La fine della vita ...
 
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La fine della vita umana organizzata sulla Terra (Chomsky)


Primadellesabbie
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Traduzione automatica (con qualche ritocco):

= "Non c'è stato niente di simile nella storia umana", ha detto Chomsky. "Sono abbastanza vecchio per ricordare, molto vividamente, la minaccia che il nazismo potesse impossessarsi di gran parte dell'Eurasia, non era una preoccupazione inutile. I pianificatori militari statunitensi avevano previsto che la guerra sarebbe finita con una regione dominata dagli Stati Uniti e una regione dominata dalla Germania ... Ma anche questo, abbastanza orribile, non era come la fine della vita umana organizzata sulla Terra, che è ciò che abbiamo di fronte.=

= Chomsky è stato intervistato prima del primo vertice del Progressive International (18-20 settembre), una nuova organizzazione fondata da Bernie Sanders, l'ex candidato alla presidenza degli Stati Uniti, e Yanis Varoufakis, l'ex ministro delle finanze greco, per contrastare l'autoritarismo di destra.=

Il contesto nel quale è stata fatta questa intervista è quello di una manifestazione contro Trump. 

L'intervista è apparsa qui:

https://www.newstatesman.com/world/2020/09/noam-chomsky-world-most-dangerous-moment-human-history

 

 

 

 


Citazione
PietroGE
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Ah, ecco a quale convegno parla il buon Chomsky si intitola : internationalism or extinction. Cioè o il governo della lobby internazionalista e la fine della sovranità oppure l'estinzione, probabilmente solo della razza europea ma questa è solo una mia aggiunta.

Siamo quindi al ricatto esistenziale. Bene neanche il male assoluto era arrivato a tanto.


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Deheb
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@pietroge

ma hai visto i componenti del consiglio di Progressive International?

Naomi Klein, Chiomsky, Varoufakis, Carola Rackete....

Comunque sia mi sembra un pò strano il tono e le parole di Chomsky, come anche di M. Wolf (citato nell'intervista). La fine che dichiarano ci potrebbe essere se verrà rieletto Trump si riferisce non tanto al mondo ma alla fine dell'ordine mondiale, quello con a capo gli USA.

Anche il magazine INTERNAZIONALE fa parte del giro.


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PietroGE
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Chomsky è un mentitore senza vergogna, gli attacchi contro Trump sono in realtà gli attacchi contro la sovranità delle nazioni in favore dell'internazionalismo governato dalle lobby. Questa citazione dice tutto :

In Europe, the leading candidate is [Viktor] Orbán in Hungary, who is creating a proto-fascist state. There are other figures, like [Matteo] Salvini in Italy, who gets his kicks out of watching refugees drown in the Mediterranean.”

E ritorna il solito programma di invasione dell'Europa. Chomsky forse si dovrebbe chiedere perché i migranti non vanno mai sulle coste israeliane, ma poi dovrebbe citare lo stato razziale di Israele che lui critica perché di destra ma non si azzarda a mettere in discussione il tipo di identità etnica che lo caratterizza. 


oriundo2006 hanno apprezzato
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Deheb
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ho notato quel passo, che dire? D'acchito direi che s'è rincoglionito, poi penso alle parole del Liga: nasci incendiario e muori pompiere.

Quando poi ci sono i buoni, i giusti (...in tutti i sensi!)  che si oppongono all'autoritarismo di destra e ai proto-fascismi mi sento meglio e posso dormire più tranquillo. 


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oriundo2006
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L'idea centrale e' che solo l' internazionalizzazione puo' sventare la minaccia della fine della vita umana organizzata sulla terra rappresentata dai nazionalisti tipo Orban o Salvini.

La tesi ha diversi aspetti da chiarire, tutti portanti a note fallace logiche in quanto si paluda di vesti pseudoscientifiche per far opera di demagogia elitista: ma e' anche una tesi di per se' assolutamente ridicola.

Innanzitutto, la 'mondializzazione' e' inarrestabile e non dipende dalla politica ma dalla tecnica e dalla scienza: oggi il mondo e' completamente interconnesso dall' Artide all' Antartide e nessuno puo' tornare agli stati ( europei ) ottocenteschi come nessuno puo' piu' pensare di lavorare al tornio col mantice a legna. Salvini e Orban non lo possono fare, che lo vogliano o meno. Pensare il contrario e' un noto sofisma dialettico che deriva da vetuste e datate letture: esaltare il contrario per meglio ridicolizzarlo 'post festum'. In realta' se la fine della mondializzazione vi sara', lo sara' ad opera della scienza e della tecnica scatenate nell' olocausto finale: le due vestali che l' hanno partorita uccideranno il loro infante, in realta' nato spiritualmente gia' morto.

La radice di tante opinioni presentate come assolute, e' in fondo questa: si immagina che il mondialismo 'occidentale', vaticinato da David e dalla Sibilla, sia l' unico possibile. E qui la contraddizione si fa stridente e veste i panni della apologia della societa' occidentale attuale, sino a demonizzare chi tenti solo di immaginare un percorso unitivo diverso. E c'e' chi l'ha fatto: prima la Russia, poi la Cina, poi altri stati che non vogliono essere risucchiati nel maelstrom del pensiero giudaico/cristiano o che vogliono su basi giuridiche e storiche gia' convalidate, istituire le ragioni dell' unita' politica del genere umano ( posto che sia necessaria...). Qui l'anatema si fa pressante e teologico: come osano questi deplorables da strapazzo immaginare altro che non sia quello che noi, gli Eletti, anzi gli Elevati, vogliamo ?

In sintesi, il riferimento al mondialismo e' fuorviante in termini politici sempre, se si associa a questo fenomeno storico in atto l' idea che rappresenti il 'meglio, e che lo faccia rappresentando qualcosa di 'superiore' rispetto al passato: una 'sintesi' hegeliana che sia la sola e unica maniera di risolvere i problemi attuali.

Ma in realta' non e' tanto alla 'dialettica' storica che si vuol far riferimento quanto a certi presupposti ideologici ( ma in realta' religiosi ) ritenuti non passibili di alcuna critica.

Questa tendenza politica infatti non ne ha affatto l' intenzione e l' ha dichiarato per bocca di tanti suoi illuminati rappresentanti, di conservare per 'superare' la democrazia rappresentativa in una nuova configurazione che realizzi le istanze del 'demos' o tantomeno lo elevi spiritualmente. Anzi. Il suo obiettivo ( mondialismo 'occidentale' ) e' quello di devitalizzare scientemente la democrazia popolare per arrivare ad un consesso di saggi, barba bianca obbligata, i quali soli siano deputati a governare le masse ritenuti incapaci e stupide per natura perche' naturaliter infantili e dedite al piacere piu' crasso: a 'corona' di un divenire storico in cui finalmente pochissimi possono governare indisturbati i tantissimi.

Il demos sparisce ammutolito da una concentrazione assoluta di potere e sapere in mano ad un empireo di soloni, presumibilmente di soloni assai attempati, insieme a visionari e cabalisti gerosolimitani, saltellanti nelle loro preghiere rituali, attorniati da ebeti e corifei plaudenti: una parodia della Repubblica di Platone, una evoluzione all' indietro: la negazione che diviene falsa sintesi.

Platone, colui che inventando Atlantide, la fece poi sparire nel gorgo della sua immaginazione ( Aristotele: ma Atlantide esistette davvero, anzi piu' d'una ), Platone, con il suo consesso di saggi posti piramidabilmente su immense masse di 'idioti-iloti'.

Ma anche Platone sempre della Repubblica, del mito di Er mai citato: ovvero la tavola dei valori non appartiene all' immaginazione umana guidata dal volere politico ma da un piano piu' alto. E questo piano piu' alto non e' di proprieta' ne' dei 'fratelli maggiori', ne' dei massoni, ne' dei cristiani ne' tantomeno dei loro miserabili rappresentanti politici 'occidentali': la Virtu', cioe' il retto agire politico come quello morale, e' senza padrone. 

 

Questo post è stato modificato 4 anni fa da oriundo2006

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PietroGE
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-Inarrestabile forse, ma non dovrebbe andare avanti con la velocità degli ultimi decenni perché dell'Italia, e anche dell'occidente, non rimarranno che macerie, economiche, sociali e demografiche.

-La scienza e sopratutto la tecnica sono strumenti. Quello che sarà determinante, oltre alla demografia sarà l'ideologia dominante, a medio e lungo termine.

-La Russia e la Cina non si sono adattate alla globalizzazione, la hanno semplicemente negata e fanno solo interessi nazionali.

-Il  mondialismo 'occidentale' è il governo delle lobby e dei gruppi di poteri, dei Deep States e dei media.

-Che Atlantide sia il frutto della fantasia di Platone è probabile ma non certo. Strano immaginarsi una cosa del genere. Uno si sarebbe aspettato una città utopistica dove regnano il Bene e le Idee interpretate dai saggi filosofi/governanti. Invece una civiltà sprofondata nelle acque. Mah.

P.S. Ormai per parlare di cose diverse dal Covid bisogna scrivere qualcosa nel forum. CdC è diventato il sito anti Covid per eccellenza. Io gli articoli in prima sul virus non li leggo neanche più. 


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Deheb
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A me sembra che su Russia e Cina ci siano delle aspettative mal riposte. Che abbiano una visione più “nazionalista” potrebbe anche starci, ma che siano al di fuori delle logiche della globalizzazione non ne sono convinto, meno ancora dal pensiero giudaico cristiano, almeno per quanto riguarda la Russia. 

A prendere la lista degli oligarchi russi (i 25 più ricchi di Russia) ci sono parecchi Eletti (e non), sbucati dal nulla, self-made li descrivono. Devono essere dei geni per aver fatto miliardi di dollari in pochissimi anni partendo dal nulla. 

In questo contesto Putin non credo abbia quel grande interesse per il benessere del popolo russo. Se il mondialismo occidentale è l’espressione del deep state, anche quello “orientale” non scherza affatto. 

Un esempio: 4 amici al bar (compagni di college sembra), German Khan, Alexei Kuzmichev, Mikhal Fridman creano Alfa Group, LetterOne e Alfa Bank. Segue accordo con BP (British Petroleum) per formare TNK-BP con una pioggia di miliardi per i tre cofondatori. Successivamente TNK-BP viene assorbita da Rosenft con un’altra pioggia di miliardi. Dopo questo accordo le quote azionarie di Rosneft si modificano: 40% stato russo, (quasi) 20% BP, col beneplacito di Putin. Non vedo grandi differenze col "nostro" sistema.


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oriundo2006
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Deheb, forse mi sono male espresso. Russia, sopratutto, e Cina ( con troppi cadaveri negli armadi ) vorrebbero procedere verso un multilateralismo globalizzato ( o globalizzazione multilaterale ), eventualmente anche con la riforma dell' ONU, su base concordata e 'giuridicizzata', ovviamente multipolare, e non con atti di imperio unilaterali ( sanzioni e altro ) emanati 'motu proprio' da un paese che si autodefinisce 'indispensabile' e 'eccezionale', dotato per virtu' divina di un potere senza limiti ne' vincoli e che fa carne di porco di ogni regola anche se dallo stesso sottoscritta in precedenza.

Perche' e' proprio su questi ultimi punti che si gioca la vera partita: quali i vincoli per tutti da decisioni prese d' imperio di uno solo o di piu' d'uno ( eventualmente ) ? Potrebbe sussistere la possibilita' per lo stato renitente di potersi opporre giuridicamente alle altrui imposizioni per bloccarle o comunque rivederle ?

E' chiaro che si legge USA e si puo' anche far riferimento al convitato di pietra, Israele, dai poteri immensi e mal celati dietro l'economia o la finanza...Porre dei limiti condivisi alla sovranita' e' necessario, eliderla completamente e' impossibile ( allo stato dei fatti ) ma e' anche pericoloso se non antigiuridico dal punto di vista dei diritti dei popoli che vi sono sottesi, a meno di non voler manu militari procedere con l'eradicamento forzato di ogni possibile resistenza, che sia giusta o meno la 'causa': ma questo puo' esser effettuato solo rifacendosi ad un regolamento degli umani interessi su base divina...e sappiamo quanto sia contestabile questo approccio.

Allo stato attuale, l' ingerenza altrui se totalitaria e' evidente che farebbe venir meno ogni 'democraticita' dell' intervento stesso, anche se concordato nelle sedi appropriate, come anche trasmetterebbe allo stato stesso la qualifica di negativita' che viceversa l' intervento vorrebbe riferire all' aggredito.

E' evidente che non se ne esce affatto oggi sulla base del conflitto di interessi delle varie configurazioni statali ne' se ne puo' uscire sulla base del diritto internazionale cristallizzato attualmente secondo la sua elaborazione nel tempo. Quello che si potrebbe fare pero' e' diverso, e' una politica dei piccoli passi, ad esempio l'allargamento del consiglio di sicurezza ad un certo numero di altri stati permanenti anche senza, almeno inizialmente, diritto di veto ( come si fa a lasciar fuori l' India col suo miliardo e mezzo di abitanti ? ), la restrizione del diritto di interdizione all'assenza di una pronuncia generale a maggioranza qualificata, lo spostamento della sede ONU in un paese terzo rispetto ai membri permanenti, e tanto altro. 

In realta' nessuno vuole farlo perche' purtroppo si pensa ancora oggi alla guerra come il miglior metodo di risoluzione dei conflitti internazionali: e ci si prepara con immenso spreco di risorse materiali ed umane a pasteggiare sulle spoglie del vinto ( sopratutto gli occidentali ).

Quanto ai casi che mi hai citato, di J. conclamati a comando dei gangli economici, guarda che questo e' stato imposto all' URSS che aveva perso la competizione globale, dai 'soliti noti' e dagli 'eccezionalisti': l' unica cosa che questo stato, oggi da restringersi alla sola Russia e poco altro, che ha potuto ottenere dai vincitori ( perche' di questo si e' trattato: di una sconfitta ideologica e forse anche militare in via teorica ... ) e' stato quello di potersi dotare di tutto quanto serva alla sua difesa, e solo a questa, lasciando al 'nemico' il controllo dell' economia e anche quello di certe armi strategiche. Oggi gli eccezionalisti e i loro sodali vorrebbero ripetere il colpo ma non possono, ne' a livello ideologico ( la Russia e' cristiana e dunque difficilmente attaccabile col riferimento all'arma religiosa, ed e' comunque a base democratica, anche se questo non viene accettato proprio per voler ripetere la aggressione ideologica su basi mutate ), ne' a livello militare, essendosi comunque dotata di armi formidabili. Non sapendo bene come fare, Mosca viene attaccata su diversi punti 'caldi' geopolitici, cui reagisce assai bene: ma la sua debolezza e' nella stanza di comando, che da l' impressione di esser vincolata strettamente alla persona di Putin o di chi per esso: eliminarlo, se gia' non lo si e' tentato con successo nel passato, potrebbe far credere di aver eradicato alla base ogni e qualsivoglia 'problema' legato al dominio incontrastato, essendo la Cina troppo sola per potersi difendere validamente e troppo differente nella mentalita' per costituire una valida alternativa politica all'egemonia occidentale.


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PietroGE
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Esempio : ti puoi opporre alle sanzioni contro l'Iran, anche se queste per l'Italia significano perdite economiche miliardarie? NO Questo è il tipo di conseguenza se uno accetta il multilateralismo e la globalizzazione 'manovrata' e gestita dalle lobby internazionali.

-La Russia è cristiana ma con una crescente minoranza musulmana, non solo nel Caucaso. Cosa succederà dopo Putin è un dilemma.


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Deheb
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@oriundo2006

Condivido la tua analisi tranne sul punto difesa del terrirtorio. 

Se l’URSS ne è uscita sconfitta economicamente, finanziariamente e ideologicamente, per quale motivo i “vincitori” avrebbero lasciato la gestione della difesa (e in parte dell’economia)? Non trovo logico permettere al tuo rivale potenzialmente e storicamente minaccioso l’uso delle armi: potrebbe risultare difficile e pericoloso controllare un territorio così vasto, con un bacino di uomini “da combattimento” enorme, e la produzione (e/o utilizzo, nel caso) di armi paragonabili ai rivali.

Anche ciò che dice PietroGE sulla parte religiosa non è sbagliato.


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oriundo2006
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Perche' in effetti non era stata sconfitta sul campo. Era una vittoria mutilata, quella degli occidentali, una vittoria ideologica, economica, politica ma non bellica. Era dunque un armistizio, dato comunque l' immenso arsenale sovietico, lasciato deperire proprio a seguito delle condizioni segrete di questa sconfitta. E' stato un reset parziale, in cui la Russia non poteva e non doveva piu' riprendersi secondo Washington...ma hanno sottovalutato le fonti spirituali sotterranee del popolo russo...erano stati comunisti perche' cristiani: il comunismo era caduto ma rimanevano cristiani. E dunque eredi della storia russa e della potenza russa al gran completo. Quando Putin bacia le icone, si siede a concilio con il Patriarca moscovita afferma proprio questo, l' unita' del popolo russo, la sua identita', il suo territorio ( che fa gola a molti, a troppi...) in quanto regno dell' Ortodossia. Come sempre, sotto il nazionalismo vi e' la religione...ma anche si potrebbe dire dell' internazionalismo senza troppe differenze. E' che l' internazionalismo odierno ha come 'religio' altro che il cristianesimo, nonostante le contorsioni del cattolicesimo ufficiale, completamente assorbito e cannibalizzato ai livelli 'alti' dai 'fratelli maggiori'. Ciao


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