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La democrazia non ha paura di chi nega la storia


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Lo storico "negazionista" Robert Faurisson era stato invitato a tenere una conferenza all'università dal professor Claudio Moffa, docente di Storia e istituzioni dei Paesi dell'Africa e dell'Asia. Faurisson, ex insegnante di letteratura all'Università di Lione, è uno, per intenderci, che sostiene che "le pretese camere a gas hitleriane e il pretesto genocidio degli ebrei formano un'unica menzogna storica". Il rettore delle Università di Teramo di fronte a Faurisson e a queste tesi se l'è fatta sotto e ha semplicemente chiuso l'ateneo.

Allora il professor Moffa ha dirottato la conferenza in un ristorante, l''Aquamarina', fuori città. Ma nemmeno questo è bastato. Davanti al ristorante si sono presentati una sessantina di giovani esponenti della comunità ebraica romana che hanno cercato di aggredire Faurisson, hanno preso a botte il professor Moffa che cercava di difenderlo, colpito un fotografo della Digos e ferito alcuni poliziotti e carabinieri che cercavano di interporsi.

A questo punto il questore di Teramo ha deciso che la conferenza di Faurisson, dovunque avvenisse, era un pericolo per l'ordine pubblico e ha caricato d'autorità il docente "negazionista" sul primo aereo in partenza per la Francia. Il ministro per l'Università, Fabio Mussi ha avallato in toto il comportamento del rettore dell'Università di Teramo e il diktat del questore. In quanto a Riccardo Pacifici, portavoce della comunità ebraica romana, ha chiesto allo stesso Mussi la rimozione del professor Moffa e cioè che gli sia impedito di insegnare. A Teramo, come altrove, devono essere abilitati solo docenti che insegnino la versione unanimamente accettata sullo sterminio degli ebrei.

È tutto molto 'politically correct'. Ma è democraticamente inaccettabile. Una democrazia, se vuole essere veramente tale, deve accettare l'espressione di ogni opinione, anche di quelle che le paiono più aberranti e lontane. Questo è il prezzo che una democrazia paga a se stessa. Altrimenti si trasforma in un'altra cosa, in un'altra forma di dittatura, sia pure più soft, almeno all'apparenza, che è la dittatura della 'communis opinio' di cui ragionava il fondatore del pensiero liberale Stuart Mill che nel 'Saggio sulla libertà' scrive: "È necessario anche proteggersi dalla tirannia dell'opinione e del sentimento predominanti, dalla tendenza della società a imporre come norme di condotta, e con mezzi diversi dalle pene legali, le proprie idee a chi dissente". L'unico discrime per una democrazia che qualsiasia idea, anche la più sbagliata ma a, che la più giusta, non può essere fatta valere con la violenza. Che è invece quanto ha fatto il gruppetto di ebrei romani aggredendo Faurisson, il professor Moffa, la polizia. Riccardo Pacifici li ha giustificati così: "In fondo hanno dato solo quattro 'cinquine', quattro manate. Non avevano pistole nè manganelli". E ha considerato quella violenza pedagogica, perché imedirà che simili e scandalose conferenze possano ripetersi e forse permetterà di togliere di circolazione non tanto Faurisson quanto un docenti scomodi come Claudio Moffa.

Proviamo ad invertire le posizioni. Se a un docente ebreo fosse stato impedito di esprimere le proprie opinioni, se fosse stato cacciato da una sede universitaria, se gli fosse stato inibito di parlare persino in un ristorante, se fossero volate botte contro chi cercava di difenderlo, se nel tafferuglio, si fosse spaccata la clavicola a un funzionario di polizia, si sarebbe gridato allo scandalo, si sarebbe denunciata, con forza, una inammissibile aggressione fascista. Giustamente. Ma il fascismo non è solo un fenomeno storico. È anche una mentalità. Chi pretende, con la violenza di impedire gli altri di esprimere le proprie opinioni, fossero anche riunioni fasciste, è lui il vero fascista, lo voglia o no.

Io, che sono figlio di un'ebrea russa, Zinaide Tobiasz, che ha visto l'intera sua famiglia sterminata dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, mi permetto di dire a quei fanatici dell'estremismo ebraico, che mi auguro siano una minoranza: in questo modo non fate che eccitare ed evocare proprio quell'antisemitismo che dire di voler combattere. Finite per fornire ragioni anche a chi non ne ha o ne ha pochissime. Come Robert Faurisson.

Massimo Fini
Fonte: http://gazzettino.quinordest.it
Link: http://gazzettino.quinordest.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3385486&Data=2007-5-22&Pagina=23
22.05.07


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eresiarca
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Capita spesso che Massimo Fini dica e non dica...
Lo sappiamo: egli insiste sulla denuncia delle contraddizioni della "democrazia", rilevandone la sconfessione pratica degli assunti teorici. Il discorso è valido ed interessante, ma poi si deve andare oltre, no?

Mi sorge il sospetto che lo facciano scrivere su testate a tiratura nazionale perché paga il dazio all'"antifascismo". Il seguente passaggio è davvero demenziale: "Ma il fascismo non è solo un fenomeno storico. È anche una mentalità. Chi pretende, con la violenza di impedire gli altri di esprimere le proprie opinioni, fossero anche riunioni fasciste, è lui il vero fascista, lo voglia o no".
Io so per esperienza di gente di TUTTE le idee politiche che "pretende, con la violenza di impedire gli altri di esprimere le proprie opinioni"...

Insomma, Blondet dà agli ebrei romani dei "fascisti" (squadristi), e Fini fa lo stesso per criticarli. Parafrasando il primo, che parla dell'"l'unica religione rimasta", si potrebbe scrivere: "Fascismo: l'unico paragone ammesso".


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Eracle
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La definizione "negazionista" non fa che alimentare e rafforzare la dittatura del pensiero unico.
Faurisson è uno storico che cerca di esporre e discutere i risultati delle sue ricerche. Non è un "negazionista" ma uno storico, così come Galilei era uno scienziato e non un "negazionista".
Potremmo forse definire "assolutisti" o "esclusivisti" coloro che ammettono solo ed esclusivamente la loro versione dei fatti ?
C'è anche da riflettere su come vengono definiti i loschi figuri che hanno organizzato l'imboscata allo storico Faurisson.
Non sono solo degli esponenti della comunità ebraica romana, ma sono principalmente degli squadristi di stampo fascista che non avevano nessun'altra intenzione se non quella di impedire in qualsiasi modo che si potesse discutere in maniera civile e democratica.

Ma di tutta questa vicenda, quello che fa riflettere più di ogni altra cosa, è la totale assenza della condanna dei rabbini di tutte le comunità ebraiche a fatti di tale gravità e mancanza di rispetto dei principi democratici.
Sempre pronti a gridare all'antisemitismo e a puntare il dito su chiunque osi criticare qualsiasi cosa appartenga al mondo ebraico, ma sempre assenti quando si tratta di puntare il dito su chi offende i valori che accomunano tutti gli esseri umani, e non solo quelli ebrei.

Almeno una volta, dite qualcosa di amichevole per tutta l'umanità, non solo per il vostro mondo chiuso.


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mendi
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E' sempre la stessa vecchia questione, se gli ebrei in quanto tali siano tutti buoni e bravi, o se non ci siano invece fra di loro anche dei ladri, razzisti e assassini.
Una volta risposto, tutto va al suo posto.


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remox
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In realtà stupisce, o forse no, l'atteggiamento compiacente e la piega a 90 gradi assunta dal giudice (che dovrebbe far rispettare la legge) e la politica italiota verso lor signori picchiatori messianici.


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NerOscuro
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Insomma, Blondet dà agli ebrei romani dei "fascisti" (squadristi), e Fini fa lo stesso per criticarli. Parafrasando il primo, che parla dell'"l'unica religione rimasta", si potrebbe scrivere: "Fascismo: l'unico paragone ammesso".

Se avessero scritto Bolscevico sarebbe stato meglio? Ti assicuro che Blondet lo scrive spesso nei suoi pezzi. Trovo che il punto sia un altro, al di là dei termini usati che hanno la funzione di comunicare che sia un comportamento antidemocratico quello tenuto dai "bravi" che hanno picchiato Fourrison. C'è anche da dire che questo termine forse è anche usato provocatoriamente, visto che le comunità ebraiche e Israele additano sempre il nemico di turno come fascista, nazista, nuovo Hitler, ecc...
Il linguaggio è un'arma come vedi. A doppio taglio.


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Brezzarossa
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Si sà, siamo ai "due pesi e due misure" altro che democrazia.
Magari lor signori avrebbero potuto criticare l'ex professore con altri dati storici che contraddicono le sue tesi, invece hanno menato le mani..... ...c'è da chiedersi perché.
Non è che magari il professore ha ragione ?

Saluti


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psy
 psy
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L'illuminato Diderot diceva: "Si ricorre agli insulti quando si è a corto di argomenti".


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eresiarca
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Perché usano "negazionista" l'ho spiegato qua:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=486


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Ciglio
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ma a parlare sempre e soltanto dei pestaggi ai danni dei revisionisti, delle leggi liberticide ecc. ecc. si perde di vista il punto importante: gli studi fatti da questi studiosi indipendenti!
tutti conoscono l'esistenza del revisionismo olocaustico, ma quasi nessuno si prende la briga di leggersi quello che scrivono i revisionisti... io l'ho fatto a lungo, e devo dire che le loro opinioni e i dati di fatto che riportano mi sembrano veritieri e ragionevoli... nessuno nega che siano morte molte persone (non solo ebrei), semplicemente non tanti quanti si vorrebbe far credere e non con i fantastici mattatoi chimici ideati dalla propaganda dei paesi che hanno vinto la guerra


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psy
 psy
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Ciglio, ma tu sei un provocatore, vero? Prima vieni a dire che la droga fa bene, che dobbiamo farci le pere tutti quanti perchè è bello alterare le nostre percezioni, così quando saremo tutti incartapecoriti a 25 anni sarà facile controllarci. Poi vieni a provocare parlando di revisionismo storico, sperando che qualcuno ti dia ragione in modo da poterlo aggiungere nell'elenco dei non-uomini della digos.

Senza che mi rispondi, tanto so già quello che diresti. Anzi fallo, così siamo tutti più contenti. Ma un consiglio agli amministratori del sito: occhio a questo qui, a quello che dice e a quello che pubblica. Un saluto.


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Ciglio
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mi hai smascherato, sono un rettiliano


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