sono comodamente sopra break-even (punto di pareggio) anche, per dire, a 20 USD al barile.
La loro politica mira a prendere quote di mercato (East Asia e Cina particolarmente) e a mettere in difficoltà la concorrenza, specie lo shale-oil (fracking), che ha costi superiori [circa 30 USD o anche 40 o anche più, dipende] e inoltre anche il petrolio deep-water sia terrestre sia tipo Mare del Nord o piattaforme marine....che ha costi dai 30 ai 60 e più USD al barile.
Lo shale-oil da solo ridurrebbe a zero in futuro ad esempio il fabbisogno esterno USA.
E così anche alcuni investimenti nel deep (profondo) ridurrebbero in futuro la richiesta di vari Paesi di petrolio Arabo.
Sono oggi già stati sospesi [mi pare] sui 3 o 400 programmi di perforazioni o shale a causa del basso prezzo che non consente un ritorno sugli investimenti.
Certo anche agli Arabi costa il petrolio basso, ma loro hanno gli SWF [Sovereign Wealth Funds] più grandi al mondo, come puoi vedere.
Non so poi cosa abbiano coperto finanziariamente di preciso, come rischio, ma penso abbastanza, da quel po' che ho potuto vedere.
Solo che loro molto lo fanno OTC (Over The Counter) cioè "fuori mercato ufficiale" e cioè tramite banche, o shadow-banking, e non sui futures, e cioè in forma diversa.
Quindi dal solo Open Interest (cioè il volume di contratti dei mercati regolamentati dei futures, che è pubblicato settimanalmente anche gratis) non si può sapere "tutto".
Anche da lì però risulta, almeno in parte.
Io poi so di quel che ho visto e sentito da alcuni dealers in forma riservata, diciamo così.
E quindi io sono propenso a pensare che abbiano coperto abbastanza, specie ad autunno del 2014 e poi a primavera del 2015.

Non è che il petrolio basso sia "colpa" degli Arabi interamente.
L'offerta è alta di per sè e rimarrà presumibilmente alta. Anche perchè l'Iran riprende a vendere petrolio a pieno ritmo dopo la revoca delle sanzioni e anche per la Libia e l'Iraq è previsto un aumento della produzione.
E sono tutti petroli di alta qualità, tra parentesi, specie quello Libico.
Agli Arabi, nella disgrazia, questo sta bene (o comunque meno peggio degli altri) per i motivi di cui sopra.
Alle Banche Centrali anche sta bene perchè i Paesi consumatori hanno beneficio. (Pagano molto meno il petrolio).
La "ripresa" Italiana ad esempio è mezza dovuta al petrolio e al dollaro.
E così parte di quella Europea e Giapponese.
Quindi "accompagna" i loro provvedimenti monetari tipo QE (Quantitative easing) e ZIRP (Zero Interest Rate Policy).
Che, detto qui in modo grezzo, sono già stati dei mezzi fallimenti, ma in prospettiva lo saranno ancora di più.
Per motivi purtroppo molto complicati da spiegare in un forum e non facilmente riducibili a spiegazioni in un certo senso "facili" come queste relative al petrolio che pur se imperfette e forzatamente superficiali comunque un po' almeno spiegano.
O almeno ci provano, per qualcuno interessato.
Poi so già che andrà sempre alla grande "l'imperialismo", il "socialismo", il "neoliberismo", i "derivati tossici" e la "finanza casinò".
Che d'altronde vanno bene per tutto.
E specie vanno bene per chi scrive ovunque di economia e finanza, che sa regolarmente meno di un caxxo, che capisce meno di un caxxo e che però non si vergogna di nulla.


RispondiCitazione
polm
 polm
Trusted Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 78
 

Grazie mille, molto interessante!

Per quanto riguarda alcune leadership e aministrazioni resta da capire (e probabilmente non è nemmeno possibile), dove si collochi il confine tra stupidità, incapacità, intransigenza ideologica "vs" avidità e/o obbedienza a interessi esterni/superiori.


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 6059
Topic starter  

Grazie mille, molto interessante!

Per quanto riguarda alcune leadership e aministrazioni resta da capire (e probabilmente non è nemmeno possibile), dove si collochi il confine tra stupidità, incapacità, intransigenza ideologica "vs" avidità e/o obbedienza a interessi esterni/superiori.

E' una bella domanda. Non saprei.
La mia impressione è che l'ignoranza e l'incompetenza abbiano un peso notevole. Un dittatore, un fanatico, un intransigente, un Caudillo o un "Comandante Supremo" o anche solo una "Presidenta" come nel caso Argentino o, prevedibilmente un domani, Brasiliano, non è che abbiano tutto questo interesse a segarsi il ramo su cui stanno seduti.
Perchè poi queste cose evolvono spesso in rivolte, colpi di Stato, o comunque cambi di potere.
E' che, ad abundantiam, sono proprio degli incompetenti.
E' solo un mio parere, ovviamente.


RispondiCitazione
sankara
Honorable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 546
 

Ad esempio dal 1973 fino a metà anni '80 si sono avuti prezzi alti, ma dal 1985 fino al 2002 i prezzi sono stati bassi, intorno ai 20 USD.
Dal 2002 in poi si sono di nuovo avuti prezzi alti per 12 anni. Dal 2015 hanno iniziato a calare di nuovo. Oggi sono intorno ai 30 USD.

Mincuo, intanto grazie mille per il post -che ti è costato anche un po' di tempo ed impegno- veramente molto istruttivo. Tra le varie cose, ho capito che le quotazioni odierne di petrolio riflettono un'effettiva differenza tra offerta e domanda, e non sarebbero determinate da manipolazioni dei corsi rispondenti a strategie di "guerra economica" come "teorizzato" da articoli tipo questo

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16203

mentre siamo in argomento, Mincuo, se la mia domanda non è troppo "vasta" e da incompetente, vorrei chiederti: le quotazioni del prezzo del petrolio dagli anni 70 fino al 2010 hanno sempre riflesso in ultima istanza questa discrepanza tra domanda e offerta di petrolio? O in certi periodi certe ampie oscillazioni di prezzo (guardando il grafico ad esempio penso alle impennate e poi subitanei crolli intorno al 1991 e al 2009) posso essere determinate da forti manipolazioni pilotate da certe potenti "oligarchie finanziarie"? In tale ultimo caso, potresti fare un esempio semplice di come avverrebbero queste manipolazioni?


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 6059
Topic starter  

In linea generale la famigerata "speculazione" può solo esasperare (ampliare) dei movimenti sottostanti. Se ipoteticamente esistessero solo "gli speculatori" in un mercato, i prezzi sarebbero alla fine pressochè immobili. Perchè? Perchè lo speculatore compra (o vende) in trend. Cioè ad esempio compra quando il prezzo rompe per l'alto un livello di resistenza del mercato e vende poi prima del livello successivo più alto. Se qualcuno poi rompe anche quel livello allora lui compra ancora fino a quello sopra ancora prima del quale vende.
Cioè lo speculatore è essenzialmente un "follower" cioè uno che segue.
E facendo questo può ampliare un movimento.
Lui però non rompe un livello, lui compra sulla rottura del livello.
Ma lui prima del livello ha già venduto e preso profitto su quello che aveva comprato dal livello precedente più basso.
In un mondo teorico di soli speculatori nessuno romperebbe un livello.
Tutti praticamente venderebbero prima.
E andresti su e giù in un range (corridoio) sempre più stretto.
Dove uno in alto vende e in basso compra.
Detto questo ci sono poi nei mercati degli operatori che rispecchiano invece grandi interessi. Commerciali, industriali e bancari. Nel petrolio produttori o raffinerie o Compagnie Petrolifere. Ma altri interessi grandi sono contrastanti, ad esempio grandi Compagnie Multinazionali che lo comprano il petrolio. O Stati. Ad esempio uno Stato produttore ha interesse a un prezzo alto, ma uno consumatore a un prezzo basso.
Qui puoi vedere un esempio sul mercato regolamentato dei futures:

Ci sono tre categorie e la loro posizione netta. Sono i Large Traders che possono essere anche petrolieri e produttori per semplificare, ma anche no dipende. I commercials (cioè aziende ecc...) ma anche petrolieri, dipende. E gli specs (in rosso) cioè gli speculatori.

Possono formarsi degli interessi che spingono il prezzo da una parte, ma sono collegati sempre a fondamentali nei mercati vasti come il petrolio. Dove l'interesse della Russia, della Cina, degli USA, degli Arabi, degli Europei, delle Multinazionali ecc...sono tanti e sono differenti.
In mercati più limitati ci sono invece dei cartelli che hanno una dominanza netta. Ma i proprietari non sono come crede la gente interessati moltissimo al prezzo speculativo. Neanche tanto al prezzo in se stesso. Se io non venderò mai una società, quel che vale in borsa mi interessa relativamente. Non dico zero, ma relativamente.
E non dico sempre.
Perchè ci possono essere dei motivi per cui interessa.
Ma è differente da quel che pensano le persone.
Diciamo, per avvicinarsi al mondo usuale di ognuno, che se ho un appartamento ma non lo venderò mai e ci abiterò tutta la vita, e poi lo lascerò a mio figlio, quel che vale oggi o tra sei mesi, perchè il mercato immobiliare tra sei mesi è più alto o più basso, mi interessa relativamente.

Per finire nel petrolio un accordo ad esempio tra produttori OPEC e non OPEC di limitare la produzione ha effetto forte sui prezzi, ma ci sono appunto i fondamentali sotto.
La notizia stessa di un accordo in vista (che cioè riduce l'offerta) può poi alimentare la corsa a comprare prima che i prezzi salgano troppo e questo aumenta la domanda e quindi i prezzi, e infine in quella corsa si può innestare la speculazione che amplia o esaspera il movimento.
Altre cose hanno effetto indiretto. Se alcuni effetti si cumulano (ad esempio dati economici pessimi sulla Cina più metti che l'EIA esce con un report che l'offerta è ancora aumentata, hanno effetto, e uno dice: "qui meglio vendere" e anche l'altro e anche l'altro....).
Alla fine poi due sono sempre le cose: la speranza e la paura.
E poi i comportamenti di gregge.

N.B.
Nel '73 c'è stata la crisi chiamata poi petrolifera.
Nel '91 la guerra del golfo.
Nel 2008 la crisi finanziaria.
I mercati sono razionali. Se c'è la Guerra in M.O. la produzione si blocca almeno in parte e i prezzi salgono, ragiona uno. Compro. Non sarà l'unico....

N.B. Il link che hai messo non lo commento nemmeno. Questa gente non ha mai visto nemmeno un prezzo in vita sua. Non sa neanche cos'è.
E parlano di questo e di quell'altro. Di cui non sanno nulla di nulla.

P.S.
C'è infine una notazione tecnica un po' più difficilina per un forum.
I mercati dei futures o dei derivati non comportano se non in minima parte una vendita o un acquisto di petrolio "reale". Cioè sono differenze di prezzo. Hanno una logica magari collegata al reale, come descritto nel post, ma non è lì che si compra il petrolio "vero".
Se ho comprato un future cioè poi lo rivendo.
E quel che conta è la differenza di prezzo. Ma non c'è "acquisto" di petrolio.
Il future però rispecchia sempre pienamente il prezzo "reale" fisico perchè altrimenti c'è possibilità di arbitraggio. Cioè di guadagnare gratis matematicamente e senza rischio.
Compri uno e contemporaneamente vendi l'altro.
E quella c'è in piccola parte e per piccole differenze talvolta nei mercati, ad esempio anche tra N.Y. e Londra sullo stesso titolo o materia prima, ma appunto viene subito e immediatamente sfruttata, talchè si annulla immediatamente o è così infima da non valere i costi di bolli, commissioni ecc...
Questo tipo di "speculazione" cioè gli arbitraggi, li fanno le grosse banche e questo però garantisce che il prezzo, se ha questi scostamenti o discrepanze piccole, si uniformi subito.


RispondiCitazione
FlavioBosio
Estimable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 223
 

Resto comunque dell'idea che andrebbero fatti investimenti nell'economia reale piuttosto che accantonare miliardi di petroldollari...

Ma i "miliardi di petrodollari" potrebbero essere utilizzati proprio per finanziare "investimenti nell'economia reale".
Mi pareva questo uno dei punti evidenziati dal post iniziale

Ma quale economia reale??

Qui non fanno altro che parlare di coperture di rischio finanziario attraverso strumenti derivati, carta che copre carta, l'economia reale richiede investimenti reali in infrastrutture, case, scuole, ospedali, strade, ferrovie, centrali elettriche ecc..

Quelli al massimo ti tirano su alberghi in mezzo al nulla ed il minimo indispensabile per farli funzionare, poi ti sposti di 10Km e vedi cos'è la realtà di quei paesi.


RispondiCitazione
Capablanca
Estimable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 130
 

Resto comunque dell'idea che andrebbero fatti investimenti nell'economia reale piuttosto che accantonare miliardi di petroldollari...

Ma i "miliardi di petrodollari" potrebbero essere utilizzati proprio per finanziare "investimenti nell'economia reale".
Mi pareva questo uno dei punti evidenziati dal post iniziale

Ma quale economia reale??

Qui non fanno altro che parlare di coperture di rischio finanziario attraverso strumenti derivati, carta che copre carta, l'economia reale richiede investimenti reali in infrastrutture, case, scuole, ospedali, strade, ferrovie, centrali elettriche ecc..

Quelli al massimo ti tirano su alberghi in mezzo al nulla ed il minimo indispensabile per farli funzionare, poi ti sposti di 10Km e vedi cos'è la realtà di quei paesi.

Allora sono pienamente d'accordo.
La mia non era certo una difesa delle politiche interne dei paesi arabi, tutt'altro...


RispondiCitazione
Pagina 1 / 2
Condividi: