La domanda dell'Inf...
 
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La domanda dell'Infante


GioCo
Noble Member
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[immagine tratta da Il corvo - The Crow (The Crow) del 1994 diretto da Alex Proyas]

Non potrei partire meglio con questa ennesima provocazione (da far tremare i polsi) se non con questo film, particolare più per quello che vi ruota attorno che per il contenuto, abbastanza scialbetto aggiungo.

A partire dalle vicende dell'attore protagonista che viene ucciso mentre gira un film che parla di morti che tornano per vendicarsi, un personaggio particolare storicamente parlando, nientepopodimeno che il figlio di Bruce Lee, effettivamente ucciso a sua volta da "innocente" come nel tema portante del film... E che dire del regista, Nato in Egitto da padre di lontana ascendenza greca, secondo ciò che ci dice una banale ricerca di wikicoipiedi?

Le curiosità su questo pezzo di storia del cinema non si fermano qui. Ad esempio, se cerchiamo le musiche della colonna sonora, non troviamo il brano centrale, quello iconico e rappresentativo. Personalmente per risalire a quel brano (QUI) ho fatto un po' di fatica che non avrei fatto conoscendo almeno il titolo (Inertia) dato che l'autore, Graeme Ravell, compositore e pianista neozelandese, autore di colonne sonore cinematografiche e di videogiochi, non l'ha inclusa nella distribuzione ufficiale.

Vi invito ad ascoltarla prima di continuare, sarà propedeutica sapendo che il resto dell'album è praticamente tutt'altro e non sembra nemmeno centrare troppo con il film, almeno personalmente non trovo che siano brani che rimangono in testa, l'intensità di questo è invece certamente "provocatoria" e tende a rimanere impressa.

Insomma, tutto ci parla di magia ed esoterismo e non qualunque. Ci parla di un preciso rito necromantico di fascinazione e non solo, ci dice che noi ci troviamo proprio nel Mondo di quel rito e che i padroni del rituale sono i nostri padroni. Per ciò vale la pena approfondire, indubbiamente.

Bene, la premessa solita è obbligatoria: non so se quello che dico è la verità, non mi occupo, non mi interesso e non spaccio verità, tutto ciò che faccio è seguire un dettame coerente e il più possibile allargato. Aggiungo in questa occasione che la coerenza è sinonimo di saggezza che ti porta ai Campi Elisi secondo Dante. Luoghi che rimangono oltre della soglia della disperazione, quella con la scritta: "lasciate ogni speranza o voi che entrate".

Quindi la saggezza porta vicino all'uscita dal lato della disperazione, ma non ha la chiave per farci uscire.

Cos'è questa "disperazione"? Disperdo subito le nebbie, non voglio farla lunga: Tristezza. Solo banalmente Tristezza, uno stato dell'animo preciso che ci da un segnale preciso e di possessione. Per ciò l'acme del retro-pensiero è la resistenza alla Tristezza che ci trascina nel Mondo dei Morti per effetto dell'Empatia che poi è quella sintonia propria della fascinazione.

Infatti il film è tutto un continuo riferimento alla tristezza, dalla pioggia ai toni cupi, ma non è questo stereotipo depressivo sovraccarico e bruttino che ci interessa. Come non ci interessa che quella che vediamo sullo sfondo è una tipica ricostruzione di una zona urbana delle Terre dei Morti (non di una città dei vivi) che ovviamente rievoca in noi potenti empatie perché ci siamo stati, tutti, chi più e chi meno: una parte profonda in noi "risuona", sa perfettamente di cosa stiamo cianciando, ma per fortuna il resto di noi rimane nell'ignoranza che per questo possiamo dire "beata".

Ciò che ci interessa è la domanda. Qualcosa che i padri fondatori della chiesa cristianodonte ci hanno lasciato in eredità per quasi duemila anni e che è rimasta tutt'oggi senza risposta. Tanti hanno cercato di rispondere, ma qualsiasi tentativo fin'ora è fallito miseramente. La potenza della domanda, rimane per ciò intatta. Noi non faremo altro che definire bene il contesto e allargare la visuale per capire non tanto e non solo meglio la domanda, ma ciò che da essa procede: Necromanzia.

Vi invito a riflettere sull'evidenza che l'intero film non ci parla solo di un preciso rituale, ma è IL rituale stesso e dentro di esso c'è il sacrificio dell'innocenza che è il centro di tutta la magia necromantica. Nell'elenco di stereotipi di tale contesto, ci troviamo "la bambina", una figura potente perché unisce due caratteristiche fondanti del nostro inconscio collettivo, quella della gioventù e quella dell'origine il luogo da cui proveniamo. Embrambe profeticamente tradite (da noi).

Certo, questo non è un tributo al film, anche considerato che chi lo ha prodotto non aveva certo l'intento di renderci consapevoli di qualcosa. Tutt'altro! Non è nemmeno un riconoscimento di natura artistica, data la sempliciotteria con cui si infilano una sequela interminabile di facili luoghi comuni per affogare il pubblico con le sue lacrime. Tutto ciò che mi interessa è la guida necromantica di cui si fa portavoce l'evidenza simbolica sfruttata.

A partire dal Corvo ovviamente, potente simbolo psicopompo assieme all'altro, concorrente e che per ciò qui non vediamo con questo ruolo evidente, il Gatto, proprio di un altra figura simbolica, la strega o strige che porta cattivo auspicio, che è di solito nero a intendere proprio la sua funzione psicopompa. Il Gatto è legato simbolicamente all'ambiguità e l'opportunismo, evidentemente non in linea con le intenzioni del regista, il Corvo invece con il Patto del Mondo dei Morti. Esso è il contratto "vivente" che veglia sulla giusta conseguenza che di solito, ma non è detto, è data da una causa violenta e quindi da una Morte Violenta e ingiusta. La parte "ingiusta" è quella che conta.

Il Corvo risveglia dal sonno colui che ha sete di giustizia e lo accompagna perché l'ordine sia ristabilito. Il Corvo in sostanza incarna simbolicamente il debito. Ciò che più di ogni altra cosa terrorizza il Necromante. Anche se (ironia della sorte) non è il suo vero problema. Il Necromante è infatti colui che dimentica che la Vita è già Eterna di suo, non deve diventarlo. Se si è tentati dalla Vita Eterna una sola entità è interessata: l'identificazione. Noi definiamo "identificazione" in questi tempi bui ed estremamente confusi "ego". Ma in altri tempi era la radice della Brama, del desiderio che ci lega all'estistenza mortale e a livello terreno.

Dicevo che non è quello che un Necromante dovrebbe temere. In effetti il Portatore di Luce, colui che illumina la sua coscienza e per ricaduta quella del prossimo, è un nemico infinitamente più pericoloso, ma è anche il mezzo tramite cui egli ricava energia per... Qualunque sciocchezza vi salti in testa. Ad esempio, Jack Parsons che fu allievo di Crowley nonché padre della NASA (l'attuale ente americano che spara razzi nello spazio) la usava per evocare una entità denominata "babalon" perché prendesse carne in una bambina da qualche parte nel Mondo. Costei era la presunta "madre degli abomini" secondo la dottrina Telema che ci propone Crowley. Perché voleva fare una tale sciocchezza? Pare per una "missione cosmica" fondamentale frutto di deliri che è difficile seguire ma che in soldoni traduce l'idea del MoonChild, il moderno Grigio asessuato dell'immaginario collettivo, portata avanti con successo secondo l'autore, anche considerato che Parsons per sta bella superca%%ola gli portava iella, conseguenza profetizzata e che per ciò, dato che la profezia diceva che la iella subentrava in caso di successo, considerava tutte le sue porcherie "successo".

Tra queste conseguenze, oltre l'abbandono dell'amore e delle fortune terrene (fu perseguitato dall'FBI) c'era una morte imbarazzante che lo avrebbe colto ancora nel fiore dei suoi anni e che infatti puntualmente si verificò.

Che dire: tanto ardore e sacrificio per far nascere l'idea di un aborto spaziale, certamente "eterno" per i Morti ma anche sterile. Si commenta da sé.

Quindi, perché un Necromante dovrebbe temere il Portatore di Luce? Banalmente perché le pratiche necromantiche, così affascinanti se rimangono incasinate, rese spoglie per quel che sono di solito si traducono in oggettive assurdità senza appello, rimanendo però "sacre" e "inviolabili".

In altre parole il Portatore di Luce è una figura simbolica che nel giungere nelle Terre dell'Ombra porta Gioia e Stupore (=consapevolezza) ma non riceve in cambio gratitudine: è impossibile! Perché ferisce con la sua sola presenza la fede e in particolare quella di chi nuota nella penuria e lotta per tirare fuori qualche cosa di decente dallo scarto in cui e costretto a rovistare senza sosta. Costui, il rovistatore dello scarto o Necromante, non può che ricevere "Gioia e Stupore" alla stregua di un insulto o un tentativo di raggiro. Non succede sempre, non è una regola, ma è la conseguenza più logica in una condizione di quel tipo.

Bene, arriviamo alla domanda (finalmente) dell'infante, ma teniamo conto che a porla è una bambina senza colpe che abita le Terre Tristi e interroga il Portatore di Luce: se "io" sono innocenza, come sono, perché a me non è concessa la gioia e la meraviglia?

Parliamo cioè della radice dell'ingiustizia, non quella terrena ovviamente, ma spirituale. Ma peggio! Perché il "buon Dio", in carne Cristo, pare favorire ladri e malfattori, cioè peccatori e non gli innocenti?

Parrebbe da questa lettura sbrigativa che il Padre Eterno (=la Vita) ci faccia nascere innocenti e ci costringa a diventare peccatori per essere poi da lui assolti con formula piena. Insomma, essere innocenti agli occhi divini, diventa quasi una colpa in sé e occorre per ciò corrompere tale innocenza per potersi redimere altrimenti niente paradiso (o quel che volete voi). Dov'è l'inghippo?

Vi invito a stare nella domanda che è della bambina e a considerare che non abbiamo la risposta, ognuno di noi può avere la sua ma forse una risposta non c'è.

Certamente quella data dal Necromante che rovescia il Male col Bene è ovviamente frutto di un delirio, ma è la sola "logica" che ci rimane tra le dita, quindi o la ignoriamo e ne troviamo un altra nostra o la facciamo nostra. Non abbiamo scelta. Ma peggio, siccome non ci sono alternative accessibili a quella lettura, dal momento che non accettiamo siamo "obbligati" a trovarne una personale e questo "ci condanna".

Aggiungo qualche appunto.

Come accennavo il confine per superare la soglia è la Tristezza ed è evidente che il Necromante non ha soluzioni per quella, solo per la giustizia che poi è il riscatto (violento) per l'innocenza e che si consuma nel conflitto proprio delle Terre dei Morti. Anche se a volte il bandolo trova soluzione nella breve pausa mortale ove i luoghi essendo leggermente più luminosi forniscono occasioni migliori per "pareggiare i conti" dei nostri debiti.

Vi lascio così, a riflettere. Se poi vi interessa approfondiremo in chat...


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